Raccontare ai “Millenials”, alla “net-generation”, la generazione della rete, i giovani nati dal 2000, come si svolgeva la comunicazione fino a pochi decenni fa, sembra di fare un tuffo nella preistoria, più vicina ai segnali di fumo che all’evoluzione tecnologica che stiamo vivendo. I giovani non comprendono quale sia stata la valenza del telegramma inviato dalle nostre poste spesso all’estero, per annunciare una nascita o un lutto. Il telegramma consegnato dal portalettere Passerini lo si apriva con il batticuore. Non esisteva la teleselezione e per chiamare un parente in Francia o in Belgio: era necessario fare il “pronto” al numero 15 della Telve (TEL-efonia del VE-neto) dove l’operatrice, all’altro capo con voce strillante e nasale diceva: “Internazionale?” Tra la prenotazione e il numero potevano passare 10-15 e anche 20 minuti. Prima del collegamento, la stessa voce diceva: “Ha chiesto lei il Belgio? Parlate…”.