23.04.2021, I panini di Rosùta

   In fatto di merenda scolastica, gli studenti delle medie e delle magistrali di San Pietro al Natisone del nostro paese, fino agli anni ’70, si dividevano in due grandi gruppi: quelli che si portavano da casa il panino di formaggio e i privilegiati che avevano la possibilità economica di comprasi un buon panino alla mortadella che acquistavano dalla signora Rosùta di Azzida, mamma di Giorgio Missana. Rosùta appariva come una persona piuttosto anziana, con il capo coperto da un fazzoletto nero dai bordi raccolti alla nuca, con il volto consumato dalla fatica o dal sole. Anagraficamente aveva un’età indefinibile, apparentemente ben superiore ai 70 anni, in realtà probabilmente poco più che cinquantenne. La vedevamo dalle finestre del primo piano: mancava poco a ricreazione quando di gran lena pedalava e muoveva il suo triciclo dotato di piccolo cassone dov’erano sistemati molti panini con mortadella profumata. Per superare la breve salita che dal collegio portava al cortile interno delle magistrali-medie, Rosuta premeva a fondo sui pedali, piegandosi quasi all’altezza del manubrio. Il tempo di predisporre i panini sul ripiano e vedersi accerchiata dagli studenti affamati. Il panino costava 100 lire. Dalla fame e dalla voglia di addentare la profumata rosetta con la mortadella, nessuno aveva il tempo di chiedersi dove i panini erano confezionati, quale fosse il lavoro della signora dalle unghie sempre nere (faceva la meccanica? -ci si chiedeva) e cosa trasportasse questo triciclo durante il resto della giornata lavorativa. Eppure nessuno mai è stato sottoposto ad AstraZeneca, Pfizer o J&J: tutti immuni!

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