23012023, Ieri al Centro

   I turni si ripetono con una certa frequenza perché ci sarebbe bisogno di altre persone disposte ad essere inserite nell’elenco dei turnisti, esperienza considerata da tutti divertente, da ripetere. Non sarà così domenica prossima, con Valentina e Isabella, per la prima volta dietro il banco. Grazie a Paolo e Claudia per la loro disponibilità. Ieri la presenza è stata discreta, erano occupati alcuni tavoli della sala. Silvana ha offerto ai presenti una consumazione per il compleanno festeggiato un giorno della scorsa settimana. Il portone è stato chiuso qualche minuto dopo le 13. Sabato pomeriggio si è svolta una partecipata festa di compleanno con gran divertimento per i giovani ragazzi. Domenica prossima apriremo la campagna di rinnovo delle tessere “Soci 2023”: il costo di adesione è di 10 euro, fermo dal 2010. Un contributo che ci permette di sopravvivere, considerati il caro-bollette e il caro-burocrazia, quest’ultima davvero asfissiante e spesso illogica. Auguriamo una buona settimana.

22.01.2023, Antiparassitari e alimentazione

   Pochi sono oramai gli orti coltivati in paese: ci vogliono fatica e costanza ripagate dalla soddisfazione della genuinità dei prodotti. L’uso di pesticidi in agricoltura tende ad aumentare, ma solo l’1% della frutta, verdura e dei cibi trasformati contiene residui di fitosanitari proibiti dalla legge: lo sostiene un rapporto di Legambiente e Alce nero pubblicato in questi giorni. La più contaminata con presenza di residui di antiparassitari è la verdura, soprattutto uva, fragole, mele, pesche. Tracce di pesticidi sono state ritrovate nei cereali integrali, vino, pomodori e peperoni. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare rassicura: presenza di veleni entro i limiti stabiliti, pertanto tali sostanze non presenterebbero pericoli per la salute. Gli alimenti sono costantemente monitorati. Tre anni fa l’UE ha vietato l’uso di insetticidi dopo aver scoperto che potevano risultare nocivi a persone e api. Il controverso glifosate, potente erbicida ancora ampiamente utilizzato, non ha un futuro ben definito: sembra non sia più cancerogeno e l’Autorità sta ancora ricevendo segnalazioni  scientifiche da vati Paesi e il suo utilizzo è stato prorogato al 15 dicembre prossimo. Coltivare il proprio orto rimane sempre un ottimo bene-rifugio.

21.01.2023, Considerazioni sull’andamento demografico (3/3)

  In questo avvilente contesto lo Stato è il grande assente, concentrato com’è sui pensionati e non sui giovani, con pochi e costosi servizi per l’infanzia e, quando entrambi i genitori lavorano, benedetti i nonni! I papà d’oggi sono molto più presenti e coinvolti nei lavori domestici e nella cura dei figli, ma non si può negare che gran parte delle responsabilità genitoriali gravi ancora soprattutto sulle spalle della donna. Già basta a rendere difficile una conciliazione tra il ruolo di mamma e quello di lavoratrice. Il dibattito politico (senza riferimenti tra gli esponenti) oggi e ieri è monopolizzato dal tema “pensioni”, mentre siamo in una situazione drammatica e non possiamo perdere altro tempo per affrontare il tema della denatalità. E copiamo una volta tanto i Paesi che ci circondano, che hanno affrontato con un certo successo il problema demografico con misure concrete di sostegno: in Baviera si riconoscono 200 euro al mese a figlio fino alla sua maggiore età, mentre in Italia si parte dai 50 euro con piccoli aumenti a seconda dell’ISEE. In regione mancano gli asili. Nei Paesi dove l’occupazione femminile è più alta, nascono più bambini. Basterebbe che siano varate leggi a favore delle esigenze delle lavoratrici madri. Per frenare lo spopolamento delle Valli, fenomeno peraltro comune a tutto l’ambiente montano, dalla Slovenia alla Baviera, basterebbero incentivi concreti, sia economici che strutturali. Si può fare perché sì, siamo decentrati, ma non isolati. Un paesano l’altro giorno ha detto: “Da Ponteacco a Udine-Casa Rossa ci ho messo 18 minuti”.

20.01.2023, Considerazioni sull’andamento demografico (2/3)

   L’Italia dell’immediato dopoguerra, alle prese con la ricostruzione e in situazioni economiche davvero difficili, vide la nascita di ben un milione di creature, mentre le emergenze del nostro tempo (cambiamenti climatici, pandemia, guerra, incertezza economica) hanno impresso un’ulteriore accelerazione al fenomeno della denatalità, a cominciare dalla montagna, dalle Valli dove i giovani se ne sono andati da tempo e al momento non esiste un fenomeno di rientro alle origini. Nei momenti di grande incertezza, alimentati magistralmente dalle martellanti notizie negative dei telegiornali e della stampa, tutti tendiamo a muoverci con prudenza e a rimandare le decisioni a tempi migliori, sperando che arrivino. In città è ancora più difficile ritagliarsi la propria autonomia: i giovani sono in difficoltà nel fare progetti per il futuro. Se non si ha un posto di lavoro economicamente stabile, è inutile andare in banca a chiedere un mutuo. Pensare di mettere al mondo un figlio? Impossibile! La coppia deve poter contare sullo stipendio certo, ben retribuito, invece oggi vive nella paura perenne di perdere il posto di lavoro, visti i contratti brevi, malpagati, rinnovi non sempre facili e con un’occupazione femminile ancora più precaria rispetto a quella maschile, infatti durante la pandemia migliaia di friulane sono rimaste senza lavoro. …

19.01.2023, Considerazioni sull’andamento demografico (1/3)

   Argomento vasto e complesso che tratteremo in tre parti e senza strumentalizzazioni riferite al problema dello spopolamento. Cinquant’anni fa Montefosca aveva 500 abitanti, oggi 27; il comune di Drenchia contava 1.000 residenti, oggi 85. Il problema esiste, è molto evidente al punto che tutti ci chiediamo quale sarà il futuro prossimo dei paesi montani, oggi abitati da persone anziane dove la natalità da anni è pari a zero. È la denatalità la vera emergenza della nostra regione. Come reggerà il sistema pensionistico, assistenziale, sanitario con l’attuale precariato del lavoro e con una preoccupante percentuale di “neet”, giovani dai 18 ai 35 anni che né studia, né lavora? L’età media in regione era di 45 anni nel 2019, mentre oggi è già salita a 47. Nascono sempre meno bambini. In Italia l’anno scorso sono venuti al mondo 385mila bebè, il 30% in meno rispetto a una quindicina d’anni fa. Le scuole fanno fatica a trovare studenti per garantire l’apertura delle classi, le donne decidono di diventare mamme sempre più tardi e la soglia dei due figli per mamma è un miraggio. Quando le mamme provano sulla propria pelle come le difficoltà organizzative incidano su una serena gestione della famiglia, il più delle volte si fermano al primo. Un tempo questo non accadeva. C’era miseria, era difficile mettere vicino due pasti, ma ogni figlio era considerato dono di Dio e quando nasceva valeva il detto: “Dio vede e provvede”. …

18.01.2023, L’autonoleggio

   Ponteacco anni ’50-’60: la metà degli uomini del paese era all’estero, perché lo Stato, anziché creare e offrire opportunità, ha preferito distribuire passaporti validi per l’espatrio. Con la loro partenza verso varie destinazioni, lasciarono le famiglie, le mogli, facendo mancare il supporto della loro presenza. Il trasporto pubblico era gestito dalla ditta Rosina che effettuava con le corriere solo tre corse al giorno verso Cividale: la prima alle 6:40, poi alle 7:35 e alle 14:05. Le ore centrali della giornata, sia antimeridiane che pomeridiane, erano scoperte; il parco-macchine del paese era costituito da poche auto i cui proprietari le utilizzavano per lo più per recarsi al lavoro, la patente di guida al femminile non era considerata una priorità. Come fare nel caso di un’urgenza o di un’impellente necessità? Si concretizzo la figura dell’autonoleggio, un sistema relativamente funzionale creato per dare risposte alle necessità delle persone bisognose di un trasporto a pagamento. Il paese in quegli anni era privo di collegamento telefonico e l’autista doveva essere prenotato tramite una terza persona che si recava in bicicletta presso la sua abitazione. In molti ricordano il signor Succaglia di San Pietro al Natisone, che per anni di lavoro divenne una persona familiare in paese. Era molto disponibile, anche di notte per le urgenze. Una signora, colta dalle doglie in piena notte, è mancato poco che partorisse nella sua auto durante il trasferimento da Ponteacco a Udine.

17.01.2023, Gli effetti della Peste nera del ‘300 (2/2)

   Le Valli uscirono indenni dall’epidemia, mentre a Udine non si sapeva come gestire l’impressionante quantità di cadaveri. Recentemente le analisi del DNA in campo archeologico hanno risolto un enigma vecchio di secoli: l’origine geografica della peste nera. Sull’ultimo numero della rivista “Nature” sono pubblicati gli studi svolti su alcuni resti di corpi sepolti in quel periodo e su alcune iscrizioni rinvenute su sassi levigati in Kirghizistan. Si tratta di materiale prezioso che finalmente dà una risposta scientifica e definitiva su questo argomento che ha impegnato per secoli scienziati e studiosi. Combinando il genoma del batterio della peste rinvenuto sui resti umani con i precedenti sequenziamenti effettuati in Europa, i ricercatori hanno concluso che la pestilenza potrebbe aver avuto origine proprio in Kirghizistan, per espandersi poi nel vecchio continente, originata dal morso di pulci infette. In quei tempi la popolazione viveva in condizioni igieniche drammatiche, praticamente con gli animali che allevava, favorendo così il rapido dilagare dell’epidemia. La peste, sia essa nera, gialla o blu, è considerata oggi una malattia non debellata e gli allevamenti intensivi privi delle necessarie precauzioni igieniche costituiscono un pericolo per la collettività.

16.01.2023, Ieri al Centro

   È grazie ai compleanni di ieri e l’altro ieri festeggiati al Centro, che un anonimo fine-settimana di gennaio si è trasformato in richiamo a Ponteacco per decine e decine di persone provenienti dal circondario. È una soddisfazione per la Pro Loco perché così  si centra uno degli obiettivi indicati dal programma. “Non ho mai visto una festa con persone così educate“, ha commentato la nostra vicina riferendosi al compleanno di sabato. Ieri il turno domenicale è stato gestito da Federica e Enzo a cui va la nostra gratitudine per averlo svolto con cura e disponibilità. La presenza di soci è stata piuttosto contenuta. Spontaneamente sono stati uniti due tavoli per formarne uno unico, allungato, attorno al quale si sono sedute una ventina di persone per un brindisi e il piacevole dialogare. Settimana feriale quella che inizia oggi con moderato maltempo che ci accompagnerà nei prossimi giorni con i nostri auguri di serenità. 

 

15.01.2023, Gli effetti della Peste nera del ‘300 (1/2)

   Flagellò il Friuli dal 1357 al 1362, cinque anni di pandemia che causarono la decimazione della popolazione. La gente, terrorizzata dai suoi effetti che non lasciavano scampo, non sapeva come reagire, come affrontare questo fenomeno attribuito a cause fantasiose con untori, streghe, superstizioni. Per difendersi dal rapido contagio, gruppi numerosi di persone sopravvissute e sane si trasferirono nelle Valli in quei tempi pressoché disabitate, ricoperte di boscaglia, prive di vie di comunicazione. L’isolamento fu scelto come protezione sanitaria ed ebbe successo in quanto, stando ai dati disponibili, la peste si fermò a Cividale. I nuovi valligiani scelsero i posti migliori in cui insediarsi, creando nuovi borghi oppure ampliando considerevolmente quelli esistenti. Nacquero paesi dalla posizione invidiabile, ben esposti al sole, con dolci declivi: Mersino, Rodda, Lasiz, Masseris, Clastra, Stregna, Drenchia e anche il fondovalle, per ultimo, risentì positivamente di quest’espansione antropica. Per garantire la sicurezza sanitaria di tutto il nostro territorio, era necessario evitare ogni contatto con la pianura e nel caso di inderogabile necessità fu applicato il provvedimento della quarantena. Il monastero di Ponteacco (citato per la prima volta nel 1276) era una garanzia grazie anche alle regole di clausura vigenti nella struttura. I monaci si occupavano della gestione di una piccola economia di tipo circolare: orto, coltivazione di campi, allevamento. Questa rivoluzione demografica dovuta non solo alla peste, ma anche come strumento di protezione dalle invasioni, da rovinosi terremoti, fornì le basi per la costruzione di decine di chiesette votive, quali ringraziamento al Signore per gli scampati pericoli. Martedì prossimo ci occuperemo di altri aspetti legati al flagello della Peste nera …

14.01.2023, I rustici di un tempo

   L’altro giorno abbiamo pubblicato la foto della casa Liponi prima del restauro, oggi invece quella Lauretig-De Nardo (vedi foto in home-page), sempre prima dell’intervento conservativo che l’ha trasformata in un bell’esempio di edilizia tradizionale delle Valli. Fino alla vigilia dei lavori di riqualificazione vi abitava la famiglia Cornelio composta da Vizèn, Marcella Jèjuka e dai figli che presto se ne andarono da casa. L’immagine risalente alla fine degli anni ’70, o forse inizi ’80, ritrae una struttura abitativa che sembrerebbe pericolante, vista l’usura delle sue parti in legno e del tetto. La maggior parte delle vecchie case del paese versava in tali condizioni. È grazie alla normativa relativa alla ricostruzione post-terremoto del ’76 che è stato possibile un recupero edilizio che ha riqualificato gran parte del patrimonio abitativo del nostro paese, non tutto purtroppo. Come si vede dalla foto, le scale per raggiungere il piano superiore erano esterne, mancava il bagno e l’acqua era arrivata in casa da pochi anni. Oggi ci si stupisce, i giovani lettori si potrebbero chiedere “com’è possibile”, ma 40-45 anni fa era la norma che ha anche contribuito all’esodo di molti giovani non intenzionati a vivere in condizioni così modeste.