23.06.2020, La dendrologia

   È la scienza che si occupa dello studio delle piante che hanno accrescimento secondario, ovvero le piante che producono il legno. Il famoso Castagno di Pegliano avrebbe oltre 350 anni, ma in tutte le Valli ce ne sono tanti di castagni, e chissa se più antichi di quello di Pegliano? Se gli anelli del tronco aiutano a risolvere enigmi, la loro formazione è tutt’altro che misteriosa. Quando osserviamo la sezione tagliata di un tronco, notiamo che gli anelli sono cresciuti in modo non uniforme. Si tratta di una successione che è simile, perdonateci, al “codice a barre” e può farci ricostruire la provenienza, l’alternarsi delle macrostagioni, i periodi di siccità. Lo studio dettagliato della forma e consistenza degli anelli ci fornisce molte spiegazioni, forse anche inattese. Analizzando la sequenza si scopre che, ad esempio, dall’anno 1000 al 1850 si ebbe un calo costante della temperatura che ha causato una riduzione della crescita, quindi un anello più sottile, mentre gli anelli grandi, con una loro netta bordatura, testimoniano temperature elevate e maggior assorbimento d’acqua, trasportata verso le foglie. La natura continua ogni giorno a stupirci.

22.06.2020. Ieri al Centro

   Via-vai discreto nel corso della prima domenica d’estate al Centro. L’affabilità e la cortesia di Paolo e Claudia, gestori del turno, è peraltro proverbiale. Si è riunito il Collegio dei Revisori dei conti che ha analizato il bilancio consuntivo del 2019 e preventivo del 2020, importanti documenti finanziari che saranno sottoposti al voto dell’Assemblea dei Soci la cui data non è stata ancora fissata, si potrebbe tenere presumibilmente sabato 18 luglio. I revisori hanno analizzato le singole voci di bilancio, comprese quelle del preventivo che, a causa delle conseguenze dell’emergenza sanitaria, vedrà cifre tutt’altro che incoraggianti, diciamo di sopravvivenza, essendo stata l’attività delle Pro Loco congelata per tre mesi ed essendo saltate tutte le iniziative che avevamo in programma. Ieri si è parlato anche di tempo, di questo giugno più freddo e più piovoso degli anni passati. Si è parlato di funghi, di erba che cresce a dismisura, di vacanze. Il portone della palazzina si è chiuso poco dopo le 13:00. Auguriamo una buona settimana a lettrici e lettori.

21.06.2020, Il temporale non combatte le allergie

   Per molte persone che soffrono ancora di allergia da polline, l’arrivo di un temporale, come quello di alcuni giorni fa, è visto come una benedizione perché “ripulisce l’aria”. Eppure, secondo i ricercatori, dopo la pioggia, molti starnutiscono più di prima. Nelle Valli ne gira di polline, per buona parte della primavera e dell’estate che inizia proprio oggi. Uno studio dell’Università di Udine, appena pubblicato ha effettuato esperimenti ed osservazioni filtrando l’aria in aperta campagna dopo le precipitazioni di varia entità. L’esame del contenuto dei filtri ha rivelato che la pioggia ripulisce l’aria, ma solo dal polline intero e non da quello spezzato. Con l’umidità il polline tende a gonfiarsi, a esplodere generando molti frammenti che poi sono così leggeri da restare in aria molto a lungo e così tanti da rendere difficile il loro abbattimento con la pioggia. Il risultato è che dopo il temporale l’aria è carica di pezzetti di polvere che, se inspirati, penetrano ancor più in profondità nei tessuti e nelle vie aeree di quanto faccia il polline intero, scatenando sintomi più gravi. I frammenti di polline possono restare sospesi in ariada 5 a 10 ore dopo la pioggia.

20.06.2020, La musina (2/2)

Originariamente, nel ‘700, i salvadanai si mettevano nelle chiese delle Valli, si facevano passare di panca in panca, di persona in persona per sollecitare la pietà dei fedeli verso i bisognosi. Dalle chiese si passò alle famiglie (inizi ‘800), facendo diventare tale oggetto molto popolare. I bambini facevano a gara per riempirlo quanto prima e che felicità quando si rompeva il contenitore con il martello e si procedeva con il conteggio del mucchietto di spiccioli. Oggi la musina è un distratto oggetto posto su qualche scaffale. Le forme della musina sono simpatiche, da arredo. Al “Wellcum”, la nota casa di tlleranza di Villach, le musine in vendita nello “show-room” hanno fessure posizionate in posti particolari per stimolare l’introduzione. Generalmente è un oggetto che non ha più interesse. I ragazzi d’oggi hanno la postapay dove papy provvede alle ricariche utilizzate per i giochi on-line, per l’acquisto di giochi virtuali della play-station, mica per comprare le figurine da Fulla o le tira-molla dalle Bečke.

19.06.2020, La musina (1/2)

La musina (1/2)

 Tutti i bambini, oggi adulti o più che adulti, avevano e custodivano gelosamente il salvadanaio in terracotta, un tempo di forma quasi sferica con una base simile a un cerchio per consentire l’appoggio sul piano. Come tutti i salvadanai del mondo, le musine avevano (e hanno) una fessura nella parte generalmente superiore per l’introduzione delle monete. Alla forma arrotondata si sono aggiunti altri particolari quali gli occhi, il naso, la bocca e per tale motivo la parola è entrata nel vocabolario, come associazione alla parola “muso”, anche se la corretta etimologia del salvadanaio dimostra che ha altre origini: “musina” -musigna- deriva dal latino popolare “(elee)mosyna”, che a sua volta è un calco dal verbo greco “eleéin” = avere pietà, misericordia.

18.06.2020, Il Tocai friulano

È un vino assai apprezzato anche al nostro Centro. Ogni domenica gli estimatori non si sottraggono al rito di un buon, abbondante ed economico calice. C’è da dire che l’offerta economica richiesta per ogni taglio è davvero bassa. Forse non tutti sanno che fino a una 30-ina-40-ina d’anni fa era abitudine scrivere “Tokay”, fino a ingenerare qualche errore confondendolo con il celebre vino “Tokay” della non meno celebre regione viticola ungherese. L’origine del vitigno si insinua tra storia e leggenda. È di origine austro-ungarica, attualmente scomparso da quei paesi, importato nel Triveneto grazie ai secolari rapporti economici. Già nell’XI secolo dei missionari veneti, chiamati in Ungheria da re Stefano I, portarono cos sé viti i cui nomi, più o meno alterati, passarono poi ai vitigni ritenuti oggi ungheresi come il Furmint (Foramonti) e il famoso Bakator (Baccadoro). Si può affermare che il Tokay ungherese sia proprio friulano, visto che nel 1771 l’Abate Giacomo Vinciguerra di Collalto portò una pianta prelevata in un vigneto tra Sacile e Susegana TV e da qui nacque la produzione ungherese di un Tocai effettivamente friulano.

17.06.2020, Camminare è il segreto della persona in salute (2/2)

   Con l’avvicendarsi delle generazioni, il punto d’ingresso nel cranio si abbassò, così che potessimo guardare in avanti stando eretti, il bacino si allargò e si incurvò per ospitare i grandi muscoli dei glutei, gli arti inferiori si allungarono e il piede smise di essere prensile (presa sui rami), diventando una sorta di molla arcuata per assorbire il peso del corpo e fare da perno. Ecco perché, dunque, ci muoviamo in un modo unico, chiamato a “pendolo inverso”, lasciandoci cioè cadere in avanti, fermando la caduta con la gamba e usando il movimento dell’altra per raddrizzarci e poi sbilanciarsi di nuovo in avanti. Questo ci ha permesso di fare a meno del pelo e quindi di raffreddarci meglio. I nostri antenati poterono così iniziare a cacciare prede inseguendole fino a sfinirle, arricchendo la dieta di carne, favorendo così lo sviluppo del cervello. Il programma motorio umano è innato, essendo incluso nei circuiti cerebrali e nel midollo spinale. Camminare aiuta il cervello a funzionare meglio, migliora la creatività e l’umore, mentre combatte la depressione.

16.06.2020, Camminare è il segreto della persona in salute (1/2)

Fa bene al cuore, ai polmoni, ai muscoli e alle ossa. Il camminare è stata l’arma segreta della specie umana. Nessun esemplare del mondo animale è riuscito a raggiungere ogni angolo del mondo, spostandosi sul terreno. Il nostro paese annovera molte persone di ambo i sessi che si dedicano con passione a questo sport, che sconfina nell’hobby e combattono l’epidemia di sedentarietà che colpisce molta, forse troppa gente. La storia di questa disciplina a portata di tutti iniziò 4 milioni di anni fa, quando i nostri antenati africani, forse privati delle foreste a causa di un cambiamento climatico, si avventurarono nella savana, regno di predatori quadrupedi molto più forti e agili di loro. L’ominide che fino ad allora camminava piegato in avanti, con le nocche delle mani appoggiate a terra, iniziò a reggersi in piedi per controllare il territorio, la presenza o meno di belve feroci. Pian piano, generazione dopo generazione, la colonna vertebrale si adattò a funzionare verticalmente, assumendo una posizione a “S” …

15.06.2020, Ieri al Centro

   L’ultima domenica di primavera al Centro ha portato una ventata di ottimismo e allegria. Un paesano ha festeggiato il compleanno con un giro di aperitivi e caffè. Numerose le persone presenti in sala, sotto il portico e nell’area esterna. Secondo alcuni si potrebbe fare di più in osservanza delle disposizioni in materia di prevenzione sanitaria, mentre altri sono decisamente più “sciolti”, più liberi, senza mascherina e protezioni all’interno, seppur di passaggio. I primi sostengono che tale leggerezza implichi qualche rischio agli altri, ma nel complesso tutti hanno cercato di attenersi alle regole. Il cancello del Centro si è chiuso qualche minuto prima delle 14:00, con la soddisfazione di Laura e Patrizia responsabili del turno. Domenica prossima sarà la volta di Claudia e Paolo. Molta gente a passeggio o in bici sulle strade secondarie, numerosi i ciclisti che hanno ripreso il tragitto che piace a tutti, fino a Caporetto. Auguriamo una settimana proficua, gli orti sono pieni di verdura, le ciliegie sono agli sgoccioli, mentre si stanno preparando le prime pesche, seppur manchino ancora almeno 2 settimane per la loro maturazione. Vi terremo compagnia con la cronaca, le rubriche e le foto. Vi invitiamo a dare sempre un’occhiata al sito del nostro paese.

14.06.2020, Un nuovo approccio con il medico (2/2)

   Consolare l’ammalato è un’arte difficile, ma da sempre chi è malato cerca, oltre a competenza, accoglienza e ascolto. Ecco perché è importante dare ascolto e consultare il proprio medico che non è solo un piazzista di ricette È un grosso errore l’aver ridimensionato l’ospedale di Cividale e addirittura chiuso il Pronto soccorso, che non è mai stata la catena di montaggio di Udine. È proprio di stamattina la notizia apparsa sul Messaggero veneto che l’indica la possibile riapertura del Pronto soccorso di Cividale il prossimo 31 luglio. La classe politica locale si è distinta per inefficienza e disinteresse. Il paziente di oggi sa benissimo che la medicina ha grandi risorse e nutre grandi attese (e pretese) che ritiene possano essere esaudite dalla tecnologia medica. Ma molte di queste attese, in realtà, potrebbero trovare soddisfazione all’interno di una buona relazione con il medico e non con il medico-Internet. Il medico d’oggi non è solo un tecnico della salute, ma un professionista capace sia di sapere e fare, che di comprendere e condividere.