30.06.2022, Breve storia delle osterie del paese: Gorìza (1/3)

   Chiamiamola così per definizione storica, non per un nome consolidato nel tempo. Il locale dove per decenni si è svolta l’attività di somministrazione, oggi appartiene alla famiglia Santo. Ci siamo occupati anche in passato di quest’osteria, ma con il trascorrere del tempo ci giungono aggiornamenti che vale la pena integrare. Il primo gestore dell’osteria, che oramai in pochissimi oggi ricordano, fu una signora del paese molto avanti con gli anni. La ricordano come vecchissima e chissà se avrà avuto sì e no 60 anni. Negli anni della II Guerra mondiale l’attività passò alla Ilva, poi per molto tempo a Diana, fino al trasferimento dell’attività nella grande casa che divenne la sede fissa dell’osteria del paese. Il locale gestito da Diana era costituito da una sala d’ingresso con un bel banco ad angolo circolare in pietra. C’era la macchina del caffè, varie bibite esposte e una specie di tabernacolo dov’erano custodite le sigarette “n” (Nazionali, pacchetto bianco con la lettera di colore blu su rettangolo azzurro), le Alfa (pacchetto rosso con triangolo isoscele bianco e la scritta “Alfa”), le nazionali da esportazione (pacchetto verde con ovale bianco e una nave con vele spiegate e la scritta “esportazione”), le Peer e le Diana (pacchetto bianco con righine orizzontali) che per i bambini del tempo costituivano una divertente coincidenza: Diana le sigarette, Diana la signora che le vendeva. Anche sciolte …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *