Abbiamo trascorso una tra le domeniche più anonime dell’anno, forse a causa del moderato maltempo, dell’elevata umidità che hanno indotto i paesani e i valligiani a starsene ben chiusi a casa, con il fuoco della stufa acceso, nonostante la metà del mese sia a pochi passi. Giornata dedicata al riposo e ai passatempo preferiti. Finalmente da oggi la nostra regione è in fascia arancione: non è che cambi molto, ma almeno è un passo in più verso la normalità. Come abbiamo detto anche ieri, sul fronte epidemiologico le cose vanno un po’ meglio e si può ben sperare in un ritorno graduale verso la vita normale. Auguriamo a lettrici e lettori una buona settimana di lavoro, impegni e salute.
11.04.2021, Malediazione alòle mosche
Sono già in circolazione, forse ancora un po’ intorpidite, ma sono oramai presenti nella nostra realtà quotidiana. Quante volte le cacciamo quando si posano sul pane o sulla carne che abbiamo nel piatto. Tutto ciò che è materia organica attira le mosche, che si spostano indifferentemente dalle feci alla tovaglia della tavola. Depositano mille uova nei loro 8/10 giorni di vita. Questo volo continuo tra i cibi dei piatti, la cucina e qualuque sostanza in decomposizione è causa di malattie. Eppure le mosche si tengono pulite. Passano molto tempo a strofinarsi le zampe poiché i peli che ricoprono gli arti sono il loro organo sensitivo maggiore; attraverso i peletti, individuano le numerose sostanze con cui vengono a contatto e per riconoscerle hanno bisogno che siano perfettamente puliti. Per fuggire dal pericolo, ruotano sul proprio asse, generano 200 battiti di ali al secondo e possono modificare l’assetto di volo in un centesimo di secondo. Non c’è da stupirci se poi non siamo in gradi di catturarle, tranne che con lo scacciamosche la cui forma distoglie l’attenzione della sua vista, quanto basta per annientarla. Hanno solo un aspetto positivo, questi fastidiosi insetti: sono impollinatori, secondi solo alle api. Un tempo in paese tra stalle, letamai vicino a casa, porcili e pollai, le mosche erano un autentico flagello.
10.04.2021, Due abili (quasi) veterinari (3/3)
Pio e Mario si consultavano a vicenda. Si scambiavano informazioni ed esperienze al punto di essere esperti quanto un professionista. È successo che nei pascoli, oppure nel fieno, si celasse un pezzo di filestrìn (fil di ferro) e questo era un guaio per la mucca o il toro. Lo stomaco dell’animale si gonfiava enormemente, l’infezione procurava febbre altissima e grandi dolori. Davanti a questi casi era necessario intervenire in breve tempo, finchè il bovino stava sulle proprie zampe. Entrava in azione Pio con una specie di punteruolo che infilava con un colpo secco in un preciso punto del ventre della mucca, senza ledere organi vitali. In più casi è è sentito un autentico fischio causato dalla fuoriuscita del gas, come un palloncino gonfiato e lasciato libero. Era la salvezza della mucca e l’aria era irrespirabile a causa dei miasmi dell’infezione. Un giorno Gino Bazavòn, alla cui mucca successe la stessa cosa, disse: «Nardìn sam! -Faccio da solo». Purtroppo si confuse e colpì con il punteruorolo il lato opposto del ventre della mucca, la quale tra dolori indescrivibili, fu caricata sul carro e portata a San Pietro, di fronte al Belvedere, ora casa Menichini, dove c’era un macello.
09.04.2021, Due abili (quasi) veterinari (2/3)
A volte non c’era tempo per chiamare il medico-veterinario, spesso non c’erano i mezzi per far fronte alla spesa del suo onorario. Sta di fatto che si chiamavano al capezzale della bovina i nostri due paesani, alti di statura (caratteristica fontamentale), persuasivi nel comportamento con l’animale, capaci di mettere le mani nel punto giusto. Molto spesso era necessario letteralmente entrare con le mani all’interno del parto, legare il vitellino con una corda “al collo” e aiutare la fuoriuscita del neonato. Erano le ultime fatiche della mucca, prima di crollare a terra esausta dagli stenti, ma una volta nato il piccolo, tutto passava in pochi minuti. L’operazione richiedeva grande abilità, una tempistica molto veloce, condizioni di igiene che garantivano la salute di mamma mucca. Non era certamente uno spettacolo per bambini, anche perché gli operatori sempre si ritrovavano inondati di liquami, dalla testa ai piedi. O così, oppure miseria. Grande era la gratitudine dei proprietari degli animali nei confronti di queste persone, le cui mogli molto spesso dovevano provvedere al lavaggio degli abiti …
08.04.2021, Due abili (quasi) veterinari (1/3)
La vita di sussistenza di numerose famiglie del paese, e questo fino a una cinquantina-sessantina d’anni fa, era garantita da tre fattori principali: dall’assenza di gelate in questa stagione a fioritura in atto, dall’assenza di grandinate e nubifragi estivi e (soprattutto) dalla salute degli animali della stalla. Quando la mucca restava incinta, c’era festa in casa: si progettava la vendita del vitello o vitellone e il denaro ricavato andava suddiviso in piccoli ma importanti rivoli, quali il pagamento delle imposte presso l’esattoria di San Pietro al Natisone, saldo di qualche debito in negozio, saldo di qualche prestito ricevuto. In alcuni casi il parto andava male, appariva complicato, si rischiava di perdere non solo il vitello, ma a anche la mucca, straziata dalla fatica e dal dolore. Non solo in paese, ma anche nel circondario, quando le cose si mettevano male, non restava altro che sentire la seguente frase: «Poklič Pìjaš al pa Mario» – chiama Pio (papà di Ada) o Mario (nonno paterno di Patrizia e Laura). Erano considerate persone esperte …
07.04.2021, Il sesso debole (maschile)
Era definito “il sesso debole”. Invece sembra che le donne siano più resistenti degli uomini in quasi tutti gli ambiti della salute. Nel mondo le donne vivono in media dai quattro ai sette anni più degli uomini e il divario cresce con l’aumentare dell’età. In Friuli, su cento centenari, 80 sono donne. Reagiscono meglio agli agenti patogeni, che si tratti di virus o batteri, si ammalano meno di cancro, mentre gli uomini hanno un rischio di contrarlo del venti per cento in più. Le donne sono meno esposte ai disturbi dello sviluppo, come autismo, deficit dell’apprendimento, balbuzie, che nei maschi. Anche i numeri della pandemia in corso parlano chiaro: meno donne ammalate e tasso di mortalità inferiore rispetto ai maschi. Sopportano meglio il dolore: picchi la moglie e non le fa niente -scherziamo, è una battuta!. Secondo gli studiosi, si tratta dei cromosomi: X e Y. Il maschio ha X e Y, come tutti i mammiferi e la femmina due X, uno ereditato dal padre e uno dalla madre. Quindi non più un solo cromosoma (X) come si riteneva fino a pochi anni fa, bensì due che offrono maggiori possibilità di sopravvivenza. Uno “scherzo” della natura per garantire la prosecuzione della nostra specie. A proposito di cromosomi, storica è la risposta di una madre del Friuli, quando la maestra ha spiegato che l’handicap del figlio è causato da due cromosomi identici, anziché da uno: «Miôr un in plui che un in mancul», “meglio uno in più che uno in meno”.
06.04.2021, Pasqua e Pasquetta 2021
Potrebbe sembrare un gioco della “Settimana Enigmistica” o del “Grossdruck Rätsel” – per chi ci segue da Germania e Austria: trova (se ci sono) le differenze tra Pasqua-Pasquetta 2020 e Pasqua-Pasquetta 2021. Nessuna! Due edizioni identiche, anche se per certi versi, quella del 2020 era peggiore: la Protezione civile lanciava continui lugubri messaggi di invito a starsene chiusi in casa. Questa forse è l’unica differenza e non da poco. Del resto le vacanze di Pasqua 2021 sono state caratterizzate da giorni trascorsi in casa, con la possibilità di effettuare qualche passeggiata, magari con la scusa di andare a cercare un po’ di aglio orsino lungo le rive boscose del Natisone. Tutto qui. Ma il prossimo anno, da vaccinati, passeremo alla riscossa soprattutto sull’onda del famoso detto “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”. Serenità e buona salute, queste sono state le note più evidenti di quest’edizione pasquale in paese e anche nelle Valli. Un anno in cui sono finite anzitempo tutte le uova di pasqua dai negozi, comprese quelle tre, a 350 euro di una pasticceria di Cividale, dove in una di queste era contenuto un Rolex, mentre nelle altre due un oggetto senza valore di pari peso e ingombro. Ieri pomeriggio il cielo coperto e un’arietta fin troppo fresca hanno suggerito senza ombra di dubbio il relax domestico, il riposo in vista della ripresa delle incombenze feriali. Riprendiamo gli aggiornamenti, buona settimana corta, anche in nostra compagnia.
03.04.2021, Riti e aneddoti del Sabato santo
L’appuntamento principale del Sabato santo era la benedizione dei cesti di Pasqua, una ricorrenza tra le più gradite perché si raggiungeva la cappella con i cesti stracolmi di cibi per essere benedetti, da disporre sulla tavola imbandita del giorno dopo. Per la seconda volta, l’emergenza sanitaria ha cancellato la tradizione. In un angolo della vecchia osteria si preparava una piccola pira di legna a cui era dato fuoco, per poi distribuire la brace nelle stufe di tutto il paese. Racconta la leggenda che alla fine degli anni Cinquanta, la sacrestana di San Pietro al Natisone dimenticò il silenzio delle campane da giovedì a sabato santo. Era un venerdì sera di un anno bisestile e senza accorgersene, forse per abitudine, andò nel campanile della chiesa parrocchiale e suonò l’Avemaria “illegale”. Ebbene, sarà stata una doppia coincidenza, anno bisestile e “trasgressione” alla regola, sta di fatto che la Valle fu colpita da diverse grandinate estive, che azzerarono certi raccolti. È tempo di laskotàz e barlìuka, due attrezzi molto rumorosi, che facevano le veci delle campane mute. I ragazzi del paese percorrevano di corsa le vie e i borghi con questi strumenti dal rumore infernale. La barlìuka più rumorosa, e quindi più efficace, era quella di Beppino Mattelig. È solo dagli anni Settanta che si benedice il fuoco a Ponteacco. Altrimenti era prerogativa della chiesa di San Pietro. Si accendeva un autentico falò e si radunavano tutti i ragazzi di Ponteacco, Sorzento, San Pietro, Vernasso, Azzida. Era questione di pochi minuti; per guadagnarsi una mancia, era necessario arrivare a destinazione con le bronze ardenti. Andò male a Zolìn: arrivato in bici a Sorzento, con un bel recipiente di braci, si scontrò con Cristina (mamma di Silvana). I due finirono a terra e addio alle braci. Poco dopo, come nella favola della volpe e della tartaruga, arrivarono a piedi Giovanni Coren e Claudio Golles: pian-piano riuscirono ad arrivare a Ponteacco, a distribuire le braci e a godersi la meritata mancia (un uovo o qualche spicciolo). Redazione in pausa fino a martedì alle 07:00. Buona Pasqua!
02.04.2021, Il “bed working”
Sembra che il quaranta per cento delle persone che hanno adottato il lavoro da casa (smart working, che in lingua inglese non ha senso), lavori lungo-disteso, prevalentemente sul letto. Il fenomeno avrebbe due spiegazioni: per chi vive in una casa piccola, o comunque con bambini costretti alla chiusura delle scuole e a far lezione tra le pareti domestiche, la camera da letto è spesso l’unico luogo in cui poter avere un po’ di pace. La seconda è che a letto si sta comodi, nonostante gli ortopedici e chiropratici ammoniscano sulle conseguenze a lungo termine. Immediatamente sono nate le prime guide e i primi consigli: poggiare il personal computer su un vassoio o un tavolinetto pieghevole (tipo quelli da colazione), o almeno un cuscino, in modo di non surriscaldare le coperte e permettere la corretta ventilazione del computer; mettere snaks, stuzzichini, bicchieri e tazze sul comodino per evitare spargimenti sul letto; tenere un cestino a portata di mano con penne, block-notes e cellulare; aggiungere qualche cuscino dietro la schiena; non stare in pigiama, ma indossare abiti comodi. Naturalmente ci sono i favorevoli e i contrari, come in tutti gli aspetti della nostra vita. Dopo i giovani, spesso definiti “sdraiati”, ora è il tempo degli adulti che, in piccola minoranza, li possiamo definire “coricati”.
01.04.2021, Patentino Dad per i giovani
Sono proprio i giovani a soffrire di più dalle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. In molti sostengono che l’epidemia lascerà tracce molto importanti nel nostro modo di comportamento in società. Probabilmente saremo più individualisti, tenderemo a starcene a casa, le uscite saranno con il contagocce. È uno scenario davvero preoccupante quello che si presenta per il futuro. E poi c’è la didattica a distanza che è testimone dello sfacelo di ciò che un tempo è stata la scuola. Per aiutare i ragazzi a gestire il lato emotivo dell’esperienza in Dad (didattica a distanza) e in generale del “web”, è partito un paio di settimane fa proprio dal Friuli il progetto-pilota del “patentino della navigazione sicura” (PNS?) che comprende quattordici ore di formazione per ragazzi dagli 11 ai 13 anni e per i loro genitori, in cui si acquisiscono le competenze anche per gestire le emozioni quando si è online e per il benessere generale. È uno strumento indispensabile anche per i genitori affinché capiscano le insidie dei social-network e quanto queste possano minare la costruzione dell’autostima di un adolescente. Per gli studenti è utile comprendere che le regole del mondo reale contano anche sul web.