05.10.2021, Legalizzazione cannabis, favorevoli? Contrari? (1/2)

   Con lo SPID (Sistema pubblico di Identità digitale) sono state raccolte in breve tempo le 500 mila firme necessarie per promuovere il referendum sulla legalizzazione della cannabis, lo stupefacente più “popolare” al mondo. Durante il lockdown il consumo è aumentato in termini esponenziali. Per molte persone è stata una valvola di sfogo, chiamiamola così, in risposta all’obbligo di stare a casa, isolati, privi delle necessarie relazioni sociali. La sostanza stupefacente non ha precise collocazioni d’età nei suoi consumatori. La usano i ventenni, i loro genitori per stimolare vecchie fantasie, quelli più in là con gli anni per rendere meno triste l’artrite o il mal di schiena. Ci sono i “botanici” che la coltivano con amore e non per fini di spaccio, proprio per non rivolgersi a spacciatori. Gli altri 100-110.000 friulani sono i consumatori così definibili “normali” e non si dichiarano affatto drogati, vorrebbero spiegare come la loro pianta preferita sia un ristoro, una cura, un freno alla conflittualità e uno stimolo alla creatività. Il referendum per la legalizzazione ha risvegliato gli utilizzatori: una specie di “coming-out” collettivo che solo una feroce repressione o un’ondata di ipocrisia potrebbe contenere …

04.10.2021, Ieri al Centro

   «È andata bene!» questo è il commento di Marzia ieri, mentre chiudeva il cancello del Centro alle 13:36. Numerosi soci, come al solito, hanno raggiunto la sede per un saluto, per un brindisi. Il turno di Marzia e Tonino vede sempre un buon afflusso, anche se riscontriamo pure noi, nel nostro piccolo, una delle conseguenze del Covid: la gente sta più a casa, esce controvoglia e questo non fa certamente bene alla nostra società. Ieri si è parlato di funghi, con i primi cesti raccolti dai soliti appassionati. Una delle novità di ieri riguarda il nostro sito: ieri mattina abbiamo raggiunto i 2 milioni di pagine viste. Per la nostra piccola realtà si tratta di un bel traguardo che brinderemo domenica prossima con il turno di Patrizia e Laura. Auguriamo una buona settimana che ci porterà direttamente nel cuore del mese.

03.10.2021, L’avarizia (2/2)

   In passato era colui che disponeva di risorse, ma la sua condizione lo rendeva inviso da chi aveva bisogno, da chi sperava inutilmente in un suo aiuto. Fino agli anni ’50 i tempi erano duri per tutti, tranne per l’avaro, persona generalmente infelice. Non fa parte di compagnie perché fa le divisioni al centesimo o comunque sempre a proprio vantaggio, non spartisce con altri qualcosa che ha in più, si nutre di pane e acqua pur di non spendere. Essere avaro oggi? Non vuol dire niente: la globalizzazione e la libertà di circolazione dei capitali probabilmente avrà messo a disposizione dell’avaro nuovi strumenti, ma il suo istinto si deve trasformare in abilità: si parla di speculazioni e finanza virtuale dove l’avaro è una “professione” autentica. Nei prossimi anni vedremo l’avarizia alle prese con le criptovalute. Chi sbaglierà, pagherà dolorosamente la propria ingordigia di avere (e volere) sempre più.

02.10.2021, L’avarizia (1/2)

   I vizi capitali sono un elenco di predisposizioni morali e comportamentali dell’anima. Sono sette, condannati e spesso impropriamente definiti “peccati capitali”. Fa parte dell’elenco anche l’avarizia, in buona compagnia della superbia, invidia, lussuria, gola, ira  e accidia, che sarebbe quell’atteggiamento indolente, pigro, svogliato, il modo di vivere nel torpore e nell’abulia. L’avarizia è un brutto vizio e chi di noi non conosce una persona avara o quasi avara. Ogni paese come il nostro annovera nella sua storia qualche personaggio avaro, tirchio, con il braccino corto, come si dice oggi. L’avarizia rappresenta un sentimento autenticamente patologico e negativo. È un modo di essere causato da una febbre del possesso che si manifesta attraverso la tirchieria, l’amore eccessivo del risparmio, l’idolatria dei beni e del denaro, della predisposizione all’usura e corruzione pur di far beneficiare le proprie tasche. È dunque un vizio capitale, anche se si è avviata una grande trasformazione: l’avaro è generalmente un isolato, una persona alla quale nulla si chiede e poiché il benessere è la condizione in cui vive buona parte della popolazione, essere avaro porta a risultati molto modesti.

01.10.2021, Le premesse di un’importante rivoluzione (2/2)

   Il nostro popolo era povero, fiscalmente tormentato con esattori odiosi, per le famiglie era un’impresa mettere vicino il pranzo con la cena, la mortalità infantile era molto alta, l’analfabetismo raggiungeva nei paesi di montagna il 95%. Qualcuno ha sentito parlare del famoso “giovedì grasso del 27 febbraio 1511”? A Udine partì la rivoluzione, con la gente del Friuli, Valli comprese, inferocita verso gli strozzini veneti. Al grido di “A sacco, a sacco, a foco, a foco, a fiamma, a fiamma” diede l’assalto ai palazzi del potere e partì la caccia ai ricchi e odiati inquilini. La violenza raggiunse punte raccapriccianti e fece decine e decine di morti. Tra i rivoluzionari c’erano anche i valligiani e tra questi (pare) anche nostri mercenari, abituati a lavori di grande fatica ed essendo spesso colossi. Si parla di un centinaio di morti. I contadini esasperati misero a ferro e fuoco decine di castelli, anche nelle Valli, rocche e palazzi. Venezia reagì inviando le proprie milizie che riuscirono a sedare la protesta l’otto marzo dello stesso anno. L’ingombrante Repubblica di Venezia aveva spento il fuoco, ma le braci rimasero accese e scaldarono per anni le faide, le vendette, i regolamenti di conti. Secondo la mentalità vigente nelle Valli, la vendetta era considerata un dovere e in alcuni casi aveva valenza di punto d’onore.

30.09.2021, Ieri l’incontro con il Sindaco

   Una sala non gremita, ma con persone interessate, sensibili alla cosa pubblica, ha fatto da sfondo all’assemblea voluta dal sindaco, Mariano Zufferli, per informare e interpellare i cittadini di Ponteacco su alcune proposte di opere pubbliche da svolgere in paese. La riqualificazione energetica degli impianti di illuminazione pubblica di Ponteacco, Sorzento e Azzida ha richiesto un importo di centomila euro e i lavori sono in fase di esecuzione. Sono previsti tre lotti di nuova illuminazione pubblica: dalla statale (incrocio verso Tiglio) fino all’ultima casa verso Mezzana, il secondo sempre dalla statale verso Lovinza e il terzo da Lovinza alla casa della Nora, dietro il negozio, dove passerà la pista ciclo-pedonale San Pietro-Tiglio. I tre pali lungo la statale avranno due lampade, una rivolta sulla strada, l’altra su piazzale adibito a parcheggio. Altri 100.000 saranno destinati per la posa del nuovo asfalto e dei tratti di cordonata mancanti. Da tutti questi importi restano 50.000 euro considerati insufficienti per sistemare la viabilità che va da casa Peddis a Lovinza: allargamento della sede stradale, posa sotterranea di cavi Enel, Sip, illuminazione pubblica, rifacimento del tratto di fognatura. Il Sindaco ha detto che mancano almeno altri 50.000 per completare il lavoro. Dunque, i cinquantamila ora in possesso, saranno destinati alla tanto attesa asfaltatura del parcheggio, che potrebbe essere effettuata tra 90 giorni (permessi, affidamento lavori). Si tratterà di un’opera in economia costituita da un nastro d’asfalto e dalla creazione di parcheggi “a spina di pesce” nella parte iniziale e nel numero consentito dalla disponibilità finanziaria. Il pubblico in sala ha accolto con favore questa soluzione. Un parcheggio che si allargherà a lotti successivi non appena ci saranno capitali a disposizione. La riunione è terminata con un brindisi e con un aggiornamento alla successiva, quella degli auguri di Natale.

28.09.2021, La premesse di un’importante rivoluzione (1/2)

   Le Valli passarono sotto la dominazione della Serenissima Repubblica di Venezia nel 1420, alla fine del glorioso Patriarcato d’Aquileia, il quale, da parte sua, aveva governato con lungimiranza la “Patrie dal Friûl” a partire dal 1077. Perso lo Stato, ai Patriarchi rimase la cura delle anime e non era cosa da poco, considerando che la diocesi arrivava fino a Salzburg, Lubiana, Istria e un pezzo di Dalmazia. Per tutto il Seicento ci fu una specie di “guerra fredda” tra Vienna e Venezia sui territori e sulla giurisdizione friulana. L’imperatrice Maria Teresa d’Austria (1717-1780) propose al Papa di eliminare il Patriarcato per lei troppo ingombrante e istituire due Arcivescovadi, uno a Gorizia su cui governava Vienna, uno a Udine governato da Venezia. Il pontefice si espresse con la pubblicazione della Bolla papale del 5 luglio 1751 che aboliva la sede di Aquileia assieme al titolo e alla denominazione patriarcale. Le Valli e i piccoli paesi che man mano stavano crescendo, vivevano in un contesto sociale e politico-amministrativo dalle caratteristiche medievali. Vigevano ancora le regole del feudalesimo e il luogotenente veneto nominato e incaricato della sorveglianza trattava i valligiani  come “buoni e fedeli servitori” …

27.09.2021, Ieri al Centro

   Domenica sostanzialmente tranquilla quella trascorsa ieri al Centro. Il turno di Claudia, coadiuvata da Marzia, è terminato verso le 13:00. Sabato si è svolta un’allegra festa di compleanno. I partecipanti si sono divertiti come non-mai: giochi di gruppo, rincorse, cacce al tesoro ed altro. Trovano un Centro accogliente, si chiude il portone d’ingresso e i genitori possono stare tranquilli. Le giornate si stanno accorciando sempre più, l’autunno avanza, la settimana ci traghetterà in Ottobre, mese in cui raggiungeremo i due milioni di pagine sfogliate nel nostro sito. Mercoledì alle 20:00 si svolgerà un incontro con il Sindaco che illustrerà ai cittadini i lavori in esecuzione. Sarà un’occasione di discussione e di proposte. Auguriamo una buona e proficua settimana.

26.09.2021, Una lettera d’amore del XVI secolo

   Abbiamo rinvenuto nell’Archivio di Stato di Udine una lettera d’amore scritta su un foglio delle dimensioni di 19×27,5 cm, che conserva un’originale piegatura in quattro. Un uomo esprime alla propria donna del Comune di San Pietro al Natisone (Ponteacco? Azzida?) il proprio amore per lei. La lettera, completamente estranea rispetto alle pagine adiacenti, è finita chissà come nella busta nr. 3945 del fondo notarile di un notaio. È datata 1598. Dalla scrittura del testo si nota subito che la lettera è stata scritta da un uomo con la media istruzione del tempo, oppure è stata scritta su dettato da qualche altra persona. La lettera non è firmata e non è indicato il nome dell’amata, solo il luogo in cui vive (come dicevamo, il Comune di San Pietro al Natisone). Entriamo nel contenuto della missiva con un italiano il più possibile fedele al testo originale: “Confido che mi portiate amore, ma se sia amore simulato e fedele voi sola lo sapete. Ma se voi sarete amante fedele, io vi assicurerò del contraccambio e voi sarete la mia dama, la mia diva, la mia gioia. Voi sarete immagine della leggiadria, indice della grazia, innesto del cielo e della terra. Tu vedi, amante, che il mio cuore è trapassato con una lancia, come tu vedi. Ohimè, come per te languo di passione”…