25.11.2021, L’autunno

   Secondo contributo di una nostra affezionata lettrice: ” Torno alla parola autunno. Da alcune settimane riscaldiamo le nostre case e ci vestiamo in modo adeguato. Perfino per andare a San Pietro, anzi , da Ponteacco Nord a Ponteacco Sud  (perdonatemi l’ ironia) si va in macchina, senza il pericolo di avere geloni. Penso che pochi sappiano cosa siano, per loro fortuna. La nostra vecchia scuola, che appena inaugurata sembrava un grande passo di civiltà,  era grande, con aule enormi poco riscaldate, pluriclassi con molti ripetenti e gabinetti veri. Eravamo vestiti poveramente: le bambine indossavano gonne anche in inverno e i maschietti calzoni corti anche se gelava. Giacche e cappotti non si conoscevano. Le mamme che avevano imparato a cucire  da Ida (LA sarta dell’epoca!) rivoltavano vecchi cappotti, trasformavano vecchi vestiti in gonne, lavoravano a maglia. Si alzavano alle 5 del mattino per accendere il fuoco in cucina, stirare i grembiuli dei bambini, mungere la mucca, dar da mangiare alle galline, preparare la colazione dei bambini,  andare alla fontana a prendere l’acqua, fare il bucato nella mastella… Piu’ o meno tutti avevano l’orto, almeno una mucca, galline e conigli, un bosco che forniva legna. Si viveva. Malattie e morti erano considerati come fatti ineluttabili. Le scuole aprivano i battenti il primo di ottobre e ciò andava bene per le famiglie, in quanto i bambini davano una mano con la vendemmia, la raccolta delle noci, delle castagne e portavano qualche fascina di legna a casa. Passato novembre, arrivava dicembre spesso rigido e con abbondanti nevicate”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *