Ecco la descrizione del nostro territorio redatta dal Provveditore Veneto in Terraferma Alvise Marcello, in visita nelle Valli nel 1519. Tratto da “Relazioni dei Rettori Veneti in Terraferma. Provveditorato di Cividale”, Giuffrè, Milano, 1976, pag. 102-103: “Il territorio di monte è sterile, aspro e sassoso; la gente che lo habita industriosa, ardita et feroce: onde non solo per il sito, ma per particolare bravura invincibile si rende. Mai vede pane di formento, et molti mesi dell’anno di ogni altra biava resta affatto priva; nel qual tempo non tanto de latticini quanto di herbe, et frutti selvatici vive, et si nutrisse … È vero che la natura, che non fece mai cosa fuori dal caso, da questa parte ancora vi ha posto riparo di fiume et torrenti, altissimi di sponde, et rapidi di corso, ai quali con difficoltà si trova il guado …”. Di queste descrizioni tratte dalle relazioni che i Provveditori inviavano per compiti di istituto al Doge e al Senato della Serenissima, si colgono non solo lo scenario fisico e i limiti spaziali del territorio allora chiamato “Schiavonia”, ma anche alcuni aspetti sociali ed economici.
12.01.2022, A pranzo o a cena nel passato (2/2)
La classica cena invernale era costituita dal radicchio condito con gli ocvjarki (pezzetti di lardo abbrustoliti nell’aceto) e fette di salame piuttosto spesse e da generose quantità di polenta accompagnata dal formaggio. Si trattava di una cena sostanziosa, che dava sazietà in modo che nessuno andasse a letto con i crampi della fame. La polenta fumante, appena preparata, si accompagnava sempre con il formaggio generalmente fatto in casa fino al dopoguerra. In paese era piuttosto diffusa la batuda, il latte sbattuto e inacidito, che era un’autentica ghiottoneria da accompagnare con la polenta. Si trattava di un derivato del latte non gradito a tutti. Erano molto popolari le uova in funghet che costituivano un secondo tanto semplice, quanto gustoso. Si dividevano le uova sode a metà, le si cospargevano di pomodoro, o conserva di pomodoro, con l’aggiunta di aglio, prezzemolo e cipollotti. Anche per questo piatto era immancabile l’abbinamento con la polenta. Le patate al forno cucinate con lo strutto riempivano la cucina di un appetitoso profumo. Era molto apprezzata anche la brovada con il muset, che anche oggi rappresenta un’autentica specialità delle Valli, mentre si sono perse le tracce dei bròkulni, simili ai broccoli, ma con foglia larga. Forse pochi lo sanno: la semenza di quest’ortaggio è pressoché introvabile.
11.01.2022, A pranzo o a cena nel passato (1/2)
Quale poteva essere un pranzo, oppure una cena in paese fino a una cinquantina d’anni fa? Parliamo di piatti popolari, quelli che si potevano assaggiare nei giorni feriali. Si trattava di una cucina molto saporita, con piatti sostanziosi tali da sfamare le persone sottoposte a grandi fatiche fisiche. Le famiglie erano numerose e la quantità complessiva delle pietanze preparate era assai consistente. In un pranzo feriale, consumato al riparo dei rigori dell’inverno, non poteva mancare la minestra d’orzo, di verza, di brovada o di fagioli spesso con le “tajadeje”, striscioline di pasta le cui origini risalgono alla cucina mitteleuropea dove ancor oggi sono diffuse. Si “affossava” sul furnèl una grossa pentola da almeno cinque litri di capacità, collocandola dopo aver tolto un paio di “rinke” (anelli) della piastra in modo che il fuoco lasciasse una striscia nera sul fondo del recipiente di almeno un paio di centimetri. Assieme all’ingrediente di base, che poteva essere l’orzo o la verza tagliata a striscioline oppure i fagioli, si inseriva nell’acqua un pezzo di cotenna di maiale, costituita dal lardo e dal lembo di pelle. Non esisteva il dado e non si condiva con l’olio, ma si aggiungevano le piante aromatiche di base, che tutti conosciamo quali l’alloro. Ad ebollizione dell’acqua, contemporaneamente all’aggiunta dell’ingrediente principale, si inserivano due muset che aggiungevano sapore diventando essi stessi ancor più saporiti. La minestra della nonna era squisita. Dopo averla consumata, si mangiava un pezzetto di muset accompagnato dalla polenta. La domenica era il giorno del brodo, generalmente di gallina, in questo caso ben condito con l’olio.
10.01.2022, Ieri al Centro
Le premesse della domenica non erano favorevoli. Tra contagiati, persone in quarantena e altre in auto-isolamento, si pensava che la domenica fosse da rattoppo. Invece c’è stata una discreta presenza di soci che si sono trattenuti per l’aperitivo e anche per chiedere informazioni sulle condizioni di salute dei nostri ammalati. La situazione in paese sta leggermente migliorando. I contagiati vanno verso la guarigione grazie anche agli auguri che stanno ricevendo e, soprattutto, non ci risultano al momento nuovi casi. Con oggi riprende il calendario feriale con la sequenza di ben 18 settimane consecutive senza feste di precetto, fino a Pasqua. Auguriamo giorni sereni, anche in nostra compagnia.
09.01.2022, Lo svinjak
Sacrificato l’ospite del porcile, trasformato in forme variegate di salumi e salsicce appese a mo’ di pendaglio alle travi della cantina, proprio in questi tempi si procedeva alla manutenzione dello svinjak, il porcile appunto, in attesa dell’arrivo del nuovo inquilino. Si grattavano le incrostazioni sui muri, si lavava il pavimento con acqua ed abbondante varechina (verochina) e, soprattutto si tinteggiava con un generoso strato di calce il vano abitato dal suino. La calce disinfetta. Era certamente il primo del lungo elenco di lavori che i nostri nonni e bisnonni facevano a casa durante queste corte e fredde giornate invernali. In paese tutte le case avevano il proprio porcile: non ci vengono in mente abitazioni della vecchia Ponteacco prive di questa struttura. Alcuni erano anche belli, spaziosi, luminosi, mentre altri erano angusti e bui. Lo svinjak pulito e disinfettato si trasformava in un luogo di gioco per i bambini. Era concesso loro, con qualche cautela, giocare “a casetta” con i pochi piccoli arredi di cui si poteva disporre. In effetti c’era tutto: pareti pulite e bianche, porta, finestrella, korita. Era l’ideale per le bambine e le loro bambole da vestire e nutrire, mentre i bambini si trasformavano in veri uomini di casa.
08.01.2022, Ultime considerazioni sulla Befana
Non c’era spazio delle news precedenti. La Befana ha portato con sé tutte le feste. Volate per tutti, con qualche chiaro-scuro dovuto soprattutto alla preoccupazione dell’emergenza sanitaria. Passata l’altro giorno al Centro, oramai è una tradizione del paese. Ringraziamo Marcello per la sua capacità di rimettersi sempre in gioco e per tenere il contatto con la vecchia che quasi sempre gira in sella a una scopa, celebrata in tutto il mondo, in molti film e in una copiosa letteratura. È il simbolo del vecchio che lascia posto al nuovo, della quindicesima notte dopo il solstizio d’inverno, dove tutto può succedere come nella commedia shakesperiana. È considerata la madrina di tutte le streghe e, da signora della notte, affascina a volte più delle eroine della luce come accade alle cattive delle favole, tipo Crudelia de Mon. La sua storia è semplice: sembra abbia incontrato i Re Magi diretti da Gesù che l’avevano fermata per chiedere indicazioni invitandola a seguirli. Beffy non accettò l’invito per poi pentirsi del rifiuto. Una colpa gravissima che cercò di rimediare distribuendo, come l’altro giorno, un sacchetto di dolci.
07.01.2022, Il testo della lettera recapitata ieri ai paesani
“Cari compaesani di Ponteacco, Tiglio e Mezzana, anche quest’anno la Pro Loco distribuisce, nel giorno dell’Epifania, il Pane di Santa Dorotea. Abbiamo ripreso la generosa tradizione che risale al Settecento, quando i proventi degli affitti di alcuni campi di proprietà della chiesa erano equamente ripartirti tra la popolazione. La condivisione del pane è un gesto pieno di simboli antichi che mai come quest’anno sentiamo il bisogno di cogliere nel loro significato, uniti e partecipi. Questo pane offerto dalla Pro Loco, nello spirito di raccogliere partecipazione e sostegno, sia di augurio per un felice anno. Pro Loco Ponteacco”.
06.01.2022, Ieri sera è arrivata la Befana
Rischiarata dai lampi di un temporale, decisamente fuori stagione e dovuto a una prevista rotazione dei venti con il calo della temperatura che in quota ha trasformato la pioggia in neve, imbiancando i versanti delle nostre montagne. Grazie all’aiuto di Marcello, anche quest’anno la Befana è arrivata puntuale, accolta da numerosi bambini accompagnati dai rispettivi genitori. È stata ammirata e fotografata dai giovani ospiti che l’hanno osservata e scrutata da cima a fondo con un misto di curiosa diffidenza e desiderio di toccarla o vederla da molto vicino. Graziella ha preparato due grandi vassoi colmi di sope, le fette di pane imbevute nel latte e uova, poi fritte e zuccherate. La manifestazione è riuscita nonostante i tuoni molto vicini, il vento che si è alzato improvvisamente e sullo sfondo dell’emergenza sanitaria che ci ha costretti ad organizzare l’evento all’aperto. Tra poco distribuiremo il pane di Santa Dorotea. Una pagnotta ancora tiepida raggiungerà le case di Ponteacco, Tiglio e Mezzana accompagnata da una lettera di auguri della Pro Loco, il cui testo sarà pubblicato domani. Prima della distribuzione, il pane sarà benedetto dal Parroco che è atteso al Centro alle 08:00. Con quest’iniziativa terminano le manifestazioni del Natale. Stasera sarà l’ultima notte con le stelle accese, prima di riporle nelle nostre soffitte. Buona giornata di festa.
05.01.2022, Salutiamo Severino
Oggi avrebbe compiuto 86 anni, invece è il giorno del suo ultimo viaggio. Lo saluteremo verso le 13:30 al cimitero di San Pietro al Natisone con una benedizione che sarà impartita dal parroco. Antonio, Alda e Severino: si chiude la storia di una famiglia che ha dato molto al paese e la discendenza continua ora con Daniela. Severino è stato un personaggio autorevole nella storia non solo di Ponteacco, l’unico ad aver raggiunto nelle Valli di grado di Generale e, diciamolo tra noi, con un profilo professionale superiore rispetto a quello tracciato dal giornale locale. Severino, oltre a quanto descritto, ha frequentato la Scuola di Guerra, altrimenti non avrebbe potuto raggiungere un grado così elevato e ha partecipato, quale ufficiale, ai rapporti complessi tra Esercito italiano e NATO di stanza a Verona, con un ruolo di prestigio. Non si è mai vantato della sua carriera, anzi, la sua umiltà è stata esemplare, sia nei confronti dei suoi colleghi, sia verso i militari o verso i suoi numerosi amici. Il paese si stringe a Maria, Daniela e Giorgio con il rimpianto per aver perso in poco tempo un grande uomo, marito, padre, suocero e amico di tutti.
04.01.2022, Vacanze agli sgoccioli
Mancano due giorni e due appuntamenti per poi procedere all’archiviazione delle vacanze di Natale 2021 in soffitta. Domani sera arriverà la Befana e dopodomani si effettuerà la benedizione del pane. A differenza degli altri anni, per quest’edizione il pane di Santa Dorotea sarà benedetto. Marcello, infatti, ha contattato il parroco che ha dato la sua entusiastica adesione quest’iniziativa. Dopodomani sera sarà l’ultima con l’accensione delle stelle, mentre il presepio resterà allestito fino a domenica prossima. La situazione sanitaria è seria, ci sono persone contagiate anche in paese, pertanto saremo costretti a ridurre l’occasione di assembramento, domani sera, per evitare che l’appuntamento non diventi occasione di contagio soprattutto per i bambini. Si tratterà di una Befana che arriverà e se ne andrà di fretta, si fermerà all’esterno, o forse all’interno con un veloce passaggio per ritirare da lei un piccolo dono.