Anche ieri abbiamo trascorso una bella domenica al Centro. Dopo alcuni giorni di tempo così-così, ieri la giornata è stata gradevole e finalmente vari soci si sono seduti all’esterno, senza battere i denti. È passata a trovarci Giorgia, un'”influencer” da 350.000 followers (vedi: lacrivello su Instagram). Si è parlato un po’ di tutto, della visita dei ragazzi del Belgio, degli prossimi appuntamenti, della mancanza del parcheggio, chiuso per lavori, con vetture parcheggiate in fila fino al negozio. La settimana sarà decisamente operativa in merito all’organizzazione dei prossimi eventi. Sentiti i Consiglieri, o giovedì o venerdì si riunirà il Consiglio direttivo per un incontro operativo. Auguriamo giornate serene. Noi siamo qui a tenere in alto la fiaccola del nostro bel paese.
08.05.2022, Studenti di Sambreville ieri al Centro
Molto spesso le cose organizzate all’ultimo momento sono proprio quelle che danno maggiori soddisfazioni. È successo ieri a Ponteacco. All’ultimo minuto siamo stati informati dell’arrivo di un gruppo di studenti provenienti dalla città belga di Sambreville (30.00 abitanti, distretto di Namur), ospiti a San Pietro al Natisone per lo scambio di visite legate al gemellaggio dei due Comuni. Il gruppo, che si vede parzialmente nella foto della settimana, era composto da 57 ragazzi, quattro insegnanti e gli organizzatori del nostro Comune, Tiziano Manzini in prima persona. Da lontano, dietro la cabina, sulla pista ciclo-pedonale, verso le 15:20, abbiamo notato questo folto gruppo di persone in avvicinamento. Dopo dieci minuti la sala era colma di giovani, età media sui 20 anni, tutti seduti a terra. Il presidente della Pro Loco ha rivolto agli ospiti un indirizzo di saluto e di benvenuto (tradotto da Jean Françoise) e subito dopo Ferruccio Clavora in perfetta lingua francese, ha tenuto un’interessante lezione sulla storia delle Valli del Natisone, seguita con molta attenzione dal giovane pubblico. Il gruppo è proseguito a piedi alla volta di Biacis per la visita al castello. Oggi la sala del Centro è trasformata in esposizione: una dozzina di pannelli in plastica raccontano la nostra storia, dall’inizio ad oggi.
07.05.2022, I parti a domicilio (3/3)
Il momento della nascita costituiva l’apoteosi di tutta una serie di superstizioni legate al giorno del mese, all’ora, al tempo atmosferico. Ad ogni specifica coincidenza, si dava valenza per predire il futuro del nascituro. L’atmosfera nelle case era di grande attesa. I padri facevano il possibile per distrarsi e attendere la buona notizia, soprattutto la conferma della moglie sopravvissuta a grandi rischi, poi del bambino. La stanza adibita a sala-parto era stata preparata con cura, tutto era pulito e disinfettato con la varechina. In cucina bollivano le pentole di acqua calda ed erano a disposizione grandi quantità di salviette di tessuto sterilizzate. La levatrice aveva la facoltà di battezzare nel caso il bambino, secondo la sua valutazione, fosse stato in pericolo di vita e in paese pare ci siano stati più casi. Il parroco le dava la dispensa di impartire il sacramento del battesimo poiché, in caso di decesso del neonato, se battezzato, poteva essere sepolto nella tomba del cimitero. Senza battesimo, i bambini più sfortunati trovavano il riposo eterno in uno spazio attiguo al cimitero. Vista l’elevata mortalità infantile, tutti gli adulti o molto adulti di oggi, sono stati battezzati pochi giorni dopo la nascita, mentre le migliorate qualità della vita contemporanea hanno reso il battesimo non solo facoltativo, ma eseguibile anche mesi e mesi dopo la nascita.
06.05.2022, I parti a domicilio (2/3)
Il 1962 fu l’anno decisivo della riforma sanitaria che ha cambiato la modalità e i luoghi di nascita, trasferendo i parti in ospedale. Si chiudeva il capitolo sulle sale-parto domiciliari. Stando a ciò che ancora si tramanda, i parti podalici erano abbastanza frequenti, forse tre o quattro su cento. I bambini a volte nascevano con la “camicia”, una membrana trasparente, aderente al corpicino, con nessuna sofferenza per la mamma. L’unica accortezza era quella di toglierla dalla testa. Secondo l’opinione diffusa in quei tempi, il bambino “nato con la camicia” sarebbe sicuramente sopravvissuto e avrebbe avuto una vita fortunata. Fino a prima della guerra, i neonati non erano sottoposti a lavaggio, ma unti con delle creme o dell’olio per non eliminare lo strato caseoso che li proteggeva. Le levatrici avevano una preparazione pratica con tutte le informazioni tramandate da altre “comari” più anziane, oppure sentendo i consigli dei medici. Ad esempio, se la partoriente presentava sudore sotto il setto nasale, oppure nell’incavo delle mani, significava che stava per iniziare il periodo espulsivo. All’epoca si utilizzavano anche i suffumigi. Si mettevano in un secchio delle erbe (camomilla, melissa, menta, lavanda) e dell’acqua bollente. Sul vapore si faceva accovacciare la puerpera favorendo la dilatazione …
05.05.2022, I parti a domicilio (1/3)
Abbiamo raccolto spezzoni di testimonianze a proposito delle nascite a domicilio. Vediamo se l’insieme di queste conoscenze tramandate dalle levatrici alle partorienti possono offrire una panoramica sulla tecnica di parto a domicilio. Oggi c’è una differenza professionale tra ostetrica e levatrice. La prima è dipendente da una struttura sanitaria pubblica o privata-convenzionata, mentre la seconda era una dipendente del Comune, dotata di grandi competenze pratiche e forse meno teoriche. Si tratta di una figura oramai scomparsa. La levatrice del Comune di San Pietro al Natisone è ancora ricordata come una persona dotata di notevoli capacità e intuizioni, con il merito di aver fatto nascere probabilmente uno i più migliaia di bambini e di aver salvato la vita a numerose partorienti e neonati. La signora abitava di fronte alla vecchia canonica, la casa che oggi appare dipinta di giallo. Seguiva le sue pazienti già prima del parto e naturalmente durante le fasi della nascita del bambino. Nel Comune di Pulfero, invece, operava la mamma del prof. Specogna, che ha fatto nascere nel suo Comune sicuramente migliaia di bambini e in paese casa Lorenzo, Giovanni e Annarosa Iussa, Marina e Bruno Pocovaz, solo per citarne alcuni …
04.05.2022, Opinioni sulla guerra (2/2)
In tutti questi anni di pace in Europa, oggi diciamo sconsolati: “Questo non può essere il presente, non può esserlo”. A trent’anni dalle vicende jugoslave, la potenza mediatica ha superato quella delle armi, sprofondandoci tutti in immagini e notizie di inequivocabile ferocia. Una signora due domeniche fa al Centro ha detto: “Mi rifiuto di guardare il telegiornale perché mi mette ansia e tristezza”. Ma fare finta di niente, voltarsi dall’altra parte è impossibile, mentre tra l’opinione pubblica cresce la posizione di europeisti non filo-americani, che hanno obiezioni da muovere alla NATO e alla sua capacità di stuzzicare, di gettare benzina sul fuoco. Se di tirannia moscovita si parla, questa è necessario combatterla con metodi alternativi alla guerra, con la profusione dell’etica democratica condivisa e l’invio di grosse quantità di armi non fa altro che esacerbare il panorama mondiale di fronte alla lotta senza quartiere che si sta svolgendo in tutto l’Est dell’Ucraina. Siamo smarriti perché la dialettica, la diplomazia, l’invocazione francescana del papa, come abbiamo visto non bastano.
03.05.2022, Opinioni sulla guerra (1/2)
La guerra in Ucraina ha causato nella popolazione un considerevole disorientamento. Anche in paese è un argomento molto attuale, dal suo inizio. Si fanno commenti sui servizi giornalistici, sull’andirivieni di aerei da guerra che passano quasi ogni notte sopra le nostre teste, sulla presenza della base militare americana a poche decine di km in linea d’aria da noi e che potrebbe essefre un obiettivo potrenzialmente sensibile. Eppure, nonostante tutto, la maggior parte della popolazione non percepisce come nemici né i russi, né gli ucraini. Dopo aver vissuto quasi da vicino la dissoluzione della Jugoslavia, con i massacri di Sarajevo e Srebrenica, davanti alle immagini di Mariupol distrutta, non ci capacitiamo che la storia possa retrocedere, quasi “arrotolarsi” su se stessa con un tappeto incapace di rimanere steso. Fatichiamo a prendere atto della violenza, della barbarie, della perdita di vite umane, della distruzione di tutto l’edificato, del patimento dei sopravvissuti semplicemente perché non eravamo pronti, non davamo spazio nella nostra mente a situazioni così gravi. Abbiamo peccato di cinismo, oppure di ingenuità? …
02.05.2022, Gli ultimi due giorni in paese
Ieri il Centro è rimasto chiuso per la festività del 1° Maggio e l’interruzione della “routine” domenicale già si è fatta sentire per gli abitudinari del giornale e del caffè. In paese abbiamo trascorso un fine-settimana piuttosto vivace con tre compleanni al Centro che non solo hanno riempito il parcheggio, ma che hanno dato l’occasione a numerosi gruppetti di persone di visitare i borghi e la piazza del paese. Un successo perché tra venerdì, sabato e domenica sono stati circa 200 gli ospiti del Centro. Stamattina alcune delle macchine operatrici presenti sul piazzale, hanno acceso i motori alle 06:30 in punto. La macchina asfaltatrice della “Friul Beton” probabilmente stenderà lo strato di asfalto nuovo in piazza, dove sarà rifatto il marciapiede nei pressi della fontana. Tra pochi minuti partiranno anche i lavori per il rifacimento del parcheggio. Alla fine degli interventi, il nostro paese sarà bello, curato, trasformato. Auguriamo una bella settimana, mentre per il prossimo ponte dovremo attendere il 2 giugno.
01.05.2022. Redazione in pausa
Buon 1° maggio.
30.04.2022, Com’è nata la paura (4/4)
Con l’avanzare dell’autunno il buio iniziava presto e lo scenario delle apparizioni, soprattutto quelle paurose, si apriva davanti a tutti. Fino a un secolo fa, a Ponteacco il paese si faceva deserto, si chiudevano le porte con il kloster, le finestre con gli scuri. La luce in casa era data da una candela e anche tra i familiari le notti erano irrequiete, popolate di incubi e visioni. In tutte le case c’era un’immagine sacra cui appellarsi. La maggior parte delle povere abitazioni, migliorate con il trascorrere degli anni, avevano le camere raggiungibili con le scale esterne. I bambini erano terrorizzati nel dover andare a dormire percorrendole, facendosi chiudere dall’esterno dalla mamma. Alcune eclissi di luna oscurarono il sole e gli uomini cadevano nel terrore mentre iniziava a spirare un vento freddo e temevano che l’astro si spegnesse per sempre. La luna, “lampada di Diana”, teneva accesa la vita di tutte le cose. Il confine tra la vita e la morte era molto sottile, varcato facilmente. Avere un familiare morto in casa era un’ autentica paura. Il corpo era gestito dai familiari in condizioni estreme: case piccole, spesso bilocali dove viveva una prole numerosa, poi zii celibi, zie invalide. Il morto in casa era davvero l’apoteosi della paura, della sensazione del suo risveglio soprattutto alla luce tremolante delle candele. Molto lentamente la vita umana andò ad allungarsi, le condizioni generali migliorarono sensibilmente. La vita divenne meno precaria e la morte meno incombente. Finalmente c’era più ottimismo: l’uomo iniziò ad affezionarsi a questa vita, a dispiacersi nel perderla. Tanti passaggi e la consapevolezza che è stata molto dura.