Una domenica di autentica estate quella di ieri. Il Natisone ha fatto la parte del leone con moltissimi bagnanti lungo tutto il corso del fiume, dal Napoleonov most (SLO) fino a Premariacco. Nonostante il cantiere che è tuttora aperto al Mulino e il Centro visite ancora chiuso, molta gente anche sulla distesa di pietre e sassi che durerà ancora una settimana. Domenica prossima il fiume dovrebbe essere agibile e il Centro Visite sarà operativo da sabato 25, giorno della possibile inaugurazione dei lavori. Al Centro la mattinata ha richiamato un buon numero di soci che si sono intrattenuti fin poco dopo le 13:00. Della scorsa chiusura, il cosiddetto “lockdown”, c’è una sola cosa che possiamo rimpiangere: il silenzio dell’assenza di traffico. La moda di quest’anno è quella di girare con marmitte delle moto forse anche omologate, ma molto fastidiose per i residenti lungo la statale, il borgo “ta’ na zìast”: alcune moto rumorosissime, il cui fragore piace ai soli conducenti che se ne infischiano di chi sta a casa con le finestre aperte, visto che fa caldo. Anche i ciclisti sono tornati alla grande, singoli o in gruppetti. Partono da Udine o Cividale, raggiungono Caporetto tra la frescura del fiume, le zone d’ombra e il lungo viale prima della cittadina. Auguriamo una buona settimana. La Pro Loco si concentrerà sui prossimi lavori e sull’Assemblea dei Soci prevista per domenica 26 luglio.
05.07.2020, Resoconto sui lavori al fiume
Se tutto andrà bene e se la pioggia prevista per dopodomani non darà problemi, il cantiere del Natisone si chiuderà sabato prossimo. L’impresa ha fatto un bel lavoro. Attualmente il letto del fiume all’altezza del Mulino e della confluenza dei due rami dopo aver bagnato l’isola, appare come un autentico paesaggio lunare. L’acqua del Natisone è convogliata in un canale scavato artificialmente, verso Biacis e al posto dell’acqua c’è un’impressionante distesa di sabbia, ghiaia e sassi. È stata un’emozione venerdì alle 08:30, quando è stato tolto il diaframma che ora convoglia tutta l’acqua del fiume verso Ponteacco, così com’è stato per oltre 250 anni. Il braccio del fiume in questi giornio era diventato una strada per camion,per consentire lo scarico dei grossi massi che formano una protezione per convogliare sempre l’acqua sulla riva sinistra e non sulla destra com’è avvenuto in questi ultimi anni. L’impresa prima di ripristinare il corso del Natisone in tutto il bacino del Mulino, scaverà un “berin” abbastanza vasto, della profondità di circa 4 metri. Come diceva Paolin proprio venerdì, “poi il fiume farà il suo lavoro”. Ci vorranno mesi di portata normale e di piene moderate per ripristinare l’enorme quantità di ghiaia spostata per consentire i lavori. Abbiamo guadagnato più spazio nel punto è stata costruita la scogliera. È stata posizionata la terra vegetale, è stata seminata un’erba specifica che ramifica al fine di trattenere la terra in caso d’acqua alta. Il Centro Visite Mulino rischia di diventare il luogo più bello in assoluto del fiume. A fine lavori entrerà in azione la Pro Loco con i lavori di manutenzione in vista di una festa di inaugurazione che potrebbe svolgersi sabato 25 o sabato 01 agosto.
04.07.2020. Cerchiamo di essere gentili, vivremo di più (2/2)
Attraverso l’espressione di sentimenti positivi si può evitare che le emozioni negative inneschino i meccanismi di stress capaci di influenzare il battito e la pressione sanguigna. Tutti noi ci chiediamo: perché accumuliamo così tanto stress? Quanto ha influito sulla nostra salute la recente emergenza sanitaria? Si tratta di un imperfetto adattamento biologico alla società in cui viviamo. L’evoluzione -secondo gli studiosi- ci ha dotati di un sistema per affrontare situazioni avverse, definibile “combatti o fuggi”. Ecco che di fronte ad uno stato d’ansia, il battito cardiaco accelera e nel sangue il livello di glucosio si impenna per dare lo sprint necessario per fuggire o difenderci. L’eccesso di cortisolo (l’ormone dello stress) è il responsabile di infiammazioni continue. Per stare bene, dunque, dobbiamo cercare di essere felici, gentili, aperti con il prossimo. L’ottimismo è legato a doppio filo alla felicità e questa favorisce la longevità, si sente meno il dolore, ci si sente più sani della media.
03.07.2020, Cerchiamo di essere gentili, vivremo di più (1/2)
La gentilezza, l’ottimismo e la meditazione sono preziosi alleati nella ricerca del benessere, quello psicologico. Sono elementi che possono renderci più sani, quindi più longevi, considerata l’evoluzione della nostra società, ben visibile anche dagli spot pubblicitari: un tempo c’era il martello della Plasmon, i formaggini, il famoso ippopotamo dei pannolini, oggi invece i prodotti per favorire l’evacuazione, per ricomporre le unghie ingiallite degli alluci, prodotti anti-sprizzo in ascensore etc. Il benessere psicologico interagisce con il DNA che a sua volta è collegato allo sviluppo o meno di tumori, insomma esiste un collegamento provato tra stati d’animo e salute. Secondo gli esperti, lo stress cronico ci fa invecchiare precocemente perché accelera l’accorciamento delle estremità protettive dei cromosomi, i telomeri. La mamma di Mabira ha passato una vita a studiare il corpo umano e le sue interazioni con l’ambiente, la psicologia, l’alimentazione. Avrebbe dato certamente ragione alla teoria un po’ difficile da comprendere, che suona più o meno così: “Il telometro del cromosoma è un “marker” dell’invecchiamento, perché diventa più corto per ogni divisione delle nostre cellule che quando raggiungono il loro limite, non si riproducono e quindi si compromette la capacità generativa delle cellule…”.
02.07.2020, I diritti delle piante (2/2)
Le piante possono essere soggetti di diritto? Sono tutte domande che ci possiamo porre, le cui risposte non sono ancora ben chiare. La Dichiarazione si propone di riconoscere il loro diritto alla vita, il diritto a non subire trasformazioni genetiche, a non essere maltrattate per scopi ludici (di gioco), fino ad essere risarcite tramite rappresentanza legale. Si creerebbe una normativa che limiti il loro sfruttamento indiscriminato, uno tra tutti l’albero di Natale, tranciato e poi gettato nelle immondizie dopo una lunga agonia. Il punto centrale che si pone questo comitato di studi, che sta riscontrando vasti apprezzamenti in Italia e in Europa, è che abbattere indiscriminatamente una pianta, senza ragione, deve generare una tensione morale. La scienza da tempo ha dimostrato che le piante possiedono intelligenza e sensibilità e maltrattarle non è più sostenibile. Una Dichiarazione universale modificherebbe il nostro modo di rapportarci all’ambiente, ben più dell’ambientalismo che, secondo questi scienziati, ha fallito. Il signor albero ci ringrazierà.
01.07.2020, I diritti delle piante (1/2)
Un gruppo di scienziati sta proponendo in questi giorni la “Dichiarazione universale dei diritti delle piante”. Gli studiosi sostengono che è giunto il momento di considerare un nuovo soggetto giuridico: le piante, che abbondano nelle Valli e costituiscono il loro patrimonio, seppur un po’ invasivo con paesi ormai inglobati dal bosco, strade a mo’ di tunnel tra le piante, microclima mofificato. La strada per il riconoscimento dei vegetali come «persone non umane», cioé esseri viventi con dignità, autonomia, fini propri e consapevolezza sarebbe già tracciata. Il gruppo propone la Dichiarazione dei Diritti delle Piante, sul modello di quella sottoscritta dall’Unesco per i diritti degli animali. Si tratta di un passo troppo azzardato? Una pianta può essere considerata una “persona non umana”? Possiede una dignità quale essere vivente?
30.06.2020, Le tenebre
La notte fa un po’impressione, non c’è che dire. Anche adesso, non solo quando i nostri nonni e i nostri zii ci raccontavano storie terrificanti che non ci facevano dormire, che non ci facevano neppure cambiare stanza della casa senza la presenza di un adulto. L’altra sera, mezz’ora dopo mezzanotte, improvvisamente si sono messi ad abbaiare contemporaneamente 3 cani del quartiere Lovinza. Cosa poteva esserci fuori? Il solito ladro di biciclette, oppure la presenza di qualcosa di insolito? Qualcuno si è alzato, ha controllato il cortile e le adiacenze senza notare nulla di strano. Incredibile ma vero: il mattino successivo (l’altro ieri), ha rinvenuto una gallina morta nella gabbia chiusa dove ogni sera le abitanti del pollaio trascorrono la notte. Mistero. Non c’era una goccia di sangue, il collo del povero animale era “penzolante”, spezzato. Cose da brividi, che avrebbero potuto ispirare Hitchcock in uno dei suoi fortunati episodi. Ma di notte anche un bel gruppo di cinghiali ha letteralmente arato alcuni campi tra il paese e Biarzo ed è stata pure notata l’impronta molto chiara di un cervo che, probabilmente, scende dalle Teja per poi andare ad abbeverarsi al fiume. E la mattina dopo tutto come prima, come nulla fosse accaduto.
29.06.2020, Ieri al Centro
“Diamo un calcio al Coronavirus”, con questo slogan Federico e Rebecca hanno accolto ieri i soci per una domenica frizzante, accattivante, con molti giovani che sono restati al Centro ben oltre le 13, 14, 15, 16, 17 e 18. C’era un palpabile desiderio di stare assieme, di gustarsi un assaggio di pasta, di dolci, di bere un bicchiere in compagnia. I ragazzi sono un po’ disorientati perché mancano tutte le occasioni di svago e di ritrovo che facevano parte della tradizione estiva: cancellate le sagre, i raduni, i concerti … Ben vengano queste iniziative che danno spazio anche allo sfogo, dopo settimane e settimane di clausura forzata. La giornata di ieri è stata un autentico successo, iniziato in sordina verso le 10:00 e proseguito con un buon affollamento quasi fino a sera. La Pro Loco non può che ringraziare i soci Rebecca e Federico per aver promosso (prima) e svolto (dopo) quest’ultima domenica di giugno. Pian-piano si ricomincia, ci sono le prime prenotazioni, come quella di sabato dov’è stato festeggiato da amici e parenti un quarantenne. Domani al Mulino alle 18:00 si svolgerà il saggio musicale di una scuola di musica. Il Consiglio lavora in vista della prossima riunione dell’Assemblea dei soci. Tra non molto si riunirà anche la fabbriceria della nostra chiesa. Stiamo mettendo a punto i primi dettagli per la prossima inaugurazione dei lavori al Mulino. Piena attività per la nostra Pro Loco, che gode di ottima salute.
28.06.2020, I santi nella nostra cultura (2/2).
I parroci erano propensi ad incentivare la conoscenza e la devozione dei santi e ai fedeli era richiesta l’emulazione della santità in tutto il suo significato morale e religioso per arginare attegiamenti superstiziosi che abbondavano nella nostra Valle. Dunque, la formazione di una cultura religiosa era necessaria, anche con la presenza in chiesa di immagini di santi destinate a svolgere una sorta di funzione educativa che soveva essere spiegata dai sacerdoti. Dopo il Concilio di Trento (1542-1563), svolto nella basilica che abbiamo visitato durante una gita nel capoluogo trentino, si promosse un rigore nella religiosità popolare. Spicca la figura di santa Dorotea, patrona del paese, a cui gli abitanti hanno sempre chiesto sostegno. Il materiale del nostro piccolo museo testimonia la precisione della tenuta dei registri del paese, che risalgono alla seconda metà del ‘600. Oltre all’immagine, ci sono le reliquie della santa in due pregevoli reliquiari che andrebbero restaurati visto che le fettucce identificative si sono consumate nel tempo. Sarebbe lunghissimo l’elenco di tutti i santi venerati nelle Valli a cui ci si rivolgeva per un buon raccolto, per scongiurare pestilenze, ma anche per eludere i rischi della grandine, delle gelate tardive. Una cultura che in parte si è dissolta.
27.06.2020, I santi nella nostra cultura (1/2)
Fin dall’origine dei primi insediamenti umani nelle Valli, queste terre hanno espresso la propria vocazione agricola creando una cultura legata alla terra e ai suoi ritmi: i nostri quadrisnonni e oltre possono essere dipinti, per la maggioranza, come persone semplici, dalla cultura piuttosto modesta, ma di una forte pietà. In un mondo come quello agricolo, lo abbiamo detto più volte, di sussistenza, soggetto ad equilibri precari, la protezione e la presenza divina potevano aiutare a superare o a sopportare le innumerevoli prove che l’ambiente vissuto richiedeva: la fede era salda e molto spesso sinceramente vissuta. Era un epoca assalita da carestie, da guerre, da pestilenze umane e animali e dalle difficoltà collettive e individuali, quindi si moltiplicavano i ricorsi al divino, come appoggio, come fonte di risposta e i primi intercessori presso Dio erano i santi ai quali rivolgersi per richiedere protezione e benefici a Cristo, unica vera salvezza. Tutte le case di Ponteacco avevano un’immagine sacra incorniciata, fissata al muro e spesso con una lampadina fioca, rossastra alla base del quadro …