L’angoscia per le vicende atmosferiche da parte della società rurale delle Valli era concentrata nel periodo critico che va dal solstizio estivo all’equinozio, ossia per tutta la stagione estiva, tempo di sole e di calura, con la maturazione progressiva dei frutti della terra, messi a rischio dal pericolo costante dei fenomeni meteorologici negativi. Le Rogazioni di San Marco, che si svolgevano come domani, 25 aprile, imploravano l’intercessione del Creatore affinché allontanasse la sciagura rappresentata dalla grandine. Le Rogazioni erano molto seguite. La processione partiva prima dal piazzale dell’antica chiesa parrocchiale di San Pietro al Natisone, poi dalla chiesa nuova, raggiungeva Becis, Sorzento, Biarzo, quindi Ponteacco, fino all’arrivo a Tiglio: tutti i partecipanti portavano con sé una croce che poi era benedetta e la si collocava all’inizio di un filare, oppure al tronco di una pianta da frutto. Anche da noi, come in tutto il Friuli, la data cardine del solstizio estivo, costituiva un “capodanno cosmico”, una specie di giorno inaugurale nel quale si manifestava un misterioso rimescolamento universale di energie che poteva portare grandine e gettare nella disperazione e miseria le nostre famiglie.