Dopo mesi di clausura forzata in casa, anziché esplodere dalla voglia di uscire, alcuni hanno paura a farlo, un po’ perché non si sentono al sicuro, un po’ perché pagano il conto della sedentarietà e dell’isolamento prolungati. Tutti gli esercenti di bar e ristoranti confermano che in un anno e mezzo le abitudini sono cambiate. C’è meno gente agli aperitivi serali, alle famose colazioni del mattino. L’emergenza sanitaria non solo in FVG ma nel mondo, ha sconvolto un’ampia percentuale di abitudini sociali. Chissà, forse anche in paese qualcuno si sente vittima, poi magari a più livelli, della sindrome della capanna, quella sensazione di riparo che la casa offre dal rischio di contagi. È una condizione psicologica caratterizzata dalla paura di uscire, oppure lo fa con la sensazione di smarrimento, per breve tempo e solo se strettamente necessario. La felicità di uscire, in poche parole, attende tempi migliori …
13.09.2021, Ieri al Centro
Se esiste una classifica delle domeniche di successo al Centro, esiste anche quella delle domeniche di insuccesso. Ieri probabilmente è stata la peggiore tra le domeniche trascorse al Centro. I turnisti sono rimasti delusi. Cos’è successo? Le preannunciate condizioni di bel tempo e le preannunciate di maltempo dal giovedì in poi, hanno favorito l’esodo in una domenica che possiamo considerare ultima dell’estate. Montagna, mare, escursioni in regione hanno desertizzato le Valli. Oltre a ciò, la gara ciclistica con 8 passaggi lungo la statale, dalle 10:00 alle 13:00, ha di fatto bloccato il traffico sulla statale. La via principale di San Pietro al Natisone ieri mattina si presentava completamente transennata, dalle scuole al Belvedere, con il palco per le premiazioni installato davanti al municipio. Ieri è stata anche la prima giornata di caccia, poi un “Friuli DOC” a UD, molto accattivante e ben organizzato. Sono queste le ragioni della visita al Centro di pochi paesani. Giovedì prossimo si riunirà il Consiglio direttivo per discutere dei particolari relativi a domenica prossima (vedi volantino in home-page). Oggi proseguiranno i lavori di rifacimento della pubblica illuminazione lungo la statale. Vi terremo informati su quanto accade nel nostro bel paese.
12.09.2021, La cava di Barza (2/2)
Prendendo il sentiero che inizia poco a sud-est della chiesa, dopo una decina di minuti di cammino si arriva sul sito di Barza, che oggi è visibile sotto forma di grande sbancamento e da due pareti -“salti”- di considerevole altezza. Era una cava organizzata dai paesani, con la supervisione del cementificio, una specie di filiale di quella ben maggiore. Al momento del bisogno, si utilizzava l’esplosivo fatto brillare dagli artificieri dell’impianto principale. I paesani impiegati recuperavano la marna, la caricavano sui carri trainati da cavalli, percorrevano la strada vicinale comunale che collega Ponteacco a Sorzento, ancor oggi costituita da una buona pavimentazione. L’attività estrattiva di questa seconda cava ha costituito, per una decina-quindicina d’anni, un valido supporto economico per le famiglie dei lavoratori impiegati a cottimo (remunerati in base al risultato ottenuto anziché in base alla durata del lavoro), i quali potevano svolgere sia l’attività di operai, sia quella di agricoltori. Oggi in località Barza sono ancora visibili le collinette di deposito della marna, trasformate in frutteti.
11.09.2021, La cava di Barza (1/2)
Durante il fascismo si diffuse la spasmodica ricerca di materie prime per rendere l’Italia il più possibile indipendente dalle importazioni. Era anche un sistema per offrire opportunità di lavoro per la società che in quei decenni non conobbe il benessere economico, quando era ancora difficile mettere vicino il pranzo con la cena. Ponteacco 1925: da poco era stata aperta la grande cava che offriva lavoro fisso a numerose persone e la conformazione geologica del territorio dava la possibilità di estrarre ancora marna, utilizzata per la produzione di cemento, molto richiesto per la ricostruzione del Paese all’indomani della Grande guerra. Si aprirono cave a Tarcetta, sopra Antro, a Oculis dove esistono ancora i resti delle strutture di caricamento dei vagoni del trenino che trasportava il prezioso materiale nel cementificio di Cividale. A Ponteacco fu aperta una seconda cava, molto più piccola della precedente e composta da materiale di qualità e in quantità limitata, la cava di Barza …
10.09.2021, Ambiente e alimentazione
La nostra salute e quella del pianeta sono esattamente la stessa cosa e noi possiamo giovare all’una e all’altra scegliendo cosa mettere nel nostro piatto. Ci sarebbero cinque diete a favore dell’ambiente e della salute: la dieta mediterranea che riguarda tutti i Paesi che si affacciano sul bacino del cosiddetto “mare nostrum”, la “carnivoro-climatica” che si basa sulle risorse della caccia e del piccolo allevamento domestico, poi la dieta pescetariana, la vegetariana e la vegana. Tutte queste cinque diete sono in grado di limitare le emissioni nocive all’ambiente, come i gas serra e questo nonostante il fatto di abitare praticamente nel bosco. È anche una forma per arginare l’integralismo proibizionista di salutisti e dietologi che ci affamano per aggiungere anni alla nostra vita, ma togliendo nel frattempo vita ai nostri anni. Ci dobbiamo rendere conto che per salvare l’ambiente non basta inforcare la bici al posto dell’auto per andare a San Pietro, non è sufficiente comprare l’auto ibrida ricordandoci di spegnere le luci superflue. In effetti, non siamo solo semplici consumatori, ma produttori degli alimenti grazie alla nostra richiesta, a cui il mercato risponde. Ogni volta che mettiamo qualcosa nel piatto, compiamo un gesto molto complesso. Come dire, in poche parole e se si vuole, che la vera rivoluzione non si fa più con i vecchi forconi, ma con le moderne forchette.
09.09.2021, La salvezza dell’anima (3/3)
In Friuli alcuni personaggi facoltosi tentavano di ampliare la benevolenza divina “programmando” le commemorazioni future in loro nome. Questi ricconi fondavano o elargivano fondi a intere istituzioni religiose -monasteri e conventi, chiese e abbazie- stipulando nell’atto di fondazione una clausola per cui tutti i residenti dell’istituzione religiosa e le loro generazioni seguenti, dovevano pregare ogni giorno per l’anima del loro benefattore. A Cividale fu fondato quello che poi sarebbe diventato l’ospedale, poi il convento delle Orsoline, numerose chiese votive, l’Abbazia di Rosazzo, il santuario di Castelmonte. La presenza di reliquie miracolose rafforzava la convinzione che la preghiera fosse più completa, più vicina all’intercessione del santo. Notiamo, dunque, che nei nostri paesi la salvezza dell’anima era un obiettivo imprescindibile in vita. Una vita dedicata alla preghiera, alla fatica, anche al martirio causato da una lunga malattia o dall’invalidità, il tutto per preservare l’anima dai tentacoli del maligno.
08.09.2021, La salvezza dell’anima (2/3)
Nell’antica religiosità delle Valli, prima di accedere al Paradiso, c’era il passaggio obbligato e temporaneo nel limbo, in attesa della sentenza definitiva. Solo nel 1250 circa fu approfondito il concetto di purgatorio grazie agli scritti teologici di San Tommaso d’Aquino (1225-1274), che si diffusero rapidamente in tutto il mondo cristiano. Per la salvezza dell’anima, vivere rettamente, dal punto di vista religioso, non significava solo pregare con fede e compiere le buone azioni cristiane, ma anche impegnarsi fattivamente nelle attività ecclesiastiche, andare almeno una volta all’anno in pellegrinaggio a Castelmonte, poi almeno una volta nella propria vita a Barbana e sul Lussari, collaborare manualmente nella costruzione o mantenimento di edifici sacri. Dopo la morte, sempre secondo il Patriarcato, il benessere dell’anima era affidato ai viventi. Ogni volta che recitavano una preghiera o facevano celebrare una messa in nome del defunto, la sua permanenza in purgatorio si accorciava. Da qui la tradizione ancor oggi presente della messa in suffragio del defunto.
07.09.2021, La salvezza dell’anima (1/3)
Fino a qualche secolo fa, la morte, in termini religiosi, non era considerata come termine definitivo della vita, ma piuttosto come un importante momento di passaggio verso un altro regno: da uno stadio materiale della vita a un altro, meno tangibile, meno concreto. Fu un questione molto dibattuta nell’ambito del cristianesimo se paragonata alla nostra contemporaneità, dove si crede/non si crede, dove i funerali si fanno o non si fanno. Secondo i teologi del Patriarcato d’Aquileia, l’anima viveva nel corpo soltanto temporaneamente: la morte segnava la scomparsa della sua forma materiale, destinata a perire, ma nel contesto del lungo viaggio che l’anima compiva, essa non rappresentava che un singolo momento. Da qui la costante ricerca della salvezza dell’anima con opere e comportamenti terreni mirati alla sua salvaguardia, per non farle trascorre l’eternità nei fuochi dell’inferno. Infatti c’erano due “opzioni”: se il cumulo e la gravità dei peccati commessi in vita erano imperdonabili, si aprivano inesorabilmente le porte dell’inferno; se invece in virtù delle buone azioni o del martirio (la “conquista” della morte con il sacrificio), l’anima era considerata degna del Paradiso non appena lasciava il corpo …
06.09.2021, Ieri in paese
Il Centro è rimasto chiuso. È mancato il luogo ormai consueto per il ritrovo, per l’aggregazione. Quella di ieri è stata una domenica molto tranquilla in paese. Riprenderemo con i turni domenica prossima. L’eccezionale giornata dai connotati estivi ha favorito certamente l’esodo, la gita, la puntata al mare o in montagna. Numerose persone si sono trattenute al Mulino per un pic-nic favorito dal bel tempo e dal terreno asciutto. Non sono mancate le nuotate nel fiume in magra, cosa piuttosto rara a settembre. Lungo la statale il traffico è stato vivace con molti turisti in transito in ambo i sensi di marcia. La settimana che inizia oggi ci porterà nel cuore del mese. Non ci sono eventi di rilievo, tranne l’ultimo saluto che domani daremo a Guido. Auguriamo giorni sereni a lettrici e lettori.
05.09.2021, Oggi è possibile salutare il vescovo
In occasione dell’attesa somministrazione delle cresime, rimandate un anno fa a causa dell’emergenza sanitaria, alle 16:30 a San Pietro al Natisone arriverà il l’Arcivescovo di Udine. È ancora nella nostra memoria la sua visita pastorale effettuata a Ponteacco nell’aprile 2016. Sarà possibile salutarlo al termine della cerimonia. Siamo vicini al cresimandi, che riceveranno oggi il sacramento della confermazione.