18.05.2014 Torrentelli di superficie, vene d’acqua sotterranee, rupe, inghiottitoi, grotte carsiche e sorgenti del nostro territorio.

(5 di 5 / articolo di Renzo O.)

Tra il ponte di Tiglio e il mulino di Biarzo, nelle immediate vicinanze del fiume o addirittura sotto i suoi fondali, scaturiscono quattro importanti sorgenti. La prima, oramai poco visibile, sfocia da sotto il costone di Tiglio (ricordo che i contadini di Tiglio vi portavano verso sera ad abbeverare il bestiame). La seconda, che tutti conoscono come “Te marzli Berin”( il fondale freddo), esce nel mezzo di un profondo fondale a temperatura molto fredda fino a un metro circa dalla superficie, nella fascia superiore l’ acqua mantiene la temperatura normale del fiume. La terza si trova nella “Raunica”(piana) del “Tulin” alla base del costone, il “Kofadar” sgorga all’aperto, uscendo da una grotta, con la temperatura delle sue acque a livello costante; inestate pareva fredda e d’inverno fumava, toccandola con le mani dava una piacevole sensazione di tiepidezza tant’è che le donne del paese, in inverno, si recavano là a lavare i panni; durante i mesi freddi, quando si macellavano i maiali, le donne, ma anche gli uomini, istruiti dal “norcino”, lavavano a fondo con molta cura gli intestini della bestia che sarebbero stati poi utilizzati per insaccare salami, salsicce, polmone ed altro ancora. Una leggenda del posto vuole che i neonati maschi provenissero da quella sorgente, mentre le femminucce nascessero dalla sorgente più a sud: la “Bàrovca”. La Bàrovca, nasceva circa 300 metri più a valle, in direzione del mulino di Biarzo, sempre nell’alveo del fiume con le caratteristiche simili al Kofadar. Il mulino azionato ad acqua era un esempio di energia che ci fornivano i corsi d’acqua debitamente incanalati. Mia madre raccontava che la grotta del Kofadar (che al suo interno presenta delle sale abbastanza capienti) nell’ultima guerra, serviva come nascondiglio agli uomini del paese durante le scorribande dei soldati tedeschi. Le donne rifornivano di cibo, nella grotta, padri, figli, fratelli e mariti; per non farli scoprire nelle retate degli invasori, usavano, facendo finta di cercare cani scappati da casa, due richiami: Lampo! Lampoo!!, in caso di presenza del nemico in paese, e Fido! Fidoo!!, se il campo era libero. Altro uso, che veniva fatto con le acque che scorrevano nel sottosuolo dei paesi, era quello di realizzare nel terreno, sopra quelle meno profonde, dei piccoli pozzi dai quali attingere l’acqua per bagnare gli orti.  Quando ancora non esistevano le fognature, molti contadini avevano nei pressi, o addirittura all’interno, delle stalle o della casa, delle piccole “rùpe” (foibe naturali), scavate dalle acque sotterranee, dove scaricavano le acque sporche di casa. Nella strada che passa dietro la mia proprietà, sotto il muro di cinta, qualche anno fa si era aperta improvvisamente una voragine profonda circa 10 metri e larga quasi un metro, il comune prontamente avvisato ha provveduto a ripararla, mettendola in sicurezza con qualche metro cubo di calcestruzzo.

Alla fine di questa mia descrizione, si può arrivare ad una rassicurante conclusione: il nostro territorio è un organismo vivo il cui corpo è composto dal terreno superficiale, la pelle; lo scheletro sono le rocce e i conglomerati sottostanti, la struttura portante che sorregge Tiglio, Ponteacco e Mezzana e garantisce sicurezza e stabilità dei nostri insediamenti abitativi; le acque, che non scarseggiano sia in superficie che in profondità, sono l’apparato circolatorio che rende questo complesso organismo sano, mantiene il territorio, il panorama, splendido alla vista, con i suoi boschi, prati e monti circostanti, rilassante per l’udito, canti di uccelli e gorgoglio del fiume e dei torrentelli, piacevole per l’olfatto, profumo dei fiori e dei boschi, goloso per il gusto inimitabile dei prodotti semplici ma gustosi della sua antica cucina… manca il tatto!… ah ecco! la carezza che ti viene spontanea da dare alla persona che vive con te questa impagabile esperienza! (ecco soddisfatti i cinque sensi).

One thought on “18.05.2014 Torrentelli di superficie, vene d’acqua sotterranee, rupe, inghiottitoi, grotte carsiche e sorgenti del nostro territorio.

  1. Pregevole, preciso e dettagliato il racconto di Renzo. Piacevole da leggere e molto interessante. Complimenti davvero!

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