26.04.2021, Ieri in paese

La riapertura parziale di oggi è stata anticipata nel corso di questo scorso fine-settimana. Molta gente in giro, a piedi, in bicicletta, in auto, in moto. Sono tornate le marmitte di scarico truccate che arrecano molto disturbo a chi vive nei pressi della statale. Il bel tempo, le temperature gradevoli hanno favorito le uscite, fino a poco oltre Stupizza, poiché il passaggio in SLO è ancora chiuso. Ieri Marcello e Graziella hanno aperto la chiesa secondo il calendario stabilito e già annunciato: l’ultima domenica del mese per due ore. Ci sono stati vari visitatori e sono state raccolte offerte che ci permetteranno di pagare la bolletta dell’energia elettrica, così com’è avvenuto per i mesi precedenti. Riapriremo domenica prossima all’aperto, a patto che le condizioni del tempo lo permettano. In settimana proseguiremo con i lavori di manutenzione ordinaria del Centro e degli arredi. Auguriamo una buona settimana di fine-aprile anche se il tempo non sarà dei migliori: prevarrà cielo coperto e precipitazioni anche copiose proprio per l’ultimo giorno del mese.

25.04.2021, La paura del maltempo (2/2)

   Secondo un’antica credenza in voga qui da noi fino alla fine dell’Ottocento, il maltempo che di solito si scatenava nel solstizio estivo (erano temute e tenute sotto osservazione le feste di San Giovanni e San Pietro 24 e 29 giugno) era opera della perfida madre di San Pietro, la cui anima dannata era sempre relegata nell’inferno. Questa, però, con la complicità di Lucifero usciva provvisoriamente dall’inferno e si scatenava scompaginando l’ordine terrestre, celeste e meteorologico, con grandinate devastanti, sinonimo di miseria incombente. La madre di San Pietro era il temuto ente spirituale del male atmosferico, uno dei tanti esseri del mito riscontrabili nell’aria come materializzazione di paure e angosce dei nostri bisnonni. La notte di Samn Giovanni c’era l’abitudine di non lasciare acqua nei secchi, poiché Erode la cercava per battezzarsi. Alla Chiesa andava bene questa costante situazione di paura, inquietudine e minaccia: rendeva il popolo più docile, più sensibile e sottomesso alle parole del parroco.

24.04.2021, La paura del maltempo (1/2)

L’angoscia per le vicende atmosferiche da parte della società rurale delle Valli era concentrata nel periodo critico che va dal solstizio estivo all’equinozio, ossia per tutta la stagione estiva, tempo di sole e di calura, con la maturazione progressiva dei frutti della terra, messi a rischio dal pericolo costante dei fenomeni meteorologici negativi. Le Rogazioni di San Marco, che si svolgevano come domani, 25 aprile, imploravano l’intercessione del Creatore affinché allontanasse la sciagura rappresentata dalla grandine. Le Rogazioni erano molto seguite. La processione partiva prima dal piazzale dell’antica chiesa parrocchiale di San Pietro al Natisone, poi dalla chiesa nuova, raggiungeva Becis, Sorzento, Biarzo, quindi Ponteacco, fino all’arrivo a Tiglio: tutti i partecipanti portavano con sé una croce che poi era benedetta e la si collocava all’inizio di un filare, oppure al tronco di una pianta da frutto. Anche da noi, come in tutto il Friuli, la data cardine del solstizio estivo, costituiva un “capodanno cosmico”, una specie di giorno inaugurale nel quale si manifestava un misterioso rimescolamento universale di energie che poteva portare grandine e gettare nella disperazione e miseria le nostre famiglie.

23.04.2021, I panini di Rosùta

   In fatto di merenda scolastica, gli studenti delle medie e delle magistrali di San Pietro al Natisone del nostro paese, fino agli anni ’70, si dividevano in due grandi gruppi: quelli che si portavano da casa il panino di formaggio e i privilegiati che avevano la possibilità economica di comprasi un buon panino alla mortadella che acquistavano dalla signora Rosùta di Azzida, mamma di Giorgio Missana. Rosùta appariva come una persona piuttosto anziana, con il capo coperto da un fazzoletto nero dai bordi raccolti alla nuca, con il volto consumato dalla fatica o dal sole. Anagraficamente aveva un’età indefinibile, apparentemente ben superiore ai 70 anni, in realtà probabilmente poco più che cinquantenne. La vedevamo dalle finestre del primo piano: mancava poco a ricreazione quando di gran lena pedalava e muoveva il suo triciclo dotato di piccolo cassone dov’erano sistemati molti panini con mortadella profumata. Per superare la breve salita che dal collegio portava al cortile interno delle magistrali-medie, Rosuta premeva a fondo sui pedali, piegandosi quasi all’altezza del manubrio. Il tempo di predisporre i panini sul ripiano e vedersi accerchiata dagli studenti affamati. Il panino costava 100 lire. Dalla fame e dalla voglia di addentare la profumata rosetta con la mortadella, nessuno aveva il tempo di chiedersi dove i panini erano confezionati, quale fosse il lavoro della signora dalle unghie sempre nere (faceva la meccanica? -ci si chiedeva) e cosa trasportasse questo triciclo durante il resto della giornata lavorativa. Eppure nessuno mai è stato sottoposto ad AstraZeneca, Pfizer o J&J: tutti immuni!

22.04.2021, Due salami non sospetti

   Il protagonista della nostra storia è un paesano che frequentava l’Istituto professionale di San Pietro al Natisone, anno scolastico 1959-’60. Nelle famiglie i soldi erano contati e razionati e spesso per gli studenti non c’erano i mezzi per acquistare la necessaria cancelleria da utilizzare per i compiti e per i disegni. Le due cartolerie di San Pietro, Fulla e Elena (quasi di fronte al Ristorante Belvedere) avevano tutto il necessario, ma mancava la materia prima: la pecunia. Dovendo effettuare quest’acquisto necessario, la madre del nostro protagonista consegnò al figlio due salami da venderli al negozio di alimentari “Autmann” a pochi passi dal Belvedere. Il signore accettò la transazione, pesò i due salami, pagò il dovuto o il pattuito e con il denaro incassato, lo studente attraversò la strada e acquistò il compasso, la squadra, la stecca e un album da disegno tecnico. Finita la giornata, il ragazzo rientrò a casa e la madre gli disse: “Sai, è venuto poco fa Autmann e mi ha chiesto se ero al corrente che sei passato in negozio con due salami. Voleva solo sapere se la loro provenienza era lecita”. Era un periodo di ristrettezze e i ladruncoli mettevano a segno vari bottini, anche galline, ma non quelle della famiglia Golles poiché attraverso un piccolo buco, trascorrevano la notte nella stalla e noi nei pollai facilmente accessibili.

21.04.2021, Oggi parliamo di Ape

E non ci riferiamo al prezioso insetto che, come sappiamo, sta attraversando un periodo di difficoltà, ma dell’Ape a tre ruote che apparteneva al signor Davide Onesti, apprezzato panettiere di Tiglio. Utilizzava il mezzo per le consegne locali di pane. Panificare era un mestiere che dava molte soddisfazioni, ma che imponeva levatacce nel cuore della notte e il sabato si trasformava in una giornata più faticosa delle altre. La domenica, giorno di riposo, era l’unica occasione che Davide poteva avere per sgranchirsi le gambe e schiacciare un pisolino pomeridiano sul divano. Abitudine che ovviamente non era sfuggita al figlio Renzo. È bastato poco per conoscere il luogo dov’erano custodite le chiavi, muovere il mezzo a tre ruote con l’aiuto di qualche complice, trascinarlo in silenzio fino al bordo della discesa di Tiglio e metterlo in moto con una spintarella, lontano dalle orecchie del papà. Una canzone degli anni ’90 recitava: “È qui la festa?”. Iniziava la domenica godereccia per i coetanei di Renzo, tutti caricati sul cassone dell’Ape, una volta fino a 13 persone! Andavano a Biacis all’osteria da Silvana, a Cras dalla Onelia, a Tarcetta da Bros, a Pulfero da Pussini o dalla Pinuccia, poi a Vernasso e in altri posti ancora. Il tempo di ritornare a casa, zitti-zitti, lasciare l’Ape e le chiavi dov’erano state prelevate e, per il figlio, assistere al risveglio del padre dopo un meritato riposino.

20.04.2021, Un tronco molto affettuoso

   San Bernardo di Chiaravalle diceva: “Si impara più dai boschi che dai libri”. Si dice che Franco Golles marinasse “a volte” la scuola per rifugiarsi nel bosco dove trovava le sue ispirazioni e la pace interiore. Forse seguiva alla lettera l’insegnamento del monaco e filosofo medievale che predicava il suo afflato verso le creature umane, animali e vegetali. Il bosco e i sentieri naturalistici come il nostro (Ponteacco-Natisone), oltre a luoghi pedagogici diventano un autentico presidio terapeutico, quasi da prescrizione medica. Il “bagno tra le piante” si propone come cura del corpo e dell’anima. In un momento come questo, in cui i contatti sono oltremodo rarefatti, dove una stretta di mano è un peccato e un abbraccio un reato, stringersi affettuosamente a tronchi e rami ci restituisce sul piano naturale quella comunicazione corporea che si è interrotta sul piano sociale. La terapia forestale si sta diffondendo sempre più, anche in Friuli. Anche secondo i medici: l’ideale è avvinghiarsi a un bel larice odoroso o a un bel faggio per almeno cinque minuti. Ah, non si specifica se prima o dopo i pasti …

19.04.2021, Ieri in paese

   Domenica ampiamente dedicata allo svago. La condizione di penultima domenica a zona arancione, ha suggerito a molte persone di attenersi a quest’ultima richiesta di sacrificio, considerando che la situazione epidemiologica nel nostro Comune e in FVG è in miglioramento, incoraggiante. Vivace il traffico di ciclisti e di pedoni, anche se la giornata non era tra le migliori sotto l’aspetto meteorologico. Breve riunione informale del Consiglio direttivo della Pro Loco: si è svolto al Centro alle 14:30. Finalmente riapriremo i battenti del Centro! Avverrà domenica 02 maggio, all’aperto, quindi utilizzando il chiosco e l’area garden. È stata fatta una ricognizione dello stato in cui si trovano gli impianti. Ci sono molti pali della recinzione da sostituire, è necessario ridipingere con vernice impregnante i due prefabbricati, va ottimizzato lo spazio-cucina esterna, nonché una riverniciata ai primi tavoli-panche deteriorati dal tempo e la manutenzione del sentiero naturalistico in vista di lezioni scolastiche all’aperto che si svolgeranno da maggio alla fine dell’anno scolastico. Il Consiglio ha deciso di verificare la fattibilità del recupero dei 3 affreschi nel borgo Gorìza. Riprenderemo dal 02 maggio (salvo diverse disposizioni di legge) gli incontri privati con sala a noleggio. È in programma una mole immensa di lavori e impegni e si farà il possibile per portarli a termine con successo.

20.04

18.04.2021, Separazioni

   Come dire al bambino o ai bambini che i genitori stanno per separarsi? Come spiegare che la famiglia in cui sono cresciuti si scompone e si trasforma in precisi turni dalle … alle? Qual è il dramma che vivono i bambini quando svanisce la certezza della presenza dei genitori uniti, soprattutto quando nutrono lo stesso grande affetto verso uno e verso l’altra? Nei piccoli la sofferenza è enorme e si spegne l’entusiasmo della vita almeno fino all’avvio della nuova routine e di nuovi auspicabili equilibri. È un fenomeno che riguarda tanto la città, quanto i centri minori come i nostri. Come tornare alla vita da single, spesso con meno soldi e con maggiori responsabilità, gestendo a turno i figli? La fine di una convivenza è sempre un salto nel buio. È un passaggio doloroso, destabilizzante: spesso a fallire è un progetto di vita su cui si era investito molto, anche in termini materiali e oltre alle giornate, bisogna riprogrammare la propria identità. Spesso e dov’è possibile, le coppie scelgono la “separazione in casa”, dove ognuno vive la propria vita e a volte il rapporto può sfociare in amicizia o in “mutuo soccorso”. Per i bambini è la soluzione ideale.

17.04.2021, La scoperta del vero cinema

   Il quartetto aveva marinato i vesperi pomeridiani di una domenica di fine maggio del ’60 e di gran lena, in bicicletta, raggiunse Claudio che frequentava l’Istituto professionale di Rubignacco. Per i nostri adolescenti, Cividale rappresentava già una città dov’era anche possibile perdersi. Erano in bicicletta e quale luogo d’incontro diverso da Mitri poteva mai essere! I ragazzi ci misero non più di 10 minuti per raggiungere Cividale. Claudio li accompagnò in un “vero” cinema, in piazza Picco, sala parrocchiale con proiezione domenicale continua. Sembrava immensa rispetto al cinematografo di San Pietro con Luzio facente la funzione di controllore dei biglietti. La grande sala, lo schermo enorme e un audio di elevata fedeltà stupirono i nostri paesani che ebbero la prima occasione di vedere un film western davvero emozionante. Alla fine della proiezione c’è stato il tempo per bere una spuma alla Bassanese (locale al tempo molto in voga) e di dividere in cinque parti una pizza (diametro 25 cm) ordinata al “Cervo d’Oro”. Consapevoli di aver fatto una fuga senza il dovuto avviso ai genitori, rientrarono pedalando così velocemente da stupire le rispettive mamme al loro rientro: «Come mai siete venuti a casa in anticipo?».