07.05.2020, La rivoluzione tecnologica nelle nostre case.

  C’è poco fa fare, la tecnologia domestica affascina. Tutti siamo dotati di sofisticate apparecchiature che ci permettono di comunicare con il mondo e di essere aggiornati in tempo reale su notizie, avvenimenti e argomenti di singolo interesse. La notizia di oggi si aggancia a una trasmissione della RAI andata in onda ieri. All’interno del programma, è stato diffuso un breve servizio risalente al 1969. Il documentaio, in bianco e nero, con il timbro di voce ancora metallico del conduttore, faceva vedere un bel salotto con una TV a tubo catodico (non c’erano altre), un grammofono, detto giradischi, una radio presumibilmente a valvola, tipo “Mivar”. Il conduttore, nell’illustrare la fiera tecnologia del momento in quella stanza, ha detto: “Tra non molto, tra qualche decennio, le case saranno dotate di un’apparecchiatura che sarà collegata a un sistema centrale in cui tutte le apprecchiature potranno collegarsi. Ci sarà la possibilità di effettuare video-telefonate in tutto il mondo e in conferenza, si comanderanno da casa e anche da fuori casa molti congegni elettronici che miglioreranno la qualità della vita. Si andrà in banca raramente e il denaro contante sarà parzialmente sostituito da altre forme di pagamento tecnologico. I ragazzi rivoluzioneranno la concezione del gioco, che non si svolgerà più in cortile. Soprattutto, si seguiranno le lezioni scolastiche e universitarie da casa e i salotti saranno trasformati in aule”. Una previsione azzeccata quella del conduttore servizio televisivo trasmesso 51 anni fa.

06.05.2020, La pandemia finisce in Tribunale.

Questa notizia non ha nulla di locale, è di carattere generale solo per comprendere l’ambito giuridico a proposito delle conseguenze della pandemia. Le imprese europee fanno i conti con essa e si affidano agli avvocati per ristrutturare i contratti, specie d’affitto. Cresce esponenzialmente anche il numero di piccole e medie aziende che sono costrette a rescindere i contratti a causa dei problemi di approvvigionamento delle materie prime. Pensiamo al problema degli esercizi pubblici: è sul giornale di oggi. Quanti bar riapriranno? Come faranno a pagare le spese di gestione arretrate? La paralisi del sistema giuridico e la chiusura degli uffici legali, con eserciti di avvocati anche a Udine e Cividale, che lavorano da casa, non aiuta. Ci sono numerose aziende sull’orlo della bancarotta. Come fare? Non esistono codici che prevedano una situazione di questo tipo. Nella legislazione sono contemplati i terremoti, le alluvioni, ma non il virus. Poche sono le imprese che nei contratti hanno aggiunto un’epidemia poiché nessuno l’aveva mai prevista.

05.05.2020, Tutti cucinano.

  Anche le persone che in paese si erano convertite ai piatti pronti. I ponteacchesi si sono rimessi ai fornelli. R ci dice che sua moglie ha iniziato a fare il pane con risultati eccezionali. Un pane croccante, profumatissimo, che dura due e più giorni. E  questo è solo un esempio che riguarda un ritorno ai fornelli, ai prodotti da forno fai-da-te. Al mulino si vendono consistenti quantità di farina per pane-pizza-dolci e molti supermercati sono rimasti privi di Manitoba. Il cucinare “tiene su” il fisico (anche troppo) e il morale. Riscopriamo di avere un cospicuo patrimonio gastronomico, forse dimenticato o trascurato dalla vita moderna e frenetica e pronto a riaffiorare carsicamente, quasi a nostra insaputa. Ecco Enzo che va a caccia di camei, buonissimi, ecco i piatti che appaiono sui social fatti da M., da R. È un bene aver riscoperto il rituale del focolare domestico e quando le cose vanno un po’storte nulla come i rituali aiuta le persone a rimanere se stesse.  Visto che siamo una società sociale e socievole, non ci limitiamo a spignattare, sminuzzare, sobbollire, macerare, lievitare per conto nostro. Il gulasch, il pasticcio, la Wienerschnitzel, le patate in tecia, la carbonara li facciamo in streaming e non potendoci invitare, almeno ci passiamo le ricette, le foto, i consigli. Ma sì, il cibo rincuora, tonifica la mente non tanto il corpo, consola l’anima. E finché sarà vietato il “face su face”, almeno nel mondo della cucina rimanga il “face to Facebook”.

04.05.2020, Ieri a Ponteacco.

Finalmente! L’allentamento delle disposizioni di prevenzione sanitaria ha decisamente animato la domenica ponteacchese. Gruppi di ciclisti e numerosi singoli hanno raggiunto il nostro paese da Sorzento e da San Pietro al Natisone lungo la ciclopedonale che costituisce un insostituibile strumento di svago. Oltre alle bici, numerosi anche i pedoni che hanno avuto l’occasione di godersi il tepore di una bella domenica di primavera, funestata verso sera da addensamenti poco rassicuranti e da qualche goccia di pioggia. Il temporale della notte tra sabato e domenica ha scaricato tuoni e fulmini senza peraltro causare altri disagi. Oggi effettueremo un nuovo piccolo passo verso la normalità con l’apertura del piccolo parco attiguo al Centro. L’area è stata igienizzata con prodotti disinfettanti. Sono state stabilite delle regole, pena l’immediata chiusura: non più di 10-12 persone in tutta l’area, obbligo di mascherina indossata, distanza di almeno un metro tra persona e persona. Gli utenti sono pregati di non spostare la disposizione di sedie e panche poiché è stata controllata con il metro. Apertura 08:00, chiusura 18:00. Auguriamo una buona settimana sperando davvero che i dati ci diano una mano, quella di avviarci pian piano verso un’estate vissuta.

03.05.2020, Non solo virus (di F.S.).

Io lo conosco da anni, non è nato eroe. Forse principe azzurro. Lo conosco abbastanza – abbiamo ricordi condivisi – come si può conoscere chi è allegramente restio a rivelarsi generoso e disinteressato, dote predisposta al gesto eroico. In pratica uno così non si conosce mai bene. E se dovessi dirla tutta l’ho sempre trovato essenziale, perfino mentre mi racconta delle sue attitudini creative e geniali. Misurato anche nell’entusiasmo. In lui traspare una intima solidità caratteriale, affidabile e disarmante, uno a cui dire ho bisogno di te senza preoccuparsi che possa squagliarsela. Ha belle mani, aristocratiche e lo si capisce dal modo con cui stappa una bottiglia di spumante. Mani da pianista, o da chirurgo. Suo malgrado, come tutti, si è trovato di fronte questa tragedia eppure, quando ha dovuto scegliere tra lasciare gli affetti, il riposo dorato della pensione e l’affrontare i rischi e le rinunce, credo non abbia avuto esitazioni. L’appello del camice è stato più forte. Come penso succeda, a occhio, per i novizi ogni volta che sentono la chiamata. L’ho immaginato con la moglie, intenti a preparare i bagagli sotto sguardi pesanti, in silenzio perché nel momento del coraggio e della sfida finanche le parole si ripongono in valigia. Si è messo a disposizione della Protezione civile che lo ha destinato all’Ospedale di Asti, Piemonte. Era in piena missione quando gli ho trasmesso i miei auguri di Pasqua. Mi ha risposto con un “A presto” col quale mi ha lasciato intendere, o sperare, che andrà tutto bene. Dopo tre settimane è tornato in Friuli, stanco ma in buono stato. Riprenderà le sue relazioni, i suoi interessi interrotti e rifletterà su qualche certezza sconvolta, ma non truccherà le carte fingendo di essere stato invincibile. Perché lui sa, nessuno nasce eroe.

02.05.2020, Ieri, I Maggio.

In Occidente la Festa dei Lavoratori non ha mai avuto l’impatto sociale riscontrato nei Paesi dell’Est. Al tempo della Jugoslavia, c’erano quattro giorni di festa ed era la risposta socialista al ponte di Pasqua. La storia del nostro paese non annovera partecipazioni oceaniche di paesani a cortei e manifestazioni, pur rispettando la valenza morale di tale giornata di festa. Quest’anno la Festa del Lavoro e dei Lavoratori è stata piuttosto malinconica, vuota nella sua essenza. È capitata nel momento in cui ci sono milioni di disoccupati, cassaintegrati, lavoratori in sospeso, precari che potranno come non potranno essere riconfermati. È capitata nel momento in cui non tutti hanno la fortuna lo stipendio fisso o del lavoro agile da casa o la pensione certa. Ci sono alte percentuali di persone che vivono con proventi giudicati indignitosi per la valenza morale che si dà al lavoro. Avere un lavoro ci aiuta ad amare, amare qualcuno migliora il lavoro, lavorare con amore è un dono immenso, l’amore richiede la manutenzione del lavoro e il lavoro richiede la dedizione dell’amore. Ma quando il lavoro si perde, si perde pure l’amore per la vita. In questa cornice di contrasti il paese, le Valli, il nostro amato Friuli ha vissuto la giornata di ieri.  

01.05.2020, Meteorologia nostrana (2/2).

   I nostri nonni si intendevano di meteorologia. Osservavano i comportamenti degli animali, il posizionamento delle nubi, il famoso “piha ta’ na Màkot” (soffia il vento sulle Makota), foriero di nevicate certe. Insomma, gli studi, le osservazioni dell’atmosfera e dei micro o macro fenomeni ad essa connessi hanno costituito uno dei fulcri di maggior interesse e di più viva ricerca scientifica. Alla fine dell’Ottocento un inverno oltremodo rigido o un’estate particolarmente siccitosa erano sinonimo di carestia, così come una grandinata devastante, quindi la popolazione si attrezzò trasformando la meteorologia in scienza moderna, prima fisica, poi matematica. Nulla di astronomico come nel Settecento, ma di atmosferico nell’Ottocento e di spaziale nella sua attuale visione. Negli anni ’70 dell’Ottocento, con l’avvento dell’Italia nelle nostre terre, il professor Giovanni Marinelli fu il primo a creare una stazione di osservazione con la raccolta di tutti i dati che tutt’oggi sono presi in considerazione quando sentiamo parlare di “estate più calda dal 1870”, “di inverno più freddo dal 1870”. L’Imperial Regio Istituto Idrografico di Trieste telegrafava ogni giorno a Vienna i dati meteo principali. Nella capitale provenivano le restanti annotazioni di molti osservatori: era nata la meteorologia moderna che terminò con Bernacca, alla quale seguirono i modelli matematici e le osservazioni dei Meteo-sat.

30.05.2020, Meteorologia nostrana (1/2).

   In paese ci sono numerosi appassionati di meteorologia, scienza che trova molti seguaci in tutt’EU, al punto di affidare al previsore l’uscita da casa, l’organizzazione di una festa, di un pic-nic, di una grigliata. Siamo un po’ più tutti previso-meteo-dipendenti? Dobbiamo ammetterlo, sì! Ed è un piccolo guaio perché spesso le previsioni dei siti on-line sono volutamente catastrofiche con il fine di tenere incollati gli utenti alle loro pubblicità di contorno. Cosa dovrebbero dire gli Inglesi che hanno condizioni meteo non prevedibili, in quanto generalmente mutevoli nel giro di 3-4 ore? La società d’Oltremanica risulterebbe bloccata? Niente feste? Niente party? Nessun cantiere o lavoro all’aperto? Possiamo dire che questo hobby trova molti seguaci e noi stessi, con il nostro sito, non facciamo a meno di tenere informate le nostre lettrici e lettori sull’andamento del tempo. In paese c’è una persona che sta raccogliendo i principali dati meteo da ben 40 anni! Altri si appassionano quando si parla di grandi eventi, come le nevicate importanti, le alluvioni, quelli che si chiamano “eventi estremi”. Forse non tutti sanno che la signora Rosetta Rio era un previsore molto capace. Usciva da casa e, nel raggiungere l’auto per andare ad insegnare, lanciava lo sguardo al cielo e forniva la sua previsione che era immancabilmente esatta. I suoi elementi erano abbastanza semplici: altezza delle nubi, nebbia sul Pradolino, versante visibile del Matajur incappucciato o meno, situazione a sud, rosso di mattina … insomma, del suo “bollettino” ci si poteva fidare.

29.04.2020, La “DAD” ha rivoluzionato i nostri tinelli.

   DAD? Uno dei mille acronimi della lingua italiana. Significa “Didattica A Distanza”, accorciativo neonato, come DPI (dispositivo di protezione), sigle che hanno colonizzato la nostra quotidianità. In paese abbiamo numerosi studenti sia della scuola primaria di primo e secondo grado, sia secondaria e dell’Università. Qualcuno festeggia lo scampato esame. Tutti con approcci diversi, tutti virtuali, tutti deflagranti dalla pandemia sono immersi nella DAD. Quando è stato preannunciato il non ritorno a scuola per questo disastrato anno scolastico, più di qualche genitore si è posto domande su come si prepareranno i giovani in un prossimo futuro fatto di capacità, di istruzione, di cultura, di competizione conoscitiva. La scuola è anche rigore, disciplina, una specie di calendario che scandisce le vite di molte famiglie. È la misura del tempo, della civiltà, dei diritti, della democrazia. Senza essa, tutti ci sentiamo più poveri, smarriti, spaesati. Ora ci accorgiamo che mancano i fondamenti della società, un’assenza che ha generato una voragine impressionante. Il nostro pensiero va anche alle maestre del nostro circondario, molto impegnate nel preparare le lezioni in video, le schede, le correzioni con risposte personalizzate, le riunioni interclasse, i colloqui con i genitori. Insegnanti più impegnati ora che prima. E nelle case c’è la rivoluzione: due figli = due computer o smartphone, la stampante, l’invio dei compiti svolti. Mica tutti hanno la dimestichezza con una tecnologia così avanzata? Qualche genitore si compiace per il livello tecnologico raggiunto in casa. Ecco perché la DAD è sinonimo di rivoluzione. Anche dei tinelli.  

28.04.2020, Comunione sì, Comunione no?

   Il parroco è sconcertato. Sostiene che la sfera spirituale sia stata particolarmente “punita” dalle disposizioni legate alla prevenzione dell’epidemia. «Posso garantire non un metro di distanza da fedele a fedele, ma cinque metri quadrati per ogni singola persona che potrebbe assistere alla messa celebrata nella chiesa di San Pietro al Natisone. Eppure c’è il divieto», questo è quanto ci ha detto don Michele Zanon, sconsolato e perplesso perché la restrizione va oltre alla logica, perché al parroco non è riservata quell’autonomia di giudizio e di decisione su come far accedere i fedeli in chiesa. «Si vive alla giornata, si procede “a vista”, interpretando le norme e le richieste della CEI (Conferenza episcopale italiana)», ha aggiunto, confermando che l’appuntamento con il sacramento della Comunione previsto per fine maggio, è stato posticipato. Due sono le ragioni: la prima per la mancata preparazione dei comunicandi e la seconda per le prescrizioni relative alla frequentazione di cerimonie religiose. Se ne riparlerà per settembre, anche ci sono dubbi sulla fattibilità. Facilmente le prime Comunioni di quest’anno saranno celebrate nel 2021. Il catechismo è necessario e le canoniche non sono in grado di assicurare la debita distanza da persona a persona. Sulle opzioni c’è incertezza, la propensione è un bell’arrivederci al prossimo anno!