24.03.2022, La nascita delle Gastaldie (1/3)

   Durante l’Alto Medio Evo, la scarsa popolazione del fondovalle natisoniano era concentrata in piccoli villaggi di poche abitazioni davvero essenziali, in pietra. Si era creata una rete insediativa a maglie molto larghe. Le abitazioni e le poche aree coltivate apparivano come aree immerse in un mare di “silvæ” incolte, dove le popolazioni trovavano nella caccia, nella raccolta di frutti selvatici, di erbaggi e di legna il complemento ai loro bisogni di mera sussistenza. Non si registrarono complicazioni rivendicative sui territorio, almeno fino al XII secolo, quando intervennero l’aumento della popolazione, la conseguente dilatazione delle aree coltivate, degli allevamenti e dei relativi pascoli. Si instaurarono nuove obbligazioni in mano d’opera, legna, animali e cereali a favore dei signorotti feudali che si erano stabiliti sul territorio, spartendoselo. La necessità di regolare l’uso delle risorse naturali, di risolvere le frequenti interferenze con altre comunità (con tanto di omicidi e regolamento di conti) e di opporre qualche difesa alle arroganze signorili, indussero la nascita di rudimentali strutture vicinali, alle quali fu riconosciuta successivamente la “bassa giurisdizione” riguardante le piccole controversie. Alla fine del Trecento nel territorio prealpino del Friuli oientale si erano affermati vari Signori feudali, con tanto di castelli o grandi case padronali: i Prampero, i Frangipane, poi i Savorgnan, Cergneu, Attimis, mentre dipendevano direttamente dal Patriarca di Aquileia le gastaldie di Cividale, Antro, Merso e Tolmino …

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