Tra le notizie positive annoveriamo il nuovo approccio alla tavola. I friulani sono più attenti all’alimentazione e ai cibi che acquistano. Si sta più tempo a fare la spesa anche perché si leggono le etichette, si controllano le scadenze, oltre al fatto che abbiamo modificato le scelte alimentari anche in nome della tutela ambientale: si mangia meno piatti ricchi di zuccheri, meno pasta, meno carne e più verdure, meno cibi salati e bevande gassate. Possiamo dire che in questi mesi di emergenza sanitaria abbiamo modificato in meglio il nostro rapporto con il cibo, nonostante le difficoltà economiche. Lo sostiene la Coldiretti di Udine. È come dire che ben oltre la metà dei friulani fa sempre più attenzione all’impatto degli alimenti sulla salute e meno al gusto. Tutti siamo consapevoli che tv, radio, giornali e testate web, quando si occupano di alimentazione, sia pubblicità che programmi, dovrebbero concentrarsi sugli alimenti che aiutano concretamente a vivere più a lungo e in buona salute. Si spreca molto meno cibo rispetto agli scorsi anni. E queste sono buone notizie, da mettere sotto l’albero …
15.12.2020, Buone notizie sotto l’albero? (1/3)
Al termine di uno degli anni più difficili della recente storia regionale e internazionale si possono anche ricevere notizie positive. Chi l’avrebbe mai detto? Usciamo con le ossa rotte per tutta la nota serie di fatti che ci ha riservato questo anno bisesto e auguriamo a lettrici e lettori, prima delle feste, di riuscire ad avere uno sguardo positivo, ottimista sul presente e sul futuro. La tendenza di rimuginare, di vedere nero è fonte di ansia, di preoccupazione costante, di un’eccessiva attività neuronale che compromette la nostra salute. Come fare? Innanzitutto pensiamo che il vaccino è alle porte e che risolverà a livello mondiale il problema causato da questa pandemia. Noi fortunati, sopravvissuti, mai dimenticheremo quest’esperienza, nuova per tutti, specie per i millennial (i nati dopo il 2000), mentre i nati del secolo scorso sono transitati lungo una guerra mondiale, l’emigrazione massiccia, l’austerità, il terremoto, Černobyl… Ma qualcosa di positivo c’è …
14.12.2020, Ieri in paese
Anche lo scorso fine-settimana è trascorso senza clamori, caratterizzato da una generale apatia alimentata anche dal fatto che si conoscono sempre più persone che hanno contratto il virus. È la grande differenza di quest’ondata, rispetto a quella della primavera scorsa. Sabato a Cividale c’è stato il pienone lungo le vie del centro e nei bar, chiaro segno che la gente non ne può più di stare rintanata in casa, con la prospettiva poi di trascorrere le feste più belle dell’anno senza vedere le persone care. Ieri la giornata era splendida, seppur battuta da un vento piuttosto freddo. Il Matajur ha fatto il pienione di presenze con centinaia e centinaia di persone che hanno raggiunto il rifugio per “pestare” la neve e per escursioni anche fino alla cima. Il panorama era studendo: dall’Istria a Caorle. Sono state apportate da molti paesani le ultime modifiche o ritocchi alle luminarie e agli addobbi natalizi. Per il resto, solo un andirivieni di auto fino alle 21:00 circa, poi tutti in casa a gustare il tepore dell’ambiente domestico. Quella che comincia oggi è l’ultima settimana interamente feriale dell’anno, che auguriamo a tutti, sia proficua e soprattutto in salute.
13.12.2020, Dobbiamo stare attenti con il dialetto
Molti anni fa a due signore di Ponteacco, allora sulla quarantina, successe un fatto che ancor oggi non è dimenticato. Dovevano raggiungere Milano in treno per poi proseguire alla volta della Svizzera, dove lavoravano, con il mitico pullman milanese dell'”Autostradale” che partiva da piazza Castello del capoluogo lombardo. Salite sul convoglio, direzione Venezia per il successivo consueto cambio-treno a Mestre, si accomodarono in uno scompartimento a 8, chiudibile con la porta scorrevole. Seduto al finestrino c’era già un viaggiatore e le nostre paesane presero posto una di fronte a lui, vicino al finestrino e l’altra a fianco. Il signore sfogliava un giornale probabilmente appena acquistato in edicola a Udine. Visto che lo scompartimento era rimasto occupato da queste sole persone, iniziò tra le due paesane un dialogo in dialetto, del seguente tenore: «A gha vidiš (lo vedi)?», disse una all’altra «Ja, me se parì ku tisti gorjani ki pridejo dol taz Mažarùale» (mi sembra come quei “trogloditi” che vengono da Masarolis) e l’altra: «Ja, a vidiš kake čaruje ima?» (Sì, e vedi che scarpe indossa?). Insomma, il dialogo tra le due continuò così fino ad almeno a Treviso, mentre il signore se ne stava zitto per i fatti suoi. Criticarono tutto ciò che vedevano in lui, compresa la sua bellezza/bruttezza. Mancavano pochi minuti all’arrivo a Mestre quando, tutti in piedi pronti per uscire, l’uomo esclamò alle paesane: «Vestè san taz Rečanje» (Sapete, sono di Scrutto). Rimasero a dir poco allibite le nostre paesane che si espressero in dialetto, convinte di non essere comprese.
12.12.2020, Il clima influenza i fatti della storia (2/2)
Ma nel IV secolo le cose iniziarono a cambiare con lo spostamento delle precipitazioni ad est e rendendo aride le regioni meridionali. Il baricentro militare e politico si spostò verso il fiorente nord. Certo, il clima da solo non spiega il corso della storia, ma aiuta ad allargare la comprensione degli eventi grazie ai progressi delle scienze. Si tratta di un passo d’integrazione tra i saperi che può restituirci un’immagine del passato e del presente sempre meno settoriale e disciplinare. Studenti delle medie e delle superiori: prendete nota di quanto avete letto. Può servirvi durante le interrogazioni, oppure può semplicemente stimolare un dibattito storico.
11.12.2020, Il clima influenza i fatti della storia (1/2)
Sembrerà molto strano, ma pare sia così. Gli antichi romani probabilmente si spinsero nelle Valli del Natisone e oltre, grazie anche ad una congiuntura climatica favorevole. L’irresistibile ascesa di Augusto e dei suoi successori, nonché il loro successivo inesorabile declino, sarebbero un effetto del riscaldamento del mar Mediterraneo, avvenuto dei primi secoli dell’era cristiana, un periodo molto studiato dai climatologi. Passavano per la nostra valle al fine di raggiungere più agevolmente la valle della Sava e i non lontani giacimenti di ambra. L’innalzamento della temperatura dell’acqua marina giocò a favore dell’espanzione imperiale. Sia sul piano economico, perché creo condizioni ideali per le politiche agricole, sia per quello geopolitico, perché, come nel nostro caso, abbattè le barriere climatiche facilitando contatti, scambi e commerci. Ne risentirono favorevolmente anche le Valli, anche il nostro paese attraversato dalla nuova via costruita proprio dai romani.
10.12.2020, Anziani (quasi) tutti chiusi in casa
Sono i più vulnerabili in tempo di Covid e forse per questo anche più cauti e a Ponteacco sono numerosi. La maggior parte è terrorizzata da virus e ha vissuto gli ultimi mesi riducendo in modo drastico la propria vita sociale. In paese c’è un signore che utilizza l’ausilio dell’ossigeno per respirare meglio. E chi andrebbe mai a trovarlo sapendo che un’infezione per lui potrebbe essere fatale? E in questi periodi di autentica clausura chi non desidererebbe un po’ di compagnia? Infatti, la paura più diffusa è quella di infettare o essere infettati dai familiari, poi c’è l’angoscia di essere intubati, di finire in ospedale e morire soli, senza i propri cari a fianco. I senior più tecnologici non hanno affatto rinunciato ai contatti con la famiglia e con gli amici, soprattutto tramite WhatsApp che, al di là dei ritorni economici, meriterebbe il premio Nobel per l’enorme valenza sociale che ha avuto e che ha in questi momenti difficili. Sarà un Natale con tanti video-messaggi di auguri, che riguarderanno e coinvolgeranno non soltanto gli anziani. In questi periodi molti nonni hanno combattuto pesanti attacchi d’ansia, di insonnia e di depressione. Nella vita ne hanno viste di tutti i colori, ma questa poi …
09.12.2020, Ponteacco sotto le Stelle 2020
L’emergenza sanitaria ha rovinato il rito: ieri niente ritrovo al Centro, niente Rassegna Cori (sarebbe stata l’ottava), niente pastasciutta finale. Mai abbiamo sofferto gli effetti di un distanziamento così profondo. Che tristezza! Ieri sera il Centro era spettrale: freddo, svuotato della sua essenza. Una pioggia moderata, ma incessante, ha fatto da sfondo al cosiddetto “switch-on” (visto che ormai è tutto inglese), ovvero l’accensione delle stelle alle 18:00. Era consuetudine fare un giretto per i borghi di Ponteacco e vedere o contare le stelle accese. Forse non tutti sono riusciti perfino ad esporla la stella. In cappella è allestito un bel presepio dedicato alla Natività sulle due sorgenti che alimentano il Natisone: la Bàrovza a destra dell’osservatore e il Kofàdar a sinistra. È stata sistemata anche la cassetta delle offerte che saranno devolute interamente alla nostra chiesa. Il Consiglio direttivo la vede brutta anche per gli appuntamenti successivi: gli auguri di Natale e il veglione di Capodanno sono cancellati, mentre è confermata la distribuzione del pane di Santa Dorotea che sarà distribuito la mattina del 06 gennaio in tutte le case di Ponteacco, Tiglio e Mezzana e in piena osservanza delle norme igieniche.
08.12.2020, L’Immacolata Concezione
Il dogma dell’Immacolata Concezione fu proclamato da Pio IX nel 1854 con la bolla “Ineffabilis Deus”, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Nella devozione cattolica l’Immacolata è collegata con le apparizioni di Lourdes (1858) dove Maria apparve a Bernardette presentandosi come «l’ Immacolata Concezione». È un dogma di approfondimento della Rivelazione, collegato alle apparizioni della Madonna nella cittadina francese (1858). Giornata di festa molto gradita poiché corrisponde all’anticamera, un’anteprima dei festeggiamenti che inizieranno tra una quindicina di giorni. Una cinquantina d’anni fa questa giornata di festa coincideva con le prime esibizioni in chiesa della mitica cantoria della parrocchia di San Pietro al Natisone, dopo settimane e settimane di prove. La prima uscita, a ricordo di chi scrive, corrispondeva alla messa solenne di San Pietro al Natisone, seguita da quella solenne di Azzida. Era l’ultima occasione per andare a raccogliere il muschio nel patok dietro la chiesa ma, soprattutto, lungo il torrente di Tarcetta. Si faceva a gara per raccogliere le “plaie”, ovvero il pezzo più ampio che rivestiva più piastrelle della cappella dove si allestiva il presepio. Da 11 anni coincide con l’accensione delle stelle a Ponteacco co la manifestazione “Ponteacco sotto le stelle 2020”.
07.12.2020, Ieri in paese
Ah, che domenica insignificante, ieri! La pioggia battente, seppur moderata, non ha mollato un secondo. Moderata da noi, insistente e decisamente più copiosa sul Friuli occidentale con smottamenti e allagamenti. Il Natisone ieri ha sfiorato i 200 metri cubi al secondo che, tradotti in pratica, senza i lavori eseguiti, corrispondevano a un metro e mezzo d’acqua nel Mulino. La sistemazione dell’alveo ci ha risparmiato danni e ha reso tutta l’area sicura. In paese non c’è stata anima viva, tutti in casa probabilmente a fare alberi e presepi. Insignificante il traffico sulla statale, nessun pedone per strada. Una domenica da dimenticare, mentre c’è un cauto ottimismo sull’andamento dell’epidemia. Doami alle 18:00 accenderemo le stelle e forme mai come quest’anno sentiamo il bisogno di stare uniti e di condividere le prossime feste alla luce di quel bel simbolo che da anni ci accompegna fino al nuovo anno. Buona settimana, ottima con la festta dell’Immacolata, domani.