19.02.2020, I leccapiedi.

I leccapiedi

   La notizia di oggi prende spunto da una discussione al Centro, domenica scorsa. Anche nel nostro seppur piccolo paese si presuppone ci sia stata, o c’è ancora, la presenza di “leccapiedi”, termine spregevole che indica gli adulatori. Fanno rabbia, usano complimenti falsi per manipolare gli altri, calpestando la verità e la giustizia, oltre alla loro stessa dignità (qualora ce l’abbiano). Nel mondo del lavoro, qualunque esso sia, la figura dell’adulatore c’è sempre stata e alcuni racconti sentiti dagli spettatori di questa vicenda, fanno rizzare i capelli. Eppure, con queste manovre, spesso riescono ad ottenere ciò che vogliono e che magari non meritano. Gli incensatori sono presenti da quando è mondo e soprattutto dal feudalesimo in poi, quando il principe o il padrone andava incensato, coccolato, anche a discapito degli altri. Ecco perché questi personaggi sono definiti con termini carichi di disprezzo: leccac…, lecchino, ruffiano, signorsì. Alcuni anni fa la Corte di Cassazione ha ufficializzato che dare del “lecca…” ad una persona è un’ingiuria in quanto ha una valenza mortificatoria della persona, anche se è la stessa persona … mortificante. Il saggio Dante aveva ficcato gli adulatori nel penultimo cerchio dell’Inferno (dopo i tiranni, gli assassini, gli usurai), immersi nello sterco fino al collo.

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