È eloquente la foto curiosa pubblicata sulla home-page del nostro sito. Da alcune settimane piove in continuazione e anche ieri la giornata festiva è stata compromessa proprio dai continui piovaschi che non hanno consentito di effettuare gite o passeggiate. La mattina al Centro comunque è stata un successo grazie al turno di Claudia e Paolo. Numerose persone hanno affollato gli spazi esterni ed è proseguita con numerose adesioni la campagna di rinnovo delle tessere-Soci 2021. Il cancello è stato chiuso poco dopo le 13.00. Domenica prossima sarà il turno di Laura & Patrizia. In mezzo a queste date c’è la settimana, intera, feriale, che auguriamo positiva a tutte le persone che ci seguono.
23.05.2021, Andiamo piano con i rimproveri ai nostri ragazzi
Un’educazione troppo rigida segna i bambini che la subiscono. Una mamma o un papà che spesso si arrabbiano, alzano la voce, distribuiscono sberle e sculacciate, oppure scuotono i propri figli quando sgarrano, quando non si comportano secondo le regole, stanno crescendo futuri adolescenti più ansiosi e in molti casi più inclini a deprimersi. Lo ha stabilito un o studio complesso dell’Università di Udine, dove sono state intervistate con regolarità molte famiglie e per parecchio tempo. Diventati adolescenti, i figli dei genitori più rigidi mostravano “segni” sul cervello di quell’eccessiva severità che ha influito sulla corteccia cerebrale, nell’area che controlla l’emotività. Un’educazione di questo tipo genera comportamenti impulsivi, ansiosi, tendenti alla depressione, problemi di socialità e vulnerabilità. Nessuno si sognerebbe di associare un rimprovero urlato a un abuso, ma se ripetuti, questi comportamenti hanno un effetto simile a quello provocato dai veri e propri maltrattamenti fisici e psicologici ricevuti durante l’infanzia. Una sculacciata fa bene, è propedeutica, mentre l’abuso correttivo è tutt’altra cosa.
22.05.2021, Dove finirono i Cosacchi? (3/3)
Lunghe colonne di cosacchi presero la direzione della Carinzia. Nei pressi di Lienz fu creato un vasto campo sotto il controllo inglese. Furono requisiti i cavalli, le armi e fu garantito l’isolamento dalla popolazione locale. Gli accordi tra le grandi potenze prevedevano la riconsegna delle truppe all’Unione Sovietica e il passaggio fu fatto “senza guardare in faccia a nessuno”, praticamente un rimpatrio forzato. La notizia nei campi di sosta fu accolta con scene di panico e disperazione; parecchi tentarono la fuga o il suicidio, trovando a decine decine la morte nella Drava. Arrivati in URSS, la maggior parte dei cosacchi fu inviata nei campi di concentramento in Siberia, condannata a lunghi anni di lavori forzati. I principali dirigenti del movimento cosacco furono processati e giustiziati a Mosca nel 1947. Chi riuscì a scappare, trovò nuova sistemazione in Germania, Francia, Israele, Canada, Sud America e Australia. Chissà dove finirono gli incendiari di Mezzana?
21.05.2021, Dove finirono i Cosacchi? (2/3)
All’indomani del superamento dei blocchi e con la diffusione capillare dei nuovi mezzi di comunicazione, informazione e conoscenza, la ricerca di persone è tutt’oggi in atto. Estate 1944: i cosacchi avevano creduto alle promesse di Hitler, quelle di creare una patria tutta per loro, anche in FVG. Arrivarono in regione su decine e decine di vagoni ferroviari, per andare a distribuirsi su un vasto territorio che andava dalle Valli alla Carnia. Erano circa nove mila e sarebbero stati impegnati per contrastare la diffusione del movimento partigiano, ma arrivarono anche famiglie di civili (13.000 persone di cui 6.000 anziani e 3.000 bambini. Ai cosacchi si sommarono altri 2.000 soldati di origine caucasica, accompagnati da altri 2.000 civili. Per il loro aspetto “selvatico”, per la loro vociona e i modi molto rudi, sono stati il terrore dei nostri bambini. In alcuni comuni della Carnia fecero sfollare i residenti, per poi sistemarsi nelle loro case ed impossessarsi dei loro beni. In regione furono create 44 “stànize” (presìdi) sulle quali si distribuirono le diverse etnie, indicate per lo più dal nome del fiume che scorreva nelle loro terre d’origine. Alla fine dell’aprile ’45, constatato l’esito decisamente sfavorevole della guerra per i nazisti, fu decisa la loro ritirata in Austria …
20.05.2021, Dove finirono i Cosacchi? (1/3)
Nel 1950, a cinque anni dalla conclusione della Seconda guerra mondiale e dalla fine dell’insediamento cosacco nelle Valli del Natisone e nel resto della regione, una donna si rivolse a un sindaco delle Valli per chiedere informazioni sulla sorte del marito. Il sindaco rispose alla signora che il municipio non era in possesso dell’atto di morte del marito perché tutte le salme dei cosacchi morti in gerra in Friuli, furono raccolte da un’apposita commissione tedesca incaricata di recuperare le vittime tedesche e delle formazioni collaborazioniste con il nazismo, poi seppellite nel cimitero di Costernano, sul lago di Garda. Erano i tempi complessi dell’immediato dopoguerra e a Mezzana fumavano ancora i tizzoni dell’incendio appiccato al paese proprio dai cosacchi: era il 26 febbraio 1945. Quelli che non erano stati rimpatriati forzatamente in Unione Sovietica si erano dispersi in tutte le direzioni nella cosiddetta “Kosakenland”, la zona in cui furono assegnati.
19.05.2021, Si fa presto a parlare di crescita economica
Ed è un argomento che interessa tutti, dal piccolo paese alla grande Borsa. Il FMI-Fondo monetario internazionale prevede che nel corso di quest’anno l’economia mondiale crescerà del 6%, come alla fine di lunghe crisi, di guerre e di epidemie. Si tratterebbe del tasso più alto dal 1980, da quando il Fondo ha iniziato a monitorare la variazione annuale del PIL-Prodotto interno lordo mondiale. Una buona notizia, dunque, ma solo in parte perché dietro ogni indicatore economico ci sono realtà complesse, che uno o più numeri non possono descrivere, ma che una volta analizzate offrono un’immagine diversa da quella “catturata” a prima vista. USA e Cina cresceranno e la crescita economica sarà circoscritta ad alcuni Paesi ricchi, quelli dove la campagna vaccinale ha avuto più effetti, permettendo all’economia di ripartire. Nel 2024 i Paesi emergenti avranno una contrazione del 3% dovuta alla difficoltà di gestire la pandemia o post-pandemia. Questo spiega perché nel 2021, nonostante la crescita eccezionale del Pil mondiale, il numero globale degli appartenenti alla classe media continuerà a contrarsi, proprio come è successo l’anno scorso. Non c’è da scherzare: si tratta di 2,5 mld di persone, pari a un terzo della popolazione.
18.05.2021, Una volta si implorava la pioggia (2/2)
Le periambulazioni senza sacerdote avevano un nome preciso, che sfugge alla memoria ed erano spontanee. Partivano da una famiglia “pobožna”-devota” e chiamavano in raccolta tutti i rispettivi vicini. Quando l’esasperazione della gente era grande proprio per il perdurare della siccità e le coltivazioni erano sull’orlo di essere compromesse, questi non esitavano ad andare in chiesa per impossessarsi (e poi restituire) delle reliquie collocate negli ostensori e altri oggetti sacri come la croce, l’aspersorio, ritenuti portatori di poteri apotropaici e poi processionare per i campi, invocando la misericordia dei santi. Si riteneva che la provvisoria appropriazione di quegli oggetti sacri dalle proprie sedi e la loro “movimentazione”, favorisse il “muoversi” del cielo e quindi il cambiamento del tempo atmosferico con l’arrivo della tanto attesa pioggia.
17.05.2021, Ieri al Centro
«Le persone hanno il desiderio di incontrarsi, di rivedersi, di passare del tempo in compagnia», questo è stato il commento di Marzia alla fine del turno di ieri, svolto assieme al marito Tonino. Effettivamente è stata una bella domenica, movimentata nonostante la pioggia delle 12:00. Verso le 11 è transitato il giro ciclistico con 500 partecipanti. Il disagio della strada chiusa è stato ridotto al minimo e lungo la statale all’altezza del nostro paese si è formato un capannello di persone. Numerosi i giovani presenti a dimostrazione che la riapertura è stato un piccolo toccasana per tutti. La settimana sarà caratterizzata da una prima valutazione organizzativa del “Mercatino vintage” di domenica 13 giugno, mentre il Presidente della Pro Loco parteciperà alla riunione delle Pro Loco del Consorzio Torre-Natisone fissato per venerdì prossimo a Buttrio. Auguriamo come di consueto giorni sereni, felici e in salute.
16.05.2021, Una volta si implorava la pioggia (1/2)
È sempre stata l’elemento mancante delle estati del nostro paese. I ponteacchesi non hanno potuto godere di sorgenti abbondanti che dissetassero le persone, gli animali, gli orti e per ultimi i campi. Per averla, i contadini erano disposti a fare molte cose, anche proibite. Per ottenere la tanto attesa pioggia, dopo settimane e settimane di arsura, dal Medioevo fino a qualche decennio fa, i paesani e i valligiani in genere, si rivolgevano alla Chiesa che molto volentieri celebrava messe, tridui, novene, vesperi e funzioni religiose di ogni tipo. Una di queste era la famosa “Ad petendam pluviam” che prevedeva processioni lungo le strade di campagna verso Tiglio e Sorzento, le stesse che qualche mese prima erano già state battute dalle Rogazioni del 25 aprile. Il parroco non partecipava a questi riti e inviava il cappellano e la gente si sentiva ancor di più abbandonata, in preda al male atmosferico e quindi era propensa ad usare autonomamente i “dispositivi” religiosi.
15.05.2021, Le offese
Chi non le ha mai ricevute? Chi non le ha mai pronunciate? Fanno parte del genere umano e un tempo erano oggetto di regolamento di conti con scontri fisici per tutelare il proprio onore. Le cose sono migliorate. Il buon livello di cultura generale è un contenimento alle furiose liti che fino a qualche decennio fa si svolgevano in paese, prime le donne, con offese irripetibili, le più basse, le più efferate. E anche l’offesa si è evoluta nel tempo: oggi c’è l’insulto grezzo, quello diretto, che non è quasi mai il peggiore. Tanto è vero che l’insulto fecale diretto a una persona e ancor molto usato, può assumere anche un connotato ilare, o addirittura affettuoso. Molto più umiliante sentirsi dire in apertura di riunione: «Grazie, non serve che tu rimanga», oppure: «Sei molto bravo, ma questo lavoro lo finisce il tuo collega». Si può offendere o sentirci offesi per varie ragioni, in genere appartenenti a tre categorie: hai detto male di me; hai violato un confine; non mi consideri quanto penso di meritare. Fanno parte di questa rassegna il rispetto, l’onore, la dignità e l’identità personale. Vignette offensive, in Francia, hanno causato stragi.