03.03.2022, La vicenda degli alambicchi (2/2)

   Mezzana era un posto sicuro per distillare la grappa. Il paesino era raggiungibile solo attraverso due mulattiere che garantivano, come si dice oggi, la “privacy” delle persone che distillavano nelle stalle, ma anche nei “patòk”, gli anfratti del terreno difficilmente individuabili e che davano la garanzia assoluta di un’eccellente qualità. Le mulattiere erano presidiate, visto che i versanti della montagna erano costituiti da vaste aree prative che garantivano la visibilità in caso di visite sgradite. Nella prima metà del secolo scorso erano i ponteacchesi a portare le susine a Mezzana, distillavano il prodotto e rientravano con i bottiglioni pieni del prezioso liquido. Le vinacce erano una specie di sottoprodotto della distillazione, all’inizio la prima parte aveva una forte concentrazione di etanolo, non solo nocivo, ma letale se assunto in quantità. Possiamo definirla “civiltà della distillazione”? Con la pazienza di controllare tutte le lente operazioni, con un’enorme carico di esperienza, con tutti gli assaggi per valutare la qualità del superalcolico! Oggi di quella civiltà esiste poco e niente. Le susine neppure si raccolgono e i pochi che svolgono ogni tanto quest’attività lo fanno più per passione o curiosità. E sono molto pochi.

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