“Osare e farsi notare”, questo era il filo conduttore degli anni ’80: jeans di marca, pailettes, strass luccicanti, spalline imbottite, il famoso cubo di Rubick di cui ci siamo occupati recentemente. Era sabato 26 ottobre 1985 quando iniziò uno dei viaggi nel tempo più popolari della storia del cinema: “Ritorno al futuro”. Quarant’anni fa un’autentica ondata di creatività travolse anche le abitudini del nostro paese e delle valli. Per Ponteacco iniziano a sfilare baffi a manubrio (ce n’erano almeno 5 o 6) e tinte sgargianti con i rivoluzionari Swatch al polso dei più giovani, piccoli strumenti di plastica che avevano indubbiamente il merito di rendere piacevole lo scorrere del tempo, oltre ad essere abbinati a scarpe o giacche. Le novità di quegli anni contaminarono tutto cìò che trovavano sul loro passaggio. Le piste delle discoteche erano sempre piene, pensiamo al Love Story di Buttrio, al Tropicana di Mereto di Capitolo, al Nord-Est di Moimacco o alla Grotta di Artegna, locali dove si riversavano i nostri ragazzi nei fine-settimana …