Tale persona povera non può firmare un contratto di lavoro e nei casi più difficili nemmeno sposarsi, votare, ricevere la pensione. Non può più nemmeno curarsi come si deve perché, tra i tanti diritti negati, c’è anche quello del medico di base. Se questa persona sfortunata sta male, che si tratti di banale influenza o di malattia grave, può solo rivolgersi al Pronto soccorso. È il caso di centinaia di persone FVG senza fissa dimora e la vita di strada, o comunque precaria, non fa altro che favorire l’insorgere di malattie. Gli “homeless” o “clochard” sono paradossalmente meno tutelati degli stranieri che, comunitari o non, hanno specifici canali normativi per potersi curare, anche se privi di permesso di soggiorno. Persone fragili, purtroppo inutili per la società, spesso abbandonati negli affetti anche dai parenti più prossimi. Possono contare sulle organizzazioni di volontariato, che li seguono per i pasti, che li affidano ad “avvocati di strada” -nuova associazione di professionisti legali- che li seguono nel raggiungimento dei loro diritti di base, come quello alla salute. Dobbiamo tenere da conto quanto abbiamo. Per fortuna le case da gioco sono in profonda crisi, anche loro corresponsabili dell’impoverimento di molte persone.
15.10.2021, La povertà fa paura (1/2)
Viviamo in un diffuso benessere economico, forse mai goduto così in passato. La povertà, intesa come tale, è pressoché scomparsa, mentre fino agli anni ’50-’60 anche in paese c’erano situazioni di disagio. I più sfortunati erano aiutati dalla comprensione e dalla generosità di chi poteva. Amilcare e Mario, proprietari del negozio, avevano una lista di persone prive di mezzi economici e che tiravano avanti passando dal debito creato a quello saldato e poi ricreato nuovamente. Acqua passata, per fortuna. Oggi non esiste la persona che un tempo passava di casa in casa a bere un bicchiere di vino. Gli sfortunati però non sono scomparsi del tutto. Chi perde la casa, purtroppo finita all’asta o venduta malamente, rimane anche senza indirizzo di residenza e diventa una “persona invisibile” per la società. Si tratta di una situazione micidiale, che non dà scampo. A Udine e Trieste sono molte le persone che si nutrono alle mense della Caritas. Senza quest’organizzazione, per questi sfortunati si spalancherebbe lo spettro della fame. È impressionante il numero di giovani e anziani che si rivolgono alle mense caritatevoli. Cosa può fare la persona caduta in disgrazia? …
14.10.2021, Calzature modeste, piedi nudi (2/2)
A giudicare dai pochi esemplari superstiti, la maggior parte delle calzature dei nostri avi sembrano di manifattura semplice e la differenza tra scarpe maschili e femminili era davvero minima. Nella Bassa friulana si usavano sandali a suola piatta, di cuoio, mentre da noi il contadino che lavorava nei campi, che “komadava” la stalla, che lavorava sotto la pioggia e la neve si proteggeva i piedi con zoccoli dalla suola di legno rivestiti con il cuoio ribattinato ai lati nella parte superiore. Ci siamo già occupati delle persone del paese che producevano scarpe in cuoio, calzolai, e delle donne che creavano le pedule. Verso la fine dell’Ottocento si iniziò ad adottare il metodo “a tomaia rivoltata”, ovvero la calzatura era riprodotta su una sagoma, cucita e inchiodata alla suola e poi rivoltata in modo che la si potesse infilare con estrema facilità. Risalgono a quel periodo le “bòte”, gli stivali fino a metà polpaccio, che piacevano a tutti e apparentemente indistruttibili. Anche le calzature avevano un loro codice: dovevano essere sobrie, eleganti e, per quanto riguarda le donne, su questo (anche in questo) vigilava con attenzione l’onnipresente Chiesa.
13.10.2021, Calzature modeste, piedi nudi (1/2)
Fino agli anni ’50 i bambini avevano l’abitudine (e la necessità) di camminare a piedi nudi, soprattutto d’estate. La pianta dei piedi di giovani e adulti era molto resistente e non si scalfiva neppure a contatto con i vetri. Oggi i nostri giovani e non solo, faticano moltissimo a raggiungere l’acqua del fiume mentre si trovano sulla spiaggia. A volte sono comiche le loro smorfie di dolore mentre appoggiano i piedi vellutati tra i sassi e la ghiaia. Le calzature hanno riempito capitoli di storia locale, ma fanno parte di quel lungo elenco di oggetti quotidiani che nessuno ha pensato di tramandare alla posterità. Certo, erano accessori d’abbigliamento talmente modesti che non era il caso di “appenderli al chiodo”. Le poche calzature in cuoio erano costituite da materiale comprensibilmente deteriorabile e per conservarle sarebbero state necessarie particolari condizioni, poiché il cuoio conciato con sostanze minerali e organiche era particolarmente vulnerabile all’essiccazione naturale, al rimpicciolimento e alle lacerazioni. Si trattava di calzature del dì di festa, mentre nelle giornate feriali gli zoccoli di legno, le pedule e gli scarfarot facevano la loro parte ai piedi dei nostri paesani …
12.10.2021, La scomparsa di Gianna
La malattia è stata inesorabile. Ha strappato Gianna (77) agli affetti dei figli Luca e Andrea Manig, delle amatissime nipoti Elisa e Miriana e della nuora Alessandra. La sua scomparsa, avvenuta ieri mattina verso le 04:00, ha fatto calare un pesante velo di tristezza su Tiglio e Ponteacco. Chi era Gianna? Una persona indimenticabile, sempre positiva, con una parola buona per tutti. Chi la incontrava, non poteva fare a meno di notare il suo sorriso e il suo interesse verso il dialogo con il suo interlocutore. Un’autentica regina della casa sempre piena di fiori, aperta a tutti, regina della fattoria oggi portata avanti con tanta passione dalla nipote Elisa che è riuscita a farsi un nome di alta qualità nella produzione di prodotti caseari fatti in casa. La nostra comunità perde una persona cara a tutti e il nostro abbraccio va a tutta la famiglia, ad Andrea che ha vissuto quasi in simbiosi con la mamma. Il funerale di Gianna si svolgerà venerdì mattina, mentre il Rosario sarà celebrato giovedì sera in chiesa a San Pietro al Natisone. Esprimiamo le nostre sentite condoglianze, la nostra vicinanza fraterna, il nostro vivo ricordo di una persona benvoluta e stimata.
11.10.2021, Ieri al Centro
Domenica tranquilla ieri al Centro. Buono il turno di Laura e Patrizia, che si è concluso verso le 13 e qualche minuto. Attendevamo gli sposi delle nozze d’ampolla (34 anni) con una piccola festina, ma i festeggiati non si sono presentati e rimanderemo tutto al prossimo anno, per le nozze di corallo. La settimana che inizia oggi ci porta nel cuore del mese e in alcuni negozi si stanno già allestendo gli spazi riservati agli addobbi di Natale. Dopo due giorni di mancati aggiornamenti (ce ne scusiamo con lettrici e lettori), oggi riscontriamo un “fatal error” nella pagina delle Curiosità. Si è pure bloccata la striscia scorrevole nella “home-page”. Contatteremo tra poco il servizio assistenza del sito per riportare pagine e striscia scorrevole alla programmazione prevista. Auguriamo come di consueto una settimana proficua e in salute.
09.10.2021, Sospesi gli aggiornamenti oggi e domani. Ce ne scusiamo.
08.10.2021, Le buone pesche di Rodda, la buona uva di Mezzana (2/2)
Se le pesche portarono fama a Rodda, contribuendo a migliorare il bilancio economico delle famiglie, Mezzana si guadagnò una certa fama per l’uva. Anche in questo caso i vitigni furono “portati” di nascosto dalla Grecia. Si trattò dell’impresa di qualche soldato, forse di Mezzana o dei dintorni, che trafugò da quel Paese il vitigno “St. Villard” o “St. Villart”, capace di fare un vino di qualità eccezionale. Come nel caso di Rodda, la vite si sviluppò rigogliosa a Mezzana, sui terrazzamenti sotto il paese, di cui oggi si vedono ancora delle tracce. Il vino di Mezzana raggiunse una certa notorietà tra i buongustai e gli appassionati di enologia. Non si poteva raggiungere il paese con l’auto per mancanza della strada carrozzabile, ma il vino, senza problemi era trasportato a Ponteacco con vari contenitori. La vite fu impiantata anche poco sotto la cava di Ponteacco, dove si notano ancor oggi le collinette di proprietà di Claudio Golles. Al vino fu dato un nome particolare: il Cividìn, termine che non è scomparso, vive con il “Coro Cividìn” di Vernassino.
07.10.2021, Le buone pesche di Rodda, la buona uva di Mezzana (1/2)
Negli scorsi anni ’50-’60 Rodda raggiunse una buona e forse inaspettata notorietà, non solo nelle Valli, ma in Fruli, per l’eccezionale qualità delle sue pesche. I terrazzamenti, l’esposizione verso il mare, le molte ore di sole avevano creato le condizioni ottimali per la produzione di questo frutto amato da tutti. Gli innesti delle pesche di Rodda provenivano da una nota qualità di pesco che tuttora si coltiva in Grecia. Durante la sciagurata missione in Grecia, qualche militare di Rodda tornò, appunto, con gli innesti dando vita alla vasta produzione di pesche che costituì una buona voce in più per l’economia locale. Le prenotazioni dei grossisti si facevano di anno in anno e il paese aveva un aspetto meraviglioso, con tutti i frutteti ben curati, distribuiti su piccoli appezzamenti dalla superficie totale di un ettaro o più. Il periodo di produzione, che nessuno dimenticò per anni, termino agli inizi degli anni ’70, causato probabilmente dal disinteresse, dall’incuria, dalla fretta di lasciare campi, prati e stalle. Mezzana era nota per l’uva …
06.10.2021, Legalizzazione cannabis, favorevoli? Contrari? (2/2)
Una paesana ha detto: «Mia mamma prima di morire ha sofferto le pene dell’inferno. La cannabis avrebbe potuto lenirle i dolori. La morfina cos’altro è?». Il diritto a usare la cannabis potrebbe essere equiparato al diritto di cura? Intanto in tutta EU si aprono ogni giorno negozi che vendono prodotti riconducibili al principio attivo. Ovunque gli attivisti europei chiedono di annullare le condanne penali, visto che c’è gente in galera con condanne pesanti per spaccio. Si apre il dibattito tra i favorevoli e i contrari. Se quelle appena enunciate corrispondono al “sì”, c’è anche il fronte del “no”. La Chiesa sostanzialmente dice: “Noi diciamo di no alla liberalizzazione della sostanza stupefacente perché siamo degli educatori. La droga non dev’essere il mezzo per risolvere i problemi o per sognare una vita artificiale, che è raggiungibile con la preghiera o la meditazione. I riflessi politici ed economici vengono dopo”; esponenti della magistratura dichiarano: “Non è vero che si allontanano i giovani dalla criminalità organizzata, perché i minorenni continueranno a rifornirsi dagli spacciatori”. Come in tutte le vicende che riguardano la società e il costume, c’è il fonte proibizionista e il fronte dei favorevoli. Qual è l’opinione del lettore?