26.02.2022, Arriva marzo (2/2)

   I fuochi del primo marzo rientravano quasi sicuramente nel filone conduttore delle usanze magico-agrarie e dei riti arcaici pagani di passaggio alla nuova stagione diffusi in tutt’Europa centrale le settentrionale. Quelli di inizio-marzo potevano essere i relitti di celebrazioni di fuoco fatte in occasione dell’antico capodanno. L’usanza dei fuochi di marzo, che oramai nessuno più ricorda, resta comunque misteriosa. Quello che è certo, è che era associata alla metodica osservazione e al controllo dell’inizio  e della fine dei mesi del risveglio della natura, secondo un remoto codice magico della cronologia agraria, che presiedeva i tempi dei cicli della natura. In questo periodo, tra l’organizzazione e la messa in pratica, i riti dell’uomo si accompagnavano armoniosamente alle fasi della natura, come sempre avveniva nei grandi momenti di passaggio della ruota dell’anno e del calendario. In pratica, la data del primo marzo segnava nel lunario popolare l’inizio del manifestarsi della forza vitale, fino ad allora nascosta nelle viscere della Terra. Questi ultimi giorni di febbraio erano vissuti con trepidazione e speranza per il nuovo anno agrario, anche perché le dispense e le cantine, a parte qualche salume, erano oramai quasi drammaticamente vuote.

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