21.03.2021, Credenze sul maltempo (3/3)

   Queste superstizioni sulle entità spirituali che governavano l’atmosfera, nel Medioevo ebbero diffusione in ogni angolo d’Europa, dove si credeva non solo nelle punizioni divine, ma nell’esistenza del demonio capace di provocare il male atmosferico. Demonio a volte coadiuvato da maghi, streghe e stregoni con il loro oscuro potere. Il popolo temeva la grandine, che era sinonimo di imminente miseria e l’azione malefica di personaggi oscuri era capace di convocare i demoni delle tempeste per scatenarli sulle coltivazioni. Contro tali malefici i paesani opposero una fitta maglia di strumenti protettivi e difensivi, di carattere sacro e profano, spesso consistenti in pratiche di natura mista e coincidente tra liturgia ufficiale e magia popolare. La nostra Chiesa si oppose alla diffusa convinzione della presenza del maligno e invitava i fedeli ad aggiungere nuove preghiere, invocazioni, benedizioni e processioni.

23.03

20.03.2021, Credenze sul maltempo (2/3)

   Questa convinzione si basava soprattutto sull’ardente e ingenua fede dei nostri nonni-bisnonni-trisnonni che era la diretta conseguenza delle assillanti prediche dei parroci di San Pietro al Natisone, piuttosto temuti dalla gente. I sacerdoti, almeno fino agli anni ’60, richiamavano sistematicamente i parrocchiani (in alcune parrocchie li accusavano direttamente) a non commettere peccati contro i Dieci Comandamenti, perché in alternativa sarebbe arrivata la “giustizia” divina. Di fronte alla grande prostrazione del popolo valligiano, dopo una vasta e distruttiva grandinata del marzo 1598, dovette intervenire di persona persino papa Clemente VIII ad assolvere vari distretti della regione da ogni peccato e assicurare che la grandine era riconducibile solo a un evento meteorologico. Lo stesso papa era intervenuto per altri fenomeni estremi (siccità, estati fredde) considerata la costernazione in cui era caduta la popolazione, convinta di aver commesso chissà quali crimini di fronte alla maestà di Dio.

19.03.2021, Credenze sul maltempo (1/3)

   Secondo il pensiero dei religiosi paesani di secoli fa, il maltempo non sempre era causato da eventi naturali dell’atmosfera, perché alle volte, o il più delle volte, era mandato da Dio stesso “per i troppi peccati commessi dall’uomo”. Si trattava di tutta una serie di superstizioni legate all’osservazione del cielo e da sensazioni sottili, tipiche dell’universo rurale nel quale il nostro paese e le Valli hanno convissuto fino a una sessantina d’anni fa. Sono concetti difficili da spiegare alle nuove generazioni, poiché l’uomo si sentiva legato per intimità affettiva ai cicli replicanti della natura, allo scorrere continuo del tempo, alla variabilità climaterica e anche ai grandi enigmi del cosmo. La tradizione orale, poi, si diffonerava da paese in paese: da Pegliano a Sorzento, da Rodda a Tiglio e così via. Secondo la superstizione religiosa, la flagrante e continuata condizione di peccato inducevano Dio a vendicarsi sull’uomo, tanto da provocare il cattivo tempo estivo che distruggeva le coltivazioni, oppure lunghi periodi di siccità.

18.03.2021 Case in vendita

   La villetta di Edoardo è in vendita. Il figlio vive altrove ed è impossibile per lui gestire l’immobile così come faceva il papà. Una decisione certamente sofferta, ma che non offre alternative considerato che Roberto vive in Belgio e lavora per molti mesi all’anno per il mondo. Apprendiamo che avremo due ponteacchesi in più, si parla di figlia e madre, che hanno acquistato una bella casa del paese. Si parla dell’arrivo in paese di un’altra persona, in questo caso in affitto. Graziana, che spesso conta i residenti del paese, è invitata ad aggiornare il conteggio.

17.03.2021, Usciamo dalla stagione grassa

   Ovvero l’inverno. Il momento in cui più ci sembra che la fame aumenti e il peso pure. Lo sostengono i nutrizionisti di Udine che confermano il massimo apporto calorico in tutti i pazienti seguiti da novembre a febbraio. Il mese più “pericoloso” per le abbuffate è dicembre dove abbondano gli alimenti tipici del Natale. Ora dobbiamo cercare di metterci in riga, guardando con ottimismo alla nuova stagione, alla ripresa dell’attività fisica favorita dal bel tempo e dalle temperature sempre più miti. Il caldo, poi, toglie l’appetito. È in inverno che ci si muove di meno e si pensa più al cibo e per differenza, ai chili in accumulo. Il consumo energetico a riposo aumenta del 10%. Bisogna sfatare l’idea che l’inverno è il momento di mangiare piatti grassi e abbondare con la carne, soprattutto di maiale, con alimenti da spalmare abbondantemente sul pane, con le generose porzioni delle lasagne ben farcite e grondanti, fatte dalla mamma. Questo era vero per i nostri nonni, che vivevano davvero al freddo, non sempre adeguatamente vestiti, con calzature non sempre idonee, con case fredde, camere gelate e gran parte del tempo era trascorso all’aperto, ovvero esattamente il contrario delle nostre attuali abitudini.

16.03.2021, Dopo il Covid c’è il long-Covid

   I ponteacchesi contagiati dal Covid-19 sono in via di guarigione. Sempre più persone si sono sottoposte a vaccino, quindi si rafforza l’immunità tanto attesa da tutti. Chi è stato colpito testimonia la brutta esperienza, così com’è dimostrata da recenti studi. Si parla infatti di “long Covid”, con sintomi che continuano dopo la normale convalescenza: una nostra paesana appena guarita sottolinea il continuo e persistente senso di stanchezza ed affaticamento, qualcuno accusa ancora tosse e raffreddore. Lo studio dell’Istituto Nice sostiene che i sintomi post-Covid-19 persistono anche 12 settimane dopo l’inizio della malattia: a causa della reazione immunitaria, ci sono problemi di concentrazione e memoria; il microbioma intestinale (comunità di batteri) è gravemente alterato; crescono casi di balbuzie; la perdita dell’olfatto si può protrarre nel tempo. Cibi gustosi, frutta, ma anche saponi e profumi, si possono trasformare in odori insopportabili. Poi insonnia, scompensi di pressione sanguigna, palpitazioni. Le conseguenze di questa malattia sono molto serie e ci vuole del tempo per ritornare alla normalità, per qualcuno anche più di tre mesi.

15.03.2021, Ieri in paese

   La giornata di festa ieri è trascorsa come se il “lockdown”, che inizia oggi, abbia fatto le prove di realizzazione. Calma totale, traffico pressoché nullo, via-vai di camionette militari a 25 km all’ora, movimento di spazzaneve. Accadono ogni anno tra inverno e primavera condizioni di tempo instabile come nella giornata di ieri. Verso le 12:00 il “kazòmar”, neve ghiacciata simile alla grandine, ha iniziato ad imbiancare tetti, campi e strade, mentre la neve ha fatto la sua comparsa oltre i 500 metri. Sono caduti quasi 10 centimetri a Montefosca, Mersino Alto, Montemaggiore, mentre sono apparse leggermente imbiancate le località inferiori come Castelmonte, Pegliano, Grimacco, Topolò. Verso sera le condizioni del tempo sono nettamente migliorate. Le campane suoneranno a metà mattina per salutare Edoardo e la settimana che inizia oggi ci porterà lungo un percorso di restrizioni che dureranno fino a Pasquetta, nella speranza che i contagi diminuiscano. Auguriamo a lettrici e lettori giorni sereni e rinnoviamo la nostra compagnia per sentirci uniti in questi momenti di smarrimento.

14.03.2021, Un inverno senza influenza, ma a che prezzo!

   I ponteacchesi possono tirare un lungo sospiro di sollievo: niente influenza lo scorso inverno, diciamo appena passato. In cambio in paese abbiamo avuto vari casi di Covid-19. Abbiamo almeno scampato un pericolo che negli anni passati ha interessato ampie percentuali di compaesani. Quasi sicuramente ha influito il fatto che l’emergenza sanitaria ha costretto le persone a modificare i loro comportamenti. L’uso delle mascherine, i “lockdown”, il coprifuoco notturno e le altre misure hanno aiutato a tenere lontano il virus. I provvedimenti restrittivi, che hanno bloccato i viaggi tra Paesi, sono stati l’autentica barriera alle ondate epidemiche invernali. Molti si sono sottoposti a vaccino anti-influenzale e molti sono rimasti a casa per settimane e mesi. Se da una parte il Covid ci preoccupa e terrorizza, dall’altra stiamo vivendo la stagione influenzale più tranquilla della storia recente e i vantaggi sono evidenti: meno decessi, meno assenze dal lavoro, meno costi per gli istituti di previdenza. C’è da dire che i virus resposabili dell’influenza non si sono estinti, ma sono temporaneamente finiti in una sorta di clandestinità temporanea e nessuno sa dire con precisione quando e come torneranno.

13.03.2021, La Luna (3/3)

   Non mancava certamente una buona dose di superstizione collegata all’osservazione della luna. Fino a pochi decenni fa, il nostro satellite governava il sorgere delle malattie e la guarigione, ma entrava anche nel campo della nascita e della morte, oltre che influire in determinati giorni della settimana e soprattutto su certi mesi dell’anno, nei periodi in cui c’era la così detta “seconda luna”, cioè il possibile secondo novilunio del mese, che sarebbe risultata nefasta per ogni azione intrapresa. Quello con la luna è stato un legame molto, molto attivo e vigoroso. Era oggetto di discussione in paese e i giovani interrogavano gli anziani sul da farsi, sull’esito di una situazione. Oggi l’importanza della luna è finita in secondo piano. Gli esperti sanno quando è il momento propizio per tagliare gli alberi o per sistemare giardino, alberi e fiori. La superstizione, invece, è stata relegata a sommarie conoscenze, bollata come qualcosa di legato al passato, senza efficacia, senza dimostrazioni.

12.03.2021, La Luna (2/3)

   I nostri nonni sostenevano che la luna calante corrispondeva ad una fase di diminuzione di rischio e la luna crescente coincideva con una fase di aumento e di pienezza. La scienziata Margherita Hack si fece una sonora risata quando qualcuno le disse, in tv, che gli alberi vanno tagliati osservando prima la luna. In realtà, l’azione della luna influisce sulle semine, sulla crescita, potatura, taglio e piantumazione delle piante, sulla pioggia e sul tempo meteorologico in genere, sulla germinazione, sulla donna e la sua fertilità, sulle strutture psichiche, sul taglio dei capelli, sull’inseminazione, sulla gravidanza e parto degli animali e conseguentemente sull’abbondanza e sulla prosperità del paese. I nostri nonni guardavano sempre in cielo seguendo non quello che più avanti si sarebbe chiamato calendario, bensì il lunario dove vigeva il motto popolare volto a “fare” in luna crescente e “disfare” in luna calante.