24.09/2021, Il potere delle immagini (1/2)

   La chiesa del nostro paese è piuttosto sobria in fatto di immagini sacre, altre chiese, ma non molte, riprendono lo stile barocco che, all’indomani della Controriforma voleva trasmettere un messaggio molto chiaro: una Chiesa ricca, di abbondanza, con la raffigurazione di personaggi ben nutriti. Si voleva stupire il frequentatore della chiesa, infondergli ottimismo e, pensiamo, nonostante i moniti degli artisti e l’impegno dei censori non è mai stato possibile tracciare un confine netto tra pornografia, arte erotica e arte sacra. Il potere delle immagini è stato ed è incredibilmente invasivo. Durante il barocco, il dominio maschile sulla società richiedeva alle immagini prodotte dagli artisti anche le funzioni oggi assolte da ciò che chiamiamo “pornografia”. Immagini sacre dove abbondava l’esposizione delle pudende, di seni provocanti, di fondoschiena desiderabili. Perché nella cultura occidentale l’osservazione ha sempre avuto luogo attraverso gli occhi di uomini desiderosi di sconfinare oltre il limite consentito dal buon costume…

23.09.2021, Le zecche, autentica piaga

   In questi periodi pare siano particolarmente aggressive. I primi refoli freschi le rendono disperatamente concentrate a trovare vittime, come gli umani, ma anche come caprioli e cervi, letteralmente aggrediti da questi parassiti e che a loro volta si trasformano per loro in un comodo vettore, pronto a colpire ancora. Sono insetti assai comuni in tutta la zona montana e non corrisponde al vero il fatto che siano presenti solo al suolo: tutt’altro, anche a un metro d’altezza dal suolo, posizione ideale per lanciarsi sulla vittima. Si nutrono del sangue di animali e umani e sono portatori di varie malattie anche gravi, come il “morbo di Lyme”, che anni fa ha spedito un paesano all’ospedale, con prognosi di novanta giorni. Per evitare di essere morsicati da una zecca, ben più pericolosa della vipera, è bene non sedersi su un prato senza avere prima disteso a terra un telo possibilmente impermeabile. In farmacia si può acquistare una pinzetta speciale da utilizare con la raccomandazione di non “rompere” l’insetto, ma di bloccarlo con questo strumento e di ruotarlo in senso antiorario. Niente uso dell’alcol quando l’insetto è ancora piantato nella pelle. Per reazione potrebbe liberare una maggior quantità di liquido tossico.

22.09.2021, La carta d’identità (2/2)

   I primi documenti d’identità distribuiti in paese erano finalizzati all’autorizzazione del movimento di commercianti, considerato che era davvero modesta la distanza con l’Impero, solo 9 chilometri. Prima dell’arrivo delle foto-tessera, la carta d’identità era una specie di diploma, un salvacondotto. Poi arrivarono i documenti con le foto, scattate nei laboratori fotografici Verderi o Bront di Cividale. Si andava “a posare” ben pettinati, con la giacca o la camicia, mentre le signore provvedevano a mettere a posto i capelli e a indossare i vestiti di festa. Le foto erano consegnate in una busta con finestrella interna e a loro volta almeno due erano trattenute dal funzionario comunale che rilasciava il tanto atteso documento. L’Ufficiale d’anagrafe incollava con la colla Coccoina una foto sul documento appena compilato e l’altra sulla scheda destinata al Comune. Le firmava il Sindaco, ma molti ricordano ancora la firma dell’ufficiale d’Anafrafe Rizzi, costituita da una “R” ampia e sproporzionata, seguita poi per alcuni decenni da Specogna e infine Zabrieszach. Il futuro della Carta d’identità riserverà molte sorprese. Ad esempio, in Germania il documento è dematerializzato: una app sul telefonino, accessibile con codice segreto, fornisce il documento d’identità, simile a quanto accade oggi con il “Green pass”. Basterà leggere il QR-code del proprio documento digitale e recarsi alle urne in qualsiasi seggio, o esibirlo così a un pubblico ufficiale.

21.09.2021, La carta d’identità (1/2)

   La maggior parte dei ponteacchesi possiede la “CIE”- Carta d’identità elettronica munita di chip non ancora utilizzato, ma con molte potenzialità per i possibili servizi connessi. Il documento plasticato non è dei più chiari ed esteticamente non è bello. In molti Paesi la Carta è di sfondo bianco, con scritte nere ben visibili, dove il 6 non si confonde con l’8 o viceversa, le foto sono riprodotte in alta definizione. La possiamo avere bilingue, italiano-sloveno, così come dovrebbe essere bilingue italiano-friulano poiché entrambe sono lingue e non una delle due dialetto. Il documento è stato introdotto in Italia nel 1931, in forte ritardo rispetto ad altri Paesi, così come l’Italia è stata l’ultima ad abbandonare il modello a quattro facciate, spesso deteriorato, con le pagine a volte unite con lo scotch, così com’è stata per decenni la patente di guida carica di bollini che si staccavano. La qualità e l’estetica di un documento ufficiale costituiscono il biglietto da visita di un Paese e in questo campo siamo molto, ma molto lontani da altri Paesi dell’Unione ed extra-UE, non solo in fatto di documenti personali, ma anche di quelli amministrativi. È mai capitato di ritirare un atto  stampato su un foglio già utilizzato sul retro?  …

20.09.2021, Ieri al Centro

   Abbiamo trascorso una domenica molto bella ieri al Centro. La gara di moto-trial ha fatto affluire in paese 40 concorrenti provenienti dal Triveneto, tra questi una bambina di Bolzano a bordo di una mini-trial, due ragazzini rispettivamente di Trento e Bassano del Grappa, molti ragazzi e adulti provenienti da Veneto e Friuli. Un’organizzazione perfetta ha fatto da sfondo alla gara, con atleti rispettosi e gratificati di quanto hanno trovato sia in termini di accoglienza, sia in termini di paesaggio. Il Centro si è trasformato in un punto logistico, un punto d’appoggio per le premiazioni (vedi foto in home-page) e per i saluti finali. La Pro Loco è rimasta particolarmente soddisfatta per la scelta in paese di questa penultima gara relativa a questo specifica specialità sportiva. L’ultima si svolgerà ad Arco TN a novembre. Si sono fermati al parcheggio e al Centro i curiosi, gli appassionati di moto, lo staff organizzativo e, come spesso accade, l’appuntamento si è trasformato in giorno di festa per tutti, fino alle 17:00. La prossima gara a Ponteacco si potrà svolgere nel marzo/aprile del prossimo anno ed essendo la prima, potrebbe vedere la partecipazione di un numero ben superiore di motociclisti. Ringraziamo Amedeo, Luca, Mattia, Massimo, Mariano e anche il parroco, la cui presenza in tonaca ha stupito i “foresti”. Buona settimana!

19.09.2021, Il clima mite addolcisce i popoli (2/2)

   La temperatura ha un’influenza diretta sul carattere perché condiziona i comportamenti individuali spingendo le persone a far vita all’aperto, o al contrario a chiudersi in casa. Indiretta perché ha micro-effetti sull’organizzazione delle attività lavorative, degli impegni della giornata, agendo sugli stili di vita individuali e collettivi. Secondo i ricercatori, i soggetti che vivono in Paesi con temperature miti hanno temperamenti miti, aperti, amicali, conviviali, mentre dove fa troppo caldo o troppo freddo le persone appaiono più solitarie, meno propense alla socializzazione, più “ruspiose” come si dice in friulano, meno disponibili a sperimentare nuove situazioni. Insomma, gli estremi del caldo e del freddo ci rendono meno sicuri, spingendoci a vivere sempre in difesa. Dunque, anche il caldo può indurci farci diventare più freddi. Chissà se il mutamento climatico in atto cambierà ancor di più i nostri caratteri. Una cosa è certa: saremo sempre più condizionati dal condizionatore, anche nel nostro piccolo paese.

18.09.2021, Il clima mite addolcisce i popoli (1/2)

   Il nostro paese lascia alle spalle un’estate calda, non da record, ma con temperature elevate fino a tre giorni fa. Ci siamo lamentati delle roventi giornate che ci infastidivano, con le notti rese insopportabili dal caldo in casa. Secondo alcuni studi, il caldo rende le persone socievoli ed espansive, mentre il gran freddo fa l’effetto opposto: persone più chiuse, più riservate. Possiamo dunque affermare che il clima agisce nel contesto generale ed è in grado di “congelare o scongelare ” il carattere di un individuo. Di questo ne parlava già Aristotele nel IV secolo a.C.. Questa teoria climatica non è bizzarra e non è mai tramontata. Il caldo e il freddo influenzano la nostra personalità più di quanto si creda. Sostenere ora che il valligiano abbia un altro carattere a causa della differenza climatica rispetto a un aquileiese o codroipese potrebbe essere difficile da dimostrare, ma c’è da dire che la temperatura ha una doppia influenza, diretta e indiretta. Lo spiegheremo domani …

17.09.2021, Il guaritore di Mersino (2/2)

   La sua passione per le piante e i loro effetti terapeutici avevano trasformato questa persona in una specie di mito, al punto che un dotto cividalese pensò bene di denunciare all’autorità giudiziaria la sua attività fitoterapica. Il verdetto del giudice non tardò ad arrivare: divieto di svolgere la professione medica abusiva. La reazione del signore fu quella di totale indifferenza, poiché nessuno gli poteva vietare di raccogliere essenze vegetali e di dispensare i suoi consigli. Chiedeva ai suoi pazienti di presentarsi con vasetti puliti, contenenti la propria urina, che osservava, agitava, annusava, ne prelevava in modica quantità per poi depositarla su una carta assorbente speciale. Dopo vari minuti pronunciava il suo verdetto e suggeriva la sua terapia. Il proseguimento della sua attività non passò inosservato. Un giorno arrivò a Mersino un “làh”, un friulano con in mano due ampolle cariche di pipì. Chiese al signore di osservarle e di riferire il suo parere. Dopo alcuni minuti di attenta e approfondita analisi, il guaritore di Mersino disse: «Quest’ampolla contiene urina di cavalla in salute e per questo trucco meriterebbe di essere buttato fuori casa a calci nel fondoschiena, mentre quest’altra contiene l’urina di un uomo che morirà tra pochi giorni». Dopo una decina di giorni giunse a Mersino la notizia della morte di questo cividalese assai conosciuto, che aveva tentato di beffarsi delle conoscenze di un esperto.

17.09.2021, Il guaritore di Mersino (1/2)

   Raccontiamo la storia di un appassionato di botanica che ha vissuto nella prima metà del ‘900 a Mersino. Forse era classe 1880 o giù di lì. Parliamo di quest’esperto, molto conosciuto in tutte le Valli e nel circondario. Parte della sua giornata la trascorreva nei boschi del mersinese a cercare piante, cortecce e radici, che portava a casa per il loro trattamento conservativo. Non si limitava alle sole piante del bosco locale, ma era collegato alla passione condivisa con altre persone della montagna, delle Alpi Giulie. Possediamo un breve elenco di ponteacchesi sofferenti di problemi nefrologici, che si rivolsero a lui per sottoporsi a cure e terapie. In tutti i casi l’esito delle sue cure è stato ampiamente positivo, se non addirittura “miracoloso”. Chi accusava problemi all’apparato renale e alla vescica trovava il giusto rimedio proprio a Mersino e poiché non esisteva il telefono, gli appuntamenti non erano fissati, si andava a colpi di fortuna. In caso di assenza, l’attesa del suo rientro a casa poteva durare qualche minuto o qualche ora …

15.09.2021, La sindrome della capanna (2/)

   La riconquista dei propri spazi, dal mondo del lavoro alle amicizie, dagli interessi culturali ai viaggi, dal semplice drink al caffè di mezza mattina appare piuttosto difficile, perché nel frattempo le abitudini sono cambiate e lo sconfinato mondo di Internet sembra colmare tutte le esigenze a scapito del rapporto umano, con la sensazione una volta usciti, di ritornare a casa il più presto possibile così come fanno alcuni popoli del grande nord quando la temperatura scende a -50. Qualcuno forse esagera con la paura di ammalarsi, con il timore di essere vettore del virus e quindi di contagiarsi o contagiare i propri cari. Naturalmente incidono in quest’aspetto le diverse sensibilità e le variabili personalii. C’è poco da fare: dall’emergenza sanitaria usciamo sicuramente tutti più fragili, qualcuno è forse più irrequieto, irritabile, triste, incline alla depressione, dorme peggio, si sveglia più stanco e con maggiore fatica. Il rimedio non è (apparentemente) difficile: sarà bene esporsi gradatamente e godersi queste belle giornate o il variopinto autunno valligiano, frequentare luoghi familiari, soffermarsi qualche minuto in più durante le brevi commissioni di casa, concentrarsi sul rilassamento, fare esercizi di respirazione, prima che avvengano attacchi di panico, anticamera della depressione.