Perché l’ombra della pandemia sta oscurando la festa più trasgressiva e promiscua di sempre, il Carnevale. Cancellata la sfilata tradizionale di San Pietro al Natisone, si archivia così uno “stop” che neppure le guerre sono riuscite ad imporre. Era l’unico periodo, fino alla fine del Settecento, in cui era possibile canzonare gli alti personaggi della soffocante Serenissima, senza per questo essere perseguiti. Nella città dei dogi, la festa iniziava con il grande falò in onore di Sant’Antonio abate, chiamato affettuosamente per le calli “il santo del porcello”, raffigurato com’era con un maialino ai suoi piedi e con una fiammella in mano. In realtà l’animale e il fuoco sono i simboli della passioni, dei desideri, dei piaceri della carne, che hanno da sempre nella baldoria carnascialesca il loro detonatore. Quest’anno la folla oceanica di Venezia si darà appuntamento il prossimo anno, così pure gli spettatori della sfilata di San Pietro con i Blumari di Montefosa e gli ospiti provenienti da fuori.