10.06.2024 Nastisone, Nediža.

(articolo di Renzo O.) (2 di 2)

Le piene in ritiro erano una manna per i residenti, specie quelli vicini al fiume; i pesci che sentono bene il sopraggiungere delle piene, si ritirano in ripari sotto riva dove la corrente dell’acqua è meno violenta e ci restano a lungo. Era allora il momento per i pescatori, muniti di opportune reti, di rastrellare abbondanti quantità di pesce di diversa qualità e taglia (proteine per la famiglia). Il fiume forniva pure abbondante materiale da costruzione edile, pavimentazioni per stradine, piazze e stalle… D’estate i valligiani ed altri ancora trovavano ristoro e rinfresco in quelle acque dopo i lavori sotto il sole cocente. Come dicevo al principio, il Natisone, dono di Dio, come pure le montagne, il mare i boschi e, direi, tutta la natura che ci circonda, se non avvicinati con rispetto e prudenza, portano dolori e sofferenza. Il Natisone compresso da profonde gole, in certi punti (e non sono pochi), viene accelerato talmente che all’uscita dalle stesse raggiunge velocità e potenza incredibili. Uno di questi posti, anche in assenza di piene, ha  mulinelli inaspettati e provocato già molte morti. La cronaca di questi giorni ci ha riportato ad un’altra terribile disgrazia: 3 giovani vite stroncate! Non vado a commentare l’accaduto che si trova ancora nelle mani dei magistrati e le autorità competenti. I media e i giornalisti hanno già fatto abbastanza confusione e diciamo pure danno (turismo ed economia locale) definendo il Natisone come un fiume assassino e pericoloso, quando tutti i fiumi e torrenti che nascono dalle nostre montagne e scendono verso la pianura rappresentano il medesimo rischio…

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