08.07.2024 Recensione.

(Articolo di Franco S.)

L’obelisco nero, di Eric M. Remarque.Neri e Pozza 2023. Atmosfera postbellica, con barometro che segna tempesta in una primavera dei primi Anni Venti. In una Germania piegata da una forte crisi politica ed economica e tuttavia alla ricerca di rivincite, si lotta per non cedere ai fermenti di drammi peggiori. Un gruppo di reduci della Grande Guerra, giovani e intellettuali, scoprono di avere ingenuamente difeso anche quella parte di patria che meritava di essere mandata in malora. Le vicende ruotano attorno al campionario di sepolcri esposti nel giardino della ditta di monumenti funebri H. Kroll e Figli, a Werdenbrück. Gli affari prosperano sebbene i tempi siano duri, ma per effetto di un meccanismo perverso generato dall’iperinflazione, più si vende più il bilancio si impoverisce. Una scrittura dall’efficace vigore narrativo approfondisce i temi della guerra, del suo
nonsenso e dei suoi disastri, mentre tutti i personaggi, nonostante l’intreccio spassoso, fanno i conti con un presente precario e un futuro incerto e la morte, così presente nel titolo e nella missione della ditta, si trasforma nell’ironica e beffarda caricatura di se stessa. Ai margini, non perché irrilevante, il protagonista prova il desiderio di un legame profondo, seppure problematico, con un’ammalata del manicomio cittadino, il luogo ideale in un mondo schizofrenico per capire che la vita è sempre diversa da quella immaginata. Forse il romanzo più bello di Remarque, in cui emerge la sua definita e schierata anima pacifista. Dopo averlo letto viene voglia di riflettere.



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