17.06.2020, Camminare è il segreto della persona in salute (2/2)

   Con l’avvicendarsi delle generazioni, il punto d’ingresso nel cranio si abbassò, così che potessimo guardare in avanti stando eretti, il bacino si allargò e si incurvò per ospitare i grandi muscoli dei glutei, gli arti inferiori si allungarono e il piede smise di essere prensile (presa sui rami), diventando una sorta di molla arcuata per assorbire il peso del corpo e fare da perno. Ecco perché, dunque, ci muoviamo in un modo unico, chiamato a “pendolo inverso”, lasciandoci cioè cadere in avanti, fermando la caduta con la gamba e usando il movimento dell’altra per raddrizzarci e poi sbilanciarsi di nuovo in avanti. Questo ci ha permesso di fare a meno del pelo e quindi di raffreddarci meglio. I nostri antenati poterono così iniziare a cacciare prede inseguendole fino a sfinirle, arricchendo la dieta di carne, favorendo così lo sviluppo del cervello. Il programma motorio umano è innato, essendo incluso nei circuiti cerebrali e nel midollo spinale. Camminare aiuta il cervello a funzionare meglio, migliora la creatività e l’umore, mentre combatte la depressione.

16.06.2020, Camminare è il segreto della persona in salute (1/2)

Fa bene al cuore, ai polmoni, ai muscoli e alle ossa. Il camminare è stata l’arma segreta della specie umana. Nessun esemplare del mondo animale è riuscito a raggiungere ogni angolo del mondo, spostandosi sul terreno. Il nostro paese annovera molte persone di ambo i sessi che si dedicano con passione a questo sport, che sconfina nell’hobby e combattono l’epidemia di sedentarietà che colpisce molta, forse troppa gente. La storia di questa disciplina a portata di tutti iniziò 4 milioni di anni fa, quando i nostri antenati africani, forse privati delle foreste a causa di un cambiamento climatico, si avventurarono nella savana, regno di predatori quadrupedi molto più forti e agili di loro. L’ominide che fino ad allora camminava piegato in avanti, con le nocche delle mani appoggiate a terra, iniziò a reggersi in piedi per controllare il territorio, la presenza o meno di belve feroci. Pian piano, generazione dopo generazione, la colonna vertebrale si adattò a funzionare verticalmente, assumendo una posizione a “S” …

15.06.2020, Ieri al Centro

   L’ultima domenica di primavera al Centro ha portato una ventata di ottimismo e allegria. Un paesano ha festeggiato il compleanno con un giro di aperitivi e caffè. Numerose le persone presenti in sala, sotto il portico e nell’area esterna. Secondo alcuni si potrebbe fare di più in osservanza delle disposizioni in materia di prevenzione sanitaria, mentre altri sono decisamente più “sciolti”, più liberi, senza mascherina e protezioni all’interno, seppur di passaggio. I primi sostengono che tale leggerezza implichi qualche rischio agli altri, ma nel complesso tutti hanno cercato di attenersi alle regole. Il cancello del Centro si è chiuso qualche minuto prima delle 14:00, con la soddisfazione di Laura e Patrizia responsabili del turno. Domenica prossima sarà la volta di Claudia e Paolo. Molta gente a passeggio o in bici sulle strade secondarie, numerosi i ciclisti che hanno ripreso il tragitto che piace a tutti, fino a Caporetto. Auguriamo una settimana proficua, gli orti sono pieni di verdura, le ciliegie sono agli sgoccioli, mentre si stanno preparando le prime pesche, seppur manchino ancora almeno 2 settimane per la loro maturazione. Vi terremo compagnia con la cronaca, le rubriche e le foto. Vi invitiamo a dare sempre un’occhiata al sito del nostro paese.

14.06.2020, Un nuovo approccio con il medico (2/2)

   Consolare l’ammalato è un’arte difficile, ma da sempre chi è malato cerca, oltre a competenza, accoglienza e ascolto. Ecco perché è importante dare ascolto e consultare il proprio medico che non è solo un piazzista di ricette È un grosso errore l’aver ridimensionato l’ospedale di Cividale e addirittura chiuso il Pronto soccorso, che non è mai stata la catena di montaggio di Udine. È proprio di stamattina la notizia apparsa sul Messaggero veneto che l’indica la possibile riapertura del Pronto soccorso di Cividale il prossimo 31 luglio. La classe politica locale si è distinta per inefficienza e disinteresse. Il paziente di oggi sa benissimo che la medicina ha grandi risorse e nutre grandi attese (e pretese) che ritiene possano essere esaudite dalla tecnologia medica. Ma molte di queste attese, in realtà, potrebbero trovare soddisfazione all’interno di una buona relazione con il medico e non con il medico-Internet. Il medico d’oggi non è solo un tecnico della salute, ma un professionista capace sia di sapere e fare, che di comprendere e condividere.

13.06.2020, Un nuovo approccio con il medico (1/2)

   Abbiamo cambiato atteggiamento nei confronti dei medici e del personale sanitario: siamo passati dalle aggressioni al Pronto soccorso agli applausi alle terapie intensive, dalle colorite accuse di malasanità all’ammirazione per chi, rischiando la vita, dà cure, ma anche affetto alle persone malate. È di ieri la notizia che un operatore sanitario su dieci, tra quelli addetti all’intubazione del malato, ha contratto il virus. Chi correrebbe questo rischio? Per queste persone la medicina non è solo una scienza, ma anche una “religione del dovere” che ha per oggetto l’uomo, come essere sia biologico che sociale. In questi ultimi anni, una serie di distorsioni hanno sminuito il lato umano della medicina: dalla frenetica innovazione tecnologica all’aziendalizzazione del sistema sanitario, fino allo strapotere delle multinazionali farmaceutiche…

12.06.2020, Il fiume sia governato dalla popolazione, non dai burocrati (3/3)

   Infatti Ustin Dorbolò e i suoi antenati curavano sì la rosta di deviazione a circa 100 metri dal mulino, lato Ponteacco, ma il loro impegno costante riguardava soprattutto lo sbarramento a monte dell’isola dei Salici (proprietario Carlo Serafini) dov’erano conficcati in profondità tronchi di castagno in verticale e frasche, radici, tronchi ed altro materiale in orizzontale. Dopo ogni piena del fiume due o più persone si recavano su, aggiustavano, tamponavano, miglioravano la struttura costituita da materiale naturale. Oggi il fiume è governato da Trieste, da pseudo-ingegneri idraulici che non si sono adeguati ai tempi moderni, quelli che hanno orientato i lavori idraulici sulla più totale naturalezza: via gli argini artificiali, allargamento dei letti dei fiumi, piantumazione di migliaia di salici. Poi, guai a toccare una pietra del fiume: siamo arrivati a questo! Si rischia un procedimento penale anziché conferire medaglie a chi lo fa. Intanto il fiume deposita-deposita e noi, furbi come al solito, importiamo la ghiaia e la sabbia del Natisone dalla Slovenia!

11.06.2020, Il fiume sia governato dalla popolazione, non dai burocrati (2/3)

   Subito dopo la II Guerra mondiale il nostro paesano Giuseppe Tuzzi (Bepic) creò una società, con un certo signor Bepo, che si occupava di lavaggio delle ghiaie del Natisone. La sede operativa di questa ditta, piccolina ma efficiente, era all’altezza della fornace di Stupizza, dov’era prodotta la calce, a destra della statale e dove c’era un’area adibita allo stoccaggio di ghiaia e sabbia estratte dal Natisone di fronte, a sinistra. Ancor oggi il piazzale verso il fiume, dove depositavano il materiale estratto, è un’area-sosta per campeggiatori. La ditta non produceva numeri industriali, ma quantità piuttosto rilevanti che oltre all’aspetto commerciale, contribuivano a compensare l’apporto ghiaioso del fiume. Un po’ più a valle, Fiorello Birtig aveva creato un secondo impianto di lavaggio e la sabbia o ghiaia prodotte hanno contribuito alla costruzione di tantissime case, specie nel boom edilizio degli anni ’60. C’erano ben 24 roste che sbarravano a varie altezze il corso del Natisone. Il fiume era governato dalla saggezza della popolazione, persone che conoscevano benissimo il corso d’acqua, che sapevano intervenire al momento giusto …

10.06.2020, Il fiume sia governato dalla popolazione, non dai burocrati (1/3)

   I lavori di consolidamento che si stanno svolgendo sulla sponda sampietrina del Natisone, sotto Ponteacco, dividono l’opinione pubblica tra favorevoli e contrari. I favorevoli sostengono che i lavori danno maggiore sicurezza all’ambiente e al Mulino, insediati come sono da eventi sempre più estremi. Per i contrari, invece, si tratta di un’usurpazione dell’ambiente perché un fiume non si cura portando materiale esterno ed eseguendo lavori artificiali, ma eseguendo costantemente i lavori di cura e manutenzione, così come facevano i nostri nonni. I contrari dicono, in poche parole: “Sì al governo del fiume dalla popolazione e non dai burocrati di Trieste, alcuni di questi senza sapere neppure com’è fatto un fiume e quali siano le sue dinamiche”. Si dice ancora: “Il Tagliamento sta per entrare nell’UNESCO e a nessuno verrebbe l’idea di arginare le sponde con dei massi”. Secondo la nostra opinione i lavori in corso hanno un effetto meno impattante di quanto sostenuto dai contrari. Si acquisirà più spazio nell’ambito del mulino, si correggerà l’obbrobrio del tubone in cemento (scarico fossa della ruota). Certo, si tratterà di lavori inutili se non si riporterà sotto Ponteacco il 95% della portata normale del Natisone, visto che adesso la stessa scorre verso Biacis, il secondo ramo dell’isola.

09.06.2020, Incontro con il Sindaco

Il Sindaco di San Pietro al Natisone ha convocato ieri sera all’ultimo momento, una riunione con la Pro Loco Ponteacco e il Comitato Pro Azzida per stabilire regole comuni sull’utilizzo dei giochi per bambini installati in spazi pubblici. Il primo cittadino ha presentato un breve riassunto sull’adeguamento comunale alle varie ordinanze, alcune farraginose, non sempre chiare, che rimandano ad altre precedenti e sovente con articoli in contraddizione tra loro. La Pro Loco ha ringraziato il Sindaco per il suo desiderio di fare chiarezza e rendere applicabili le disposizioni con maggiore serenità. Anzitutto c’è da dire che le spiagge del Natisone e dei torrenti comunali sono di proprietà del Demanio, quindi non è compito del sindaco o di una Pro Loco gestire l’afflusso di visitatori o bagnanti i quali da soli devono gestire le rispettive distanze. Rimane aperta la questione dei parchi pubblici. Se da una parte è stata concessa l’apertura, dall’altra c’è il divieto di svolgere partite e di utilizzare i giochi, sorvegliando l’accesso e l’uso obbligatorio di mascherine. La Pro Loco ha proposto al Sindaco di “liberare” l’accesso ai giochi da domani, subordinando tale apertura alla disinfezione delle attrezzature usate dai bambini. Nell’ordinanza che uscirà stamattina sarà menzionata la nostra scelta, mentre Azzida ha deciso di incapsulare i giochi poiché tra pochi giorni si aprirà in quell’area un cantiere di manutenzione. Il Sindaco ha espresso parere favorevole ai due eventi in programma dalla Pro Loco: l’inaugurazione dei lavori al Mulino e l’Assemblea dei Soci all’aperto. La riunione è terminata alle 18:30, mezz’ora dopo il suo inizio. 

08.06.2020, Ieri al Centro

   Il cancello del Centro si è chiuso verso le 14:00, quando gli ultimi soci se ne sono andati. Brave Graziella e Sara che hanno collezionato un bel turno, vivace, con un “ben ritrovati” a numerose persone che non si vedevano da tempo. È passato al Centro anche il Sindaco, dall’aspetto stanco, forse a causa del recente maltempo che ha provocato varie situazioni di emergenza sul territorio comunale. Oggi la Pro Loco, sentito il Sindaco, formalizzerà una segnalazione-danni al Mulino. La furia dell’acqua ha divelto la palizzata e la ringhiera, la spostato la ruota, ha alluvionato la merce custodita all’interno, al punto che non è ancora possibile aprire la porta ostruita come sarà da tavoli, panche o semplicemente sabbia. Zufferli ha inserito in elenco anche il problema del masso pericolante sul sentiero, considerato che l’abbondante acqua dei giorni scorsi ha peggiorato la situazione. “Buona settimana” questo è il nostro augurio.