17.01.2025  Florence Nightingale: una donna rivoluzionaria.

(Articolo di Elvira C.)

Florence Nightingale è una figura di straordinaria importanza nella storia della sanità e dell’infermieristica. Nata il 12 maggio 1820 a Firenze, da cui deriva il suo nome, Florence è universalmente riconosciuta come la fondatrice dell’infermieristica moderna. Il suo lavoro non solo ha rivoluzionato le pratiche infermieristiche, ma ha anche contribuito a trasformare la percezione della professione infermieristica, elevandola a una disciplina scientifica e indispensabile nella società. Nel XIX secolo, l’assistenza ai malati era spesso affidata a personale non qualificato, con condizioni igieniche disastrose e una scarsa comprensione delle cause delle malattie. Nightingale, proveniente da una famiglia benestante, scelse di rompere con le aspettative sociali del tempo per dedicarsi alla cura dei malati, una scelta radicale per una donna della sua estrazione sociale. A 33 anni divenne supervisore in un ospedale femminile di Londra, ma il punto di svolta della sua carriera avvenne durante la guerra di Crimea (1853- 1856), quando Florence guidò un gruppo di infermiere volontarie in un ospedale militare a Scutari (Istanbul). Lì trovò condizioni disastrose: sovraffollamento, scarsa ventilazione e totale mancanza di igiene. Attraverso l’introduzione di misure semplici ma rivoluzionarie, come il lavaggio delle mani, la sanificazione degli ambienti e la registrazione sistematica dei dati, riuscì a ridurre drasticamente il tasso di mortalità dal 42% al 2%. Una delle sue maggiori innovazioni fu l’utilizzo di statistiche per analizzare e comunicare i risultati del suo lavoro. Florence fu tra le prime a usare grafici a torta per visualizzare i dati e dimostrare l’importanza dell’igiene nella riduzione della mortalità. Queste intuizioni furono fondamentali per convincere governi e istituzioni a investire in infrastrutture sanitarie più sicure e moderne. Nel 1859, pubblicò il libro “Notes on Nursing: What It Is and What It Is Not”, considerato ancora oggi un testo fondamentale per la formazione infermieristica. Questo manuale ha gettato le basi per l’infermieristica come professione scientifica, sottolineando l’importanza dell’igiene, della nutrizione e del benessere psicologico dei pazienti. Nel 1860, Florence fondò la Nightingale Training School for Nurses presso il St. Thomas’ Hospital di Londra, formando generazioni di infermieri professionisti. Grazie al suo lavoro, l’infermieristica è diventata una professione rispettata, e la figura dell’ infermiere ha assunto un ruolo centrale nel sistema sanitario. La sua influenza si estese ben oltre il Regno Unito. I suoi principi hanno guidato le riforme sanitarie in tutto il mondo e il suo lavoro ha ispirato la fondazione di scuole di infermieristica in molti Paesi. Il lascito di Florence Nightingale va oltre la professione infermieristica. È un simbolo di dedizione, compassione e impegno per il progresso umano. Ogni anno, il 12 maggio, la sua nascita è celebrata con la Giornata Internazionale dell’Infermiere, un riconoscimento alla sua eredità e al lavoro insostituibile degli infermieri in tutto il mondo. L’importanza di Florence Nightingale risiede nella sua capacità di unire scienza e umanità, cambiando per sempre il volto dell’assistenza sanitaria. La sua visione rimane un faro per chiunque lavori per migliorare la salute e il benessere delle persone.

16.01.2025 Piante aliene.

Se i nostri progenitori potessero camminare oggi per i nostri boschi rimarrebbero sbalorditi dalla quantità di specie arboree aliene: una gran quantità di piante, alberi, alghe, che provengono da altri continenti. Non è difficile riconoscere tra castagni e faggi numerose piante che ormai sono diventate comuni anche qui da noi; andando a Mezzana, proprio in curva, svetta un grande Lauroceraso, sempreverde velenoso utilizzato per le siepi, che ormai da anni vive benissimo disseminando i suoi proliferi semi intorno. Altra pianta molto infestante e presente è il bambù che si diffonde velocemente, insinuandosi tra i rami degli altri alberi e formando dei poderosi “muri” invalicabili. La Regione FVG, grazie al Museo di storia naturale, stila ogni anno l’elenco delle piante (e degli animali; personalmente ho visto un cane procione) aliene da tenere sotto controllo, anche a livello sanitario. Sono ben 341 piante alloctone da tenere sotto sorveglianza, circa il 10,5% della flora regionale; una trentina di esse devono essere obbligatoriamente segnalate ed eliminate perché particolarmente dannose per l’ecosistema e le persone. Altre sono già presenti e diffuse sul territorio ma sono tenute sotto controllo. Tra gli alberi considerati da eradicare figura l’Albero del paradiso, che forse molti conoscono per la bellissima fioritura, e c‘è anche il Panace di Mantegazzi che provoca bolle e ustioni a chi la tocca! Nella foto il Lauroceraso.

15.01.2025 Facce nelle cose.

Una cosa strana che capita a molti di noi è quella di riconoscere dei volti, delle facce, negli oggetti  e nelle forme che vediamo; tendiamo, cioè a “umanizzare” le cose che vediamo intorno a noi. Camminando per la strada che porta su a Mezzana ci sono numerosi tronchi e rocce dalle forme più strane e disparate che possono attirare la nostra attenzione: due grossi massi verticali ricordano due facce di uomini con gli occhi chiusi e un grosso ceppo tra gli alberi ha la forma e la grandezza di un cinghiale…uno spavento la prima volta che lo vedi! Spesso questi diventano dei punti fermi che indicano una zona o un tratto di strada: la curva del cinghiale, il bivio dello škrat, ecc. Così anche le nuvole spesso prendono forme di animali e oggetti. “Pareidolia”, è questo il termine del fenomeno neuropsicologico che ci permette di vedere le facce nelle cose; è un segno che le nostre connessioni cerebrali funzionano bene perché il nostro cervello è programmato in modo univoco per riconoscere i volti. Secondo gli studiosi, è tra i 30 e i 35 anni che le persone raggiungono il massimo grado di questo meccanismo di riconoscimento, e poi inizia a declinare. Spesso si tende a “vedere” cose per cui siamo interessati o a cui siamo emotivamente legati e, quindi, guardando una nuvola uno po’ riconoscere un dinosauro e la persona vicina magari ci vede una pecora; la nostra amica e artista Manuela vede e trova cuori dappertutto, persino nei sassi del Natisone…resta sempre un gioco divertente da fare! Nelle foto: le rocce sulla strada di Mezzana (C.C.) e due nuvole e una casa (dal web).

14.01.2025  News dal Mondo.

Los Angeles (USA): Il disastroso incendio che da giorni devasta la città americana ha causato una devastazione senza uguali e ucciso più di 10 persone e costretto migliaia di persone all’evacuazione, abbandonando in fretta tutte le loro case e i loro beni. La difficoltà nel domare le fiamme è frutto di una combinazione di eventi: venti fortissimi, fino a 100 mph, bassissimi livelli di umidità, costante siccità.

Nuova Zelanda: Migliaia di Maori e neozelandesi hanno attraversato il Paese, camminando per 1000 km e 9 giorni, in una marcia che aveva come meta il Parlamento di Wellington dove hanno chiesto l’abrogazione di una legge che limita la specialità etniche del popolo Maori; la protesta ha avuto successo.

Zimbabwe: Il Parlamento del Paese Africano ha approvato la legge sull’abolizione della pena di morte; la legge è appoggiata dal Presidente Mnangagwa che è stato lui stesso ad un passo dalla esecuzione capitale quando era in prigione per motivi politici.

13.01.2025 La decifrazione dei geroglifici egizi.

(Articolo di Elvira C.)

Tutti sappiamo che l’antica scrittura egizia, ovvero il geroglifico, è stata decifrata grazie a un incredibile ritrovamento avvenuto nel 1799 da parte di un soldato napoleonico. Si tratta della celebre Stele di Rosetta, scoperta nella città di Rosetta, su cui era riportato lo stesso testo in tre diverse grafie: il greco classico, il demotico (la scrittura popolare quotidiana degli Egizi) e il geroglifico. Nonostante la presenza del greco antico abbia offerto un punto di partenza per la traduzione, la decifrazione del testo geroglifico non fu immediata, come potrebbe sembrare. Ci vollero infatti molti anni di studi e ricerche prima che, il 14 settembre 1822, Jean-François Champollion trovasse la chiave di lettura di questa antica scrittura, intuendo che si trattava di un sistema complesso, dove ogni disegno poteva significare ciò che rappresentava, oppure avere un valore fonetico indicando una o più consonanti, oppure ancora cambiare significato a seconda del contesto in cui era inserito. La genialità di Champollion, studioso francese, si manifestò fin dalla giovane età. A soli 17 anni, aveva intuito che l’antica lingua egizia fosse l’antenata del copto, lingua che egli aveva da tempo approfondito. Già a 8 anni, quando frequentava il liceo nella sua città natale, Champollion padroneggiava il latino, il greco classico e l’ebraico. Successivamente, ampliò le sue conoscenze studiando anche l’arabo, il siriaco, il cirillico, il caldeo e altre lingue antiche e moderne. A soli 12 anni, Champollion si era ripromesso di decifrare i geroglifici egizi, un obiettivo che avrebbe perseguito con determinazione per tutta la vita. Grazie alla sua straordinaria conoscenza delle lingue antiche, alla sua perseveranza e al suo amore per la storia dell’antico Egitto, riuscì a realizzare il suo sogno, aprendo la strada alla comprensione di una delle civiltà più affascinanti della storia.

Questa foto di Autore sconosciuto è concesso in licenza da CC BY-SA-NC.

Portrait of Jean-François Champollion (1790-1832)(Jean Francois) Champollion (1790-1832), French scholar, philologist and orientalist, decipherer of the Egyptian hieroglyphs, by Leon Cogniet (1794-1880), 60×73.5 cm – Louvre, Paris, France (Photo by Leemage/Corbis via Getty Images)

12.01.2025  Nuova raccolta differenziata.

Dal primo gennaio 2025 sarebbe dovuta partire la raccolta differenziata degli indumenti usati e danneggiati, ma non se ne ha notizia né dal Comune né dal sito della Net che gestisce la raccolta rifiuti nella nostra zona. La maggior parte delle persone porta gli abiti dismessi, ma in buono stato, nei centri Caritas o dell’Avos a Cividale, ma spesso non sa dove gettare vecchi tappeti, coperte, scarpe e borse. Nel 2024 il regolamento Ecodesign dell’Unione Europea ha introdotto il divieto di distruzione dei prodotti tessili e calzature obbligando i cittadini alla raccolta in appositi bidoni, e stabilendo multe salate per chi continuerà a gettare nell’indifferenziata gli indumenti. Questa normativa prevede che tutti i tessuti possano essere riciclati dando vita a nuovi materiali e risparmiando le nuove risorse. Foto dal web.

11.01.2025  Giubileo a Udine.

Il 24 dicembre 2024 è ufficialmente  iniziato il Giubileo della Speranza con l’apertura della prima Porta Santa nella Basilica di San Pietro a Roma; è il venticinquesimo Giubileo Universale della Chiesa Cattolica, il primo nel 1300. Indetto ogni 25 anni, è un evento di grande risonanza religiosa, culturale, mediatica;  prevede che il Papa conceda l’indulgenza plenaria ai fedeli che si recano a Roma in pellegrinaggio e varchino una delle Porte Sante. E’ necessario confessarsi, fare la comunione, pregare e compiere opere di misericordia, di pietà, carità e penitenza. A Roma le Porte Sante sono quattro,  ma potranno essere concesse anche ad altre chiese del mondo. Per chi non può recarsi nella Capitale,  la Diocesi di Udine ha segnalato le otto chiese giubilari della nostra provincia in cui si potrà fare pellegrinaggio: Cattedrale di Santa Maria Annunziata, Basilica della Beata Vergine delle Grazie, Chiesa Santa Maria della Misericordia dell’Ospedale, tutte tre a Udine città; poi c’è il Santuario di Sant’Antonio di Padova a Gemona, il Santuario della Madonna del Lussari, il Santuario della Madonna di Castelmonte, il Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Latisana e la Pieve di San Pietro a Zuglio. Nelle foto dal web, il logo del giubileo.

10.01.2025 Lo sapevate che…

(Articolo di Francesco C. del 8 gennaio 2011)

  1. Il telefono è arrivato a Ponteacco il 30.06.1960 con la Telve (Telefonie Venete) e il numero era 72638.
  2. Furiàn è stato in assoluto l’uomo (buono) che maggiormente ha spaventato i bambini nella storia del paese.
  3. L’energia elettrica per Tiglio e Ponteacco era fornita dalla centralina privata di Perovìzza e la “bolletta” era calcolata a lampadine e non a consumo.
  4. La strada carrozzabile per Mezzana è stata ultimata nel 1965.
  5. Tonisòn è stato per anni il custode dell’acquedotto di Ponteacco e Tiglio.
  6. Secondo la leggenda i bambini nascevano nella sorgente Bàrovza, vicino al Natisone, e le bambine, invece, nella sorgente del Kofàdar che aveva l’acqua tiepida, attiva fino al 6 maggio 1976; vi si faceva anche il bucato e si lavavano le budella per i salami!
  7. Ponteacco aveva un lavatoio grande, a pochi passi dal Mulino di Biarzo.
  8. Si portava a macinare il grano al mulino e il signor Dorbolò faceva pagare la “mìarza” (piccola percentuale di grano lavorato).
  9. Nel bel mezzo del campo sportivo del Centro c’era un grande traliccio dell’energia elettrica.

Tanto per non dimenticare…. (Nella foto, nevicata del 2020 a Ponteacco)

09.01.2025  Nuove frontiere dell’archeologia subacquea.

(Articolo di Elvira C.)

Quando si pensa all’archeologia subacquea, l’immaginazione corre subito a immersioni nei nostri mari, alla ricerca di navi romane affondate, o a spedizioni nei Caraibi in cerca di tesori sommersi. Tuttavia, in questo caso ci concentreremo su un aspetto diverso: l’archeologia che si sta sviluppando in alcuni paesi africani grazie allo Slave Wrecks Project (Swp, progetto relitti navi schiaviste). Questo progetto mira a fornire alle comunità dei discendenti delle persone africane ridotte in schiavitù, strumenti e conoscenze per identificare, preservare e raccontare le storie dei relitti che giacciono nelle loro acque. Avviato nel 2008, lo Slave Wrecks Project si è ampliato grazie alla collaborazione con università, musei ed enti internazionali, con l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza dello studio dei relitti delle navi schiaviste. Queste imbarcazioni rappresentano una testimonianza storica cruciale, permettendo di raccontare le vicende dal punto di vista delle vittime e non attraverso la tradizionale lente eurocentrica. Nonostante la gravità di questo capitolo della storia umana, lo studio delle navi coinvolte nella tratta atlantica è ancora poco sviluppato. Gli archivi documentano il naufragio di oltre mille imbarcazioni lungo le rotte dell’ Atlantico, lungo le quali sono state deportati più di 12 milioni di africani. Tuttavia, questi relitti spesso non attirano l’attenzione degli archeologi perché privi di valore economico diretto, come oro o altri tesori, e anche a causa della scarsa presenza di afrodiscendenti nel campo dell’archeologia subacquea. Un esempio emblematico è lo studio in corso su un relitto al largo delle coste del Mozambico. La nave trasportava centinaia di persone, tra cui molti bambini, rinchiuse nelle stive per aver tentato di ribellarsi. Il naufragio causò la morte di oltre 300 persone, intrappolate senza via di scampo. Questo tragico episodio dimostra il coraggio e la disperazione di chi, ridotto in schiavitù, cercava di resistere per non essere strappato dalla propria terra. L’archeologia di questo periodo buio della storia dell’umanità è un campo spesso trascurato, probabilmente anche perché mette in discussione narrazioni storiche consolidate e affronta una delle pagine più terribili della storia dell’Umanità. Tuttavia, è essenziale far luce su queste vicende, non solo per rendere giustizia a chi le ha vissute, ma anche per comprendere come abbiano influenzato il mondo di oggi.

Nelle foto: Litografia e ricostruzione virtuale della nave Clotilda, che fino al 1860 trasportava uomini dall’Africa agli Stati Uniti, nota come l’ultima utilizzata per questo scopo, i cui resti sono stati ritrovati nel 2019 in un fiume dell’Alabama.

08.01.2025 L’incenso.

L’incenso è un elemento che tutti conosciamo, spesso associato a cerimonie religiose, messe e funerali. Fin dall’antichità, è stato utilizzato per scopi spirituali e rituali. Questa preziosa sostanza è una resina ottenuta dalla Boswellia, un arbusto simile a un piccolo albero che cresce nelle regioni montuose dell’Africa centro-settentrionale, nelle zone collinari della savana, nella penisola arabica, in India e sull’isola di Socotra. Quest’ultima ospita ben sette specie differenti di Boswellia. La raccolta della resina di Boswellia richiede un lavoro molto specifico e accurato. Dopo essere stata raccolta e lasciata essiccare, questa resina viene trasformata in incenso, attraverso  una pratica che prosegue da secoli. In passato, l’incenso percorreva lunghi tragitti lungo le coste del Mar Rosso per arrivare in Egitto, dove veniva venduto a caro prezzo, soprattutto nella città di Alessandria. Esistono anche incensi ottenuti mescolando diverse sostanze, ma il vero incenso si ricava esclusivamente dalla resina della Boswellia. Ancora oggi, esso riveste un ruolo importante nei riti della Chiesa Cattolica e in molte tradizioni religiose è considerato sacro e viene utilizzato per purificare gli ambienti. Da tempo però si conoscono numerosi effetti terapeutici. In particolare, l’incenso è diventato oggetto di interesse per la medicina occidentale a causa degli acidi presenti nella resina, che mostrano notevoli proprietà antinfiammatorie, particolarmente utili per trattare le malattie reumatiche. Questi benefici vengono ottenuti senza gli effetti collaterali tipici dei FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei). Foto dal web.