12.11.2020, Preziosi ricordi (1/3)

C’erano alcuni riti ed usanze che ci piacevano. La mattina del primo novembre ci radunavamo, muniti di un sacco e, cominciando dal quartiere delle tre case sulla via Nazionale, andavamo in corteo, di casa in casa, a pregare per i defunti della famiglia di chi ci apriva la porta e ci offriva qualcosa. Normalmente ci davano un pezzo di pane e pochi altri una monetina. Qualche porta non si apriva, ma lo sapevamo in anticipo in quanto le mamme ci avevano messo al corrente in quali case abitavano i poco generosi. Erano ben organizzati Pietro Fulla (Emaz) e la  sua gentile consorte Gemma. La signora veniva da Orzano; in età matura si erano conosciuti e sposati. Arrivati davanti alla loro casa dovevamo metterci in fila, in silenzio e poi pregare con serietà e devozione. Poi, potevamo entrare uno alla volta, dire il nostro nome e stendere la mano per ricevere il tanto desiderato soldino. Anche il colonnello aveva preparato una manciata di monete da distribuire. La signora Diana ci regalava caramelle (una rarità). Dopo un’oretta il sacco era pieno e correvamo a casa contenti sapendo che la mamma ci avrebbe fatto delle buone cose da mangiare con il pane da noi racimolato. I soldini potevamo tenerli per spenderli la domenica pomeriggio quando si andava a San Pietro ai Vesperi e passavamo prima nel negozio di Gigetto dove compravamo una “tiramolla” (liquirizia) o una carruba (!) o una caramella.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *