Secondo un’antica credenza in voga qui da noi fino alla fine dell’Ottocento, il maltempo che di solito si scatenava nel solstizio estivo (erano temute e tenute sotto osservazione le feste di San Giovanni e San Pietro 24 e 29 giugno) era opera della perfida madre di San Pietro, la cui anima dannata era sempre relegata nell’inferno. Questa, però, con la complicità di Lucifero usciva provvisoriamente dall’inferno e si scatenava scompaginando l’ordine terrestre, celeste e meteorologico, con grandinate devastanti, sinonimo di miseria incombente. La madre di San Pietro era il temuto ente spirituale del male atmosferico, uno dei tanti esseri del mito riscontrabili nell’aria come materializzazione di paure e angosce dei nostri bisnonni. La notte di Samn Giovanni c’era l’abitudine di non lasciare acqua nei secchi, poiché Erode la cercava per battezzarsi. Alla Chiesa andava bene questa costante situazione di paura, inquietudine e minaccia: rendeva il popolo più docile, più sensibile e sottomesso alle parole del parroco.