07.12.2021, Osservazioni sul norcino (1/2)

   Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente contributo sulla figura del norcino, il “purzitar” di un tempo: “Per mangiare ottimi salumi  non occorre/occorreva andare a Norcia, città umbra famosa per le prelibatezze locali. Ormai al giorno d’oggi nessuno più alleva il proprio maiale, addirittura sono sparite le galline dai nostri cortili. La gente preferisce comprare un cagnolino da portare a passeggio dopo averlo ben agghindato. Il maiale, le galline e i conigli erano una grande risorsa per le famiglie, allevati con cura, quasi con affetto, pur sapendo che sarebbero finiti in pentola. Quasi in ogni casa si comprava un maialino che veniva cresciuto nel porcile e nutrito fino a farlo diventare bello grasso, per essere macellato prima delle feste. In questa stagione, con grande anticipo, le famiglie facevano un appuntamento con il norcino. Da noi il più gettonato era Ernesto di Becis: uomo cordiale, rubizzo, di poche parole; arrivava di mattina presto, sapendo che la padrona di casa aveva già preparato un tavolo su cui lui avrebbe lavorato, le spezie necessarie, il sale e vari recipienti. L’acqua bolliva nella caldaia e portata in cortile dove la povera bestia sarebbe stata sacrificata”.

06.11.2021, Ieri al Centro

   Un buon turno quello di Patrizia e Laura, terminato ieri poco prima delle 13:00. È arrivato anche il Sindaco con sua consueta capatina domenicale al nostro Centro. Dopodomani ci saranno delle modifiche al programma. La prevista perturbazione non consentirà la celebrazione della messa in chiesa: la pioggia e strada scivolosa di sassi, in salita, possono costituire un autentico pericolo, pertanto la cerimonia si svolgerà al Centro, alle 18:30, luogo caldo, raggiungibile da tutti i muniti di “green pass”. La rassegna-cori salta per il secondo anno consecutivo perché nei tre cori contattati ci sono alcuni positivi, altri in quarantena, inoltre la nostra sala può ospitare non più di 25 persone. Dopo la messa seguirà un brindisi, visto che non si possono somministrare alimenti sfusi. Rimane invariato l’appuntamento delle ore 18:00, quando si accenderanno le stelle per la manifestazione di “Ponteacco sotto le stelle 2021”. Subito dopo ci troveremo (distanziati) davanti alla cappella per l’inaugurazione del presepio per poi raggiungere assieme il Centro. L’emergenza sanitaria e le disposizioni previste per la nostra regione “gialla” non ci consentono di mettere in discussione la prevenzione antivirus. Quest’anno andrà così, ma siamo convinti che la prossima edizione ci riporterà ai vecchi fasti degli anni passati.

05.12.2021, Tabacco, antico vizio

   Alcune ricerche hanno stabilito che gli uomini e le donne del Neolitico fumavano o masticavano tabacco (“Nature Human Behaviour”, numero dello scorso luglio). Un gruppo di studiosi dell’Anthropological Reserch Group ha trovato quattro semi di tabacco carbonizzati tra i resti di un focolare risalente a 12mila anni fa. Sono riusciti a stabilire tale carico di anni grazie alla presenza di resti carbonizzati di altre piante. Tracce di pipe in legno e conchiglia con nicotina risalgono 3.000-5.000 anni fa durante il Neolitico. Immaginiamo la scena che poteva essere avvenuta nel nostro riparo preistorico: cacciatori e cacciatrici raccolto attorno al fuoco a ruminare foglie e steli sputando i semi rimasti attaccati alla peluria appicicosa della pianta. È certamente improbabile che il tabacco crescesse spontaneamente lungo la forra del Natisone, quindi è plausibile che le foglie siano arrivate da altre zone del Friuli abitate dai primitivi, oppure addirittura da più lontano. Le piante non erano utilizzate per fare il fuoco. I semi non possono essere stati portati da uccelli selvatici. Nella nostra area, di selvatico c’erano solo rare anatre o fagiani. Non mangiavano tabacco perché è tossico e ha un sapore per loro sgradevole. 

04.12.2021, Noi e i rifiuti elettronici (2/2)

   Riparare e riciclare rifiuti elettrici ed elettronici serve non solo a inquinare meno, ma anche a risparmiare i minerali preziosi e le terre rare contenute negli apparecchi. Le materie prime stanno diventando sempre più rare e non possiamo permetterci di saccheggiare la Terra; per questo che il riciclo diventa un percorso obbligato. Non si tratta soltanto di una questione economica, perché terre rare e minerali pregiati quali l’oro, valgono meno di quanto si spende per recuperarli e in Friuli non esistono impianti attrezzati per il loro recupero. Vendiamo su altri mercati le montagne di monitor vecchi, computer giunti alla fine, visto che nessuno investe in impianti atti al recupero. Forse con il Piano di ripresa e resilienza si potrebbe investire in questo comparto, considerando che si parla costantemente di economia circolare e a costo zero.

03.12.2021, Noi e irifiuti elettronici (1/2)

    Sono numerose le case piene di telefonini, computer, elettrodomestici, telecomandi, carica-batterie da buttare. Sono i rifiuti “Raee” (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il 40% dei friulani dichiara all’Ipsos-sondaggi- di averne uno o due nell’armadio, ma il 18% afferma di averne anche cinque. Tutti siamo consapevoli che vanno portati in discarica, ad Azzida, conferiti negli appositi container di metallo, destinati al riciclo. C’è bisogno di maggiore sensibilità: l’accessorio che non funziona va eliminato senza esitazione. Una relazione di “Eiron Wee”, spacializzata nel riciclo parla di qualcosa come 53 milioni di tonnellate prodotte nel solo 2019 dimostra l’ampiezza del fenomenio. In FVG il mercato Raee è cresciuto del 5,5% dal 2019 al 2020, nonostante la pandemia, o forse anche grazie a quella che ha portato molte persone a far pulizie radicali durante il lockdown. Compriamo tanto, ma tanto e non soltanto perché inseguiamo l’ultimo modello, ma perché la tecnologia è più “fragile”: i prodotti durano meno, a volte due anni in meno rispetto a quanto indicato da chi li produce; sarà capitato a tanti paesani fare i conti con il guasto che avviene il giorno dopo in cui scade la garanzia. E affidarsi alle riparazioni dei tecnici, spesso non conviene. L’UE è intervenuta alcuni mesi fa con un regolamento che obbliga i produttori a rendere disponibili i pezzi di ricambio per almeno 7-10 anni dall’immissione sul mercato del modello …

02.12.2021. Le castagne (2/2)

   Seconda parte dell’articolo inviato da una lettrice: “Le castagne erano molto importanti e nei periodi difficili sfamavano le famiglie .Castagne lesse, castagne al forno, farina di castagne per fare pane e dolci.  Per alcuni una mangiata di castagne era il pasto della giornata. Venivano portati dai boschi enormi carichi di ricci che gettati nei cortili aspettavano di essere aperti. Le castagne si selezionavano per bellezza e grossezza e poi vendute al mercato.  Il resto  se lo mangiava la famiglia e gli scarti, che erano abbondanti, si davano agli animali. Mio padre, parlando del bene prezioso che era la castagna, ci raccontava spesso che durante la guerra, per pagare il funerale di sua mamma aveva venduto tutte le castagne che aveva raccolto! Per  due giorni lui e la mamma andavano su e giù per la montagna  per mettere insieme la quantità necessaria  da portare  a Cividale e venderle al migliore offerente. Mi auguro che ci siano ancora dei valligiani che affrontano la fatica di andare nel proprio bosco  e possono godere in famiglia questo prezioso frutto”.

30.11.2021, Le castagne (1/2)

   Riceviamo da una nostra lettrice: “Ci sono molti castagni  nei nostri boschi,  ma poche persone vanno a raccoglierne i frutti.  Prima di tutto percé  i boschi sono molto folti e non si arriva facilmente ai castagni ed anche perché la gente si è impigrita. Però  arrivano “turisti” che sanno dove inoltrarsi e portano via, anzi rubano, tutte le castagne che riescono a trovare. Pochi decenni fa sulle nostre montagne c’ erano molti prati che venivano regolarmente sfalciati. I sentieri che partivano dal paese, dietro la casa di Del Zotto erano  facilmente percorribili, c’erano sorgenti, i confini erano ben delimitati. Salendo verso la cima si incontrava sempre qualcuno del paese: chi tagliava legna, chi cercava funghi o  -in primavera- fragoline selvatiche, chi andava a prendere il fieno dei covoni che si trovavano in montagna. Gli uomini portavano pesi enormi sulla schiena, scendendo ingobbiti lungo i sentieri”.

29.11.2021, Ieri al Centro

   Il turno domenicale di Enzo e Savina al Centro ha lasciato spazio prima a un compleanno con numerosi bambini, terminato verso le 20:00, poi al turno di domenica prossima che sarà vedrà Laura & Patrizia le regione del Centro. È proverbiale la cortese e curata conduzione di Savina e Enzo, sempre disponibili a dare una mano alla nostra organizzazione. L’ha procurato Enzo il muschio che sarà utilizzato nel prossimo fine-settimana per allestire il nostro presepio in cappella. Buona l’affluenza di soci, tutti in regola con il green-pass imposto dalla normativa vigente in fatto di prevenzione nei locali al chiuso. La settimana che inizia oggi ci condurrà a dicembre e le feste si fanno sempre più vicine. Ci chiediamo un po’ tutti: come saranno? Avremo la possibilità di scambiarci gli auguri, oppure sarà come lo scorso anno quando il contatto era severamente vietato?

28.11.2021, Arriva il Natale (2/2)

   Ricordo il freddo tagliente quando alla fine della Messa si tornava a piedi a Ponteacco, ma arrivati a casa, si trovava la cucina ancora calda e uno spuntino. Non si usava dare regali agli adulti. Niente pacchetti sotto l’albero di Natale. Con il passare degli anni hanno “messo in pensione” Gesù Bambino e lo hanno sostituito con Babbo Natale. Il 25 dicembre, tutti vestiti a festa, le famiglie andavano a messa e poi andavano a fare gli auguri ai parenti che abitavano nel paese. Si pranzava a casa, non come adesso in ristorante. Il pranzo era un po’ più sostanzioso di quello delle domeniche ma arricchito con una fetta di gubana fatta in casa. Che profumo nelle case quando dai forni si sprigionava il profumo delle castagne, si sentiva friggere o lessare gli strucchi, le gubane e le focacce venivano allineate sul tavolo! Esistono ancora quei profumi e quelle ore liete di attesa, senza pretese? . Si vivevano giornate serene e contenti di quanto si aveva.

27.11.2021, Arriva il Natale (1/2)

   Ultimo contributo della nostra gentile lettrice, diviso un due parti. Ecco la prima: ” Il presepio richiedeva molto lavoro e fantasia: si creava una base con pezzi di legno messi in modo tale da creare monti e valli. Si ricopriva il tutto con il muschio; con uno specchietto si faceva un laghetto e con la sabbia si faceva una strada che portava alla capanna. I re magi venivano posizionati nel punto più lontano ed ogni giorno  li facevamo avvicinare. Gesù bambino trovava il suo posto la notte di Natale. Fino ad una certa età si passava la vigilia in casa gustando gli strucchi lessi e poi, i bambini venivano mandati presto a letto e lo facevano senza protestare perchè sapevano che il mattino dopo avrebbero trovato un regalino (poche volte molti pacchetti) nelle scarpe che avevano messo sulle scale. Il mattino dopo, correvano a guardare cosa avevano ricevuto e correvano contenti dai genitori a mostrare cosa gli aveva portato Gesu’ Bambino. I regali erano: un mandarino, un caco, un torroncino,  caramelle. Talvolta indumenti di lana fatti a casa con la lana ricavata da vecchie maglie. I giovani e quanti potevano muoversi da casa, a mezzanotte andavano a messa a San Pietro.