02.12.2022, I cesti di Genio

   Attraversato il ramo di fiume, Genio rientrava verso casa con il suo prezioso carico fatto di fascine di varie lunghezze e spessori. Iniziavano subito le operazioni di spellatura dei rami fin tanto che la corteccia era ancora umida: ne incideva la metà e ne toglieva la copertura creando una lunga striscia, quanto la lunghezza del ramo. Correggeva i difetti aiutandosi con cocci di vetro. Subito dopo, con un pouc (piccola roncola tascabile, dalla lama molto bene e sempre affilata) sezionava il ramo, già tagliato a misura, in due metà identiche e iniziava la creazione del cesto intercalando la parte esterna con quella interna delle due sezioni sul corpo del cesto, su una struttura che aveva la funzione di scheletro, di forma circolare, comprese due riprese di rami più lunghi utilizzate per creare il manico. Finito il lavoro, il cesto trovava spazio in cantina al al sole per consentire l’essicazione e quindi la compattezza del legno e della lavorazione. Le richieste erano numerose e Genio cercava di soddisfarle tutte anche con difficoltà dopo aver esposto le sue creazioni alla mostra-mercato della festa del Patrono di San Pietro.

01.12.2022, I cesti di Genio (1/2)

   Ci siamo soffermati ieri sulla figura di Eugenio Bait, suocero di Graziana, nonno paterno di Tonino e Claudia, conosciuto e non solo in paese, per la sua abilità nel creare cesti in vimini. Non si trattava di un vero e proprio lavoro, ma di un hobby piuttosto impegnativo costituito dalla ricerca del materiale e dalla sua messa in opera, ovvero la parte creativa vera e propria. “Genio, a me nardis no’ petenico (pron.: petenìzo)?”, “Genio, mi fai un cesto?”. Questa era la richiesta che gli rivolgevano numerose persone del circondario. Calcolata la Luna, Genio di recava all’isola dei Salici, vicino al Mulino dove tutt’oggi crescono rigogliose piante della famiglia delle salicacee, raccogliendone i rami delle stesse dimensioni in diametro e lunghezza. La quantità raccolta era cospicua e il lavoro doveva iniziare subito, ancor quando il ramo era fresco …

30.11.2022, Due persone di alto profilo

   Uno degli obiettivi di questa nostra piccola rubrica iniziata nel 2009, è quello di percorrere e conservare la memoria storica del nostro piccolo paese, con notizie che certamente potrebbero essere integrate, riviste, rielaborate, ma che offrono al lettore un aspetto del passato che consideriamo un privilegio non dimenticare. Nel senso che, trascorsi cinquanta e più anni, riportare alla luce fatti e personaggi, dimostra che tutti questi attori hanno lasciato una traccia indelebile. Uno dei compiti della Pro Loco è quello di preservarli dal nichilismo, dalla facile dimenticanza e di aiutare i futuri soci alla comprensione della nostra storia fatta di cose e di persone. Ci occupiamo del contemporaneo, ma con tutto il riguardo doveroso che merita anche il passato e l’archivio cartaceo che abbiamo accumulato in questi quattordici anni è a disposizione per gli volesse scrivere non un libercolo, ma un’enciclopedia costituita da vari volumi divisibili per contenuti, anni, persone, tradizioni. Oggi ripercorriamo la figura di due quasi vicini di casa, le cui abitazioni anche oggi danno sullo stesso cortile: Eugenio Bait e Mario Mattelig. Eugenio, conosciuto in paese con il diminutivo “Genio”, padre di Oreste, nonno paterno di Tonino e Claudia; Mario, padre di Sergio, nonno paterno di Patrizia e Laura. Sono ancor oggi considerate persone dal comportamento esemplare, senza nulla togliere alla moltitudine di persone che hanno contribuito alla crescita del nostro paese. Genio era forse un po’ più riservato di Mario, ma le sue poche parole risultavano essere sempre efficaci. Mario era dotato di un senso di generosità fuori dal comune, come si direbbe oggi “un volontario” a disposizione di tutti. Cosa c’era alla base di tutto? La loro onestà, l’obiettività, la riservatezza, il non-doppiogiochismo. Numerose persone si rivolgevano a Mario o a Genio per chiedere un consiglio, magari su una compravendita complessa, su aspetti di vita del vicinato, sul rapporto non sempre idilliaco tra paesani. Loro davano la loro disinteressata opinione e aiutavano a valutare i pro e i contro del problema senza alcun tornaconto, in modo obiettivo e  saggio. La loro era un’autentica dote, fatta di uomini tutti di un pezzo. Il solco tracciato da Genio e Mario è stata una traccia molto significativa, portata avanti dai figli, a dimostrazione che ancor oggi restano nella memoria ad oltre 60 anni dalla scomparsa del primo e a 50 del secondo.

 

 

 

 

28.11.2022, Ieri al Centro

  Il fine-settimana appena trascorso ha ospitato al Centro due compleanni, il primo sabato pomeriggio e secondo ieri, dopo la chiusura domenicale. I festeggiati erano in entrambi i casi bambini, accompagnati da adulti. Riconosciamo a Marina il suo ruolo non sempre facile nella gestione dell’agenda delle prenotazioni. Ieri al Centro la domenica è trascorsa con una discreta presenza di Soci anche se, in genere, novembre non è il mese dei record. Molto curato è stato il turno di Laura & Patrizia alle quali va il nostro ringraziamento anche per aver dato l’immediata disponibilità di sostituire altri due gestori già programmati, bloccati da un imprevisto. La Pro Loco conferma gli appuntamenti dell’8 dicembre prossimo, anticipati nella notizia di ieri: accensione delle stelle e inaugurazione del presepio alle 18:00, messa al Centro alle 19:00, breve brindisi. Auguriamo una buona settimana, che ci traghetterà a dicembre, il mese delle feste più attese.

 

27.11.2022, L’accensione delle stelle

   È fissata per giovedì 8 dicembre alle 18:00. Darà il via alla manifestazione “Ponteacco sotto le Stelle 2022” che, secondo la leggenda, terminerà il 6 gennaio prossimo. Quest’anno la Pro Loco ha scelto un tema “soft” per tutti gli appuntamenti che si svolgeranno principalmente al Centro. Al rintocco delle campane a festa, le abitazioni del paese si distingueranno per la presenza della stella accesa, per rendere il nostro paese unico nel contesto valligiano. Ci dovrebbero essere quattro o cinque stelle “nuove”, ora affidate alle rifiniture di Paolo. In linea di massima, poiché la decisione spetta al Consiglio direttivo, contemporaneamente giovedì 8 si inaugurerà anche il Presepio 2022 del quale fi siamo occupati nelle news di ieri. Fino alle 19 si potranno osservare da vicino tutte le stelle del paese, poi saremo invitati al Centro, accogliente e ben riscaldato, per la Messa dell’Immacolata Concezione officiata dal parroco don Alessandro. Al termine della messa seguirà un piccolo rinfresco con brindisi.

26.11.2022, Il Presepio 2022

   Nella sezione “Appuntamenti” pubblicata nel box “Agenda”, il prossimo 8 dicembre inaugureremo il Presepio che sarà allestito come ogni anno in cappella. Enzo ha già raccolto il muschio necessario e si passerà quanto prima alla fase creativa, ovvero la fase in cui si elabora concretamente il progetto. Se l’anno scorso il tema ha trovato fondamento sull’architettura vernacolare con la riproduzione di alcune tra le case più antiche del  paese, quest’anno la rappresentazione farà riferimento alle grotte e agli anfratti del nostro territorio inteso come Ponteacco, Tiglio e Mezzana. Sopra tutta l’installazione spiccherà la riproduzione della chiesa di santa Dorotea, ai cui piedi saranno creati gli antri, le grotte e i ripari dove troveranno alloggio le statue del presepio. Il visitatore potrà leggere tabelle informative per scoprire aspetti poco noti del carsismo del nostro circondario. Il Presepio di Ponteacco è già inserito nell’Elenco dei Presepi del FVG, affinché acquisisca visibilità da un pubblico più vasto.

25.11.2022, La solitudine

   Il punto più basso delle socializzazione in paese lo abbiamo toccato agli inizi degli anni 2000, quando il bar e il negozio erano chiusi, quando mancavano le occasioni di contatti tra paesani. Ponteacco si era trasformato in un insieme di famiglie chiuse nel loro mondo, avvolte in un velo di solitudine. Il paese era diventato un dormitorio dove ci si limitava a scambiare qualche fugace saluto. Il momento peggiore si verificava al suono della campana a morto: di fatto impossibilitati di conoscere la salute dei residenti, in quei casi si intrecciavano decine di telefonate ad iniziare dal sacrestano, per finire al numero di Graziana per conoscere il nome del defunto e la causa ella sua dipartita. Con l’inaugurazione del Centro e la nascita della Pro Loco, la qualità della vita in paese è decisamente migliorata. Non dobbiamo dimenticare questi due passaggi che hanno segnato le nostre esperienze: la solitudine e la rinascita. L’esperimento delle domeniche mattina di apertura del Centro funziona da 13 anni e ha un’importante valenza aggregativa perché permette lo scambio di idee e opinioni. Chi avrebbe mai detto che saremmo stati capaci di organizzare cene e gite? Come si dice, l’uomo è “animale da branco” e fin dall’adolescenza sta bene nel gruppo, forgia alcuni aspetti del suo carattere, ma nel contempo ci sono anche persone che scelgono la solitudine come modello di vita. La solitudine può essere un’occasione preziosa di libertà personale, favorisce appieno il godimento dei propri spazi nei modi e nei tempi che si desiderano, stimola la ricerca e la riflessione interiore, il chiarimento con se stessi, l’avvicinamento alla fede a patto però che non diventi isolamento foriero di potenziali patologie quali la depressione, l’insicurezza, l’aggressività, il sistematico rifiuto di ogni contatto esterno. In questo caso la risposta è di competenza specialistica, mentre la solitudine, definiamola di primo livello, può trovare molte soluzioni, a cominciare dalla più semplice: il volontariato.

24.11.2022, Noi e la musica

   Numerose sono le persone che la musica proprio non la sopportano. Per loro si tratta solo di un insieme di rumori, spesso sgradevoli e senza capo né coda. Nel doveroso rispetto del pensiero altrui, possiamo affermare che questo atteggiamento è una specie di limite perché, da quando è mondo, la musica fa parte delle attività umane. Ne sono testimoni centinaia di brani, sia popolari che “hits”, indimenticabili, legati a un ricordo, a una persona cara oppure ad un evento speciale. Purtroppo da noi la musica non ha avuto mai peso in ambito scolastico-formativo: è insegnata poco, spesso in modo superficiale, con pochi mezzi e non favorisce l’aggregazione che sta alla base per la formazione di cori, bande o complessi. Per vent’anni Ponteacco è stata la sede della Scuola di musica diretta dal prof. Nino Specogna, che ha avvicinato molti ragazzi a nobili strumenti musicali e solo oggi si può dire quanto fosse importante la conoscenza di uno strumento e, soprattutto per i più giovani, la facilità nella comunicazione, il superamento di aspetti emotivi nei più timidi, migliorando anche l’acquisizione del linguaggio e della sicurezza in se stessi. Siamo diventati quasi tutti stonati, anche se il prof. Specogna sostiene che non esiste “lo stonato”, ma la persona poco educata musicalmente. La materia scolastica, infatti, è denominata “Educazione musicale”. Si potrebbe invertire la rotta e assegnare alla musica quel ruolo molto importante che si merita.

 

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23.11.2022, I nostri primi “selfie”

   Ogni giorno nel mondo sono centinaia di milioni i selfie che ci si scambia ad ogni occasione eppure, se andiamo a vedere con maggior precisione, i nostri primi autoscatti non sono così recenti, ma hanno su per giù una cinquantina d’anni. Negli anni ’70 a sinistra dell’ingresso della stazione ferroviaria di Cividale, fu installata la prima macchina fotografica automatica per la produzione di foto-tessere. Fu un grande successo e durante le domeniche di “austerity” di quel decennio, si formarono code di single, coppie e gruppi in attesa di entrare nella cabinetta per 4 scatti dal costo di 100 lire, passati poco dopo a 500, poi a 1.000. Lo scopo era quello di immortalare le proprie facce prima o dopo il pomeriggio passato al cinema o alla discoteca Mocambo di Montina. C’era la foto da inviare alla fidanzata, quella da tenere nel taccuino e a volte quelle necessarie per i documenti anagrafici, anche se la qualità non è che fosse delle migliori. Dopo aver regolato l’altezza del seggiolino, avvenivano in sequenza i quattro scatti che spesso prendevano alla sprovvista i predestinati. Nelle nostre soffitte sicuramente si possono trovare immagini della nostra passata gioventù, con i colletti delle camicie a punta ben stesi su maglioncini riportanti lettere dell’alfabeto a caso, oppure folte chiome di capelli spesso lunghi fino a coprire il collo. Rispetto ad oggi, è cambiato l’approccio tra quel tipo di foto e i selfie contemporanei. In quei tempi esisteva una certa soggezione dell’obiettivo, mentre oggi non ci si pone problemi nel ritrarsi con la lingua sporgente a mo’ di palla, oppure con la bocca racchiusa, che ricorda a volte una parte anatomica specifica della gallina a uovo appena deposto.

22.11.2022, Il coltellino

   Una tra le principali aspirazioni post-adolescenziali maschili era quella di dotarsi di “brìtla”, di coltellino, un’abitudine di massa, non del tutto scomparsa, passata quasi nel dimenticatoio in questi ultimi decenni. Uno tra gli accessori più ambiti per generazioni è stato proprio il coltellino da tenere sempre nella tasca dei pantaloni. Ci si potrebbe chiedere quale fosse stato il suo scopo, la sua destinazione. Anzitutto aveva le dimensioni consentite dalla legge e quest’aspetto metteva al riparo il proprietario dall’uso improprio di armi bianche. La vita un tempo si svolgeva a contatto con la natura e la campagna era frequentata da molte persone. Il coltellino era utilizzato per spellare una veja (ramo di piante tenere e lisce con ad esempio il salice), per controllare il grado di maturazione di un frutto, per intagliare un pezzo di legno, per incidere iniziali sul tronco e raramente come oggetto di offesa. Fatte le dovute distinzioni, possiamo dire che la “britla” è stata soppiantata dal telefonino: non si usciva da casa senza coltellino, così come  oggi non si esce senza telefonino. L’offerta commerciale di tale accessorio era notevole e la qualità  della lama, che doveva essere sempre ben affilata, era quella che faceva la differenza del prezzo. Il negozio di riferimento per l’acquisto era Spada di Cividale, dopo aver verificato le disponibilità della Ferramenta Piccoli. Oggi il coltellino si è evoluto e si è adattato alle esigenze degli amanti della natura, esploratori, appassionati dell’avventura e, perché no, del brivido. Ci sono coltellini che racchiudono capolavori della piccola tecnologia: lama principale, lama secondaria, forbici, cavatappi, apribottiglie, seghetto, lima.