02.09.2020, Correre fa bene (2/2)

La corsa migliorerebbe anche la salute del nostro cervello: gli individui più sportivi hanno un ippocampo più grande e migliore memoria. La chiave di questa sensazionale opportunità salutistica è data da un fattore ormonale, prodotto dai muscoli per bruciare i grassi, che nel cervello stimola la crescita di nuovi neuroni. Se i muscoli rimangono inattivi, scende il livello dell’ormone “Bdnf” e il cervello ne risente. I muscoli sotto sforzo producono anche la serotonina e dopamina che sono noti neurotrasmettitori responsabili del benessere mentale. «Sostanzialmente il modo con cui il nostro corpo ci premia quando facciamo attività utili alla sopravvivenza, come il mangiare o, appunto, il correre», sostiene Matteo al quale chiediamo: «Può la corsa diventare una dipendenza?», «Basta non esagerare, basta non danneggiare i muscoli, i legamenti e le ossa. Secondo le mie ricerche, condivise da tutti gli esperti in scienze motorie, è necessario apprendere un tipo di movimenti e di allenamento graduali, adatti a noi e imparare a distinguere il dolore dalla fatica. Il dolore ci invita a stare attenti, a non farci del male per non subire danni. Acquisire queste conoscenze è molto più importante che spendere cifre esagerate per scarpe hi-tech», conclude Matteo che, nel periodo del lockdown e post-lockdown non ha mai perso l’appuntamento quotidiano con la corsa, senza esagerare, tonificando corpo e anima. Lo ringraziamo per le “dritte”.

01.09.2020, Correre fa bene (1/2)

Correre sembra semplice, ma è frutto di una complicata interazione tra una decina di muscoli che devono contrarsi a tempo, con il sistema nervoso che ne orchestra l’azione e ci mantiene in equilibrio assieme a cuore, polmoni apparato digerente, fornitori di energia per alimentare tutta la catena. Ce lo dice il paesano Matteo Cencig, dottore in scienze motorie e grande esperto di attività fisica, sportiva e di allenamento. «C’è l’aspirante sportivo della corsetta della domenica -ci racconta- fino alle maratone agonistiche. Correre rende più forti e resistenti alle malattie. Assicuro che, anche a piccole dosi, riduce il rischio di ipertensione, diabete, artrosi, malattie respiratorie, tumori, depressione, ansia e demenza senile». Ma come fa la corsa ad essere una sorta di medicinale? «Per milioni di anni nostri antenati si sono mossi molto, per trovare cibo e per sfuggire ai predatori o nemici: percorrevano molti chilometri al giorno, così il nostro DNA si è adattato, incorporando la corsa in ciò che ci serve per restare sani. E visto che da pochi decenni siamo diventati sedentari, l’aver smesso di muoverci danneggia la nostra salute», afferma ancora Matteo…

31.08.2020, Ieri al Centro

Il maltempo di sabato e domenica non ha causato danni in paese, ma solo “seccature”: a Savina si è frantumato un grosso vaso, a Silvana sono volate le sedie del giardino, molti i vasi di fiori ribaltati, in alcune case è entrata un po’ di acqua perché è piovuto con insistenza da tutti i punti della Rosa dei Venti, infatti i muri esterni delle case e il campanile appaiono bagnati da tutti i lati. Sabato sera e ieri mattina c’è stata apprensione per alcune raffiche di vento molto forti. La strada di Mezzana è parzialmente rivestita da piccoli rami e fogliame. A San Pietro al Natisone si sono spezzati alcuni rami nei pressi del cimitero, stessa cosa a Ponte San Quirino e a Vernassino. Nella foto della settimana si potrà vedere tra poco il fiume in piena, al Mulino. La domenica al Centro è iniziata un po’ in sordina, poi dopo le 11:00 un notevole numero di soci si è trattenuto in sala e nelle adiacenze per un brindisi. Claudia e Paolo sono rimasti soddisfatti del loro turno. Il pomeriggio, complice l’incertezza del tempo, complici il temporale del tardo pomeriggio e decine di micro e macro-black-out, è trascorso nella calma più assoluta: nessuna moto assordante, nessun ciclista invadente, poco traffico, poca gente in giro. Auguriamo a lettrici e lettori la miglior settimana possibile.

30.08.2020, L’auto senza conducente

Cosa pensa l’opinione dei nostri soci a proposito delle auto elettriche? Proprio oggi sul quotidiano Messaggero Veneto è ripostata la notizia dell’attesa di finanziamento regionale per 500 vetture: mancano i fondi.  Possiamo darci comunque il benvenuto nella guida autonoma? Riusciremo ad andare a Udine da soli in macchina, facendo le parole crociate mentre affrontiamo il ponte di San Quirino? Ci sono molti dubbi di carattere tecnologico, ma intanto i grandi gruppi automobilistici e i loro partner stringono alleanze, testano nuovi sistemi di automazione e promettono nuovi affascinanti scenari. I nuovi sistemi dovranno individuare e soprattutto evitare le possibili collisioni anteriori, i pedoni, i segnali stradali e i ciclisti, poi la frenata d’emergenza e il controllo automatico della velocità. Una soluzione, stando alle ultime ricerche, potrebbe essere data dai lampioni stradali su cui potrebbero essere installati sensori che possano rilevare ostacoli in tempo reale. Alti 6 metri, potrebbero costituire una rete e dare una visione dall’alto degli sviluppi del traffico in prossimità degli incroci, che sono i passaggi più delicati. Da terra si ha una visione a 360 gradi, ma meglio dare un’occhiata dall’alto in modo che un pedone non sia oscurato da un veicolo. Insomma, i dubbi restano.

29.08.2020, Una gita di tanti anni fa.

   La passione dei ponteacchesi per le gite di media percorrenza è iniziata molti anni fa, per la precisione negli anni ’50. La prima destinazione della gita di gruppo, organizzata dalla parrocchia di San Pietro al Natisone, fu il Santuario di Monte Berico in periferia di Vicenza. Si trattò di un’autentica escursione, considerato che i viaggi di nozze di quei tempi, per le coppie che avevano la possibilità di farli, arrivavano a Udine, raramente a Trieste e rarissimamente a Venezia. L’allora cappellano don Francesco Venuti ideò la meta, aprì le iscrizioni e si mise alla guida del gruppo in cui c’erano numerosi paesani: Graziana, Silvana, Romilda, Felizita, Irma e altri ancora. Raggiungere Vicenza non era difficile, ma in quei tempi c’erano solo 30 km di autostrada: da Venezia a Padova in corsia di marcia unica, inaugurata nel 1933. La statale che portava a Vicenza era affiancata da un grande cantiere autostradale che costruiva la tratta Padova-Brescia aperta al traffico nel 1962. Il nostro gruppo partì alle 05:00 dal piazzale della chiesa e raggiunse Vicenza verso le 11:00. L’emozione era tanta, tutti erano felici e si sentivano fortunati per questa grande esperienza che li portava fuori regione, in un santuario molto conosciuto. Il pranzo al sacco si consumò a bordo del torpedone con i panini profumati di salame e formaggio. Dopo la prima messa pomeridiana, il gruppo fece un’escursione fino a Vicenza-centro lungo i portici coperti che ancor oggi distinguono per bellezza quel luogo di culto. “A Vicenza andai, a te pensai e questo regalo ti portai” era la scritta che appariva sulle confezioni di piccoli oggetti di souvenir acquistati in città o al santuario. Tutti comprarono cartoline, rosari, libriccini, medagliette e immagini sacre. La sera vide i partecipanti riuniti in corriera dove cenarono con la seconda parte di panini e con canti tratti dal repertorio sacro fino a notte fonda. Dormirono a bordo. Il giorno dopo i parrocchiani visitarono Venezia. Il rientro fu festoso e la gita, prima nella storia del paese, fu un autentico successo.

28.08.2020, I “social” e i giovani (2/2)

I nuovi social, quelli post-Facebook, non sono più solo semplici strumenti di comunicazione: rappresentano luoghi in cui gli utenti acquisiscono un’identità e la cementificano. L’identità dei Millennial, i nati indicativamente tra il 1990 e il 2000, seguiti dalla Generazione Z dei loro fratelli minori, affermano che la loro identità si mostra attraverso i social, ma si modella, come nella vita reale, per mezzo delle relazioni con gli altri. Le immagini di sé con cui i giovanissimi si raccontano, nascono sempre da un’interazione, dall’imitazione o dal semplice confronto con gli altri. Ci sono grossi limiti a quest’atteggiamento: giovani privi di esperienze elementari con un “io” plasmato sulle aspettative altrui con la conseguente impennata di atteggiamenti narcisistici e patologici. Insomma, molti giovani (forse il 10-11%) sono pronti a considerare comunità i social media tanto quanto i gruppi fisici come quelli che per esempio si formano nei paesi o nei quartieri. Un ipotetico black-out di Internet per 7 giorni? Ci sarebbe un’impennata di casi di suicidio.

27.08.2020, I “social” e i giovani (1/2)

   È ormai impossibile stare dietro alla velocità con cui i “social network” si trasformano. Se parlate a un quindicenne di Facebook, sicuramente vi riderà in faccia: è roba da cinquantenni, mentre Instragram continua ad essere molto amato da tutti e TikTok fa presa sui più piccoli. Quale quindicenne leggerebbe mai le notizie che pubblichiamo! Se vogliamo comprendere i nostri figli o nipoti, più che studiare il funzionamento degli strumenti digitali che loro impiegano, è utile osservare in che modo intrattengono i loro rapporti interpersonali attraverso i “media” digitali. Molti giovani hanno affermato a gruppi di studiosi che il principale fattore che contribuisce a plasmare la propria identità è costituito proprio dai profili social, dunque la maggior parte degli intervistati, a tutte le età fino a 29 anni, definisce se stesso in base all’appartenenza al proprio nucleo familiare, alla nazionalità, al gruppo religioso, mentre 1 su 10 spiega di identificarsi prima di tutto nella sua controparte virtuale che, giorno dopo giorno, crea a colpi di selfie e di video pubblicati. Gente che poi si reca alle urne per scegliere la guida del governo!

26.08.2020, Il discorso del Presidente all’Assemblea (2/2).

   Se nel 2019 ci siamo avvicinati a ben 200 iscritti, tra nuovi socie e rinnovi, quest’anno ci rimangono numerose tessere in bianco. Vi invito a rinnovare la vostra posizione, qualora non sia stato già fatto, oppure a sottoscrivere la vostra nuova adesione. Saremmo ben lieti di annoverare nell’elenco dei volontari altre persone disponibili a darci una mano, a partecipare all’organizzazione dei turni domenicali, a rendersi parte attiva in tutte quelle che sono le nostre iniziative. Cerchiamo di tenere a cuore il futuro del nostro paese, del nostro territorio e la Pro Loco oggi è l’unico strumento che ci dà l’occasione di ritrovarci, di riscoprire le nostre tradizioni, di curare gli ambiti. Concludo con i miei personali ringraziamenti che vedono in prima posizione i Soci, che continuano a rinnovarci la loro fiducia; ringrazio il Consiglio direttivo che ha lavorato sempre bene, durante il 2019 e durante il secondo quadrimestre di quest’anno. Per noi è un piacere ritrovarci periodicamente, discutere di iniziative. La Pro Loco avrà lunga vita perché il Consiglio funziona bene, nonostante le varie vedute così come si addice a tutte le strutture democratiche. Ringrazio i soci volontari che ci affiancano, che investono del loro tempo pèer gli interessi del paese, della Pro Loco: a tutte queste numerose persone estendo anche il ringraziamento e la profonda riconoscenza del Consiglio. Ringrazio l’Amministrazione comunale ed in particolare il Sindaco e Vicesindaco sempre presenti e sostenitori delle nostre iniziative. Al sindaco Mariano va il nostro speciale ringraziamento per il suo supporto morale, per molte richieste sempre soddisfatte.

25.08.2020, Il discorso del Presidente all’Assemblea (1/2)

Si riporta il discorso, diviso in due parti, del Presidente della Pro Loco in occasione dell’Assemblea di domenica scorsa

“Carissimi Soci e Amici,

l’emergenza sanitaria ci ha costretti a prorogare di quasi sei mesi la consueta assemblea annuale dei Soci, che per 10 anni si è svolta tra la fine di febbraio e marzo. È una grande piacere essere riusciti comunque ad organizzarla, considerata la recrudescenza del virus che preoccupa ancor oggi tutti gli Stati europei ed extraeuropei. In un contesto di ristrettezze di programma, di tagli a tutte le iniziative previste per quest’anno e programmate l’anno scorso, di riduzione all’osso di occasioni d’incontro, quella di oggi è una domenica, forse l’unica dell’anno, che ci vede riuniti per l’approvazione dei documenti finanziari, per la modifica dello statuto che impone significative novità tra queste la modifica alla denominazione sociale della nostra organizzazione, che da oggi sarà “Pro Loco Ponteacco APS”, Associazione Promozione Sociale che ci permette l’ingresso tra gli Enti del Terzo Settore. Appena completate le operazioni di registrazione del nuovo contratto, chiederemo l’iscrizione al Registro Unico del Terzo settore, un nuovo strumento che inquadrerà la nostra attività senza scopo di lucro, le nostre finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Avremo la possibilità di ricevere contributi dallo Stato, dalla Regione, dal Comune, potremo stipulare convenzioni con gli enti pubblici e accedere ai finanziamenti del Fondo speciale europeo. Rientrando in questa categoria, continueremo a somministrare alimenti e bevande per i nostri soci e per i loro familiari. Secondo l’opinione dei Consiglieri, si tratta di un passaggio indubbiamente importante per definire i contorni istituzionali della nostra attività. Se il 2019 è stato un atto di vivace attività sociale, il 2020 si presenta come un anno di sostanziale sopravvivenza. Il Centro è rimasto chiuso per tre mesi, sono state annullate tutte le manifestazioni dell’anno, gli incassi sono diminuiti del 70%, eppure, comunque siamo riusciti a far fronte alle migliorie soprattutto al Mulino, che sono sotto gli occhi di tutti. Siamo stati costretti a sospendere per tutto l’anno all’apertura pomeridiana del Centro perché non siamo preparati ad affrontare la sanificazione delle carte da gioco. Nonostante tutti questi imprevisti, soggiace nel sostrato della nostra Associazione la voglia di continuare, l’ottimismo che ci fa sperare in tempi migliori, il desiderio di ritrovarci e di tenere vivo il nostro paese”.

24.08.2020, L’Assemblea di ieri

   Alle 10:45 di ieri la Vicepresidente ha detto: «Abbiamo raggiunto il numero legale tra presenze e deleghe. Possiamo iniziare». È cominciata così l’11/a Assemblea dei Soci della Pro Loco, che da ieri ha una nuova denominazione: “Pro Loco Ponteacco APS” – Associazione Promozione Sociale. Per l’approvazione del nuovo Statuto, la presidenza dell’Assemblea è passata per alcuni minuti al Vicesindaco, Cesare Pinatto. Dopo l’alzata di mano unanime (tutti favorevoli, nessun astenuto e nessun contrario) la modifica è stata convalidata. È stata letta da Marisa Dotti in qualità di membro, la relazione dei Revisori dei Conti che ha sottolineato la correttezza contabile della Pro Loco, con entrate ed uscite tutte documentate, al centesimo. Patrizia Mattelig, invece, ha illustrato le voci del bilancio consuntivo 2019 e preventivo 2020, entrambi approvati dai soci. Domani e dopodomani sarà pubblicata nelle news la breve relazione del Presidente, che costituisce documento da conservare agli atti. La parte più bella della giornata si è svolta subito dopo con la pastasciutta offerta dalla Pro Loco a tutti i soci presenti. Si è trattato di un bel momento di aggregazione con tavoli occupati dalle varie compagnie e gruppi. Ottima la pastasciutta di Graziella Raccaro. La giornata è terminata dopo le 14:00 e più di qualcuno ha osservato: “che ne sarebbe del nostro bel paese senza la Pro Loco?”.