20.07.2021, Tatuaggi indelebili

   I giovani si dividono in due grandi gruppi: i tatuati (maggioranza) e gli a-tatuati (nimoranza), coloro che non vogliono sentire di violare il proprio corpo con qualcosa di indelebile. Ci siamo occupati alcuni giorni fa accennando alla tossicità di alcuni pigmenti colorati, con base chimica al limite del lecito. L’altro ieri tra i tavolini esterni della pasticceria Dorbolò di San Pietro al Natisone, c’era un giovane con le braccia completamente disegnate. Tutto il gruppo, seduto al tavolino, appariva tatuato in varie intensità. Il giovane indossava la maglietta. Forse le decorazioni si estendevano anche al torace. Indubbiamente si trattava di disegni variopinti, riportanti draghi con tentacoli ed altre simbologie, al punto che una coppia paesani, seduti al tavolino più in là, privi di ogni segno, sembravano appartenenti ad un’altra era preistorica… da ottantenni -soprattutto lei-  rispetto ai “Millennial” (nati dal 1995 in poi), ragazzi disposti a tutto, anche a sacrifici economici -spesso paga papy- pur di tatuarsi. Si dipinge il corpo per ricordare un momento, una persona, un momento felice, anche un dolore con motivazioni, mondi e ispirazioni complesse, identitarie ed emotive. E quando la giovane età passerà? Si accetteranno i disegni oramai sbiaditi nel tempo, incartapecoriti dall’avanzare dell’età su braccia, cosce e colli? Facile è sostenere che i disegni sono cancellabili!

19.07.2021, Ieri al Centro

   Fine-settimana frizzante in paese. Ieri il turno condotto da Marzia e Tonino ha dato soddisfazione perché i numerosi erano i soci presenti si sono trattenuti ben oltre il consueto orario di chiusura. Il pomeriggio ha richiamato appassionati di pallone, che hanno giocato nel campetto per varie ore. Le giornate di ieri e l’altro ieri non hanno concesso sole; il cielo si è mantenuto coperto e non sono mancati accenni di precipitazione. Le adiacenze del Mulino (prato, sentieri, spiaggia) hanno comunque richiamato molte persone che si sono anche avventurante in un rinfrescante bagno nel Natisone, nonostante il cielo coperto. Grande festa di appassionati di pallavolo al Mulino (vedi “Foto della Settimana” in home-page). Si sono ritrovati per trascorrere assieme il pomeriggio e per ricordare il secondo anniversario della scomparsa di Ezio Gregoris, avvenuta proprio durante una delle partite di pallavolo. Tutti ricordiamo ancora la tragica sequenza di quel brutto pomeriggio. Il gruppo di pallavolisti e pallavoliste che vediamo nella foto è sempre rimasto in contatto con la vedova di Ezio, come si fa tra vecchi amici. La loro serata è terminata negli spazi esterni del Centro per un ultimo brindisi. Grazie al Mulino, alla pista ciclo-pedonale, al Muz, al Centro, il nostro paese è sempre vivace. Auguriamo una buona settimana: cercheremo di essere presenti con gli aggiornamenti e la descrizione della nostra cronaca.

18.07.2021, Prima dei temporali

   Quando tuonava minacciosamente sopra e dietro Pegliano, oppure quando il maltempo proveniva dal goriziano, allora sì che c’era da preoccuparsi. I possibili cambiamenti climatici hanno o stanno creando un certo disordine atmosferico, osservato da tutta la popolazione del mondo. In passato, i giorni compresi tra il 12 (Santi Ermacora e Fortunato) e il 18 luglio erano considerati molto pericolosi per la loro lunga storia di nubifragi e grandinate. Nel 1961, proprio il 14 luglio, una tromba d’aria scoperchiò la scuola e alcune abitazioni del paese. Un pezzo di grondaia dell’edificio scolastico si trovò dopo settimane conficcato tra i rami di un castagno sulle Makota. Quando si avvicinava il maltempo, quello pericoloso, il paese era in allerta. Tre uomini si recavano nel campanile, così come facevano tutti gli altri paesi del circondario. Per allontanare i minacciosi addensamenti, si suonava le campane “po naròdno”, ovvero “alla rinfusa”, quindi né a festa, né a morto: ognuno dei tre tirava la propria corda incurante degli altri due. Le donne in paese, intanto bruciavano foglie e rametti d’ulivo benedetto e aspergevano la casa e la stalla con l’acqua benedetta. Non sta a noi giudicare i comportamenti dei nostri avi, ma sembra stranissimo: la minaccia alle volte si trasformava in un forte temporale e nulla più.

17.07.2021, Sprechiamo troppi alimenti

   Ogni domenica sera, quando esponiamo il bidoncino verde contenente i rifiuti alimentari, l’umido, affinché siano raccolti il lunedì mattina all’alba, ci accorgiamo del peso del contenitore. Certo, con le bucce di un’anguria, di uno o più meloni consumati nei giorni precedenti, si raggiunge subito il peso e il volume, al punto che l’amministrazione comunale ha ritenuto opportuno far provvedere allo svuotamento anche il giovedì mattina, almeno durante il periodo estivo. Siamo abituati bene, perché un tempo le bucce andavano ai maiali, assieme agli scarti di verdure, al frutto non più fresco o al ritaglio anche abbondante delle bucce di patate. In genere, nel mondo un terzo del prodotto globale di alimenti finisce nella spazzatura, quindi più di un miliardo e mezzo di tonnellate. Si tratta di uno spreco alimentare impressionante, che solleva anche problemi etici considerato che il flagello della fame nel mondo non è stato ancora debellato. Nel bidone finiscono quindi anche tonnellate di anidride carbonica utilizzata per la produzione, con significativi danni per l’ambiente. Si spende a vuoto un’importante risorsa che sfamerebbe i bisognosi. In EU la metà degli sprechi avviene in ambito domestico ed inizia dal surplus che si infila nel carrello della spesa, acquistato con il principio “Ma, non si sa mai che rimango senza…”. Una dipendente del Centro Commerciale Discount (CCD) ci ha confidato che a fine giornata l’invenduto del reparto gastronomia finisce del bidone, quindi neppure è diviso tra i dipendenti e questo secondo una rigida disposizione comune a tutti i negozi. Basterebbe applicare uno sconto del 50% dieci minuti dalla chiusura. Si formerebbe una coda di clienti mossi sia dalla convenienza, sia da ragioni morali. Una volta si diceva che sprecare cibo fosse peccato mortale. Possiamo iniziare tutti, ad iniziare dall’alleggerimento del bidoncino che porteremo comodamente domani sera davanti all’uscio di casa.

16.07.2021, Ponteacco: appaltati due grandi lavori

   Tra poco passeranno alla fase esecutiva due lavori appaltati da poche settimane. Interesseranno l’intero paese. Si tratta della posa del nuovo manto stradale lungo la via principale del paese, dall’incrocio con la statale fino alla piazza della cappella. È un intervento necessario sia per ragioni estetiche, sia per ragioni di sicurezza, essendo il fondo stradale costellato di buche e di rattoppi eseguiti alla carlona dalla ditta veneta che anni fa posò la rete del metano. Si procederà all’asporto dell’attuale asfalto per evitare una sovrapposizione di strati. Il secondo lavoro che inizierà subito dopo le ferie, riguarda la posa dei nuovi pali di illuminazione pubblica, con i nuovi fari a basso consumo. Saranno collocati lungo la via principale, dal negozio alla statale. Saranno sostituiti anche i lampioni lungo la SS 54 ed è previsto un nuovo punto-luce all’altezza dell’incrocio per Mezzana, prima di Tiglio. I tre pali paralleli al parcheggio, avranno un doppio lampione, uno lato-statale e uno lato-parcheggio, per illuminare l’area che sarà riqualificata non appena l’impegno di spesa sarà deliberato. Oltre alla sistemazione dell’area di parcheggio, tanto attesa, si procederà al prolungamento della strada ciclo-pedonale San Pietro-Ponteacco, fino a Tiglio. La fase progettuale è già terminata.

15.07.2021, L’emigrazione (2/2)

   Anche a Ponteacco il fenomeno dell’emigrazione si fece sentire. Tutt’oggi ci sono numerosi paesani “persi”, nel senso che non rientrerebbero più nel loro paese natio. L’emigrazione fu l’unica possibilità di fuga da un territorio molto povero, dove lo Stato preferì investire in bunker e caserme, anziché incentivare la creazione di posti di lavoro qualificati. Si preferiva la “fuga” per garantirsi un accettabile livello di dignità, seppur con sacrifici e umiliazioni. Quelli che rimanevano, oppure che preferivano rientrare dopo un periodo all’estero, se la dovevano vedere con una mentalità imprenditoriale friulana ostile nei confronti dei lavoratori locali. È stata dura con gli ex-contadini diventati manager della sedia o del mattone. Quello degli emigranti fu un autentico sacrificio umano, anche se molti per fortuna hanno avuto fortuna e benessere. La statua del minatore di San Pietro al Natisone rappresenta il sacrificio di numerosi paesani finiti nelle profonde miniere belghe. È stato proprio Edoardo Manzini, presidente per anni dell’Associazione ex-Minatori. La statua al minatore è opera di Marco Predan di Zabrida di Cravero, emigrato in Belgio, dove si è affermato come scultore e apprezzato artista.

14.07.2021, L’emigrazione (1/2)

   Ce ne siamo occupati più volte in passato, ma emergono sempre nuovi aspetti che completano la descrizione di questo fenomeno. La piaga più evidente che ha spopolato le Valli e che, di fatto, ha spinto il 50% della popolazione a un esodo di dimensioni mai riscontrate prima è stato il periodo dell’emigrazione, questo tragico aspetto del XX secolo, quando molti valligiani abbandonarono i paesi in cerca di lavoro e migliori condizioni economiche di vita. Già nella seconda metà dell’Ottocento si registrava un flusso migratorio stagionale (Guziranje) verso l’Austria, Ungheria e la Germania, con numerose persone arrivate anche in Russia, fino in Siberia, dove gli zar costruivano grandi opere infrastrutturali. Agli inizi del ‘900 molti emigrarono negli Stati uniti e in America latina. Si trattò di un grande esodo, che diventò un dramma negli anni ’50-’60 con forme paragonabili a una vera e propria fuga che si indirizzava verso l’Europa (Francia, Germania, Svizzera, Belgio), verso le Americhe (Canada e Venezuela), verso l’Oceania. Una fuga che corrispose a una fiumana umana, senza la possibilità di un’arginatura, caratterizzata dall’abbandono dei paesi di intere famiglie, con conseguenze drammatiche per i centri più periferici.

13.07.2021, Vent’anni di Consigli comunali: 1980-1999

San Pietro al Natisone, Consiglio comunale 1980/85: Giuseppe Marinig, Claudio Adami, Renato Qualizza, Antonio Borghese, Bruna Dorbolò, Giuliano Tropina, Walter Manig, Lia Dorgnach, Giuseppe Blasetig, Luigino Chicchio, Ivo Cedron, Cirillo Iussa , Giuseppe Specogna, Piero Iussig; Consiglio comunale 1985/90: Giuseppe Marinig, Claudio Adami, Renato Qualizza, Bruna Dorbolò, Lucio Vogrig, Giuseppe Blasetig, Danilo Dorbolò, Walter Manig, Giorgio Blasutig, Luigino Chicchio, Elio Borghese, Giuliano Tropina, Piero Iussig, Arnaldo Bacchetti, Giuseppe Chiabudini; Consiglio comunale 1990/95: Giuseppe Marinig, Bruna Dorbolò, Giuseppe Bellida, Giuseppe Blasetig, Nino Ciccone, Sergio Mattelig, Danilo Dorbolò, Giorgio Blasutig, Lucio Vogrig, Luigino Chicchio, Andrea Visentini, Ivo Napoli, Giuseppe Chiabudini, Arnaldo Bacchetti, Dario Manzini; Consiglio comunale 1995/99: Giuseppe Marinig, Bruna Dorbolò, Antonello Venturini, Nino Ciccone, Renata Dorbolò, Adriana Scrignaro, Paolo Blasutig, Andrea Visentini, Dario Manzini, Magda Saccù, Sergio Mattelig (candidato Sindaco), Carmen Sion, Renato Osgnach (candidato Sindaco).

12.07.2021, Ieri al Centro

   Notte breve per molti appassionati di pallone dopo la partita di ieri. Verso mezzanotte sono stati uditi in paese alcuni colpi di petardo o scacciacani, mentre sulla statale sono transitate varie auto con tifosi. La giornata di ieri è stata piuttosto intensa per la notevole presenza di bagnanti lungo tutto il Natisone. Il Centro Visite Mulino, con il prato falciato, ha fatto la sua bella figura. Il pomeriggio è stato parzialmente compromesso da un improvviso acquazzone, limitato come sempre alle sole Valli, che ha costretto alla fuga molte persone. Il turno di Graziella e Marcello, concluso alle 13:00, si è svolto con il consueto entusiasmo di chi lo ha gestito. Graziella è rimasta soddisfatta. Auguriamo una buona settimana, che ci porterà nel cuore di luglio.

11.07.2021, Lo stretto rapporto con le piante (4/4)

   Le infiorescenze del sambuco erano raccolte nel mese di giugno, per la festa di San Giovanni. Con proprietà simili a quelle del tiglio, sono oggigiorno sono impiegate per tisane diaforetiche e contengono proprietà diuretiche e depurative. Lo sciroppo di sambuco/bezeg è diluito per creare una bevanda gradevole e dissetante, mentre con i suoi frutti un tempo si preparavano marmellate lassative, a patto che siano ben maturi. Il legno del ginepro, mescolato ad altro legname, era utilizzato per affumicare la carne di maiale alla quale conferiva un sapore intenso e dolce. I frutti di ginepro si inserivano anche nei crauti, nella selvaggina e nella grappa. L’effetto diuretico, invece, è una reazione alla tossina, quindi sconsigliato in gravidanza. Altre piante che meriterebbero approfondimento sono: il pino mugo, corniolo (Rumeni dren), il faggio, il salice, la menta, la malva, la genziana.