Un tempo era una delle voci della pagella. Le maestre ci insegnavano a fare la difficile “f” con la pancia, con il rigonfiamento, la “m” doveva avere l’ultima gamba con l’occhiello all’insù, come il bastone del nonna. La “a” doveva avere la gambetta a destra e un peduncolo a sinistra per tenere in piedi l’intero cerchio. Nei quaderni il dettato o i pensierini dovevano avere una calligrafia bella, ordinata, il quaderno non doveva avere le orecchie e gli errori andavano cancellati delicatamente con la gomma morbida, per non fare il buco nella pagina utilizzando la parte più dura. Si scrivevano cartoline postali, che oggi pochi conoscono, cartoline, moltissime lettere. Oggi carta e penna? Ah, queste sconosciute. Ormai scriviamo tutto su una tastiera, dalla lista della spesa agli appuntamenti. È più pratico e veloce, ma risulta meno utile al cervello …