16.02.2022, Le Màkota (1/4)

    Si tratta di una vasta superficie boscosa tra Ponteacco e Sorzento con sembianze più vicine alla collina che alla montagna e suddivisa in numerose particelle catastali. Ci occupiamo di quest’area di bosco ceduo, ricca di castagni e idonea per il taglio periodico delle piante, da cui spesso, come nelle acacie, si formano i polloni creati dalla rinnovazione agamica. Un’area dove sono presenti numerosi sentieri che portano alle varie proprietà. Uno di questi era talmente agevole che permise in trasferimento di una vettura nella bressana, costituita da un appostamento fisso composto da un quadrilatero di alberi chiuso da reti. Al centro dell’area si localizzavano gli uccelli da richiamo, ai quali si tagliavano crudelmente le timoniere e le remiganti allo scopo di impedirne il volo. Gli uccelli di passo, attirati dai richiami, si calavano all’interno dell’area. L’uccellatore, azionando con una pertica o una fune, provocava lo sbattimento di una serie di barattoli che, spaventando gli uccelli, li spingeva verso la rete. Questo metodo di aucupio oggi è severamente vietato, ma non del tutto scomparso. Si tratta sicuramente di un traguardo della civiltà. Alcuni decenni fa la bressana era diffusa un po’ovunque e quella delle Màkota fungeva anche da autentico rifugio per l’uccellatore, dove poteva riposarsi, attendere nel comfort, ristorarsi e così via. Ora dell’impianto è rimasta solo qualche traccia innocua, parte della capanna e la vettura oramai più che arrugginita e invasa dalla vegetazione …

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