03.01.2023, La farmacia Strazzolini (1/2)

   Numerose persone non più giovani ricordano la vecchia farmacia di San Pietro al Natisone, che trovava spazio in quello che più tardi sarebbe diventato “Bar Roma” gestito per anni dalla signora Olivia. Ci si fermava allo stop della breve salita che giunge dalle case popolari del paese per vedere, ancora oggi, lo stabile con le saracinesche di queste due attività che hanno fatto un po’ la storia del capoluogo. La parte posteriore del bancone della farmacia era un’autentica opera d’arte, intagliata, scolpita in legno di nocciolino e fungeva da divisorio  con il retro. La struttura del mobile appariva carica di vasi in vetro contenenti erbe nei più grandi e altre sostanze nei più piccoli. Negli anni ’40-’50 doveva ancora svilupparsi la medicina di sintesi o di laboratorio, capace oggi di dare risposte a qualsiasi malanno. Il dottor Strazzolini (nonno) somministrava i derivati prescritti dal medico, mentre la ricerca scientifica cercava di dare risposte efficaci all’azione di virus, batteri e altri aspetti del mondo della medicina. La farmacia del dottor Strazzolini ha svolto un ruolo sociale molto importante, considerato il vasto territorio di competenza e l’elevata popolazione residente …

 

02.01.2023, Buon anno

   La foto curiosa pubblicata oggi è eloquente: probabilmente abbiamo bisogno di acqua santa per invertire la rotta impressa dall’anno che ci ha appena lasciato. Ogni capodanno rappresenta tempi di bilanci, di pronostici, di progetti per il nuovo anno iniziato da poche decine di ore. Ci poniamo tutti la stessa domanda: sarà migliore di quello appena trascorso? Magari, e lo speriamo, per molte persone sarà stato un anno indimenticabile, ma per la maggior parte dell’opinione pubblica il 2022 è stato invece un anno dimenticabile, controverso, martellati come siamo stati dal Covid, dalla guerra alle porte di casa, dal caro-bollette, dall’incubo-gas, dall’inflazione a due cifre e poi alluvioni, siccità, scandali al punto che seguire un notiziario o leggere un quotidiano è diventato un esercizio di pazienza. Ecco, dunque, il nostro augurio: assistere ad un nuovo punto di partenza per una nuova ripresa. Si tratta di una visione ottimistica che sarà realizzabile, ne siamo certi.

23.12.2022, Arrivederci nel 2023

   La Redazione del sito si congeda per le vacanze di Natale, da domani al primo gennaio compresi. ProLoco Ponteacco e Redazione porgono sinceri auguri di buone feste a lettrici e lettori, a chi ci segue da vicino e da lontano. È tempo di bilanci: com’è stato quest’anno che si avvia alla conclusione? Per molti il 2022 è stato un anno da dimenticare perché mai nella nostra storia recente la società è stata così bombardata da notizie negative che hanno generato una sorta di repulsione verso i mezzi d’informazione: la guerra in Ucraina, il Covid 19, i cambiamenti climatici con l’infinita sequenza di siccità o alluvioni, il caro-bollette con l’incubo di restare senza gas, l’inflazione a due cifre, gli agghiaccianti fatti di cronaca, gli ultimi scandali. Insomma, si è trattato di un anno controverso, che richiede a gran voce migliori auspici per il prossimo 1° gennaio, che aprirà il 14° anno di vita della Pro Loco e uno tra i  primi appuntamenti consiste nel rinnovo del Consiglio direttivo. I nostri auguri di buon Natale e buon anno rinnovano il nostro impegno nel proseguire con la nostra attività, per rendere il nostro paese accogliente e vivo. Arrivederci nel 2023!

22.12.2022, Mele, benessere per sani e malati (2/2)

   La mela, sottoposta a cottura, è raccomandata tanto ai sani quanto ai malati per tutte le proprietà che essa contiene. È al pari di un medicinale se consumata in questi periodi in cui imperversa l’influenza che costringe molte persone a letto con febbre e mal di gola. Basta inserire una o due mele tagliate a spicchi in un pentolino con acqua bollente, aggiungere se si vuole una manciata di cìaspe (susine) secche, poi due cucchiai di zucchero e il medicamento è pronto. I nutrizionisti sostengono di consumare anche le mele “rugose” poiché sono leggermente disidratate. Questo frutto è sicuramente utile per stimolare la diuresi e contrastare la stitichezza, soprattutto se consumato con la buccia, ricca di fibre e di pectine, con notevole beneficio per la motilità intestinale. Le mele rugose contengono tutte le sostanze antinfiammatorie indicate per chi ha eccesso di liquidi nel corpo. Mangiamo le nostre mele ed eviteremo così di chiamare il medico, se c’è, se risponde, essendo diventato cosa rara.

21.12.2022, Mele, benessere per sani e malati (1/2)

   Le Valli contano numerosi produttori di mele. Peccato non ci sia ancora un consorzio che ne tuteli l’origine, il nome e che coordini quest’importante attività economica, proteggendola con un marchio, così come fanno in Trentino e Sudtirolo (ad esempio: Melinda). È indiscussa la qualità del prodotto grazie al microclima delle Valli, prodotto che potrebbe trovare la giusta collocazione nell’ampio mercato di questo frutto, sempre più richiesto, sempre più popolare grazie anche al celebre detto: “Una mela al giorno toglie il medico di torno“. Il proverbio dovrebbe essere preso più in considerazione tenuto conto delle ultime ricerche nutrizionali confermate recentemente anche dalla Facoltà di Scienze dell’Alimentazione dell’Università di Udine che conferiscono alla mela connotati simili a un medicamento. Già Ildegarda di Bingen, 1.100 anni fa suggeriva alimenti cotti rispetto ai crudi e la mela non faceva eccezione, anzi, diventava un alimento che si trasformava in benessere per i malati, quanto per i sani …

19.12.2022, Ieri al Centro

  Domenica piuttosto tranquilla ieri al Centro, con tante grazie a Graziella d Marcello per il turno svolto. Forse si aspettavano qualche presenza in più. La splendida giornata di fine autunno ha favorito le uscite soprattutto verso i centri commerciali. Ieri tra le 11:00 e le 12:00 un autentico ingorgo di vetture ha interessato le confluenze stradali di Città Fiera. In tutti i negozi era consistente la presenza di persone. Come ci stiamo preparando al Natale? Appare un po’ sotto tono? Sembra non particolarmente sentito o partecipato? Non tutte le persone hanno un programma forse per il martellamento continuo di eventi negativi quali il Covid, l’influenza australiana, la guerra a 850 km da noi. Oggi inizia la settimana dell’Avvento, ricca di tradizioni e riti. Auguriamo giorni sereni in attesa del Natale.

18.15.2022, La doccia (2/2)

  Negli anni ’60 iniziarono a diffondersi i bagni domestici con modifiche di non poco conto all’architettura della casa. I giovani privi di bagno -come ci ha segnalato una lettrice a commento della prima parte di ieri- andavano a farsi la doccia alle Terme romane di Cividale. Era inconcepibile avere in cortile una o due auto nuove fiammanti e in casa il solo “cagadôr”.  L’adeguamento a questa comodità proseguì molto lentamente, arrivando fino agli anni ’80. Oggi non ci risulta alcuna abitazione senza almeno un bagno, “lusso” a volte criticato in paese con frasi quali: “A se bojìs itì srat tu síarak?” (Hai paura di andare a evacuare nel granoturco). Era l’era della vasca da bagno, una grande conquista utilizzata soprattutto i sabati e i detergenti iniziavano così a conquistarsi via-via un’importante fetta di mercato. Il giorno del bagno era una sorta di rito: si accendeva lo scaldabagno a legna, si attendeva che la temperatura raggiungesse i 70 gradi, mentre la stanza, spesso gelida, si riscaldava grazie al tubo dei fumi. Ma la vasca aveva i suoi limiti: elevato consumo d’acqua (circa 150 litri contro i 25 della doccia) e il lavaggio del corpo nell’acqua stagnante. Dagli anni ’80 iniziò a diffondersi la doccia, dapprima con la soluzione in vasca, poi come metodo costituito da cabina o da teli anellati. Oggi in tutto il mondo è considerata un sistema estremamente pratico, veloce, facile da eseguire ogni giorno. Il bagno si è evoluto e un accessorio indispensabile, che ci pone ai vertici della classifica mondiale, è dato dal bidet. Come fanno gli schizzinoso francesi che spesso hanno il solo water in una stanza e il solo lavandino in un’altra? Anche la doccia si è evoluta adeguandosi ai tempi e diventando tecnologica: con una app, dal telefonino si possono impostare il colore di sottofondo del box, la temperatura d’esercizio, la musica da ascoltare e cantare durante il lavaggio, i getti di idromassaggio. Ed è in evoluzione anche il sistema di distribuzione dell’acqua: dal semplice telefono, oggi si è passati a dispenser sorprendenti costituiti da getti regolabili provenienti da larghe plafoniere.

17.12.2022, La doccia (1/2)

   È il metodo più popolare per provvedere alla pulizia personale, inventato in Francia a fine Ottocento grazie a un medico che aveva escogitato un nuovo sistema ad acqua corrente per rendere puliti i detenuti di un carcere. I nostri nonni e bisnonni non si lavavano, a parte il periodo estivo durante il quale erano possibili i bagni nel Natisone. A differenza di questi tempi, mentre abbondano nei negozi interi reparti dedicati alla pulizia personale, allora non esistevano prodotti di cosmesi quali saponi per il corpo, oppure shampoo. I nostri avi utilizzavano una specie di sapone, una via di mezzo tra il duro e il cremoso, dal colore biancastro e lontano anni luce da riferimenti profumati. Questo prodotto era contenuto in una scatola di metallo ed era utilizzato inserendo nel suo interno tre dita. Nei mesi invernali i nostri antenati si lavavano generalmente a pezzi e tali operazioni si svolgevano per lo più in camera, considerato l’affollamento delle abitazioni. In camera c’era il catino e due brocche di acqua calda. Senza tanti complimenti, il catino era svuotato direttamente dalla terrazza, a mo’ di gavettone. La biancheria intima di questa stagione prevedeva mutandoni e canottiere di lana, molto spesso sostituita per effettiva necessità visto che la carta igienica doveva ancora nascere e i giornali in circolazione erano molto rari. Nel corso degli anni la pulizia personale ha fatto passi da gigante parallelamente alla consapevolezza di una maggior cura del corpo affiancata al taglio di capelli e barba. Si sviluppava così la necessità di un nuovo rapporto, della ricerca di una maggiore cura tesa a migliorare l’aspetto fisico e a favorire la distinzione tra le persone. Oltre al sapone di Marsiglia o ai cubetti di sapone giallo “Sole”, iniziarono a diffondersi le prime saponette profumate. Era iniziata una nuova era …

16.12.2022, La rivoluzione nell’abbigliamento (2/2)

   Il sesso maschile di un secolo fa, in riferimento alle possibilità economiche della famiglia, cercava di curare il proprio look conservando nell’armadio almeno un completo per il dì di festa, dunque un “ghvànt” (abito) per la domenica, per tutte le feste comandate, per le cerimonie e per la bara. Nei giorni feriali non si dava importanza allo stile perché il lavoro non lo consentiva in quanto si svolgeva tra campi e stalla, ma nelle giornate di precetto l’abitudine imponeva una minima eleganza che ha trasformato molti paesani in autentici figurini da passerella. Le fotografie di famiglia con la coppia davvero elegante, scattate davanti al tavolino con il vaso di fiori degli atelier fotografici di Verderi o Bront di Cividale ne sono una prova. Non c’era maggiorenne privo di cappello, indossato immediatamente all’uscita da casa. Anche in questo caso, c’era il cappello della domenica acquistato da Bier, simbolo di eleganza, oppure da lavoro quindi più modesto, utilizzato per difendere la testa e i capelli dalla polvere e dal sole. Fino agli anni ’50 era assai popolare anche il gilet, dal cui taschino a volte si intravedeva la catenella dell’orologio “a cipolla”. Tutti a Messa ben curati, esposti al severo giudizio della gente. Dopo la funzione religiosa le signore tornavano alle faccende di casa e in pomeriggio in stalla, mentre gli uomini santificavano il giorno di festa con i giri nelle osterie del circondario e con rientri spesso dal passo incerto alla sera. Dunque, anche il modo di vestire maschile si è evoluto nel tempo. Oggi il cappello è un accessorio riservato a una minoranza e possiede un aurea di distinzione. Il gilet è rarissimo, mentre è ingiustamente sparito anche impermeabile un tempo, fino agli anni ’70-’80, presente in tutti i guardaroba. Oggi è tempo di giubbotti, di giacche a vento, di piumini e soprattutto di sciarpe lunghe anche più di due metri, avvolte intorno al collo. Certo che i ragazzi con i guanti indossati già ad ottobre …

15.12.2022, La rivoluzione dell’abbigliamento

  È sorprendente quanto l’abbigliamento si sia evoluto nel corso dell’ultimo secolo. Anche in paese ci sono state, e ci sono, molte persone eleganti, particolarmente attente al modo di vestire, nella cura di ogni aspetto della propria persona e, facendo un paragone tra il ieri e l’oggi, possiamo notare differenze importanti. Per quanto riguarda le signore, è sparito il fazzoletto nero, segno di lutto perenne, che aveva lo scopo di coprire i capelli dalla polvere dei campi, dell’orto e della stalla. Non sono più utilizzati i grandi grembiuli dalle capaci tasche al cui interno si trovava di tutto, spariti anche gli scialli per molte generazioni considerati elementi di decoro. Le gonne arrivavano sempre sotto il ginocchio, mentre le scarpe erano generalmente povere fin quando la situazione economica non ha invertito la tendenza verso il benessere. Oggi molte ultrasettantenni oggi si vestono come ragazzine, non facendo attenzione allo scorrere inesorabile del tempo. È l’era dei giubbotti, dei jeans strappati, di maglioncini con aperture appositamente studiate per esibire tatuaggi. Tramontata l’euforia della minigonna anni ’70, oggi si punta più sugli abiti attillati, capaci di risaltare le forme del corpo. Certo, è un modo di vestire libero, le regole di un tempo sono saltate. Diciamo che cento anni fa il vestire omologava, mentre oggi rende liberi. Domani ci occuperemo dei signori.