10.11.2020, La nostra generazione “Z”

   I giovani d’oggi sono totalmente immersi nella tecnologia, con tutti gli svantaggi che quest’immersione comporta. La tecnologia ha influenzato (diciamo: annullato) le loro opinioni e plasmato l’atteggiamento verso marchi e istituzioni. Fa impressione che un giorno proprio questi ragazzi, molti senza né arte, né parte, né cultura saranno i padroni del mondo. I ragazzi tra i 13 e i 19 anni costituiscono una generazione molto preoccupante: sono cresciuti nella recessione globale, nel terrorismo internazionale, nella pandemia, sono impermeabili a stimoli culturali, incapaci di leggere a fondo un articolo di giornale, utilizzano un linguaggio incerto utilizzando la metà dei vocaboli dei genitori, scrivono con difficoltà un tema o, peggio, un riassunto. Così, oltre allo stereotipo dell’adolescente pigro, ci auguriamo che nasca la voglia di rimettere assieme i cocci lasciati dagli adulti e portarli ad interessarsi alle questioni economiche ed etiche, come il cambiamento climatico o altro. Riponiamo speranza che la reperibilità di informazioni da una parte e il potere dei social-media dall’altra, alimentino il loro attivismo sociale. Insomma, un grande risveglio in cui prevalgano i principi dell’inclusione e della multiculturalità. La situazione, però, è molto seria.

09.11.2020, Ieri in paese

Essendo il Centro chiuso, il nostro appuntamento del lunedì si concentra sul paese. E c’è poco da concentrarsi perché la giornata di ieri è stata vissuta un po’ sottotono, una domenica per molti dimenticabile. Poca gente in giro, forse 3-4 persone hanno imboccato il sentiero naturalistico che porta al fiume. Due sole le persone che in pomeriggio hanno portato “Bobi” a spasso, parcheggio semivuoto, utilizzato anche come sosta e travaso da macchina a macchina. Il dopocena è stato caratterizzato dalla calma assoluta, dalla mancanza totale di traffico sulla statale. I paesani sono divisi in due categorie: chi ha gran paura del virus e chi è più fatalista, che si affida alla sorte. In giro, nei centri commerciali, spuntano già le prime luminarie di Natale, nella speranza di passare belle vacanze, o quantomeno accettabili. Mai avremmo pensato di vivere quest’esperienza! L’augurio di una settimana piacevole, soprattutto in salute, giunga a lettrici e lettori da Pro Loco Ponteacco.

08.11.2020, Due giocattoli di chi oggi è adulto

Alla fine degli anni ’70 spopolava il gioco del “Click-Clack-Kugeln”, le palline di plastica dura, collegati con un filo a una piastrina che si teneva ben salda tra il pollice e l’indice. Ovunque si sentiva il vorticoso click-clack delle palline che si scontravano prima in alto, poi in basso, ad altissima velocità. Tutti abbiamo giocato, a costi di farci le unghie nere. Il gioco è durato una o due estati ed è stato uno dei simboli della fine di quel decennio, quando negli allora juke-box spopolavano i Bee-Gees, gli Europe, Silvester. Il juke-box di Benito, infatti, era sempre aggiornato. L’Ungheria era ancora comunista, si entrava solo con il visto quando nel 1984 l’architetto e “designer” Erno Rubik (76) inventò il famoso cubo, il diabolico oggetto colorato che ha fatto impazzire il pianeta -ad oggi risultano venduti oltre 350 mln di pezzi. Tutti si sono ritrovati tra le mani almeno una volta questo cubo colorato che ha generato moltissime gare anche in paese. Un ragazzo polacco riuscì a risolvere la corretta combinazione dei colori in soli 20 secondi.

07.11.2020, La chiusura del Centro

   Informati i Consiglieri, ieri alle 16:00 il Centro è stato chiuso fino a domenica 06 dicembre. Le motivazioni della chiusura, nostro malgrado, sono note: la pandemia, i numeri importanti anche in FVG, la sensazione di essere assediati dal virus, il pericolo di contagio e l’osservanza delle disposizioni. Ieri mattina è stato chiesto un consulto all’UNPLI (Unione Pro Loco) di Villa Manin e così ci è stato risposto dopo alcune ore: “DPCM 3 novembre 2020: articolo 1, lettera f): sono sospese le attività di palestre, piscine … nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi … A tal proposito -ci scrive l’UNPLI- abbiamo contattato i referenti della Polizia Locale competente per il vostro territorio (UTI del Natisone) i quali ci hanno confermato che la vostra attività si configura indiscutibilmente come “circolo ricreativo” e che il DPCM non si presta a interpretazioni alternative”. L’inosservanza di tale norma sanziona il presidente con 400 euro di multa, l’associazione con altri 400 e nel caso si verifichi un contagio collegato con l’attività, la segnalazione all’autorità giudiziaria del presidente con l’accusa di procurata epidemia colposa. Da qui la decisione. Ci rivedremo al Centro a dicembre. Speriamo con altro spirito e con maggiore serenità. Vi invitiamo a seguirci su Facebook e sul nostro sito per essere al corrente dei fatti, per sentirci vicini.

06.04.2020, La passione tutta friulana (e non solo) per le bionde

   Ah, la birra! Quanto ci piace. «Tutti noi abbiamo bisogno di credere in qualcosa: io credo che fra poco mi farò una birra», questa era in sintesi la filosofia di Homer Simpson, condivisa dalla maggior parte dei friulani. La birra, possibilmente friulana come la Gjulia e la Moretti, è uno dei simboli della convivialità, dell’amicizia, dello stare insieme alla friulana. Per il 60% dei nostri corregionali, infatti, la birretta in compagnia è diventata un rito sociale. A Ponte San Quirino la fabbrica funziona benissimo e recentemente è stato aperto anche un fast-food per accompagnare la preziosa bevanda con qualcosa di saporito. Il superamento dell’emergenza sanitaria ci riporterà nuovamente a quest’abitudine e perfino nel primo “lockdown” si vedevano a UD persone che brindavano da un terrazzo all’altro con un bel bicchierone di birra. Il successo della bionda si spiega anche con l’antico legame tra la birra e i momenti di effervescenza sociale, di scambio, di feste all’aperto, della gitarella a Monaco nei fine-settimana di settembre e inizio ottobre per l’Oktoberfest, tranne quest’anno. Già, la Germania dove la birra si chiamava un tempo «Radigost», dal croato “Radi+gost” (felice ospite).

05.11.2020, Ricordi di tanti anni fa (3/3)

   Ultima parte delle tre notizie inviateci da una nostra lettriche che ringraziamo: “Alla fine di ottobre o inizi di novembre erano stati fatti quasi tutti i lavori: spannocchiare, tagliare a pezzetti le mele e fatte seccare, sistemare le prugne secche, preparare “il guardaroba” invernale. Le mamme che sapevano cucire, con le loro macchine da cucito facevano veri miracoli. I cappotti e le giacche venivano rivoltati. Quando il tessuto era troppo consumato ,se ne usava una parte per fare una gonna. Le maglie venivano disfatte e anche con lane  di colori diversi, si facevano nuove maglie. Spesso i bambini portavano pantaloni corti anche d’ inverno e le bambine non portavano pantaloni, ma gonne e vestiti. I primogeniti erano fortunati, perché avevano vestiti nuovi o quasi (spesso ricevuti da cugini più grandi). I fratelli e le sorelle dovevano accontentarsi di portare gli abiti smessi. Pochi possedevano un cappotto . Le donne usavano uno scialle, grande e nero. Tutto veniva riciclato. Non conoscevamo la parola ” spreco”. Al giorno d’ oggi vediamo che molti giovani, e meno giovani, portano pantaloni strappati, orgogliosi di sembrare poveri. Più grandi e vistosi sono gli strappi, più si viene ammirati”.

04.11.2020, Ricordi di tanti anni fa (2/3)

   Seconda parte delle notizie preparate da una nostra lettrice molto affezionata: “Al giorno d’oggi le case sono riscaldate e chi usa legna come combustibile, se la fa portare a casa, bella tagliata su misura. Molti usano il fornello anche per cucinare, non solo per scaldare la casa. Fino a poche decine di anni fa, tutti avevano un fornello (la cucina economica) e pochi avevano anche una stufa per il riscaldamento. La mamma si alzava il mattino presto, accendeva il fuoco, scaldava l’acqua , si occupava della mucca in stalla, dava da mangiare alle galline e poi faceva alzare i bambini. Il fornello rimaneva acceso per poco per venir riacceso per cucinare il pranzo. Nel pomeriggio chi faceva i compiti per la scuola lo faceva al freddo perché si accendeva il fuoco nel tardo pomeriggio per cucinare la cena e far asciugare il bucato appeso in cucina. Molti uomini erano emigrati all’estero e tornavano solo per brevi periodi a casa. Quelli che vivevano nella valle avevano mille incombenze in campagna ed in montagna. Preparavano il fieno e tagliavano la legna che portavano a casa dove, poi, veniva segata ed accatastata. I bambini aiutavano anche con queste incombenze. Negli anni ’50 è arrivata l’ acqua nelle case ! Prima, molte volte al giorno, bisognava andare alla fontana a prendere secchi d’ acqua. Il sabato pomeriggio, questi secchi venivano lavati e lucidati alla fontana del paese. Le bambine facevano a gara ad avere il secchio più lucido.

03.11.2020, Ricordi di tanti anni fa (1/3)

   Riceviamo tre preziosi contributi alle news redatti da una nostra affezionata lettrice. La News era finita erroneamente in “bozze”. Ci scusiamo per il ritardo: “Siamo arrivati a novembre. Lo scorso mese è trascorso velocemente e nel passato il mese iniziava con vari impegni, per grandi e piccini. Si tornava a scuola: tutti indossavamo il grembiule nero, ingentilito da un colletto bianco col fiocco. Il grembiule era o troppo grande (nuovo!) o dell’anno precedente e dunque troppo corto e stretto. Le giornate erano ancora tiepide e non occorrevano altri indumenti. Le scarpe erano di tutti i tipi, normalmente molto usate o talvolta rotte. Esistevano ancora i ciabattini (come a San Pietro il vecchio Quendul) , che riuscivano a dare una seconda vita alle nostre calzature. Ma molte nostre mamme facevano a casa delle scarpette con materiale di scarto. Nel pomeriggio i bambini dovevano aiutare i genitori a casa e in campagna. Decine di anni fa si vendemmiava alla fine di settembre/ inizio di ottobre. Si andava, dunque a vendemmiare e portavamo a casa i pesanti cesti di uva, appesi all’arconcello. Si andava anche, volentieri, ad aiutare i vicini. C’ era la raccolta delle mele e delle pere che bisognava portare a casa e disporle in soffitta. Tutta la casa profumava di frutta! Si raccoglievano le noci e le castagne. Tutti lo facevamo, talvolta brontolando quando il mallo delle noci ci macchiava le mani ed i ricci della castagne ci riempivano le mani di ferite. Ma eravamo orgogliosi di contribuire all’economia della famiglia, quando molti prodotti venivano venduti”.

02.11.2020, Ieri al Centro

   Grazie a Claudia e Paolo per il turno di ieri, portato a termine con successo poco dopo le 13:00. La sala, come al solito accogliente e ben riscaldata, ha fatto sfondo al momento di convivialità. La vicepresidente ha detto: «Sono momenti difficili, ma non possiamo sottrarci dall’obiettivo e dall’impegno di offrire un momento di svago, un brindisi o un aperitivo in compagnia ai nostri soci». La domenica è trascorsa nell’osservanza delle disposizioni in materia si presenza e distanziamento. Le conversazioni hanno toccato vari argomenti: si è parlato di funghi con Enzo che ne ha raccolti moltissimi, tutti chiodini di piccole o medie dimensioni, dell’andamento dell’epidemia che preoccupa per gli alti numeri presenti in regione, del funerale di domani. La Commemorazione dei defunti, l’ipotesi di un nuovo lockdown, il funerale di Sara, beh, c’era poco da stare allegri. Auguriamo una buona settimana, almeno con il morale un po’ in ripresa.

01.11.2020, Tutti vicini a Silvano

Tutti vicini a Silvano

   Silvano, Patrizia, Elena e Ilaria sono stati circondati da molto affetto. Ieri un notevole afflusso di persone in casa ha reso quasi difficile la gestione della giornata per il rischio-Covid. Ma il sentimento ha prevalso sugli appelli delle autorità in fatto di prevenzione e in paese la scomparsa di Sara ha lasciato tutti rattristati, addolorati. Esce di scena una persona che ha dato tanto al paese, sostenitrice di tutte le iniziative della Pro Loco, nonostante il peso delle avversità che le ha riservato la vita. Ilaria ha reagito con una forte reazione emotiva, quella di una bambina che si trova ancora una volta privata di un importante affetto; Elena perde l’orgoglio della nonna, sempre pronta a sostenerla nelle sue scelte della vita; Patrizia è sicuramente esausta da anni passati a organizzare funerali. Il nostro pensiero di grande affetto e supporto va a Silvano che dovrà riorganizzare la propria vita senza la persona con la quale ha condiviso tutto. Contingentato il numero di presenze ieri sera al Rosario e anche domani al funerale, che si svolgerà nella chiesa parrocchiale di San Pietro al Natisone alle 14:30. A fine messa sarà possibile salutare il feretro di Sara con l’appello al non assembramento, prima dell’avvio alla cremazione.