16.03.2020, Ieri a Ponteacco.

Abbiamo trascorso una domenica molto particolare. Nessuno si ricorda una situazione simile, anche se qualcuno ha fatto il paragone con le domeniche di austerità (crisi petrolifera) dal 02  dicembre 1973 al 10 marzo 1974. In quel caso la gente poteva comunque muoversi. A dimostrazione di quanto le norme siano severe, ieri i Carabinieri hanno percorso anche la strada ciclo-pedonale Ponteacco-San Pietro per identificare i trasgressori delle norme. Traffico inesistente, tutto chiuso in pomeriggio, coprifuoco la sera, questo è il quadro generale. Cos’hanno fatto i ponteacchesi? Si è sentita una motosega nei quartieri settentrionali, un tosaerba in quelli vicino al Centro, qualcuno a spasso con il cane e null’altro. Una bella medaglia al valor civile andrebbe conferita a WhatsApp che ha svolto l’importantissima funzione di tenere il contatto tra le persone: ci siamo scambiati una moltitudine di messaggi, video, vignette, video-conferenze, quantità ed intensità mai viste prima. Ci hanno scritto i nostri amici dal Belgio, Paese dove sono state adottate proprio in queste ultime 24 ore delle norme assai severe, simili alle nostre. Daniela si dice preoccupata e angosciata per le notizie che provengono dall’Italia. Anche Beppina, dalla Germania, legge con apprensione i numeri impressionanti che arrivano dal nord-Italia. La vicepresidente ha postato su Fb il video con la suonata di sabato pomeriggio, organizzata lì per lì, alla quale hanno aderito alcuni musicisti del paese. In meno di 24 ore ci sono state ben 9.000 visualizzazioni effettuate da molti Paesi del mondo. Un grazie alla vicepres e ai suonatori della “Ponteacco-band” che hanno avuto l’opportunità di stemperare la tensione e in alcuni casi anche la tristezza per questo momento in cui ci siamo trovati.   

15.03.2020, Stili di vita a confronto (2/2).

    Mutamenti anche negli occhi: oggi si è molto più miopi rispetto all’uomo del Neolitico. La vita di quei tempi era molto breve e c’era un’altissima mortalità infantile che faceva abbassare la media. Inattività, sedentarietà  e cattiva dieta oggi stanno creando una massa di malati con patologie che 6-7.000 anni fa non c’erano. Si sopravvive anche al bombardamento di medicinali moderni. Nessuno ovviamente si sogna di ritornare al Neolitico, ma per stare bene basterebbe mettere in sincrono Dna e stili di vita, recuperando abitudini come il camminare, far giocare i bambini all’aperto, non stare seduti per ore e ore, mangiare in modo sano e contenuto, evitando rigorosamente il cibo-spazzatura che rischia di farci diventare americani, Paese dove si trovano il 60-70% di obesi. La nostra vita sedentaria ha danneggiato alcune parti del corpo: la schiena, l’occhio, il cuore, il sistema circolatorio, le arcate dentarie. Un popolo di malati rispetto a chi si nutriva di radici, selvaggina e pesce qui, sotto casa nostra.

14.03.2020, Stili di vita a confronto (1/2).

   L’uomo del Neolitico, presente circa 6-7.000 anni fa nel riparo preistorico vicino al Natisone, ha vissuto discretamente e, sotto certi aspetti, meglio di noi. Il nostro corpo si è evoluto per stare immerso nella natura, muoversi e contare su fonti alimentari varie ed incostanti. Si vive in luoghi inquinati, c’è l’inquinamento radioelettrico, assumiamo cibi ipercalorici stando immobili per ore. I neolitici non soffrivano d’asma, di mal di schiena, di allergie, sconosciute anche da noi fino a mezzo secolo fa. Certo, vivevano fino a 30-35 anni, ma per motivi ben diversi. Le allergie sono sempre più popolari e sono causate dal sistema immunitario che, evolutosi per attaccare i parassiti, oggi reagisce esageratamente  a stimoli innocui come pollini, detersivi o altri inquinanti. Secondo gli esperti, alcuni problemi tra i giovani sembrano derivare dalla dissonanza tra il Dna e gli attuali stili di vita. Le dentature dei Neolitici, ad esempio, non presentano problemi con il dente del giudizio, diventato per molti un problema da operare chirurgicamente. Sembra che i bambini mangino cibi dolci e morbidi al punto da non stimolare la crescita della mascella per ospitare questi denti.

13.03.2020, Riceviamo una lettera.

  Riceviamo da una nostra affezionata lettrice questo testo che voilentieri pubblichiamo. La persona abita in un altro Paese:

“Spero stiate tutti bene e che abbiate la forza e la pazienza per aspettare il trascorrere dei giorni.
Naturalmente seguiamo le vicende del Paese. Sembra un bollettino di guerra. Per ora in xxxx, nonostante ci siano decine di persone malate nel sud del Paese, non sono state
prese particolari misure , tranne il consiglio di lavarsi frequentemente le mani e di evitare strette di mano.
Ritengo che sia solo questione di tempo, dato che il resto dell’ Europa ha capito che sara’ necessario applicare le misure prese in Italia.
Personalmente mi dispiace molto perche’ avevamo
programmato di venire a xxxx all’inizio di aprile.
Dobbiamo pazientare ed aspettare che tornino tempi migliori. Saluti cordiali a voi tutti e vi/ ci auguro di
rimanere in buona salute, sperando che i venti
primaverili spazzino via virus ed incertezze.
Mandi mandi”.

12.03.2020, Il logorio della vita moderna.

   Contro il logorio della vita moderna, alla fine degli anni ’60 si trasmetteva in TV un efficace spot pubblicitario con l’attore Ernesto Calindri che sorseggiava il Cynar seduto tranquillamente ad un tavolino, nel bel mezzo del traffico frenetico di Milano. Spesso, ad oltre mezzo secolo da quel fortunato sketch televisivo il logorio per molte persone si è trasformato in tormento. Hanno persino inventato una coperta dal peso di ben nove kg per riuscire a distribuire la giusta pressione sul corpo, per dormire meglio, oppure un cubo pieno di innocui tasti, da schiacciare in caso di stress, uno scacciapensieri. In piena era digitale, il logorio significa dormire male e poco. Numerosi ponteacchesi soffrono di insonnia ed alcuni ricorrono sistematicamente alla pastiglia per conciliare il sonno. Secondo le statistiche, ben 150.000 friulano-giuliani soffrirebbero di insonnia o di disturbi del sonno. Non vuol dire che l’essere sempre connessi causi disturbi. Provoca più ansia e depressione il lavoro a turni in fabbrica, all’ospedale, nei grandi negozi, dove spesso si è un ingranaggio, un sistema che non offre opportunità di differenza. Questo aspetto è fonte di preoccupazione per il deterioramento della qualità della vita riferito ad un aspetto importante qual è la qualità del sonno.

11.03.2020, Le violenze sugli uomini.

Si parla solo di violenze sulle donne, si pone l’accento sui femminicidi che costituiscono un’autentica piaga di questi tempi. Se ne parla poco, eppure anche gli uomini possono essere vittime di molestie, nella maggior parte dei casi da parte di altri uomini, ma a volte anche da parte di donne. Sicuramente anche nei nostri paesi ci sono stati casi, ma se ne è sempre parlato poco per questione di omertà: si sapeva e più o meno si taceva. Secondo uno studio europeo, nel corso della propria vita, sia lavorativa che extra-lavoro, nel 2016 il 14,6% delle donne avrebbe subito molestie e l’8,6 % degli uomini. Tuttavia il numero delle denunce racconta solo una parte della storia. Nel caso del maschio molestato, la nostra società non contempla che un uomo possa essere molestato, anzi, ci si aspetta che sia sempre gratificato dalle avances femminili, anche le più esplicite. Confidarsi? Chiedere aiuto al parroco? È quasi impossibile per gli uomini. Si tratta di un disagio che può far soffrire e che si può verificare al parco, in palestra, in piscina, sul posto di lavoro, nel luogo di culto. Almeno fino al termine di questa quarantena, qualche maschio potrebbe sentirsi più al sicuro! Fino al 03 aprile, dunque, ci potrebbe essere un vantaggio.

10.03.2020, L’educazione di oggi e quella di ieri (2/2)

 In casa spesso si dava del “Voi” ai genitori. Su loro, volente-nolente, c’era un’aura di autentico rispetto. Non solo era severamente punita la risposta a tono, ma anche la risposta che potesse giustificare un atto. Facciamo un esempio: Maria tornava da scuola a piedi, in pieno inverno, e cacciava i propri piedi nel forno per riscaldarli. Alla vista di questo gesto innocuo, poteva intervenire il padre dicendo alla figlia: «Guarda che ti vengono i geloni!» e il solo fatto di dire: «Ma ho freddo ai piedi» era motivo di risposta non gradita al padre. Era vietato ribattere, rispondere. Il papà raramente dava una sculacciata al figlio o ancor meno alla figlia: bastava il suo sguardo. Alle operazioni pratiche di educazione spiccia (sberle, sculacciate, zabàde “calci) generalmente provvedeva con solerzia la madre, nel silenzio degli altri adulti che, anche se non d’accordo, non potevano interferire sul comportamento del genitore.

09.03.2020, Ieri a Ponteacco.

   L’emergenza sanitaria che ha colpito la nostra regione ci ha imposto la seconda chiusura domenicale forzata del Centro. Sono a rischio le manifestazioni già programmate, l’inaugurazione della nuova stagione turistica prevista per il 21 marzo e l’Assemblea generale dei Soci prevista per domenica 29. Le precauzioni anti-contagio dureranno almeno fino al 03 aprile. Nei prossimi giorni comunicheremo le decisioni del Consiglio. Contravvenire alle disposizioni è reato ed è prevista per gli organizzatori la reclusione fino a tre mesi. Come stiamo vivendo in paese questi momenti che hanno parzialmente rivoluzionato la nostra vita? E lo diciamo soprattutto per chi risiede fuori e ci legge, per spiegare come il paese sta reagendo all’epidemia che non ha precedenti nella nostra storia contemporanea. La chiusura dei confini con il Veneto è un fatto nuovo. Si può raggiungere la regione contigua solo attraverso la provincia di Belluno, essendo Venezia e Treviso interdette al transito. Il blocco totale della Lombardia, poi, è un fatto di per sé preoccupante. Bloccato tutto se non per motivi di provata gravità. C’è preoccupazione. Le scuole sono chiuse e il pensiero va alle lavoratrici e lavoratori del settore pubblico: saranno state adottate le necessarie precauzioni sanitarie per rendere sicuro il loro posto di lavoro? Molte persone del paese sono rimaste ben tappate in casa, anche per la presenza in casa di numerosi anziani e grandi anziani che sono a rischio. Il ricovero Sirch di San Pietro al Natisone ieri era interdetto al pubblico e quest’isolamento genera angoscia sia per i familiari che per gli ospiti. Niente messe, funerali ridotti a semplice e fugace funzione. Bar aperti, ma con servizio a un metro di distanza, supermercati e negozi funzionanti e orario ridotto. Insomma, stiamo attraversando anche noi un periodo delicato in attesa del vaccino, che prima dovrà essere scoperto, poi isolato in vitro, quindi testato sugli animali ed infine sull’uomo. Ci vorrà ancora molto tempo.  

08.03.2020, La Festa della Donna proposta da una paesana.

Oggi è la Giornata Internazionale delle Donne. Auguri a tutte le nostre lettrici!  In occasione di questa ricorrenza speciale, desideriamo raccontarvi di un progetto speciale realizzato da una nostra compaesana. Ci riferiamo a lei come a una nostra compaesana anche se ha girato e vissuto in molti Paesi nel mondo, perché il cuore di Elena rimane sempre nelle nostre Valli, con la sua famiglia, con noi, con i suoi progetti personali sul territorio. Come in molti sappiamo, l’anno scorso Elena Tuan ha avviato Misia (@shopmisia su Facebook e Instagram), un innovativo progetto di artigianato e poesia al femminile. Attraverso creazioni artigianali e composizioni poetiche, Misia desidera porre l’attenzione sulla voce, sulla vita, sulla condizione delle donne di ieri e di oggi, nella letteratura così come nella società.  Oggi, 8 marzo, Elena lancia un’iniziativa in collaborazione con ZeroSuTre, Associazione a Udine contro la violenza sulle donne. La descrive così:
Tutti i giorni, non solo l’8 marzo o il 25 novembre, ogni donna si trova a dover combattere una battaglia personale: in famiglia, sul posto di lavoro, nella società. Ce lo suggeriscono le testimonianze di molte donne coraggiose, ma anche i più recenti dati raccolti in moltissimi Paesi nel mondo, tra cui l’Italia. Il genere femminile ha combattuto a lungo per raggiungere le conquiste sociali, economiche e politiche che celebriamo nella Giornata Internazionale dei Diritti della Donna, l’8 marzo. Eppure dobbiamo impegnarci ancora molto – uomini e donne insieme – per combattere le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono tutt’oggi vittima.
É un messaggio universale e di speranza quello che vogliamo trasmettere con il lancio del progetto di Misia in sostegno di ZeroSuTre, Associazione a Udine contro la violenza sulle donne. Desideriamo dedicarlo a tutte le donne là fuori che stanno combattendo una battaglia quotidiana, qualunque essa sia:  
A(r)matevi. Armatevi di conoscenza, di forza, di coraggio, di speranza, di sogni. Ma soprattutto, amatevi. Perché è solo con il rispetto e l’amore per noi stesse che potremo vincere tutte le nostre battaglie. Insieme.

Per l’occasione Elena ha realizzato una linea in edizione limitata di segnalibri stampati (10€) o ricamati a mano (15€) con la scritta a(r)mati. Parte del ricavato verrà devoluto in beneficienza all’Associazione ZeroSuTre. Se interessati, potete contattare Elena via mail (shopmisia@gmail.com), al telefono (370 3736089), oppure acquistare il segnalibro direttamente a questo link: https://www.gofundme.com/f/armati-misia-in-sostegno-di-zerosutre
Congratulazioni a Elena per questa iniziativa importante e dal forte valore sociale. Il segnalibro si presenta come un’alternativa originale al tradizionale mazzo di mimose, oltre che un modo per fare la differenza attraverso un piccolo gesto. Brava!

04.03.2020, L’educazione di oggi e quella di ieri (1/2).

Oggi è abbastanza naturale, purtroppo, sentire il figlio che dà dello scemo al padre, della cretina alla madre. La colpa è solo dei genitori, perché uno sberlone al momento giusto è propedeutico per il futuro. È veramente fastidioso sentire i piccoli esprimersi con insulti verso i genitori. E se non sono accontentati, il piccolo è capace anche a dare calci ai piedi di mamma e papà, che sicuramente hanno sbagliato nel fare il loro ruolo di genitori. Un tempo? Solo dare della cretina in casa alla maestra era fonte di sicura punizione, mentre oggi le mamme scambiano insulti a destra e a manca via whatsApp sul conto dell’ o delle insegnanti. Cosa indubbiamente deplorevole. Le nostre mamme o nonne, forse sicuramente meno istruite, ma incommensurabilmente più sagge, stavano dalla parte della maestra, del parroco e guai a disobbedire: la sberla (occasionale) degli educatori era tollerata dai genitori e i ragazzi se ne guardavano bene dal dirlo a casa, qualora schiaffeggiati in classe o vicino all’altare maggiore della chiesa di San Pietro al Natisone, dov’erano inviati dinnanzi al parroco i bambini più vivaci.