La rete sentieristica del nostro territorio è ben tenuta e ben segnata da idonea cartellonistica. È sufficientemente larga per consentire il transito di biciclette, ma soprattutto è ben utilizzata. Molta gente percorre le mete che attraversano Mezzana per poi passare sopra Ponteacco, Makota, fino al Klančič e quindi San Pietro al Natisone. Numerosi coraggiosi si fanno lasciare a Loch, raggiungono Mersino Alto, Rodda Alta-Scubina, quindi Mezzana e San Pietro, dopo una camminata di 18 km. Anche i resti della chiesetta di San Canziano sono visitati da molte persone che lasciano il loro autografo in un libro-presenze fitto di nomi, dediche e osservazioni. Si potrebbe fare qualcosa in più, magari posizionando gruppi di tavoli e panche per favorire la sosta e la consumazione di uno spuntino, oppure di una bibita. Se l’attraversamento di un serpente fa schizzare in alto il livello di adrenalina, è da stare invece attenti alle zecche, quelle sì responsabili di infezioni serie per l’organismo. Rientrati a casa, cambiati i vestiti, sarebbe necessario controllare scrupolosamente il proprio corpo affinché questi sgraditi parassiti non trovino fonte di nutrimento, con le conseguenze che tutti conosciamo.
15.06.2021, Sentieri affollati (1/2)
«Ma, signor Parroco, non è esagerato percorrere al solleone la pista ciclo-pedonale San Pietro al Natisone-Ponteaccoindossando la talare?», «No, mi rinfrescano le preghiere!», così ha riposto don Alessandro a chi gli chiedeva spiegazioni sulla passeggiata tra i due paesi, che assume la forma di impegno fisico se si pensa al lungo abito e per di più di colore nero. Questo all’andata e stessa cosa al ritorno dopo aver passato parte del pomeriggio con i suoi nuovi fedeli. Un pomeriggio gradevole per lui e per gli interlocutori. La ciclo-pedonale è percorsa da molta gente, la panchina di sosta in località “Blek” è stata un investimento azzeccato perché posizionata a un terzo del percorso, l’ideale per una breve sosta. La maggioranza delle biciclette oggi è a pedalata assistita e numerosi sono i ciclisti amatoriali che sfrecciano a gran velocità, come frecce e per il momento. Ma non è tutto a proposito di sentieri …
14.06.2021, Ieri al Centro
Il Mercatino della Krivapeta di ieri si è trasformato in una festa e chi si è divertito di più, finalmente, sono stati i giovani, nell’area-garden. Gli espositori hanno presentato moltissima merce e in linea di massima, tutti sono stati soddisfatti per le vendite. In effetti gente c’è stata e per buona parte della giornata il vasto parcheggio era colmo e non sono mancati parcheggi improvvisati e fantasiosi. Tutto è andato bene perché, a testimonianza di quanto detto, l’organizzazione era perfetta, gli alimenti anche. La giornata di caldo ha invogliato tutti a bere, infatti di acqua minerale ieri sera sono rimaste poche bottiglie. I giovani si sono riuniti nei pressi del chiosco ed è bastato poco, con un telefonino, a fare musica e a intrattenersi con una o più consumazioni. La Pro Loco ringrazia tutti i partecipanti, siano espositori, siano visitatori, con l’impegno di ritrovarci il prossimo anno per la quinta edizione del Mercatino della Krivapeta
13.06.2021, Oggi il Mercatino della Krivapeta
È il primo appuntamento significativo dopo mesi e mesi di sospensione forzata dell’attività della Pro Loco. Tutto è pronto per accogliere gli ospiti: gli espositori arriveranno tra poco, mentre il mercatino vero e proprio potrebbe iniziare verso le 10:00, terminato l’allestimento delle bancarelle. Sono 27 le bancarelle a disposizione dei visitatori. Proporranno abiti, oggetti di artigianato, vecchi accessori di casa, tutti oggetti rivisti per essere riproposti a prezzi di realizzo. Vi attendiamo a Ponteacco, sarà un’occasione per trascorrere assieme una delle prime domeniche di libertà. E occasione doppia se si vuol fare qualche buon affare.
12.06.2021, Il saluto del paese a don Alessandro
La comunità di Ponteacco desidera rivolgele un sincero saluto e un caloroso benvenuto tra noi. La missione pastorale appena iniziata nella nostra Valle sarà per Lei un impegno notevole, al quale desideriamo partecipare come fedeli, come persone. La chiesa di Santa Dorotea che oggi l’accoglie è un autentico monumento di storia, costruito mattone su mattone dai nostri avi e la figura del cappellano prima e del parroco poi, è sempre stata vista e interpretata come un indispensabile punto di riferimento. Ma ciò che desideriamo presentarle, don Alessandro, è la nostra bella comunità. Ponteacco un paese vivo, unito, maturo, in grado di realizzare progetti che un tempo erano impensabili. Le nostre case sono aperte, felici di accoglierla perché tutti abbiamo bisogno del parroco, di un fratello che ci parli di Dio; tutti abbiamo bisogno di scoprirci e di sentirci uniti e di vedere nel fratello il volto di Gesù che spezza il pane con noi. Cerchiamo in Lei un alleato, che ci assista, che ci sorregga nei momenti di difficoltà. È questo il nostro sincero messaggio di benvenuto al quale si associano tutti i presenti e anche i paesani impossibilitati a partecipare alla messa o residenti in altri luoghi, che sono informati di quest’incontro. Benvenuto don Alessandro!
11.06.2021, L’incontro con il nuovo parroco
Nella galleria fotografica della “home-page” si possono osservare alcune delle foto scattate ieri in chiesa e al Centro. Abbiamo festeggiato l’arrivo del nuovo parroco, don Alessandro Fontaine (34), giovanissimo sacerdote oberato dell’enorme responsabilità di guidare le parrocchie di San Pietro al Natisone, Azzida, Vernasso, Antro, Lasiz, Mersino, Rodda, Brischis, Goregnavas e Montefosca, 10 parroci più 3 aiutanti di un tempo (cappellano, don Di Giusto, pre’Paolino), uno solo oggi. La coda di un temporale pre-serale ha disturbato l’arrivo delle numerose persone che hanno affollato la chiesa, ma appena iniziata la messa, il sacerdote ha detto: «È la protezione di Dio che ha fatto spuntare il sole tra le nubi, proprio mentre inizia la celebrazione liturgica». Una messa molto sentita, ricca di canti, di riferimenti e preghiere anche in latino. Mancava l’intonazione di Graziana, ancora assente, ma il coro improvvisato tutto sommato se l’è cavata egregiamente. Era da molto tempo che in paese non si vedeva un’eucarestia così affollata, costituita da adulti, ragazzi e bambini. Il parroco è rimasto stupito per la bellezza della chiesa e ha ringraziato il paese per la calorosa accoglienza ricevuta. Il dopo-messa si è spostato al Centro, dove un brindisi generale al nuovo parroco ha siglato la bella serata di ieri, che si è conclusa poco dopo le 22:30. Domani pubblicheremo il saluto che il paese ha rivolto a don Alessandro.
10.06.2021, Le pudghane, le pantegane (2/2)
Animali repellenti che nidificavano anche nei letamai presenti nei pressi di tutte le case. Figuriamoci la carica batterica che trasportavano nei loro corpi. Animali insaziabili il cui compito è tutt’oggi quello di mangiare continuamente e riprodursi a più non posso e senza potenziali nemici, visto che anche i gatti se ne stanno alla larga. Nel 1975 la Ida Jòszova, mentre spostava alcune cassette in cantina, a San Pietro al Natisone, dove si era trasferita da alcuni anni, fu morsicata al polpaccio da uno sgradito inquilino, che le causò una vasta infezione provocata dal virus della leptospirosi, malattia infettiva vasculitica che genera febbre alta, dolori muscolari, insufficienza renale, danni ai polmoni e meningite. Chi più ne ha, più ne metta e ciò per sottolineare la pericolosità di tale ratto. Berto, il fratello di Graziana, esausto della presenza di queste bestie nel pollaio, ogni tanto e verso sera, si appostava con il flobert e la sua caccia era sempre fruttuosa. L’ultima immagine da brivido delle pudghane l’abbiamo vista in molti nel settembre 2008, quando l’impresa che ha costruito il Centro, ha abbattuto il tetto e la parete dell’ex asilo (il tetto più basso dell’allora complesso scolastico): a decine, forse centinaia, scapparono per mettersi in salvo. Un fuggi-fuggi generale che stupì tutti i presenti.
09.06.2021, Le pudhane, le pantegane (1/2)
Non c’è animale che faccia più ribrezzo. Sono più sopportabili i serpenti delle pantegane. L’avversione verso questi roditori-parassiti è innata nell’Uomo proprio per la loro pericolosità e carica infettiva. La lotta con le pantegane si perde nella notte dei tempi e non è certamente vinta. Queste “bestie schifose” si sono rarefatte poiché non ci sono più pollai, conigliere e stalle, ma non sono certamente scomparse. Tali ambienti costituivano l’ideale per potersi nascondere, per moltiplicarsi a dismisura, per poter contare su una costante presenza di cibo fatto di farine, granaglie, pane vecchio, fieno, otròbi (crusca) che le rendevano sempre ben pasciute, rotondeggianti, decisamente spregevoli. Nella conigliera di Silverio, sotto le sue scale traballanti per accedere al piano superiore dove abitava con la famiglia, questi orribili ratti avevano fatto un bel nido, tra i conigli!: erano al caldo, di notte l’alimentazione non mancava, non disdegnavano di divorare un cucciolo di kunìn appena nato. Il paesano Giovanni, volendo coccolare un coniglietto appena nato, si beccò una bella morsicata alla falange superiore del dito indice, che gli causò un’infezione molto seria, con febbre e mano violacea …
08/06/2021, E se fossimo d’un tratto tutti vegani?
Anche in paese c’è chi segue questa dottrina, o pratica a dir si voglia. Certo, occorrerebbe porre la domanda a qualche esperto in alimentazione. Ci sono numerosi motivi a spingere i vegani a tale scelta: valori morali intesi come rispetto per gli animali, motivi ambientali per il costo che sopporta il Pianeta a causa degli allevamenti intensivi. Il primo vegano della storia fu Pitagora che, nel 500 a.C. disse: «Finché l’uomo continuerà a distruggere altri esseri viventi, non conoscerà pace, né salute». Il matematico-filosofo era un “crudista” in quanto si cibava solo di alimenti crudi. La dieta vegana fa bene alla salute in quanto le verdure, i legumi e i cereali riducono colesterolo, pressione e alcuni tumori. Ma è dura! Come sarebbe il pianeta? Più pulito, con l’80% di antibiotici in meno, otto milioni di vite salvate dall’iper-alimentazione. Però, c’è il fatto che gli animali selvatici si riprodurrebbero a dismisura, interi settori produttivi crollerebbero, il bosco conquisterebbe il fondovalle. Forse il nostro mondo mai sarà vegano, per lo meno a breve. Possiamo fare una prova, quella dei nostri nonni, parzialmente vegani per necessità: incominciamo a saltare tutti la carne il venerdì. Un precetto che unirebbe l’utile al quasi dilettevole.
07.06.2021, Ieri al Centro
Lasciata alle spalle una pandemia che ha provocato disastri, ora c’è il desiderio di ritrovarci, di stare assieme, di riscoprire dopo tanto il valore della compagnia. Anche ieri al Centro la domenica era decisamente frizzante, non solo per il Prosecco assaggiato come aperitivo, ma anche che il via-vai di persone e di gruppi ai vari tavoli. Ringraziamo Enzo e Savina per il loro turno e per gli assaggi di specialità che propongono ogni volta ai soci presenti: ieri cubetti di frittata con punte di luppolo selvatico (camei) e cubetti di pane con salsa di aglio orsino, preparata da Federica. Questa settimana sono due gli aspetti che concentreranno la nostra attenzione: giovedì prossimo attendiamo l’arrivo del nuovo parroco e domenica il Mercatino della Krivapeta. Aiutateci con un bel passaparola!