27.11.2024  News dal Mondo

Cina: Il governo cinese, preoccupato per la bassa natalità, ha varato nuove leggi per “costruire una società favorevole alle nascite” che prevedono numerose agevolazioni e nuovi servizi, dal sostegno al parto al miglioramento dell’assistenza all’infanzia, dai sussidi ai congedi per maternità, ecc. Molte amministrazioni locali sono giunte al punto di telefonare con insistenza alle donne appena sposate per sapere se sono incinte e quando intendono avere un figlio.

India: il 31 ottobre e il 1 novembre si è festeggiato in numerose città dell’India: era la Festa delle Luci che, per tradizione, prevede l’accensione di lumini, luci, torce e migliaia di fuochi d’artificio; questo ha portato ad un innalzamento dei parametri di inquinamento 14 volte superiore a quelli prescritti dall’OMS. Le autorità avevano vietato i fuochi d’artificio ma a nulla è valso il divieto. A Nuova Deli, capitale dell’India, lo smog da polveri sottili è così alto che l’aspettativa di vita è di almeno 10 anni in meno che nel resto del continente.

Emilia Romagna: secondo l’Arpae la raccolta differenziata della Regione nel 2024 ha raggiunto il 77,2 % con un aumento del 3,2 % rispetto all’anno precedente; i rifiuti che sono aumentati sono soprattutto quelli organici e la provincia più diligente è Ferrara che arriva a riciclare l’87,9 % dei rifiuti. Nella Regione ci sono sempre più centri di riuso dove si riparano oggetti, elettrodomestici, mobili che poi vengono venduti a prezzi irrisori.

26.11.2024  L’arrivo dei Romani in Friuli 

(Articolo di Elvira C.)

Tra il III e il II secolo a.C., i Romani estesero il loro controllo su quasi tutta la penisola italiana. Nel II secolo a.C., decisero di muoversi verso nord, conquistando anche le terre della Pianura Padana e raggiungendo così la nostra Regione per porre fine al dominio dei Celti su questi territori. Nel 181 a.C. fondarono Aquileia, e come riporta Tito Livio, la città fu creata da tremila fanti, ciascuno dei quali ricevette come premio 50 iugeri di terreno. I centurioni ne ottennero 100, mentre i cavalieri 150. Un iugero rappresentava la quantità di terra che poteva essere arata in un giorno con una coppia di buoi. I Romani non si limitarono a costruire una città fortificata, ma bonificarono anche i terreni paludosi nella bassa pianura friulana. Grazie a questi interventi, Aquileia divenne il centro di una regione agricola fertile, rinomata per la produzione di vino. Inoltre, la città si sviluppò come un importante porto militare e commerciale, collegando il mare alla Pianura Padana e alle regioni a nord delle Alpi. Intorno ad Aquileia sorsero numerose fabbriche e botteghe artigianali, specializzate nella produzione di vetri, mosaici e oggetti di metallo. I prodotti realizzati in città erano famosi in tutto l’Impero Romano. Aquileia era anche un porto di rilievo per il commercio dell’ambra, che giungeva dalla regione baltica. All’inizio del I secolo d.C., con l’avvento dell’età imperiale, Aquileia, capitale della Regio X Venetia et Histria, era una città grande e popolata, con decine di migliaia di abitanti. Era un fiorente centro multietnico e multireligioso, punto d’incontro di culture diverse. Tuttavia, la vita nella città non era sempre tranquilla. Già nel 179 a.C., poco dopo la sua fondazione, Aquileia dovette difendersi da un’incursione dei Celti, che furono sconfitti un prima volta nel 129 e definitivamente nel 115 a.C.; in seguito la città respinse attacchi di diverse tribù provenienti dal Nord e dal Centro Europa, come i Taurisci, gli Istri e i Gepidi. Queste minacce spinsero i Romani a fondare nuove città o a fortificare villaggi esistenti per rafforzare il controllo dei confini orientali, tra cui Cividale del Friuli, probabilmente nel 50 a.C., e Zuglio.

25.11.2024  Santa Caterina.

Il 25 novembre si festeggia Santa Caterina d’Alessandria ed è la Giornata , Mondiale contro la violenza sulle donne, tema, questo, serio ed importante su cui ognuno di noi può riflettere; noi ci soffermeremo su un argomento più leggero: la Fiera di Santa Caterina di Udine. E’ nel ricordo di molti di noi, ex bambini e adolescenti delle Valli, l’attesa e la gioia di poterci recare alle giostre in Piazza Primo Maggio a Udine in compagnia della famiglia o in gruppo con gli amici; si organizzavano dei pomeriggi di divertimento in cui provare l’ebbrezza di giostre ogni anno più grandi e pericolose, il gusto di mangiare frittelle, zucchero filato e mille altre ”buone schifezze”. La Fiera di Santa Caterina è una tra le più antiche  ancora in vigore in Italia; è stata istituita nel lontano 1380 su concessione del Patriarca Marquado di Randeck e si teneva nella zona fuori Udine nota proprio come Santa Caterina. Dal 1485 la Fiera è stata spostata in “Giardin Grande” dal Luogotenente Contarini e, da allora, bancarelle, espositori, venditori e artigiani mostrano e vendono le loro merci rispettando la tradizione. Anche quest’anno la Fiera avrà luogo dal 23 novembre ma  in due “location” differenti: il Luna Park d’autunno sarà organizzato nel “parcheggio Ospiti” dello Stadio Friuli mentre il Mercato sarà stabile in Piazza Primo Maggio lasciando tutti i parcheggi a disposizione dei visitatori.

Nelle foto tratte dal Web la Fiera a Udine e  Santa Caterina d’Alessandria  ritratta coi simboli del martirio, la palma e la ruota.

24.11.2024  Il decoro urbano.

Oggi è domenica e vi invitiamo a fare in giro per i borghi di Ponteacco; vi accorgerete sicuramente di come il paese è migliorato esteticamente, di come a tutti è caro il decoro urbano, che non vuol dire solo non abbandonare immondizie in giro o cancellare le scritte sui muri, ma vuol dire curare l’aspetto delle proprie case, dei giardini, degli spazi pubblici. Spesso basta poco per rendere gradevole degli scorci, degli angoli anche vecchi e caratteristici: un vaso di fiori, un panchina, una bella pulizia di scopa e badile. Un posto bello e pulito migliora anche la convivenza civile, i rapporti tra vicini, educa gli altri ai buoni comportamenti. Non possiamo aspettare che sia l’Amministrazione pubblica ad ovviare ai piccoli problemi ma certo dobbiamo segnalare sempre le problematiche di decoro e igiene che possono verificarsi ricordando che chi imbratta, distrugge, inquina commette un vero e proprio reato ed è passibile di denuncia. Nelle foto due scorci di Ponteacco da poco resi “decorosi”.

23.11.2024  Regali di Natale.

State già pensando ai regali di Natale? Potrebbe essere, dato che panettoni e pandori sono già da tempo negli scaffali dei negozi e le pubblicità in tv hanno iniziato il consueto “martellamento”  consumistico. Non si può non fare regali ai bambini che attendono  i loro giocattoli desiderati; un consiglio ottimo è quello di regalare dei giochi da tavolo che, da un po’ di tempo, sono stati dimenticati ma che hanno un grande valore didattico, educativo e socializzante. Meglio staccare gli occhi dei bambini dai mille video giochi che li catturano trasportandoli in un mondo isolato e fantasmagorico poco reale. Con i giochi da tavolo si sviluppano le competenze cognitive, sociali e relazionali; infatti, giocando a Monopoli, a Nontarrabbiare, a scacchi, ecc., i bambini imparano a perdere, a rispettare le regole, a rispettare i turni. Poi ci sono i giochi didattici veri e propri e ce n’è una vasta scelta. Inoltre, questi giochi uniscono le famiglie e le comunità, basta pensare alla tradizionale Tombola natalizia. Vasta la scelta se pensate che sono registrati circa 100mila titoli di giochi, tra cui certamente c’è il nuovo “Friko Bestiale” (fa ridere già il nome!), nuova versione del gioco “Friko”, in cui simboli, tradizione e ironia friulani si sfidano divertendo, e Monopoly Friuli Venezia Giulia. Buon divertimento!

Notizia appena arrivata in redazione: è ufficialmente nata la Pro Loco Mersino; ne ha dato notizia il nostro compaesano Alessandro sul sito FB del Mersino Football Club. Le nostre congratulazioni e ben arrivati nella famiglia delle Pro Loco!

22.11.2024 Gli antibiotici.

L’uso massiccio degli antibiotici sta iniziando a far vedere i suoi cattivi effetti; negli anni passati si è abusato del loro potenziale pensando che fossero la soluzione a mille infezioni e malattie e li abbiamo presi anche quando non era necessario e in maniera errata. Si stima che l’antibioticoresistenza potrebbe diventare la prima causa di morte in Italia dal 2050, dopo malattie cardiovascolari e tumori. Oggi ben 12 mila sono i decessi che si verificano ogni anno nel nostro Paese, morti per infezioni non più curabili dai comuni antibiotici. E’ da sapere che i tipi di antibiotici oggi in commercio e in uso nella medicina non sono moltissimi e ora è stata incentivata la ricerca delle industrie farmaceutiche. L’Italia ha aderito con 21 milioni di euro alla Carb-X, una partnership globale senza scopo di lucro che sostiene numerosi progetti di ricerca di nuovi antibiotici. Una nuova classe di antibiotici è stata creata grazie all’intelligenza artificiale nei laboratori del Mit in USA che pare sia capace di combattere lo Staphilococcus Aureus, noto come “superbatterio” che causa ogni anno migliaia di morti negli ambienti ospedalieri.

21.11.2024 Incidenti domestici da evitare.

Non c’è posto più accogliente e rassicurante come la propria casa ma spesso è proprio il posto in cui si rischiano degli incidenti più banali e non sempre di lieve entità; infatti, si stima che ogni anno in Italia ci siano 4 milioni di incidenti domestici soprattutto tra i bambini e gli over 65 anni. Le cause più comuni sono le cadute, i tagli, urti e schiacciamenti, ustioni, incidenti elettrici. Occorre fare attenzione a molte cose di uso quotidiano come gli elettrodomestici, le stufe, i tappeti su cui si può scivolare, attrezzi di cucina o del fai da te. Un piccolo consiglio per l’uso del gas in cucina: osservate sempre il colore della fiamma, se è di colore blu vuol dire che il gas sta bruciando in modo corretto e che la miscela è buona e brucia tra i 1500°C e i 1700°C; attenzione se la fiamma è di colore rossa, arancione o gialla! Vuole dire che la miscela di gas non è ricca di ossigeno e brucia male con una temperatura tra i 900°C e i 1200°C; può rilasciare monossido di carbonio, un gas molto tossico.  Se notate un colore anomalo, chiudete il gas, aprite le finestre e arieggiate le stanze.

20.11.2024 L’Influenza del Patriarcato di Aquileia sulle Valli del Natisone.

(Articolo di Elvira C. / parte 2 di 2)

L’influenza del Patriarcato di Aquileia non si limitò alla sfera religiosa, ma ebbe un impatto significativo anche sulla cultura e sulla lingua delle Valli del Natisone. Sebbene i patriarchi cercassero di latinizzare la regione, le Valli mantennero una forte identità slava, grazie alla presenza di popolazioni di origine slovena. Questo contatto tra cultura latina e slava portò alla creazione di una realtà culturale unica, in cui il friulano, l’italiano e lo sloveno convivono ancora oggi. Le chiese del patriarcato, come San Pietro al Natisone e altre parrocchie locali, divennero centri di diffusione culturale, dove si insegnavano le arti liturgiche e la lingua latina. Tuttavia, la lingua slovena continuò a essere parlata nelle comunità locali, soprattutto nelle aree rurali, portando alla nascita di una ricca tradizione orale che si riflette nelle leggende, nei canti e nei racconti popolari delle Valli. Sotto il dominio del Patriarcato di Aquileia, le Valli del Natisone videro anche un certo sviluppo economico. I patriarchi incentivarono l’agricoltura, la silvicoltura e l’allevamento, introducendo nuove tecniche di coltivazione e promuovendo la costruzione di mulini e infrastrutture per l’irrigazione. Inoltre, le Valli divennero un punto di passaggio per mercanti e pellegrini, contribuendo a un discreto sviluppo delle attività commerciali. I patriarchi concessero privilegi a diverse comunità locali, riconoscendo l’importanza strategica della regione. Tuttavia, le popolazioni delle Valli del Natisone si trovarono spesso a dover difendere i propri diritti contro le mire espansionistiche dei nobili e dei feudatari locali, generando tensioni che si protrassero per secoli. Con la caduta del Patriarcato di Aquileia nel 1420, quando la Repubblica di Venezia annesse i suoi territori, anche le Valli del Natisone passarono sotto il controllo veneziano. Tuttavia, l’eredità del Patriarcato continuò a influenzare la regione per molto tempo, sia in termini di organizzazione ecclesiastica che di identità culturale. L’influenza del Patriarcato di Aquileia sulle Valli del Natisone è stata determinante per lo sviluppo storico, culturale e religioso di questa regione. Anche se il potere del Patriarcato terminò secoli fa, le tracce del suo dominio sono ancora visibili nelle tradizioni, nelle chiese e nel patrimonio culturale che caratterizzano queste valli. Le Valli del Natisone rappresentano oggi un mosaico di culture e tradizioni, testimoniando l’importanza storica di Aquileia come crocevia di popoli e civiltà. Nella foto,le Valli del Natisone (dal web).

19.11.2024 L’Influenza del Patriarcato di Aquileia sulle Valli del Natisone.

(Articolo di Elvira C./  parte 1 di 2)

Le Valli del Natisone, situate nel Friuli Venezia Giulia, rappresentano un’area di confine tra l’Italia e la Slovenia, caratterizzata da una storia complessa e ricca di influenze culturali diverse. Tra le forze che hanno maggiormente plasmato il destino di queste terre, spicca il Patriarcato di Aquileia, un’entità ecclesiastica e politica che per secoli ha esercitato un’influenza profonda non solo dal punto di vista religioso, ma anche sociale, economico e culturale. Il Patriarcato di Aquileia: Un Potere Spirituale e Temporale. Fondato nel IV secolo, il Patriarcato di Aquileia divenne uno dei centri cristiani più importanti dell’Italia settentrionale. Aquileia stessa, una delle città più grandi dell’Impero Romano d’Occidente, divenne un baluardo del cristianesimo contro le invasioni barbariche. Con il declino dell’Impero, il Patriarcato acquisì sempre più potere, trasformandosi in un’entità autonoma capace di esercitare sia l’autorità spirituale che quella temporale su vasti territori, compresa l’area delle Valli del Natisone. Dal 1077, con il riconoscimento del potere temporale da parte dell’Imperatore Enrico IV, il Patriarcato di Aquileia divenne un vero e proprio stato ecclesiastico, con una giurisdizione che si estendeva su gran parte del Friuli, dell’Istria e su alcune zone della Slovenia e della Carinzia Le Valli del Natisone, note anche come “Benečija”, furono parte integrante del territorio controllato dal Patriarcato di Aquileia a partire dall’XI secolo. Questa regione montuosa, attraversata dal fiume Natisone, divenne un’area strategica per il Patriarcato sia dal punto di vista militare che economico. Le Valli, infatti, rappresentavano una porta d’ingresso verso i Balcani e i territori slavi, rendendole cruciali per il controllo delle rotte commerciali e dei flussi migratori. Il Patriarcato non solo si preoccupò di difendere queste terre dalle incursioni di popoli come gli Ungari, ma cercò anche di consolidare la propria influenza attraverso un’intensa attività missionaria. L’obiettivo era quello di cristianizzare le popolazioni locali, che all’epoca erano ancora legate a pratiche religiose pagane o avevano aderito al cristianesimo di rito bizantino. Per fare questo, il Patriarcato costruì chiese e monasteri, promuovendo il rito latino e favorendo l’insediamento di popolazioni fedeli al patriarcato. Nella foto Aquileia (dal Web)

18.11.2024 Tiglio: ricordi di una vita passata.

Riproponiamo un articolo di Renzo O. del 17 giugno 2011. Seconda parte (2 di 2).

Continuo il mio articolo precedente  descrivendo la casa dei Zupèel e molte altre di quei tempi. L’ognìisce (fogolar), posto al centro della stanza aveva, sì, la cappa dove venivano appese a nere catene  le pignatte dove si faceva il mangiare e si riscaldava l’acqua, ma non aveva il camino per portare fuori il fumo; il fumo creava una spessa nuvola che dal soffitto arrivava fino alla parte alta della porta e da qui poteva uscire perché i battenti erano formati da due parti di cui una, quella in alto, apribile verso l’esterno. Quella nuvola nera, oltre a depositare sulla parte superiore della stanza una grassa patina nera e lucida, lo “zìin”, faceva stare piegati i presenti…forse è per questo motivo che gli anziani erano quasi tutti incurvati (ad esempio Danilo  “Cavìc” di Ponteacco). I giovinastri di allora li prendevano in giro dicendo:”al bomo targal fige s’tabo?” cioè, “ti adoperiamo per tirare vicino i rami di fico” e farsi una bella mangiata! Piccole cattiverie; questo strumento usato per raccogliere la frutta e a forma di gancio si chiamava “Kiùka”. Gli infissi di allora erano pieni di spifferi e, nonostante il fuoco fosse vivo, la stanza non era mai calda abbastanza; quelli seduti attorno all’ognìisce erano bollenti davanti mentre avevano le schiene ghiacciate, così che ogni tanto erano obbligati a girarsi.