15.02.2022, La lana, riparo dal freddo e dal bisogno

Un tempo nessuno acquistava i maglioni in negozio. Erano fatti in casa con la lana comprata in matassine o in gomitoli. Era compito delle bambine stendere le mani, inforcare la matassina tra le due braccia e assistere alla creazione del gomitolo. Erano maglioni dall’aspetto forse un po’ grossolano, ma riparavano bene dal freddo. Sferruzzare era una necessità per far quadrare i conti delle famiglie; oggi lavorare a maglia o all’uncinetto è un toccasana per il benessere fisico e psicologico. Chi ha raggiunto la quarta età e magari è ospite della Sirch di San Pietro al Natisone lo fa ancora, tenendo in esercizio le mani, la vista e l’attenzione. Se queste attività si praticavano anche da giovani, i gesti antichi alimentano i ricordi e le emozioni. Una signora ci ha detto: «Avrò avuto 7-8 anni quando ho iniziato a fare i primi punti. Eravamo poveri e i ferri di diametro piccolo o grande, ce li passavamo tra paesane. Quando rimanevano resti delle varie matasse, si creavano maglioni variopinti, oppure le cuffie con la pallina attaccata o legata a mo’ di spago. Era bello passare i pomeriggi con quei semplici arnesi sottobraccio, mentre oggi ho trovato aiuto proprio nella lana per superare la solitudine della pandemia. Sono riuscita a preparare alcune cuffie e golf da regalare ai miei parenti». Il bisogno del tempo che fu si è trasformato in bisogno attuale, come dire che la lana fa bene due volte: a chi la maglia la fa e a chi la riceve.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *