A volte non c’era tempo per chiamare il medico-veterinario, spesso non c’erano i mezzi per far fronte alla spesa del suo onorario. Sta di fatto che si chiamavano al capezzale della bovina i nostri due paesani, alti di statura (caratteristica fontamentale), persuasivi nel comportamento con l’animale, capaci di mettere le mani nel punto giusto. Molto spesso era necessario letteralmente entrare con le mani all’interno del parto, legare il vitellino con una corda “al collo” e aiutare la fuoriuscita del neonato. Erano le ultime fatiche della mucca, prima di crollare a terra esausta dagli stenti, ma una volta nato il piccolo, tutto passava in pochi minuti. L’operazione richiedeva grande abilità, una tempistica molto veloce, condizioni di igiene che garantivano la salute di mamma mucca. Non era certamente uno spettacolo per bambini, anche perché gli operatori sempre si ritrovavano inondati di liquami, dalla testa ai piedi. O così, oppure miseria. Grande era la gratitudine dei proprietari degli animali nei confronti di queste persone, le cui mogli molto spesso dovevano provvedere al lavaggio degli abiti …