L’ultima volta che l’abbiamo visto al Centro risale a un mese e mezzo fa. Accompagnato dalla figlia Francesca, era seduto al tavolo-panca del loggiato e si divertiva con le persone presenti. Ieri sera, poco prima delle 20:00, Guido Maion (90) se n’è andato a seguito di un improvviso malore. L’Avemaria tra poco suonerà per questo signore che tanto ha fatto per la propria casa e per il benessere dei suoi familiari. Fino a pochi anni fa guidava il suo trattorino colore blu, carico di legna, senza accorgersi che anche per lui, come per tutti noi, gli anni andavano avanti inesorabili. Guido se n’è andato in punta di piedi, senza disturbare alcuna persona, cosa che ha fatto in tutta la sua vita. La data e l’ora del funerale sarà comunicata appena possibile. Ci stringiamo con affetto a Francesca, Michela, al genero e ai nipoti.
01.09.2021, L’armadio della maestra Leni (1/2)
Per un bambino o per una scolaresca, non c’è nulla di più misterioso di un armadio chiuso, in classe, posto alle spalle dei ragazzi, addossato al muro di fronte alla maestra. Unico mobile oltre alla cattedra, ai banchi e alla lavagna. Piccola premessa: l’aula di prima e seconda elementare della scuola di Ponteacco era al pian terreno. All’ingresso, sulla sinistra c’era la stufa di terracotta a tre elementi. La stanza aveva un pavimento in legno con molte fughe di varia ampiezza e dimensione. Prima dell’arrivo dell’insegnante, l’allegra comitiva si divertiva a saltare su questo pavimento malconcio, sollevando polvere per mezzo metro d’altezza. Un ragazzino di guardia avvisava i compagni dell’arrivo della maestra e in pochi secondi tutti prendevano posto al proprio banco, a coppia, con anta superiore ribaltabile, con il calamaio che la bidella riempiva di inchiostro. E c’era quest’armadio color verde-muschio, una vernice non lucida, ma opaca. La maestra lo utilizzava per riporre o prelevare gli oggetti destinati alla didattica e ogni volta che lo apriva, tutta la scolaresca osservava con curiosità il contenuto di questo mobile apparentemente immenso, forse di reali, normali dimensioni. Un giorno la maestra Leni lo lasciò distrattamente aperto e l’indomani i salti programmati sul pavimento si trasformarono in un’avventurosa esplorazione di questo suppellettile. Una distrazione davvero inconsueta per una maestra molto precisa e accorta. Chissà cosa c’era dentro? …
31.08.2021, Il super-pulito fa male ai bambini
Gli adulti del paese ricordano i giochi nel patòk, il fosso che scorreva prima dal Cral all’incrocio con la statale, poi dall’incrocio fino all’attraversamento della strada. In quel punto questo torrente non ben odorante presentava un piccolo muretto trasversale con due aperture. I bambini del tempo si divertivano a scavare il ghiaino di marna e liberare l’acqua del micro-laghetto. Che tipo di acqua era? Una parte pulita, una parte era costituita dagli scarichi dei pochi bagni del paese. Acqua di fogna, seppur un po’ … annacquata. Si è passati poi alle case iper-pulite e a bambini che non sanno cosa sia il fango. Oggi la scienza sostiene che la troppa pulizia nelle case limita l’esposizione ai microorganismi, favorendo così nei fanciulli più piccini allergie e malattie autoimmuni. Per crescere forti e sani, i bambini hanno bisogno di stimolare il sistema immunitario attraverso il contatto con i batteri, quelli con cui conviviamo da migliaia di anni. Ecco perché la scienza esorta i genitori e i nonni a far trascorrere ai pargoli molte ore all’aria aperta, a farli giocare con la ghiaia e a non inorridire se il piccolo mette le mani in bocca. Non solo eviteranno infezioni pericolose, ma abbasseranno il rischio di asma e allergie causate proprio da condizioni di super igiene.
30.08.2021, Ieri al Centro
L’ultima domenica d’agosto 2021 si è confermata come l’ideale appuntamento del dopo-messa per un brindisi. Una discreta presenza di soci ha fatto da sfondo al turno. Turno che domenica prossima salterà in quanto la sala è stata affittata per consentire i festeggiamenti di una cresima. La giornata ha visto un traffico stradale piuttosto contenuto: poche bici, poche moto, molte meno vetture rispetto alle precedenti domeniche. Un improvviso temporale con grandine, proprio a metà pomeriggio, ha fatto rientrare velocemente chi era al fiume o a passeggio. Auguriamo una buona settimana a lettrici e lettori, ultimi scampoli d’agosto e autunno alle porte se non altro per le giornate che sono sempre più corte.
29.08.2021, L’incubo dei viaggi (3/3)
Per superare le vallate dell’Isonzo e dell’Idria, fino alla piana di Vrhnika, si dovevano mettere in conto le slavine invernali, le piene dei fiumi che rovinavano i guadi, gli orsi e anche i lupi. Briganti senza scrupoli attaccavano le carrozze singole, i cui occupanti restavano non solo metaforicamente in mutande. Bastava un piccolo sacchetto di monete per finire massacrati. La stabilità politico-amministrativa dell’Impero dava certezze, ma nonostante questo, focolai di pestilenze rappresentavano un rischio. Viaggiare costava molto e il calcolo del tempo era solo immaginario: da Parigi a Vienna ci volevano tre mesi di cammino. Si dice di un mercante che partì da Udine alla volta di Vienna (via Val Natisone) con 1.000 sterline, corrispondenti agli attuali 91.000 Euro. Nessuna sorpresa, dunque, se a viaggiare “comodamente” erano solo i ricchi.
28.08.2021, L’incubo dei viaggi (2/3)
Bastava una pioggia più abbondante, che dalle montagne si staccavano frane imponenti, capaci di cancellare tratti di quel po’ di strada che esisteva. Per raggiungere le odierne Stiria e l’Ungheria, regioni imperiali, ricche, dove la manodopera era richiesta e ben pagata, si affrontava l’incubo del viaggio, che per alcuni valligiani fu di sola andata. Fino alle fine del Settecento a nessun governo interessava investire cinque centesimi nel miglioramento delle vie di comunicazione. Alla Serenissima non interessava quest’argomento, essendo più concentrata sulle vie marittime e fluviali. Le poche carrozze erano scomode, si guastavano ogni momento e il viaggiatore concludeva la sua giornata sfinito, accolto se gli andava bene in qualche locanda o fienile, tenendo presente che altri ospiti infestavano i letti pubblici: cimici, pulci, piattole e pidocchi …
27.08.2021, L’incubo dei viaggi (1/3)
Oggi è semplice: aereo e treno sono alla portata di tutti, ma come si viaggiava nel ‘600 attraverso le poche strade delle Valli? La principale di questa lambiva il nostro paese. I viandanti erano pochi, costretti a passare giorni e giorni su un carro, sopra un cavallo, tra continue scomodità, in pessime condizioni igieniche. Per raggiungere Lubiana da Udine ci volevano 3 giorni interi di viaggio, che diventavano quattro in inverno o con la pioggia. Lo raccontano i diari e le lettere dei giramondo dell’epoca, raramente esagerati nel descrivere l’infinita fatica di spostarsi. Si recavano nella valle della Sava per acquistare spezie più a buon mercato rispetto all’emporio veneziano e c’era anche del “turismo” religioso costituito da gruppi di pellegrini che raggiungevano i santuari della Stiria. Principalmente ci si spostava per lavoro. Quella che oggi è la strada statale 54, un tempo era solo un tracciato irto di pericoli e sorprese …
26.08.2021, Dua je umrù?
“Chi è morto?”, questa era ed è la domanda tipica di chi sente il triste suono della campana che annuncia la scomparsa di una paesana, di un paesano. Un’abitudine che si perde nella notte dei tempi, quella di intuire il nome della persona scomparsa, per poi vederselo confermare dalle voci del paese. A Ponteacco quest’abitudine subì una modifica della durata di oltre un ventennio, quando la funzione del mesnar (il nonzolo/sacrestano) fu svolta impeccabilmente da Toni Petrina, padre di Felicita, Maria e Luigia. Toni era già piuttosto anziano (forse ben oltre la cinquantina?) e trascorreva la maggior parte delle sue giornate in casa o negli spazi immediatamente vicini all’ingresso. Gli piaceva fumare il tabacco e lo faceva meditando, pensandoci su. Quando in paese si verificava una scomparsa, un familiare del defunto andava da Toni e lo chiamava presso l’abitazione per stabilire il momento del suono dell’Avemaria e l’ora probabile del funerale. La famiglia, per riconoscenza, elargiva al nostro mesnar un piccolo contributo economico, così come succede oggi. Prima di rientrare a casa, Toni faceva una rara sosta in osteria, gestita dalla Ilva o forse dalla Diana nei suoi primi anni. Vedendo la sua figura in piedi al banco, in attesa della consegna del tabacco, numerosi gli si avvicinavano chiedendogli: “Dùa j’umrù”, venendo a sapere della dipartita del paesano, ancor prima del suono dell’Avemaria.
25.08.2021, La seconda mano ci fa fare affari
L’economia del “non si butta niente” continua a crescere nella nostra regione, soprattutto grazie a piattaforme digitali dove si vende e si compra di tutto. In FVG i dati non sono ancora esatti, ma si parla di centinaia e centinaia di migliaia di euro, forse l’1% del nostro PIL-prodotto interno lordo. Scriviamo questi numeri dopo aver esaminato la settima edizione dell'”Osservatorio second hand economy”. L’anno scorso le persone che si sono affidate all’usato sarebbero state tra le 250-300.000 e tra questi molti per la prima volta, sicuramente anche a Ponteacco. È indubbio che i canali digitali per questo tipo di economia siano sempre più importanti e in effetti sono diretti, veloci, affidabili, di facile consultazione, comodi. Un’ampia percentuale ha fatto affari acquistando o vendendo oggetti usati e questo tipo di compravendita sembra destinata a crescere, anche qui in paese. Vanno forte i prodotti e accessori per gli sport e hobby, poi l’elettronica e i veicoli. Oltre alla possibilità di risparmiare, c’è anche l’abbattimento degli sprechi e una sensibile difesa dell’ambiente. È un piccolo aiuto per l’economia locale con un unico svantaggio: se pensiamo che ogni oggetto serva, le nostre case avrebbero bisogno di un capannone attiguo.
24.08.2021, Zan-zan
La Legge Zan è in discussione. Un dispositivo contro omofobia, transfobia, misoginia e violenze contro i diversi (si può ancora dire così o si rischia frustate?) e i disabili ha riacceso il vivace dibattito sui rapporti tra sesso, genere e identità sociale. Se ne discute molto e che idea si è fatto il nostro lettore? La nostra lettrice? Da una parte chi crede ancora che i comportamenti e temperamenti siano dettati dal sesso, quindi naturali; dall’altra chi invece li considera culturali, cioè effetto dell’educazione, della tradizione, della società, della religione. L’argomento non è nuovo poiché è da secoli che la società si interroga sui confini del sesso. Secondo alcuni studiosi di antropologia, le differenze tra generi non dipendono dagli attributi sessuali, ma dalle convenzioni sociali che le costruiscono e le condizionano fin dall’infanzia. Da qui l’analisi -ci piaccia o meno, si consideri una conquista o una sconfitta- che porta a concludere che l’eterosessualità non è né più né meno naturale dell’omosessualità o della transessualità. La Legge Zan pone come obiettivo il fatto che nessuno dovrebbe avere il diritto di offendere, discriminare o stigmatizzare le persone per quel che sentono di essere. Secondo il relatore Zan, non tutti riescono a capirlo e la legge è ancor più necessaria.