Un tempo i friulani erano considerati i più assidui bestemmiatori. “Sporkinàt” era l’intercalare di tutti, uomini, donne e giovani. L’incontro tra due persone spesso era anticipato da una rispettiva bestemmia per la sorpresa nel vedersi, i bar, le osterie, le gare all’aperto offrivano un ventaglio variopinto e fantasioso dell’arte del moccolo. Pare che nelle Valli ci fosse anche un sacerdote incline alla bestemmia durante la partita a carte nelle locande della sua parrocchia. Le cose sono cambiate e questo primato lo abbiamo ceduto probabilmente ai toscani. Se è vero che il primato non c’è più, ciò non significa che l’abitudine sia stata sradicata! Basta ascoltare per caso Radio Maria (inclusi i suoi “laudatores”), che molti sono stimolati nel tirar giù un porco. Le bestemmie sembrano galleggiare a proprio agio nel corso di tutta l’attività della giornata e coinvolge sempre di più i giovani e le giovani, con bestemmie innovative, se andiamo a vedere anche “divertenti” e che creano una pericolosa dipendenza. Come migliorare? Come estirpare la brutta abitudine? Utilizzando affermazioni eufemistiche, tipo “zio”, “madama”, oppure navigando nell’oceano della fantasia così come insegnano dagli anni ’80 Elio e le Storie Tese con i loro: “ortobio, pornodivo, bioparco”, insomma trovare ogni sistema possibile per sottrarre la nostra anima alla depravata corruzione del Maligno.
13.05.2021, Considerazioni sulla nostra cucina di un tempo (3/3)
Gusti contemporanei perché, ad esempio, prendiamo la polenta da farina di mais: non è più la stessa di mezzo secolo fa, non c’è più lo stesso fuoco per cuocerla e nessuna cuoca perderebbe 45 minuti per mescolarla e rimescolarla con il pulentàr. Non si allevano più i maiali e i suinetti non sono più gli stessi perché i loro alimenti non sono quelli di ieri. È difficile trovare le erbe spontanee e, facendo l’esempio dello sclopìt, ora è necessario seminarlo, mentre un tempo era un’erba spontanea. Sono una rarità i “camei”, germogli che assomigliano agli asparagi colti da pochissime persone, come Enzo e Savina e nessun altro. Senza dubbio, la perdita di questi sapori autentici ha impoverito una parte importante della cultura del nostro territorio, poiché se è vero che siamo ciò che mangiamo, abbiamo purtroppo perso una parte della nostra identità.
12.05.2021, Considerazioni sulla nostra cucina di un tempo (2/3)
Il pane era un nutrimento più raro per le nostre famiglie. Si cucinava in casa ed era solitamente di colore scuro, ricco di fibre e che si distingueva dal pane bianco prodotto e venduto in panetteria. I dolci erano carenti, legati solo alle principali feste religiose: la gubànza, la fujàza, le colombe dolci per Pasqua. Nel dopoguerra sono arrivate le sòpe, qualche mamma di buona volontà riusciva a cucinare molto raramente lo strudel di mele. La cucina popolare del fondovalle era rapportata a quella delle grandi famiglie dei contadini, si “rubavano” ricette con ingredienti indubbiamente migliorativi. Questa è una storia, purtroppo, di sapori perduti nel corso degli anni a causa della globalizzazione del palato. Anche quando sono riproposti come cucina tipica (“Invito a pranzo nelle Valli”), non troviamo più i sapori originali poiché tutto è adattato ai nostri gusti contemporanei.
11.05.2021, Considerazioni sulla nostra cucina di un tempo (1/3)
Prima che nascessero le latterie turnarie di Tarcetta, Azzida e Vernasso, ogni famiglia preparava il proprio formaggio, il burro di colore quasi giallo, la ricotta, a seconda della disponibilità di latte. A fine Ottocento c’era anche del latte ovino e caprino dati i costi elevati per il mantenimento dei bovini, nonché per la loro delicatezza di costituzione che li esponeva a malattie ed epidemie. La carenza di bovini impediva anche la produzione di concime di qualità, sufficiente per fertilizzare i terreni non proprio ricchi, come i nostri. Il pesce era legato ai numerosi precetti dei giorni di magro, poco di mare, cospicuo di fiume. Faceva eccezione il baccalà importato dal nord Europa, un tempo considerato il pesce dei poveri valligiani, oggi è una rinomata specialità. I valligiani, ma anche friulani in genere, lo cucinano a modo loro ancor oggi al punto che, nonostante l’origine del pesce, è diventato piatto tipico, più comune un tempo rispetto ad oggi.
10.05.2021, Ieri al Centro
Dopo numerosi mesi di chiusura, finalmente ieri abbiamo riaperto il Centro. Abbiamo trascorso un fine-mattina/inizio pomeriggio come ai vecchi tempi, con il desiderio di scambiare qualche parola seduti, all’aperto e in piena sicurezza. Le ottime condizioni del tempo hanno favorito l’uscita di numerosi paesani. Il sindaco, Mariano Zufferli, si è reso disponibile per presentare un inquadramento dei lavori in via progettuale, che interesseranno il paese. È seguito poi un dibattito dove al primo cittadino sono state presentate varie richieste e proposte utili per migliorare la vita dei nostri paesi. Zufferli lamenta il poco sincronismo con altri amministratori: «Ci sforziamo per creare una pista ciclo-pedonale, bellissima, che parte da San Pietro al Natisone, raggiunge Ponteacco e Tiglio. Poi, come prosegue? Finisce lì?» Oltre al sindaco c’erano il vicesindaco Cesare Pinatto e il Consigliere Nicola Sturam che, dopo le dimissioni del consigliere Fortunato Niro, è il rappresentante di maggioranza più vicino a noi. Il vicesindaco ha presentato le caratteristiche del collegamento in fibra (Internet) oggetto di recenti lavori di posa. Sarà un bel passo in avanti nel campo tecnologico. Alle 13 era pronta la pastasciutta per tutti i soci presenti. Il Centro riaprirà domenica prossima con Marzia e Tonino, se le condizioni del tempo saranno favorevoli.
09.05.2021, La mancanza di sonno può portare alla morte
Infatti può causare gravi danni fisici e neurologici all’uomo e alcuni studi eseguiti su topi e mosche dimostrerebbero che tale mancanza può essere anche letale. Ciò che accade di certo nel nostro fisico, non si sa con precisione, ma la teoria dominante tuttora è che la causa risiederebbe nel cervello. Studiando le reazioni di moscerini della frutta, indotti a non dormire, gli scienziati-ricercatori hanno scoperto che, prima della morte, nel loro intestino si verifica un accumulo di molecole, composte da ossigeno con alta capacità ossidante. Queste molecole distruggono il DNA e causano danni cellulari nell’organismo. Somministrando composti antiossidanti che neutralizzavano queste molecole, gli insetti rimanevano attivi nonostante la mancanza di sonno, con una durata di vita normale. Stessa cosa anche per i topi. Queste ricerche aiuteranno lo sviluppo di farmaci per rimediare ai danni causati dalla mancanza di sonno sull’uomo. Ponteacchesi, valligiani: cerchiamo di dormire il giusto.
08.05.2021, Le nuove frontiere della spesa (2/2)
C’è stata anche la riscoperta del negozio cosiddetto “sotto casa” con incassi record rispetto al 2019. Cambiamenti legati alla necessità di limitare gli spostamenti, ma che resteranno anche dopo la pandemia poiché in tanti si sono accorti, ad esempio, di quanto sia buona la mortadella acquistata a San Pietro al Natisone, al negozio Tosolini. Sembra che molti siano tornati al vecchio negozio di paese dove fare la spesa, anche se i prezzi sono poco invitanti. O comunque ci si rivolge più di prima e questo è un toccasana per l’economia locale. A dimostrazione del contrario, però, c’è anche la chiusura del negozio di alimentari a Pulfero, aperto un anno fa. Ma qui le ragioni sono diverse: 50 anni fa il Comune contava 3.500 abitanti, oggi ne conta poco più di 800.
07.05.2021, Le nuove frontiere della spesa (1/2)
Il consumatore post-pandemico cercherà più prodotti “made in Friuli” (78%), sarà più sensibile ai prodotti “km 0″,, leggerà con cura le etichette, tenderà ad acquistare solo cose indispensabili e sarà più attento alla pulizia dei luoghi e delle persone. Emerge da uno studio dell’Università di UD (Scienze dell’alimentazione), secondo il quale le scelte di consumo al termine dell’epidemia saranno più attente e consapevoli. Anche più orientate di prima agli acquisti on-line. La percezione dell'”e-commerce” è cambiata nelle settimane successive alla chiusura della primavera dello scorso anno, in cui si è registrato un autentico “boom” di vendite alimentari in rete, con un aumento in regione pari al 99,9%, prima reputato rischioso per i pagamenti e per l’impossibilità di vedere dal vivo i prodotti. Oggi è giudicato il mezzo più sicuro.
06.05.2021, L’evoluzione delle comunicazioni (3/3)
Su questo principio, che era geniale, ad esempio il numero del Municipio di San Pietro al Natisone “0432 727272” era così suddiviso dalla teleselezione: “0” per indicare l’avvio del servizio di teleselezione, “4” compartimento delle tre Venezie, “32- o 33-31” per indicare il distretto, “7” per il settore, “272…” per la rete urbana. Intanto nel 1973 arrivava a New York il primo cellulare della Motorola, dal peso di 1,5 kg, con un’antenna estraibile lunga mezzo metro e dal costo di circa 4.000 Euro. Era l’inizio della nuova era, che si sviluppò lentamente, per poi esplodere dagli anni ’90 in poi. Nel 1992 arrivarono gli sms, oggi mandati in pensione dai WhatsApp, così come il telex fu soppiantato dal fax, a sua volta soppiantato dallo scanner, oppure il disco in vinile, soppiantato dal nastro in bobine, soppiantato dalla musicassetta, quindi dal DAD, quindi dal CD, quindi dalla chiavetta, quindi dalla playlist personalizzata che tutti sentiamo negli auricolari. Sono passati in tutto una sessantina d’anni, mica secoli!
05.05.2021, L’evoluzione delle comunicazioni (2/3)
Per le signore spesso era una supplizio attendere la chiamata in osteria, tra gli sguardi dei numerosi uomini seduti ai tavoli. Viceversa, Diana inviava l’avviso di chiamata chiedendo il piacere a Remič in cambio di una consumazione. Un telefono pubblico, dunque, per tutto il paese con il traffico che si svolgeva nella cabina insonorizzata, con il piccolo tavolino ad angolo, con le pareti fonoassorbenti, con la pesante porta dalle guarnizioni nere e dal vetro antiproiettile. Nei momenti di punta era un’autentica campionatura di odori e profumi. Spesso la cornetta era letteralmente bagnata dal vapor acqueo della conversazione precedente. Altroché Coronavirus. Il 31 ottobre 1970 arrivò in FVG la teleselezione! Una conquista non da poco, che eliminava la figura dell’operatore (il numero 14) per le chiamate nazionali e (il 15) internzazionli. che divideva il territorio compartimenti, distretti, settori e reti urbane.