Stiamo per dare l’addio al 2021, un anno controverso che ha messo a dura prova una buona parte dell’umanità, sia per l’emergenza legata alla pandemia, sia per le vicende intrinseche di un anno non particolarmente favorevole. Se un anno si conclude con un giudizio così-così, maggiore è l’euforia nell’attesa di un nuovo anno, nell’auspicio che ci porti a un nuovo “rinascimento”. Lo sentiamo, sarà così! Quali i propositi per il 2022? Cercheremo di sforzarci per una società migliore, per il nostro paese, per chi risiede in altri luoghi e che non che non ha mai dimenticato il paese natio. Dobbiamo cercare di costruire quest’impegno con la nostra intelligenza per raggiungere il benessere, giorno per giorno. Viviamo in un contesto sopraffatto dalla tecnologia, tutti chiusi in casa, dove nessuno ha più tempo per nulla, tranne per il proprio mondo, neppure per meravigliarsi, per il piacede di condividere, per stupirsi, scandalizzarsi, commuoversi. Le scuse per non fermarci a chiedere se questa frenesia ci renda felici sono migliaia, si costruiscono all’ultimo secondo. Ecco, dunque, l’augurio della ProLoco, quello di un nuovo rinascimento a cominciare da noi, nella speranza che con il contributo di tutti riceveremo la forza necessaria per metterci in gioco per il prossimi dodici mesi, per un nuovo anno di iniziative e di occasioni d’incontro. AUGURI! (Pausa della Redazione fino al 03.01 compreso)
30.12.2021, La crisi dell’auto
È capitato recentemente anche in paese. Se oggi si ordina l’auto che si desidera, è da considerarsi fortunati se questa arriverà a fine maggio e la stessa cosa vale per le lavatrici e frigoriferi tecnologici. L’alternativa è quella di accontentarsi di ciò che si vede negli autosaloni e nei negozi di elettrodomestici. Una nota casa automobilistica francese è tornata a produrre indicatori di velocità con la lancetta meccanica, collegata con un cordino alla ruota, offrendo sconti particolari per gli acquisti di questa tecnologia anni ’60. Siamo in piena “crisi da microchip”, la prima e autentica carestia tecnologica dell’era digitale. I microchip sono il cervello di qualsiasi dispositivo elettronico, dal PC al forno a microonde, creati apposta per ogni macchina o strumento e di varie dimensioni. Parlando in termini d’affari, la crisi del microchip, per alcuni settori, si è rivelata dannosa o addirittura peggiore dell’emergenza sanitaria. Questi piccoli cervelli sono composti da circuiti elettronici stampati con tecnica litografica di precisione su supporti di silicio chiamati “wafer” perché ricordano il celebre biscotto austriaco. Ne fanno largo consumo tutte le attrezzature e macchine, non solo domestiche, ma dal comparto agricolo a quello militare. Manca il silicio e la domanda è ben superiore rispetto alla capacità di produzione. Da qui la crisi dei microchip che, a catena, sta investendo tutto il comparto produttivo mondiale. La persona residente in paese, dunque, ha acquistato ciò che c’era nell’autosalone. Piaccia o non piaccia.
29.12.2021, Un vecchio archivio ediole (3/3)
Terza ed ultima parte delle notizie sull’archivio edile. Le precedenti sono visibili in archivio-news. La fornitura di cemento e il suo produttore. L’intestazione esatta è: “Consorzio produttori leganti idraulici delle tre Venezie, sede di Padova, capitale sociale 200.000 lire” dell’epoca, pari quasi a una manovra fiscale. Venti sacchi di carta contenente 50 kg “ciascheduno” di cemento Portland, pari a 10 quintali, costavano 207,50 lire + tasse e imposte , per un totale di 236,95. Cividale, 5-9-40-XVIII del Fascismo. L’”Emporio dell’Edilizia di Vdine, Vffici e magazzini in Viale Dvodo, telefono nr. 4-57” riforniva le ditte di accessori per quelli che si potevano considerare bagni, nello specifico acquai in cemento. Uno di questi costava 40 lire + 44 di imposte, in lettere “Qvarantaqvattro lire”. Ci sono numerosi documenti contabili emessi dalla ditta Fratelli Piccoli, ferramenta e legnami, unica impresa ancora esistente in questa specie di “preistoria” del commercio moderno. Questo piccolo e prezioso archivio che è stato donato alla Pro Loco contiene anche il Libro matricola dei dipendenti. In intestazione si legge: “Istituto nazionale fascista per l’Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro” (odierno INAIL). In esso sono riportate varie note, tutte trascritte in bella calligrafia e trattate con una semplicità sorprendente.- L’intero archivio è a disposizione per chi volesse fare una ricerca oppure fotocopia.
28.12.2021, Archiviati Natale e santo Stefano
Abbiamo riposto in soffitta le feste principali dell’anno, trascorse per molti di noi senz’infamia e senza gloria. Un Natale da non dimenticare negli anni futuri per le ristrettezze nei movimenti vissute da tutti. Cambieranno le nostre abitudini? Riprenderemo l’euforia che ci ha contraddistinto in passato? Ristoranti quasi vuoti con disdette all’ultimo minuto, contrazione delle spese nelle settimane dell’Avvento, feste in casa per la maggior parte di noi con la preoccupazione della situazione sanitaria con un tasso di positiività dilagante anche nelle Valli, chiese poco affollate proprio per la paura del contagio. Vissute in casa con i propri familiari e per fortuna, unica nota positiva, al riparo di eclatanti fatti di cronaca. Dunque, un Natale sostanzialmente sereno e sicuramente sotto tono nella sua forma esteriore. Si delinea una notte di san Silvestro molto soft. Non si svolgeranno feste in locali pubblici condizionati dagli obblighi del green pass e delle mascherine “FFP2”. Auguriamo giorni sereni per portare a termine nel migiore dei modi queso controverso 2021.
24.12.2021, Vigilia di Natale
Auguriamo una bella giornata. Stasera suoneranno le campane della notte di Natale.
23.12.2021, Un vecchio archivio edile (2/3)
La “Premiata Fornace di Calce a fuoco continuo F.lli Nonino di Giuseppe, Attimis” era leader nella fornitura di calce viva: 561 lire tasse comprese per 10 quintali. Il documento termina con la frase: “Al piacere di Vs. nuovi ambiti ordini, distintamente Vi salutiamo”. La fattura di prestazioni della ditta ponteacchese alla committente Giulia Podrecca di San Pietro al Natisone appare costituita da un foglio protocollo pre-stampato, con numero progressivo, l’”indicazione delle partite” , quantità, prezzo, importi parziali e totali. Il documento riporta la compilazione di 22 voci, compreso il “trasporto di cotesti materiali”, pari a 811,10 lire e 16 di bolli. La fattura è datata 15-7-42, XX del Fascismo. La ditta ponteacchese acquistava i mattoni presso la “Fabbrica laterizi Eredi Feletig Giovanni – Cemur (San Leonardo). Mille mattoni faccia a vista costavano 200 lire, 2.300 tegole 690 lire. Sono numerose le fatture emesse dalla storica ditta di Cemur, che ha dato lavoro a molte persone delle valli e del paese. Un foglio color giallino, di dimensioni ridotte pari a mezzo A4, è il conto del cementificio di Cividale, di cui ci occuperemo nel prossimo appuntamento.
22.12.2021, Un vecchio archivio edile (1/3)
Siamo in possesso di una parte dell’archivio di un’affermata impresa di costruzioni del paese, operante settant’anni fa. Analizziamo alcuni documenti. La ditta acquistava il materiale di consumo, da ferramenta, presso la società Fratelli Broili. In bella calligrafia, da impiegato puntuale e preciso, il documento contabile recita: “Abbiamo il piacere di rimettervi fattura nr. 236 delle merci qui sotto spedite e gentilmente commesseci. Vogliate darci credito di Lire 269,15. Gradite i nostri distinti saluti”. Segue l’elenco dei beni tra questi pennelli e tubi. A pie’ di pagina ci sono due marche da bollo da 35 centesimi con l’effige di un Savoya, Cividale, 23 aprile 41, XIX del Fascismo. Gli obblighi catastali erano ridotti al minimo. In un documento si legge: “Accertamento generale della proprietà immobiliare urbana” e su carta millimetrata era riportata la piantina dei vani dichiarati dal proprietario (Giuseppe Timballo di Biarzo). In alto a destra è appiccicato un “talloncino di riscontro, forse incollato con la colla di farina stesa con il pennellino. Può darsi che la semplicità degli atti di quei tempi fosse molto più razionale rispetto all’attuale era tecnologica. …
21.12.2021, Breve storia del Merlot (2/2)
Una quarantina d’anni dopo, una seconda attestazione risulta avvenuta sempre in Francia, nei pressi di Bordeaux, chiamato “Merlot” perché gli acini dell’uva, a bacca nera, erano molto graditi ai merli. La dicitura del testo in lingua francese riporta le seguenti parole: “On a donné le nom de Merlot a cette variété de vigne, parce que le merle aime beaucoup ce raisin”. In FVG il vitigno è arrivato nella seconda metà dell’Ottocento, così come in Veneto, Trentino e Südtirol. In queste zone il Merlot ha trovato condizioni ambientali ideali; si diffuse in molte altre regioni, con risultati a volte sorprendenti per la produzione del vino anche senza l’apporto di altre uve. Com’è arrivato da noi? Probabilmente da aree attigue della nostra regione, per poi trovare facile dimora nei terreni argillosi ed esposti al sole. Oggi l’uva è coltivata in molti Paesi: in Francia ricopre una superficie di 115.000, in Italia del Nord di 28.000, Bulgaria 15.000, Romania 10.000 e anche in Austria, nella valle del Reno, nella regione dei Pirenei spagnoli.
24.12.2021, Ieri al Centro
Avvicendamento di turno all’ultimo momento, portato a termine da Claudia e Paolo che ringraziamo in quanto per loro è la seconda volta in un paio di settimane. Una domenica tranquilla al Centro, con una buona presenza di soci. Inizialmenrte la sala era un po’ fresca, riscaldata dopo sia dalla stufa, sia dalla presenza di soci e amici. Tra questi ultimi anche P.P. che ha portato un vassoio di paste per le persone che erano in sala. Con un anticipo di due giorni è stato festeggiato il 10° compleanno di Ilaria Tuan. Il pomeriggio è trascorso tra negozi, pacchetti e pacchettini, mentre verso sera è calata anche da noi la nebbia, evento atmosferico piuttosto raro. Nebbia che in pianura ha ridotto di molto la visibilità. La settimana ci porta alle feste più attese dell’anno. Prepariamoci per godercele con serenità, con le persone che amiamo.
19.12.2021, Breve storia del Merlot (1/2)
Tutt’oggi è un vino molto apprezzato e un tempo gli ultimi vigneti di quest’uva pregiata finivano grossomodo proprio a Tiglio, o forse a Lasiz. Questo per ragioni di clima e di morfologia della Valle. Per generazioni è stato il re della cantina e, considerata l’abitudine di avere sempre visite in casa, era la bevanda alcolica naturale da offrire all’ospite. Le botti piene di Merlot erano un biglietto da visita del proprietario della casa e sotto la spina era sempre presente una “bucia” (brocca) per non perdere una goccia del prezioso liquido. Soprattutto in questa stagione, per gli uomini era un’abitudine “assentarsi” per qualche minuto, in qualsiasi ora del giorno, recarsi in cantina lontano da occhi indiscreti e bere un “gluk”, un sorso di vino. La storia del Merlot, per lo meno ciò che è disponibile negli archivi, non è molto lunga. La prima attestazione risale al 1783, in alcune cantine della Francia occidentale, dove questo vino è denominato con il nome “Merlou” e non è escluso che prima fosse stato conosciuto o denominato con altri nomi.