17.05.2022, Klabùk e fazù – Cappello e fazzoletto (1/3)

   A volte ci capita di recuperare alcuni argomenti trattati nelle news già pubblicate. Lo facciamo non certamente per “ricopiare” temi già scritti, semmai per aggiungere novità o contesti su quanto già svolto a suo tempo. Sicuramente ci siamo già occupati di cappelli e fazzoletti e dopo alcune ricerche abbiamo trovato altri aspetti che integrano ciò che abbiamo scritto. Tutti gli uomini non solo del nostro paese, dalla chiamata alla coscrizione fino al termine della vita, indossavano il cappello. Non si usciva da casa privi di copricapo. Era considerato un gesto poco riverente verso la società. C’era il klabùk -cappello- della festa, generalmente elegante, rifinito, estivo o invernale, c’era il cappello da lavoro che aveva lo scopo principale di proteggere la testa dai raggi cocenti del sole e non di rado c’era un terzo cappello più strapazzone, adibito all’esecuzione di lavori meno puliti o più carichi di polvere, come ad esempio il trasporto e lo stoccaggio del fieno. I cappelli si acquistavano da Bier, a Cividale, un negozio specializzato che ha fatto la fortuna ricoprendo il capo di tutto il mandamento. Se è vera la teoria del capello poco ossigenato e quindi destinato a calvizie precoce, l’uso continuo del copricapo può essere la causa di irreversibili “pelate” presenti in uomini anche giovani …

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