19.01.2021, Abitudini: mutatis mutandis? (2/2)

   Un tempo i problemi legati alla sfera intima, soprattutto delle nonne, erano “top secret”. Non esistevano gli assorbenti intimi e al loro posto si usavano “fazzoletti” ritagliati magari da vecchie lenzuola, che si lavavano lontano da occhi indiscreti e si mettevano ad asciugare nell’angolo più remoto del solaio o del fienile. Gli uomini abitualmente si lavavano il viso, all’aperto, nel cortile, con dell’acqua tiepida se c’era. Si rasavano appendendo lo specchio al chiodo conficcato in un albero o sul muro esterno. Era abitudine diffusa quella di farsi tagliare i capelli sul marciapiede davanti a casa. L’avviarsi con fogli di giornale sottobraccio verso il cagadôr era cosa normale per entrambi i sessi, così come rovesciare in quel luogo al mattino il secchio con i liquami della notte, raccolti dai vari bukòu o bokalìze (vasi da notte del comodino). Ma mai alcuna persona si è espressa su altri disturbi o fastidi legati a ciò che è strettamente personale. Chi mai aveva sentito parlare di emorroidi? O di visite ginecologiche? C’erano rimedi naturali per tutti i disturbi, tramandati da nonna a nonna. Un paesano intento a costruire il bagno alla fine degli anni ’50 o inizi ’60, fu apostrofato da un suo parente con la seguente frase: ” A se boìš itì sràt tu sìarak?” (Hai paura di andare ad evacuare nel granoturco?”. E parliamo di solo 60 anni fa!

18.01.2021, Ieri in paese

   Ancora una domenica non solo tranquilla, ma più che tranquilla in paese. La giornata non era delle più invitanti per uscire a fare una passeggiata. Il cielo nuvoloso e la temperatura di poco sopra lo zero ha convinto molti, se non tutti, a starsene a casa. La conferma è stata data anche dal traffico molto scarso sulla statale e dal parcheggio senza vetture. È stato nuovamente ispezionato il Centro per verificare la tenuta dei tubi dell’acqua dopo il gelo notturno di questi giorni. La sala sembra incantata: tutto fermo, tutto così come l’abbiamo lasciata mesi fa. L’attività della Pro Loco prosegue con scadenze amministrative e gestionali. I consiglieri si sentono via WathsApp con scambi di messaggi e di foto. I numeri della pandemia non sono favorevoli alla nostra regione, anche se c’è qualche piccolo dato incoraggiante, un lieve calo nelle linee dei grafici, che può far ben sperare. La settimana non prevede appuntamenti legati alla nostra associazione, tranne quelli di ordine amministrativo, nel senso che, a differenza degli altri anni, non ci sono scuole che chiamano per le visite, non ci sono gruppi di escursionisti: tutto è al momento congelato. Auguriamo giorni sereni, se è possibile anche in compagnia del nostro sito.

17.01.2021, Abitudini: mutatis mutandis? (1/2)

   Rimaniamo sconcertati davanti alla tv quando vediamo determinati spot pubblicitari di prodotti destinati ad aspetti della sfera personale e intima che un tempo mai nessuno ne avrebbe pure ammesso l’esistenza in pubblico. Prostatite, evacuazioni complicate, assorbenti a forma di jolanda che si aprono/chiudono a tempo di musica, ragadi e pruriti lì, vagisyl se gratta, prodotti Tena se spruzza, prodotti Lines se sprizza, dentifrici con risciacquo sanguinolento proprio mentre si mangia, otiti con materiale purulento nell’attimo in cui si porta alla bocca una forchettata di puré, distinte signore con problemi di flatulenza e chi più ne ha, più ne metta. Ai tempi delle nostre nonne, chi mai sapeva cosa fosse la prostata? Per non parlare poi di soluzioni ai disturbi che abbiamo appena elencato. Se c’era un diffuso sentimento di pudicizia da una parte, dall’altra possiamo indubbiamente comprendere che tutto ha un aspetto commerciale. E chissenefrega se il telespettatore è stupito, anzi, vuol dire che il messaggio ha fatto colpo …

16.01.2021, I sacrifici del “gentil-sesso”(2/2)

   L’emergenza sanitaria ha fatto crescere a dismisura la mole di attività in casa, oltre alla cura di bambini e anziani. E la nostra regione parte già male, essendo l’Italia il fanalino di coda dell’Unione in tema di occupazione e qualità d’impiego femminile. C’è ancora una mentalità dura a morire, quella della donna quale regina del focolare, come dire che quel lavoro non abbia bisogno di essere gratificato economicamente. Se si nota, ogni volta che il mercato del lavoro entra in crisi, le donne sono le prime a perdere il posto. Questo è un residuo mentale cavernicolo e una grave ingiustizia sociale, che però il post-Covid potrebbe contribuire a rimuovere. Sarà un’occasione irripetibile per andare velocemente verso il futuro.

15.01.2021, I sacrifici del “gentil-sesso” (1/2)

   Senza dubbio la pandemia pesa su tutti. Qualcuno dice che finalmente ci ha fatto tornare con i piedi a terra, alla realtà. L’emergenza sanitaria. però, pesa il doppio sulle donne. Carichi domestici aumentati, posti di lavoro persi, “smart-working” che va e non va. Le donne stanno pagando un conto molto alto per la crisi economica e sociale. E sono in prima linea sul fronte delle prestazioni ai malati, con i rischi che ne conseguono. Lavorare nei ricoveri, negli ospedali, nei centri-Covid significa esporre al rischio una percentuale di donne ben superiore a quella degli uomini. Le signore sono occupate nei luoghi di lavoro più a rischio di chiusura. Quanti posti di lavoro in rosa sono stati persi!

14.01.2021, Lo svinjàk attendeva il nuovo inquilino (2/2)

Il “purzitàr” (norcino) Egidio di Sorzento, conosciuto come “bazjak” arrivava sul luogo del “delitto” alle 07:00 in punto con un cestino contenente gli attrezzi del mestiere fatti di coltelli, tritacarne e di un sacchetto per la raccolte delle setole migliori dell’animale. Intanto che si svolgevano le tristi operazioni, lui si beveva tranquillamente in cucina un buon caffè lungo, corretto con della grappa. L’allestimento della macelleria domestica non era cosa semplice: la panca (klòp) utilizzata per mandare al creatore l’animale bisognava chiederla ai Markici, il kotù in rame con il trepìs e con la capacità di almeno una settantina di litri di acqua bollente era di proprietà della Rosina e andava restituito ovviamente senza ammaccature, il bandòn per proteggere il fuoco dal vento era necessario chiederlo ai Mihciovi. Solo con questo “collage” di attrezzature chieste in prestito, raccolte e posizionate il giorno prima era possibile procedere “alla rottura del maiale”, argomento di alcuni pensierini di un nostro paesano che fece correggere all’allibita maestra Rade Podrecca Emma: “Oggi abbiamo rotto il maiale …”, forma italiana dell’espressione locale: “Donàs smo ubìli prasè”.

13.01.2021, Lo svinjàk attendeva il nuovo inquilino (1/2)

   Il porcile era stato da poco ripulito e imbiancato con la calce viva, per disinfettare la struttura. Tutto era pronto per accogliere il nuovo “prasè”, il maialino, per dare vita così a un nuovo ciclo di allevamento domestico. I muset, o cotechini, assieme alla brovada, avevano fatto la loro bella figura sulle tavole durante le feste appena trascorse. In cantina, ma soprattutto in spazi ben preparati, giustamente aerati, protetti dal sole e dai roditori, si giravano e rigiravano i salami collocati su fogli di carta o cartoni per permettere la corretta stagionatura tramandata da generazioni. Un eccesso di muffa o altre condizioni negative avrebbero compromesso la qualità o il buon sapore del prodotti. Grosse o pesanti quantità di lardo sgocciolavano grasso liquido in cantina e lo strutto era già pronto in generose quantità contenute in recipienti di vetro. Nelle precedenti “puntate” ci eravamo dimenticati di descrivere alcuni particolari riguardanti le operazioni di macellazione del povero suino …

12.01.2021, Andiamo a naso (2/2)

   Oggi di tutti quegli odori, di quei profumi, è rimasto ben poco, forse solo quello del fumo che esce dal camino. Uscendo dal nostro paese, forse qualcuno ricorda il forte e sgradevole odore di carbone della Caporetto-socialista, tanfo che ha segnato una precisa epoca; Manzano era calata in un misto di odori di vernici utilizzati per le sedie. Il progetto “Odeuropa” sta catalogando migliaia di profumi e odori, alcuni prodotti in laboratorio, per tracciare gli aromi e gli effluvi che si respiravano nei paesi e nelle città tra il XVI e il XX secolo. L’obiettivo è quello di rendere più attraenti e coinvolgenti le visite ai musei. Chissà se riusciremo a creare anche nel nostro piccolo un catalogo ponteacchese?

11.01.2021, Ieri in paese

   La seconda domenica dell’anno è trascorsa talmente tranquilla in paese, da risultare del tutto anonima. È inutile dire e riconfermare quanto manchi il Centro e le sue attività connesse. L’unica nota di relativa vivacità è stata la pista ciclo-pedonale Ponteacco-San Pietro, frequentata da varie persone che hanno affrontato il percorso in una giornata piuttosto fredda e ventosa. Nelle famiglie del paese si è provveduto a disfare gli alberi, ad inscatolare il presepio e a riposarsi per poi affrontare questa prima settimana feriale dell’anno. Auguriamo giorni sereni e un buon ritorno alle consuete attività.

09.01.2021, Andiamo a naso (1/2)

Andiamo a naso (1/2)

   Ogni epoca ha i suoi odori caratteristici. Sembra strano, è così. Ma cerchiamo di spiegarci meglio. Fino a una quarantina d’anni fa la via Corene del paese era una sequenza ininterrotta di profumo di polenta, soprattutto verso le 18:00. Irma, Malia, Nadalia, Ernesta, Marcella, Ilva aprivano le finestre anche in pieno inverno per far uscire il vapore e con esso il profumo della polenta che faceva venire l’acquolina e stimolava l’appetito. Avere il “ghnojàk” (letamaio) a quattro passi da casa era cosa normale, così come il profumo intenso della stalla o quello meno gradito dello “svinjak” (porcile). C’era il profumo dei fienili, del mosto dove si torchiava l’uva pigiata, l’odore “misto” delle cantine, tra botti di vino, salumi appesi al soffitto, formaggi, brovade. Ogni casa aveva la propria “impronta” odorosa, tipica di quell’abitazione …